Si legge in circa: < 1 minuto
Nella foto: Paola Maugeri “indossa” un Astice morto
Non passa giorno senza che qualche volto noto parli di veganismo, a farlo è anche Paola Maugeri nota vj sensibile a tematiche animaliste e ambientaliste (è tra l’altro anche autrice dei libri “La mia vita a impatto zero” e “Las Vegans“, e ha tenuto dei seminari di cucina vegana).
Maugeri si professa vegana e pare molto attiva nel propagandarlo. Sarebbe però molto utile capire cosa intenda esattamente Maugeri per veganismo, visto e considerato che non troppo tempo fa si è fatta immortalare nuda con addosso un Astice morto fornito da un ristorante giapponese, il tutto per fungere da testimonial per una campagna denominata “Fishlove” mediante la quale si chiede al pubblico di consumare Pesce “sostenibile” (altro concetto da chiarire).
Le cose sono due: o Maugeri non è vegana, oppure ha un’idea di veganismo tutta sua che non corrisponde affatto a quello che il veganismo è e rappresenta.
Di sicuro le persone umane vegane non si fanno fotografare con addosso Animali morti, e non suggeriscono agli altri di mangiare Pesce, seppur “sostenibile”.
Magari il libro di Paola Maugeri avrà successo, certamente però è necessario dire che la sua vita non è esattamente a “impatto zero”, l’Astice della foto di cui lo dimostra ampiamente.
Se hai letto fin qui vuol dire che questo testo potrebbe esserti piaciuto.
Dunque per favore divulgalo citando la fonte.
Se vuoi Aiuta Veganzetta a continuare con il suo lavoro. Grazie.
Avviso legale: questo testo non può essere utilizzato in alcun modo per istruire l’Intelligenza Artificiale.
Questo servizio fotografico lo fece due o tre anni fa e tutti ci chiedemmo se non fosse impazzita. Sicuramente quando fu invitata a fare da testimonial al veg festival di Torino nel 2006 , nulla lasciava presagire tanta confusione sui concetti. Tristezza.
Ciao Luisa,
Grazie per la precisazione.
Sì, “tristezza” è il termine appropriato.
L’astice era vivo! è tornato nel suo mare. Ho scelto l’astice perché può vivere fuori dall’acqua per oltre 36 ore se tenuto a 5 gradi di temperatura dentro un suo habitat. non ho percepito nessun compenso per questa campagna che sostiene una legge europea che salverà la vita a milioni di pesci. E’ ovvio che nessun tipo di pesca sarebbe auspicabile ma nell’attesa che questo avvenga è necessario una legislatura che punisca la pesca selvaggia e che insegni alle persone come scegliere in modo più consapevole. Le vostre accuse infondate rappresentano un modo di pensare che mai mi apparterrà. Questa gara a chi è più vegano dell’altro nuoce soltanto.
Ringrazio tutte le persone che anziché cedere al giudizio mi hanno scritto in privato chiedendomi spiegazioni.
Ciao Paola,
Grazie per la tua risposta.
Che l’Astice fosse vivo lo dici tu solo ora, e in ogni caso si tratta pur sempre di uno sfruttamento. Immagino capirai che rimanere 36 ore fuori dal tuo elemento vitale a 5 gradi centigradi di temperatura, non rappresenta certo una passeggiata di salute.
Nessuno ha insinuato che tu abbia partecipato a questa campagna per percepire denaro, con questo articolo si è sollevato un problema etico: può una persona vegana partecipare a pubblicità dove si usano Animali e dove si suggerisce di mangiare Pesce?
Non ci sono accuse infondate, ci sono solo constatazioni, non esiste nemmeno una gara a chi è più vegano: sei tu che ti autodefinisci vegana, gli argomenti sollevati nell’articolo sono quindi più che leciti.
In conclusione: il tuo ruolo di personaggio pubblico impone delle responsabilità, e ti espone anche a critiche, come è giusto che sia, sta a te comportarti di conseguenza.
Che tristezza…vedere un Astice in queste condizioni, e sentire una persona (che si definisce vegana) parlare “responsabilmente” di pesca sostenibile e consumo etico. E’ tutto sbagliato: nella forma e nei concetti! Tra l’altro anche considerando “vere” le parole di Paola Maugeri, ovvero che l’Astice fosse realmente vivo, ma perchè usarlo? Perchè sottoporlo a sofferenza? Perchè prelevarlo da una pescheria (o peggio ristorante)? Non doveva essere lì, e non meritava una tale trattamento! A questo punto viene da pensare: era meglio che al posto di Paola Maugeri- vip ci fosse stata un altra persona magari non presunta vegana. Questo per NON testimoniare su una causa che NON appartiene assolutamente al vaganismo. Ancora una volta è necessario prendere posizione e distanziarsi da simili aberrittà. La gara a chi è più vegano l’hanno inventata i falsi teorici della consapevolezza, non certamente chi si batte ogni giorno (senza spettacolarismi ridicoli e deleteri) per la liberazione Animale.
La cosa doppiamente triste, oltre alla confusione etico-dietetica, è l’uso del nudo femminile, strumentalizzato esattamente come i corpi degli animali, vivi o morti che siano. Insomma qualsiasi messaggio voglia suggerire questa foto è oscena, nel senso più stretto del termine.
Io la penso come voi, però non facciamo l’errore di metterci l’uno contro l’altro. Forse l’ha fatto per soldi, forse ha avuto una crisi, o forse l’ha fatto perchè tre anni fa essere a favore della pesca sostenibile era già “tanto”. Il mondo va talmente male, che qualsiasi passo si possa fare verso la consapevolezza e verso un paese più civile, è un grande passo.
Resto dell’idea che il compito del vegano non sia di fare da poliziotto, additando le condotte degli altri vegani, ma sia quello di trasmettere ideali positivi, di vedere il bene anche dove c’è il male. Da quando sono iventata vegana, da quando la mia alimentazione è sana, ho la mente più serena e limpida e non ho più quella rabbia dentro che mi portava a giudicare tutto e tutti. Ed è stato grazie a questo che anche le mie amiche si sono avvicinate al veganesimo. Chiedo a voi della redazione di fare altrettanto e di non scadere in inutili polemiche che non possono che far male non a Paola Maugeri, ma a tutti. noi, amanti degli animali e di una vita sana. Detto questo, vi ringrazio per l’immenso lavoro che fate, vi seguo sempre, ma non avevo mai trovato il tempo di scrivervi.
Nessuno vuole mettersi l’uno contro l’altro. E’ però importante evidenziare che chi ha una vita pubblica può influenzare l’opinione di molte persone, e il messaggio veicolato da questo tipo di pubblicità non è un messaggio vegano.
Scusa Paola, ma questa gara a chi è più vegano è fantomatica: o si è vegani o non lo si è…
Cara Chiara, e se fossero Umani? Diremmo la stessa cosa? Sosterremmo che è meglio, tutto sommato, infliggere agli schiavi 99 frustate anziché 100? Certo meglio che niente, ma si tratterebbe di una “concessione” che se ha un senso ce l’ha per i tiranni, e da loro può pervenire, non da chi ha già scelto da che parte stare. I suggerimenti su come si può essere aguzzini meno cruenti non possono giungere da chi dovrebbe combattere la crudeltà, altrimenti il messaggio è ambiguo e rafforzativo del paradigma vigente. Come vegana, anche se preferisco definirmi come una persona che non consuma Animali, non ho nessuna intenzione di fare la poliziotta, ma neppure di accettare acriticamente tutto ciò che viene proposto nel nome di una visione che di vegano non ha che la parvenza modaiola.
credo che ci siano alcune cose che non passano inosservate oltre a questa campagna di dubio gusto, che oltre a svilire il corpo femminile, strumentalizza anche quello del povero Astice che di sicuro stava meglio a casa sua (e chi sa se c’è ritornato!) Per esempio, Maugeri svolge il ruolo, a pagamento, di “PR Ambassador” per Sodastream, una ditta israeliana con principale fabbrica in una colonia costruita illegalmente su terra rubata ai palestinesi. Quindi stiamo parlando di violazione dei diritti umani e del diritto internazionale. Lei lo sa e continua nei rapporti con Sodastream.
Ti lascio con qualche link che spiega tutto.
Una lettera a Paola firmata da oltre 800 persone:
http://bdsitalia.org/index.php/iniziative-stop-sodastream/371-maugeri
Cittadini israeliani (quasi tutti vegani) scrivono a Paola chiedendo che interrompa con Sodastream:
http://bdsitalia.org/index.php/comunicati-stop-sodastream/470-maugeri-bfw
e i tutorial su come fare il formaggio in casa con latte vaccino ma caglio vegetale, anche quelle fanno parte di un piano per stimolare la consapevolezza??
scusa Paola, non ti stiamo processando, ma ti giuro che vorrei davvero capire. Con tante persone che potevano fare quella campagna , ma proprio tu, tu che eri bandiera del veganismo, la dovevi fare? Mi sfugge la ratio, ancor più se mi dici che era una prestazione a titolo gratuito. Luisa
E visto che ci siamo, visto che qui nessuno mi banna a differenza della Signora Maugeri sulle sue pagine, vorrei dire anche questa, e non perchè si sta facendo un processo ma solo perchè questi a miei occhi smbrano degli strani comportamenti per una persona che usa la parola vegan pretendendo di esserne rappresentate e poi continua a speculare e a sfruttare animali in diversi modi.
Cavalli non mi pare uno stilista molto attento alla vita e al rispetto degli animali, viste le numerose pelli, pellami e pelliccie che sfogia!
http://www.pianetadonna.it/foto_gallery/moda/sfilate/milano-moda-donna-pe-2013/vip-milano-fashion-week-pe-2013/paola-maugeri-alla-sfilata-just-cavalli.html
Magari invece di abusare della parola vegan e farla diventare mainstream per poi strumentalizzare anche questo come una becera moda, poteva optare per una definizione meno “impegnativa” anche se più inflazionata, come veggie friendly per esempio!
Scrissi già a suo tempo prendendo posizione contro questa campagna perché se si è vegani non si può in alcun modo sostenere il concetto aberrante di “pesca sostenibile”, come se esistesseri appunto uno sfruttamento sostenibile, uno sterminio sostenibile, una sofferenza inflitta sostenibile. Non si possono veicolare concetti simili, sono pericolosi perché mettono a tacere le coscienze di chi in fondo qualche scrupolo inizia a farselo.
Vorrei vedere lei, cara Paola, prelevata dal suo habitat naturale (che potrebbe essere casa sua o comunque il suo paese) e poi rapita da mani aliene e portata in un ambiente a lei del tutto estraneo, sotto le luci di riflettori o di altri macchinari che non sa decifrare; vorrei vedere come si sarebbe sentita.
Tanto più che gli animali, quando catturati, non sanno rendersi conto se sarà per un breve momento (ma so quanto durano i servizi fotografici, possono volerci ore) o lungo e sempre sono convinti che stiano ad attendere la morte, avendo nel loro dna la consapevolezza della predazione. Secondo lei si sarà divertito l’astice?
Almeno abbia il buon senso di ammettere di aver sbagliato e non faccia l’errore di continuare a difendere la campagna.
Non si tratta di una gara, ma di semplice, banale coerenza. Il veganismo è la prassi di una filosofia di vita, è filosofia che si fa realtà e delegittimarlo come fa lei nuoce soltanto alla causa antispecista, ecco perché abbiamo aspramente criticato il suo gesto.
Che si impari, umilmente, dai propri errori anziché perseverare non sarebbe male.
Saluti
P.S.: e si legga Carol Adams, magari. ;-)
Ripeto le sole parole di Paola che dovrebbero fare la differenza, nel senso che importa a noi ossia la non soferenza degli animali: l’astice era vivo ed è tornato in mare. Per favore … un po’ meno di fondamentalismo e un po’ più di pacificsmo. Ringrazio Paola per le chiarificazioni. Credo che uno pssa essee vegano e pubblicizzare il mangiare pesce solo sostenibile. Quando io compro pesece per i miei gatti solo “libero da pesca ai delfini” non faccio al stessa operazione mentale? La contraddizione è parte del vivere. Ogni puritanesimo a me ricorda il nazismo, e mi fa davvero paura. La capacità di ascoltare,
accogliere (che non vuol dire accettare) e no giudicare ciò che non ci poiace ci porterebbe molto più lontano e forse anche molto più numerosi.
Ciao Sandra,
Non si tratta di puritanesimo ma di coerenza, non di nazismo ma di giustizia. Le parole sono importanti, sono come pietre. Il nazismo soggiogava, controllava e distruggeva, noi non vogliamo soggiogare nessuno: facciamo attenzione ai termini usati.
Se tu compri Pesce per i tuoi Gatti il problema etico è tuo. Gli Animali salvati da situazioni di pericolo possono mangiare altro e ci sono centinaia di persone che possono testimoniarlo.
Nascondersi dietro le contraddizioni indotte dal sistema in cui viviamo non è un’operazione edificante, è un voler ammettere la fallacia delle nostre azioni e l’inevitabilità di una mediazione. Non è così che si cambiano le cose, in questo modo semplicemente si sopravvive e ci si adatta. Paola Maugeri può fare ciò che vuole del suo corpo: è suo, solo suo e nessuno ha il diritto di giudicare. Non può fare lo stesso con il corpo e con la vita degli altri. L’Astice ha subito una tortura, questa è la realtà.
Se una persona vegana può pubblicizzare la pesca sostenibile, allora anche una femminista può sostenere lo stupro con la possibilità successiva di abortire, oppure una persona antirazzista può sostenere una segregazione razziale a patto che i segregati vengano trattati bene. Si potrebbe continuare all’infinito, ma è evidente che il limite oltre il quale non ci si deve spingere non è tracciato dal puritanesimo, ma dalla decenza.
Secondo me, finchè continueremo a dare spazio a queste notizie, allontaneremo chi non è vegano dall’avvinicinarsi a questo meraviglioso stile di vita.
Oggi è Paola Maugeri, domani sarà Pinco Pallino.
Cosa volete dimostrare con questi articoli?
Mettere in guardia il vegano dal finto vegano che sfrutta il termine solo per moda o celebrità? A che serve? Servirà a salvare l’ astice, l’ agnellino o il cavallo?
Non date spazio alla rabbia, VOI che scrivete a nome dei vegani, VOI avete una responsabilità MORALE nei confronti di tutti i vegani, che è quella di TESTIMONIARE gli aspetti positivi di questo stile di vita, affinchè sempre più persone lo adottino come proprio stile di vita, di modo che l’uccisione di animali diminuisca. Ci sono grandi cambiamenti in atto, non roviniamo tutto con polemiche sterili, VI PREGO.
Ve lo chiede una vegana, un’amante degli animali. COSTI QUEL CHE COSTI, che i finti vegani si prendano pure il merito di tutto..NON MI IMPORTA, PURCHè QUEI POVERI ANGELI NON SOFFRANO PIù.
Ciao Chiara,
Per prima cosa il veganismo non è uno stile di vita, è una filosofia di vita, fino a quando non si comprenderà questa distinzione fondamentale non ci si capirà mai. Uno stile di vita è quello di chi va in giro in moto, di chi fa sport alla domenica, di chi si veste casual. La differenza è enorme.
Non si vuole allontanare nessuno, ma solo specificare delle cose visto e considerato che Paola Maugeri è un personaggio pubblico e si definisce vegana: la gente penserà che le persone vegan sono tutte come lei… sarebbe utile dire che non è così.
Non diamo spazio alla rabbia, ma alla correttezza. E’ grave cercare di essere coerenti e non fare in modo che tutto venga livellato ad un piano talmente basso che può andare bene per tutte le stagioni?
Possibile che ogni cosa debba diventare una moda, una tendenza e debba essere svuotata da ogni principio o ideale? Veganzetta non scrive a nome di nessuno, non si arroga il diritto di farlo, e nemmeno gli altri dovrebbero farlo. Si discute, di parla, si ragiona, tutte cose che non si è abituati a fare di solito.
La responsabilità moraloe ce l’ha chi dice di essere una cosa e poi si comporta in altro modo.
I grandi cambiamenti in atto stanno avvenendo grazie a migliaia di persone anonime che con la loro tenacia e coerenza portano avanti l’ideale vegano e antispecista da anni, non certo da chi posa nuda con Astici addosso.
Una persona vegana non è necessariamente amante degli animali, non è d’obbligo amare uno Scorpione per rispettarlo e lasciarlo vivere la sua vita. Il veganismo è giustizia.
Per una tragedia come quella animale servono coerenze, forza e abnegazione, non spot pubblicitari di dubbio gusto.
E’ proprio nel correggere “stile di vita” con “filosofia di vita” che si deduce quanto state sbagliando.
E ti sbagli a dire che Veganzetta non scrive a nome di nessuno: lo sai quante mie amiche incuriosite dalla mia scelta vegan, hanno cercato in rete a riguardo, e hanno trovato solo polemiche sterili come questa, arrivando così a conclusioni errate?
E lo sai cosa le ha spinte alla fine a diventare vegan? La mia serenità e la mia ritrovata gioia di vivere. Chiamalo stile di vita, filosofia, pensiero, chiamalo come vuoi, ma solo la serenità e la pace cambieranno le persone.
La serenità e la pace la si può vivere davvero solo quando anche gli altri la provano, le tue amiche evidentemente cercavano solo la loro serenità e pace, senza preoccuparsi di quella degli altri.
Veganzetta è polemica quando serve, chi non vuole problemi e si tappa gli occhi non vuole vedere il mondo e le sue tragedie: vi partecipa e basta cercando un proprio ed esclusivo equilibrio. Questa non è una soluzione, ma solo l’ennesima toppa.
Dulcis in fundo: se le tue amiche cercando sul web trovano la Veganzetta significa che c’è gente che lavora per la liberazione animale, molte altre persone stanno alla finestra a guardare.
Che risposta triste che mi avete dato. Si sente tanto rancore e voglia di avere a tutti i costi un primato. Vi auguro di superare queste barriere della mente. Questa liberazione non potrà che aiutarvi nella lotta in difesa dei più deboli.
Vi auguro il meglio e ve lo auguro con il cuore perchè, che lo vogliate o no, augurare il meglio a voi, significa augurare il meglio a tutti noi che ci sogniamo un cambiamento e ogni giorno, in qualche modo, contribuiamo a realizzarlo.
Vi chiedo solo di prestare non solo orecchio, ma anche cuore, ai commenti come il mio.
Con affetto,
Chiara
Cara Chiara,
Auguri di ogni bene anche a te.
Peccato che tu non abbia compreso che non c’è alcun primato da raggiungere, ma solo molto lavoro da fare per una reale rivoluzione sociale e culturale.
Per quanto riguarda il meglio, è preferibile augurarlo a chi davvero soffre e muore per mano nostra, il resto verrà di conseguenza.
Il cuore di chi pensa agli altri e non a se stessa/o è più grande di quello che immagini.
Saluti antispecisti
Che cagacazzo che siete. So che cancellerete ma volevo troppo dirvelo
Grazie Lucrezia per il tuo commento intelligente: complimenti.
Complimenti Lucrezia anche da parte mia!
In quanto rappresentante del genere femminile (in maggioranza sensibile e passionale) perchè esprimi tanta lucidità e potere d’espressione? Deduco quindi che per fortuna tu sia una minoranza! Ma soprattutto…perchè sei su Veganzetta a perder tempo?
Non so chi sia stato l’inventore del termine “Stile di vita”, ma ha fatto un bel danno. Così adesso molti pensano che con qualche tisana rilassante si potrà risolvere tutto. La nostra pace non è la pace di chi è torturato e ucciso tutti i giorni, e la nostra mitezza vegana non può nulla se è semplice esercizio stilistico. O passiamo alla politica o sarà il nostro agire a rimanere sterile, altro che queste polemiche!
Cristina, sono stata io “l’inventore” di questo termine.
E se anche fosse un “semplice” stile di vita? E se anche fosse una moda?
Chiunque diventa vegano non consuma più animali, il ché significa che qualche vita viene risparmiata.
Non sarebbe già un MIRACOLO quindi, se si trattasse solo di uno stile di vita, Cristina ?
E soprattutto, pensate forse che chi vive in pace con se stesso, chi trasmette pace agli altri, non riesca, nel contempo, a continuare la sua lotta per la liberazione degli animali?
Stare a pesare le parole è solo d’intralcio.
E’ solo tempo prezioso tolto a cose ben più serie. Per questo non mi ero mai permessa di lasciare miei commenti, positivi o negativi che fossero.
Ma certi articoli li ho letti così spesso, non solo nel vostro sito, ma in alcuni altri, che mi premeva lasciare la mia opinione.
Sono vegana, lotto quotidianemente in tutti i modi che mi sono permessi, affinchè la gente si sensibilizzi al tema, affichè si accorga che il mondo non è il mondo della Mulino Bianco.
Il mio “stile di vita ” cerco di perfezionarlo e renderlo rispettoso degli animali e del benessere del mondo quotidianamente, facendo spesso sforzi e rinunce.
Basta con le etichette, basta con i muri. Se vogliamo aiutare i più deboli, animali e non, dobbiamo essere più pazienti con gli altri e concentrarci su quello che ci accomuna, non quello che ci divide.
Non è corretto venire additati solo per un termine errato o poco felice. Non lo è per nulla. E’ solo triste.
Per cortesia fermati a riflettere su quello che dici perché sono parole gravi.
Hai mai sentito dire a qualcuno che essere contro il razzismo è una moda? O essere contro la violenza sulle donne è trendy?
Se sensibilizzi le persone umane in questo modo, per favore non farlo più.
Ben 6 elementi positivi sono contenuti nelle affermazioni di Paola Maugeri Tutti e sei sono non considerati, ignorati totalmente a favore del piacere di dare contro. Eccoli:
1. L’astice era vivo 2. Tornato al suo mare 4. Non ho percepito nessun compenso 5. (per questa campagna che sostiene una legge europea che) salverà la vita a milioni di pesci. 6. E’ ovvio che nessun tipo di pesca sarebbe auspicabile.
Riguardo alla prima bisognberebbe addirittura chiedere scusa visto che è stato affermato il falso: ossia che l’astice era morto .. ma chiedere scusa non è pripio del fanatismo o delle posizioni rigide, vero?
Ricordiamoci che Paola Maugeri non è un’attivista liberazionista .. si potrebbe definire un’animalista che mangia vegan. Detta così diventa più perdonabile .. non è tenuta a totale adamantina coerenza .. ce ne vorrerebbero milioni di più di animalisti veg .. sarebbe tanto tantissimo
Non è questo che auspichiamo? un aumento del numero di persone che evitino cibo aniimale. Spaccare il capello in quattro meglio farlo solo all’interno cdel movimentro .. un esterno può spaventarsi .. davvero .. pensateci .. provate a mettervi nei suoi panni .. che idea vi fareste dei vegani? Giudici insesorabili e rigidisssimi .. che tranciano giudizi taglioentissimi e non pedonano nulla. Personalmemnte condivido i contenuti dell campagna bioviolenza ma riconosco ai riformisti la dignità di essere diversi da me. Ultimo: Chiara mi piacciono i tuoi interventi, che parli di cuore e di pazienza. Io aggiungo l’equanimità, in cui anche tu ti riconoscerai:
allenamento al non giudizio, al non sentirsi nè migliori né peggiori nè uguali a nessun altro. Se vuoi contattarmi sono anche su facebook .. e sono alla disperata ricerca di liberazionisti anche praticanti di non voiolenza .. mi farebbe piacere conoscerti meglio. Saluti molto antispecisti .. a tutti ( -: .
e certe sottigliezze non le R, che NON E’ UN’ATTIVISTA LIBERAZIONISTA ma è un animalista ce mangia vegan
1) L’Astice avrebbe fatto volentieri a meno di questa tortura che gli hanno inflitto
2) Tornato nel suo mare con buona pace di chi con questa notizia si lava la coscienza
3) Maugeri non ha percepito compensi, dovrebbe essere un titolo di merito?
4) Sostiene una legge emanata da un ente sovranazionale che allo stesso tempo permette caccia, pesca, vivisezione, feste con Animali, allevamenti, macelli…. dovrebbe essere un altro titolo di merito?
5) Non è affatto ovvio perché se lo fosse coerenza vuole che non dovrebbe aver fatto nessuna foto per una campagna che invita a consumare Pesce pescato in modo “sostenibile”
Qualcuno si è premurato di scrivere che l’Astice era vivo prima che lo si scrivesse qui? E inoltre gli altri Animali usati nelle foto (Pesci) erano vivi anche loro?
Quindi se degli Animali sono stati sfruttati per delle foto, ed alcuni di loro hanno perso la vita chi dovrebbe chiedere scusa e a chi?
Chi ti scrive ha mangiato carne per una considerevole parte della sua vita, pochi hanno la fortuna di essere nati vegan, smettiamola con questo stupido pietismo per chi mangia carne, se si spaventano è perché hanno la coscienza sporca.
Quindi nei loro panni tutte/i ci siamo state/i, in quelli di Maugeri non è stato possibile visto che era nuda :=)
Veganzetta, la mia risposta era provocatoria.
Ma prendendo spunto dalle tue parole, se il razzismo si estinguesse solo grazie ad un fattore moda, non ne sarei così schifata. Contano i fatti, cioè il dolore e le sofferenze. E qualsiasi cosa che pacificamente sia in grado di far cessare queste, bè, a me sta bene.
Ho visto sulla mia pelle e in quella dei miei cari, quanto un’alimentazione senza animali plachi l’animo. Diversi studi, lo saprete meglio di me, confermano che un’alimentazione basata sulla carne è una delle cause di irritabilità, depressione e stati nervosi.
Ergo, sono convinta che qualsiasi sia la via capace di far smettere di mangiare carne, possa essere valida, perchè l’assenza di carne permetterebbe all’animo e al corpo di ragionare meglio e più serenamente e non mi stupirebbe in questo caso che da moda si traformasse in filosofia di vita.
Veganzetta, tu vuoi che gli animali smettano di soffrire quanto me. Quindi non puoi chiedermi di smettere di sensibilizzare la gente nei modi che non piacciono a te. Chiedimi invece: “a quanti animali oggi pensi di essere riuscita ad aver salvato la vita, senza aver arrecato danno a qualcuno?”. Questo dovresti chiedere, e basta.
Ovviamente non mi sono mai sognata di sensibilizzare qualcuno cercando di far diventare trendy l’essere animalista, anche perchè non mi sono mai interessata di moda e nè sono stata mai capace di generare mode. Lotto in modi comunissimi e tutta la polemica sullo “stile di vita” è nata solo da un mio errore nell’esprimermi, dovuto alla fretta di gettare su carta digitale i miei pensieri, tutto qua…
Certo Chiara,
Quello che tu consideri pacifico intrinsecamente è infarcito di violenza per il semplice fatto che non si può condizionare un’impostazione etica a una scelta stilistica o comportamentale passeggera come è una moda.
L’alimentazione senza Animali causa meno morti e placa molte coscienze che si alleggeriscono. Prima dici che qui siamo aggressivo, poi dici che l’alimentazione senza Animali tranquillizza, eppure chi scrive su Veganzetta è vegan: ergo ti sbagli.
Chiediti tu quanti Animali pensi di essere riuscita a salvare instillando nella mente delle persone che qualsiasi metodo, pur passeggero e futile, sia utile per la causa.
Quello che tentiamo di fare è rivoluzionario: cercare un nuovo rapporto altruistico e non più egoistico con gli altri senzienti, per scalare questa mastodontica montagna di pregiudizi che contraddistingue la nostra società serve fermezza e coerenza, anche a costo di “spaventare” qualche povero consumatore di Animali.
Mi dispiace che la rabbia con cui rispondi non ti abbia permesso di leggere e comprendere per bene il mio messaggio. Ti ripeto una parte di quello che ho scritto:
“Ovviamente non mi sono mai sognata di sensibilizzare qualcuno cercando di far diventare trendy l’essere animalista, anche perchè non mi sono mai interessata di moda e nè sono stata mai capace di generare mode. Lotto in modi comunissimi e tutta la polemica sullo “stile di vita” è nata solo da un mio errore nell’esprimermi, dovuto alla fretta di gettare su carta digitale i miei pensieri, tutto qua…”
Veganzetta, ho avuto la fortuna di conoscere tanti vegani capaci di cambiare il mondo con un sorriso.
Abbiamo tutti, sempre, bisogno di imparare, sbagliare e cadere, per migliorarci interiormente. E io oggi grazie anche a te ho imparato tante cose e per questo ti ringrazio :)
Qui su c’è scritto che la nostra opinione è importante. Mi auguro che non siano solo “parole”.
Questa è la mia testimonianza. E’ la testimonianza di una vegana, di un essere umano. Ringrazio Veganzetta per lo spazio che mi ha concesso.
Un abbraccio a tutti.
Chiara Conti
Cara Chiara,
Tu confondi la determinazione con la rabbia. Con la prima si ottengono risultati se è orientata positivamente, con la seconda solo danni.
Non credere che tutto ciò che non si fa con un sorriso non sia positivo, come tutto ciò che si fa con un sorriso non possa essere anche negativo.
Quello che hai scritto è stato letto e compreso e la risposta fornita è una conseguenza.
C’è sempre da imparare, questo è vero, ma per migliorare ci si deve sempre mettere in gioco, e spesso questo gli “happyvegan” non sono disposti a farlo.
Ovviamente anche io ti ringrazio per questo confronto utile.
L’opinione di chi legge è fondamentale infatti ogni tua parola è stata pubblicata, contrariamente a quello che accade spesso in altri siti.
Grazie a te e un saluto antispecista.
“I peggiori sostenitori della schiavitù sono coloro che trattano bene gli schiavi” (Oscar Wilde)
Altre parole che vanno di moda: rabbia e pacifismo. Peccato che poi vengano sorrette da comportamenti ed atteggiamenti che fanno pensare a ben altro.
Sposo in maniera totale il ragionamento di Veganzetta: le parole sono convenzioni asettiche atte alla comprensione delle intenzioni. La forza delle parole è pertanto nella loro sostanza, se si svuotano di significato, come la società moderna cerca volontariamente di fare, allora perdono tutta la loro forza espressiva. Per questo è così importante usare le giuste parole nei giusti frangenti: “la prima via per la saggezza è infatti imparare a dare un nome alle cose”, dice più o meno un vecchio adagio orientale.
Mi accosto meno serenamente, appunto, ai sorrisi e carezze che portano al concetto hippy-happyvegan, ma non posso non constatare per esperienza personale, che a causa del traboccante egocentrismo umano, per accostarsi e abbordare qualcuno “dall’altra parte della barricata”, non v’è altro modo che passare per il loro ego, fare leva sulla qualità migliore della loro vita etc etc e tutte le ovvie implicazioni dell’abbandono della proteina animale che tutti noi conosciamo bene. In questo, comprendo il discorso di Chiara e, azzardando la traduzione, credo che il suo fosse un tentativo di dire che in questo caso il fine giustifica i mezzi e che anche se uno lo sta facendo per moda, intanto lo sta facendo, hai visto mai che poi ci prende gusto?
Tuttavia non si può non rimanere schifati dalla povertà d’animo che ci circonda e, cara Chiara, come Veganzetta ha precisato con fermezza, questo ragionamento ci porterebbe solo ad una vittoria di Pirro: il VERO cambiamento si può ottenere solo attraverso un innalzamento delle coscienze e non attraverso il loro impoverimento. E questo perché solo chi ha aperto almeno un occhio può aiutare il suo vicino ad aprire il suo, altrimenti continuiamo tutti a giocare a mosca cieca.
Scusate il dilungamento, ma ho trovato l’argomento (la discussione, non tanto l’articolo in sè) molto stimolante e e coinvolgente.
Chiudo con una chiosa al buonismo di Schopenhauer, che secondo me inquadra alla perfezione il problema:
“Chi si attende che nel mondo i diavoli vadano in giro con le corna e i buffoni con i campanelli, ne diventerà sempre preda e lo zimbello.”
La società moderna crea solchi tra significato e significante, e ci induce a non pensare a ciò che diciamo e facciamo. La lingua, le parole, creano immagini mentali e contribuiscono a formare la percezione che abbiamo del mondo. Ecco che chiunque dice cose scomode o in controtendenza è un estremista, e diviene un elemento negativo, perché noi abbiamo solo la percezione negativa del termine. Se ci fermiamo a pensare però ci si rende conto che anche molti famosi pensatori del passato, che oggi sono osannati perché considerati capostipiti di rivoluzioni sociali positive, lo erano visto e considerato che estremizzavano il loro pensiero e lo vivevano quotidianamente con coerenza, ma questo non ci viene suggerito: l’estremista è in odor di terrorismo, altro termine omnicomprensivo.
Tornando al nostro discorso o sei felice e serena/o o sei rabbiosa/o, non c’è via di mezzo, non c’è scampo. Più dell’happyvegan bisognerebbe aver paura dell'”hipstervegan” che segue le mode, che compra prodotti di marca, che spende e avalla un sistema con la leggerezza di chi crede di aver fatto il giusto per essere eticamente accettabile: consumismo senza senso di colpa. La perfezione, lo stato dell’arte del capitalismo.
Accostarsi agli altri, una piccola precisazione: fare leva su interessi personali significa ammettere di aver perso in partenza. L’antispecismo e la sua pratica quotidiana che è il veganismo etico, sono una filosofia altruistica, o quantomeno una filosofia la meno egoistica possibile. Non è quindi pensabile che si debba fare leva sul senso di egoismo personale per ottenere dei risultati considerabili altruistici.
Essere vegan fa bene alla pelle, alla salute e mantiene giovani? Bene, ma è un dettaglio di poco conto, e un “di più” rispetto alla questione fondamentale e fondante: essere vegan è giusto, è compassionevole ed empatico.
Per ottenere un vero cambiamento si deve puntare a una vera autocritica. Il fine non giustifica MAI i mezzi: attraverso la pratica e l’applicazioni dei mezzi si ottiene il fine che è esso stesso caratterizzante i mezzi.
“Il mezzo può essere paragonato a un seme, il fine a un albero; e tra mezzo e fine vi è esattamente lo stesso inviolabile nesso che c’è tra seme e albero”
Gandhi
Grazie Parxifal per la tua ottima analisi sulla povertà d’animo che ci circonda e ci permea: le tue parole confortano.
Parxifal,
sono felice che questa discussione abbia dato i suoi frutti. :)
Purtroppo, essendo stata una discussione molto lunga, si è forse perso il senso delle mie parole.
Alla base del ragionamento c’è stato un errore di battitura da parte mia, dettato dalla fretta di esporre la mia tesi. Sono stata “condannata” per aver usato il termine “stile di vita” al posto di “filosofia di vita”.
La verità è che sento così forte e radicata dentro di me la necessità di fare qualcosa, che non mi soffermo molto sulle parole. Io vivo così, non è nè stile, nè filosofia..E’ la mia vita e basta.
Il comportamento di Paola Maugeri non è assolutamente nelle mie corde.
Ma neanche arrivo al punto da condannarlo mettendolo “in prima pagina”, poichè penso che debba passare in secondo piano rispetto alle atrocità quotidiane o alle belle, ma ahimè ancora rare belle notizie.
Ognuno di noi è diverso dall’altro. Ed esistono mille modi per arrivare al cuore della gente. Tutti validi, ma non tutti efficaci, a seconda del soggetto davanti al quale ci poniamo.
Io AMO la determinazione con cui questi ragazzi lottano.
Arrivano al cuore di tante persone, ma non possono arrivare al cuore di tutti, perchè non tutti ragioniamo con gli stessi schemi.
Il mio comportamento sarà sempre dettato dalla situazione in cui mi trovo.
Se sarà il caso potrò arrivare anche, in ultima istanza, a giustificare metodi non miei (di certo non sfrutterò un animale, sia chiaro! ).
Perchè, come hai detto prontamente tu, il fine giustifica i mezzi.
E mi sono stancata già molto tempo fa a stare davanti internet a guardare video atroci e piangere come una bambina.
Ogni piccola vita salvata è una speranza in più. Non mi importa cosa sia stato fautore di questo salvataggio, purchè nel rispetto reciproco.
Per farti un esempio, ho sentito di recente che il nuovo Papa ha “consigliato” di non mangiare agnelli e capretti a Pasqua.
Secondo un onesto ragionamento, il suo “consiglio” è vuoto e povero, poichè avrebbe in potere di dire e fare molto molto di più.
Eppure, non posso fare a meno di pesare i paragoni. Paragonando questa frase pronunciata da lui, all’oscurità del passato della Chiesa, a me sembra miracolosa.
E ne ho avute le prove proprio ieri, durante una conferenza tenuta da mia sorella a riguardo. Per la prima volta abbiamo visto tante madri scuotere la testa in segno di approvazione!
Queste donne probabilmente non mangeranno agnello, ma non perchè lo sentono nel loro animo, no. Lo faranno solo perchè lo ha detto Ipse dixit.
Ma immagina potenzialmente questa scena fra tanti anni:
1. Se un papa oggi dice questo, a un altro papa in futuro sembrerà meno pesante spingersi molto più lontano, se lo vorrà;
2. Ai figli di queste donne che nel 2014 hanno rinunciato all’agnello, probabilmente non risulterà troppo pesante rinunciare ad un altro animale.
3. C’è anche la possibilità che in qualche bambino la rinuncia dell’agnello instilli in lui mille domande, come: ” perchè l’agnello no, e la mucca sì? ” e scateni in lui un cambiamento.
Inoltre, leggendo alcuni commenti un pò pesanti, mi rendo conto che questa determinazione rischia di sfociare nella rabbia. Alcuni commenti mi sono sembrati gli stessi che ricevetti da carnivori e onnivori assetati di rancore. E questo mi fa riflettere molto.
Detto ciò, non sarà mai un mio obiettivo primario agire in modo subdolo pur di salvare una vita animaleo umana.
Ho solo portato agli estremi dei ragionamenti, per analizzarli nel profondo.
Quindi, spero si sia chiarito che non sono e non sarò mai felice di vedere un vegano diventarlo solo per moda o solo per fini salutistici.
Ma sempre meglio che vedere gente addentare corpi che sanno di sofferenza e atrocità e che trasmettono altra sofferenza e atrocità.
Grazie ancora per lo spazio,
Chiara
http://www.quotidianodellumbria.it/quotidiano/content/l%E2%80%99incontro-con-le-suore-di-clausura-nella-cripta-di-santa-chiara
Ipse dixit
E’ l’unica risposta che non andava data. Come può non essere capito un ragionamento così elementare? Credi che non ne fossi a conoscenza o che tu mi abbia scioccato?
Con questa ultima risposta hai solo dato una perentoria conferma a quello che purtroppo temevo riguardo il vostro agire.
A questo punto questa discussione, portata a questi termini è sterile.
Non c’ è analisi, nè riflessione. Solo voglia di analizzare fatti puri e crudi. E necessità di avere ragione. Mi dispiace di cuore.
Mi vedo costretta ad interromperne l’iscrizione.
Salve a tutti e grazie per lo spazio accordatomi.
E’ stata una discussione molto utile.
Chiara Conti
Chiara ci siamo già salutati qualche commento fa.
Grazie di tutto.
Peccato, proprio ora che si cominciava ad approfondire sul serio.
Se stai ancora leggendo, comunque Chiara, mi premeva precisare che, per parafrasarti, temo di aver usato un linguaggio più consono a Veganzetta e che pertanto lo abbia colto meglio: la mia disamina passava per l’autostrada dell’ego umano, ma non voleva soffermarvici ne tantomeno stazionare, ovvero, il fine non giustifica mai i mezzi.
Incredibilmente hai tirato fuori anche l’esempio perfetto dell’applicazione di quanto avevo detto: “il Papa che dice che…bla bla”, ovvero l’ennesima abnegazione del proprio pensiero in vece del dettato di qualche entità superiore che imponga, appunto, la moda.
Una moltitudine di zombie con il capo chino e a fare solo ciò che gli viene detto e mai a pensarlo con la propria testa. Sentirlo con il cuore, poi, diventa la Chimera che da il benvenuto ad Utopia.
Questo non è cambiamento, non è salvezza, non è vincere la guerra. Questo è un palliativo di pezza, un ponte di legno costruito su una faglia sismica. Il Problema, il Nostro problema (come vegani), non è tanto come salvare il singolo fiocco di neve, ma trovare il modo di arrestare la valanga, ed essendo questo impossibile, converrai con me che l’unico modo è insegnare agli “sciatori” a non provocarle.
Solo alzando la propria testa, attraverso la cultura del pensiero, del sentire, del provare, si può arrivare a capire ciò che si fa, liberi dai fili delle marionette re-ligiose (dal latino re-ligare: incatenare, imprigionare) dei crismi e delle imposizioni sociali.
Solo attraverso questo PROFONDO cambiamento interiore si può tramandare agli altri e, riallacciandomi a te, ai figli la vera cono-scienza (la scienza di scoprire, conoscere), altrimenti si finisce come quei genitori vegani che danno la carne ai figli perché “è una scelta che devono fare da grandi”. E magari nel frattempo li hanno battezzati se non circoncisi.
Ri-chiudo con Shopenhauer:
“O si crede, o si pensa”
L’astice era vivo?
Ma qualcuno di voi ha mai avuto a che fare con un astice vivo e di quelle dimensioni?
E gli credete pure?
Pesca sostenibile: a cominciare così male, non si può che finire peggio.
E’ come la carne felice, gli allevamenti bio, i verdi pascoli paradisiaci che portano tutti all’inferno del macello (pesci compresi).
I peggiori nemici degli animali sono coloro che cercano di migliorare (non abolire!) il loro sfruttamento.
LA morte non è mai sostenibile! Tecnicamente la maugeri è una “zaudda, arrinisciuta da barrera”. Che tradotto per chi non è meridionale vuol dire: una volgarona, parvenu che proviene da un quartiere popolare di catania nord chiamato Barriera.
Estrelle,
Come non lo è la sofferenza. Grazie per questa definizione sicula molto musicale :=)
Ho letto alcuni commenti alla foto della povera Maugeri, tagliata a fettine da tanti commenti malevoli e rancori coma mai mi è capitato di leggere.
Io sono uno che, per motivi salutistici mangia vegano, ma devo confessarsi che sto scoprendo, con orrore, un mondo di gente cattiva e inqualificabile, quello dei vegan per motivi etici, che si permettono di giudicare, di criticare, di offendere e di condannare. Scusate mi vorreste spiegare chi vi ha dato questa autorità, fanatici dei miei stivali? Fate schifo , il vostro è un mondo talebano che mi fa orrore, un mondo dove non c’è posto per l’intelligenza e il buon senso. Continuerò ad escludere i prodotti animali dalla mia alimentazione, ma non posso fare parte di un’accolita di fanatici come voi. Il mio plauso e la mia solidarietà a Paola Maugeri contro il fanatismo orrorifico e il moralismo da quattro soldi di chi ha commentato prima di me.
Grazie Nino Pepe per il tuo commento che spicca per intelligenza e tolleranza.
Saluti fanatici e talebani.
Caro Nino: fai bene a richiamare al buon senso e all’intelligenza. Ma quale sarebbe dunque il buon senso di farsi fotografare nuda con un astice addosso -che tutto avrebbe voluto fare tranne che starsene sotto i riflettori del fotografo-? Quale sarebbe il messaggio intelligente? Io fatico a coglierlo ma, se tu l’hai trovato, buon per te!
Gentile signor Nino Pepe, tollerante, sensibile, intelligente, comprensivo, benevolo, indignato da “tanti commenti malevoli e rancori”. Probabilmente lei è sul posto virtuale sbagliato. Se resta turbato da una cinquantina di commenti un po’… pepati… Suvvia! Uno che ha il pepe nel cognome, dovrebbe essere un po’ più sveglio a percepire i messaggi.
E’ un bene che lei mangi vegan. Se lei non arriva a comprendere la sofferenza che c’è dietro il cibo animale ma arriva solo a comprendere il beneficio che il cibo vegan fa al suo organismo, le confesso che chiudo un occhio ma lei non sa che cosa si perde. Fare parte di un movimento di liberazione è un valore. E un valore è molto più importante di un regime dietetico. Se lei vede in questo movimento “un mondo di gente cattiva e inqualificabile, quello dei vegan per motivi etici, che si permettono di giudicare, di criticare, di offendere e di condannare”, credo che lei non sia tagliato per farne parte. Io faccio parte dei “fanatici dei suoi stivali” che “fanno schifo” e che vivono in un “mondo talebano che le fa orrore, un mondo dove non c’è posto per l’intelligenza e il buon senso”. Sono lieta di avere letto il suo commento perché rafforza la mia convinzione di fare parte di quel mondo, se non altro perché penso che lì non incontrerò mai lei e gente come lei . Comunque è un piacere vedere che lei sia un lettore di Veganzetta permeata dal “fanatismo orrorifico” e dal “moralismo da quattro soldi” dei commentatori. Il suo commento è un vero capolavoro di ars retorica.
la pesca sostenibile??????????????? mi fa venir voglia di omicidi biologici
poche idee ma confuse
Poche idee e pure clamorosamente sbagliate.
bah, cosa pensava di concludere strumentalizzando il suo corpo e quello di un altro animale ? io preferisco dubitare della buona fede, anche se io credo che il fine ultimo del veganesimo sia ridurre la sofferenza ,ho smesso di mangiare derivati animali è stato facile , ma l’ 80 % delle persone non ha costanza o sensibilità, specie quando uccidere un animale è un’ attività che avviene lontano dai loro occhi e comprano inscatolato . purtroppo è vero che il corpo femminile è potente nelle pubblicità, e purtroppo è più facile spingere la gente a ridurre che a fermarsi….in effetti penso sia meglio avere 10 persone , nessuna vegana, ma mangiano tutti carne solo una volta l’ anno che 1 vegano e 9 persone che mangiano carne quotidianamente, però proprio non mi va giù sta pubblicità . PESSIMO gusto.
vorrei proporre un nuovo termine “Egovegano” che è quel personaggio che si vanta di essere vegano per motivi salutistici, ecologici, bonistici, madaioli, chicosi, attuali, innovativi, fuori dalle masse, tutto fuorichè per aver maturato una coscienza libera. Egli/essa perpetua una vita concentrata e ripiegata su se stesso/a, sul proprio vantaggio personale adoperando dei criteri del tutto di parte, inventati di sana pianta o presi a prestito citando fittizi personaggi illustri o perchè glielo ha prescritto il medico, politico di turno a descapito di tutto il restante creato e il vivente.
L’Egovegano sempre col sorrisi inebetito, gentile, politically correct, attento e comprensivo a non pestare i piedi agli altri (perchè non sa prendere una posizione e non vuole lui/lei per primis essere criticato)lamentoso della violenza altrui, altamante proiettivo e inconcludente. Mi ricorda tanto Heidi sulle sue montagne saltellante con le caprette che le facevano ciao…poi come finiva la storia? Chissà se Heidi a pasqua mangiava la capretta che il nonno “animalista” le aveva cucinato al forno? Chi ne sa niente!
E’ incredibile l’uso improprio di termini e immagini che si fa in una società mediatica come la nostra, nella quale personaggi di veramente poco conto si credono onnipotenti perche vengono accreditati da 4 babbei avidi di denaro per scopi solamente pubblicitari. Chi è questa Paola Maugeri in un Universo infinito e inimmaginabile, domani arriva uno tsunami e spazza via ogni cosa, lei per prima così l’astice torna nel suo mare dal quale è stata rapita. Non dovremmo neanche spostare una pietra se non riusciamo a rimetterla esattamente nel posto dov’era. Noi non siamo nessuno, non possiamo salvare nessuno eppure se riuscissimo ad essere svegli, coscienti e un minimo coerenti cambieremmo la storia, come è successo molte volte. Quello che secondo me è proibitivo è sminuire e sottovalutare l’impatto di un azione, di una parola, di un esempio e di un immagine per quanto possa sembrare innocua e innocente. Bisogna smettere di abbellire e giustificare sempre tutto, siamo troppo clementi con noi stessi, troppo tesi a passare per brave persone. Il bonismo tipicamente new age del Egovegano è più pericoloso di una bomba atomica, perchè si insinua piano piano e in modo silente, quando te ne accorgi è troppo tardi. Come esiste l’egovegano esiste ovviamente anche l’altra faccia della medaglia l’egonnivoro, sono fatti della stessa pasta anche se sembrano diversi. Secondo il mio personale punto di vista un mondo di vegani adomesticati, addormentati e conformati per la “giusta causa” è un terreno scivoloso che non offre alcuna stabilità ne alcuna vera libertà ma è un mondo soggetto a continui sbalzi emotivi. Cito come esempio l’India per smitizzare la credenza titpicamente new age che chi non si nutre di animali ed è quindi vegetariano o vegano sia meno aggressivo, è una cagata pazzesca. Osserviamo la storia dell’India sono vegetariani da generazioni, la violenza su donne e bambini e sulle minoranze è inaudibile. Essere nonviolenti e liberi non dipende solamente da ciò che si mangia ma dipende dal riuscire ad abattere una serie di condizionamenti sociali e religiosi che l’attuale stato di cose a livello mondiale non riesce scrollarsi di dosso. Tutte quelle persone che diventono vegane perchè credono sia meglio per la salute o per pietismo bieco o perchè l’amica l’ha convinta non necessariamente cambiano la coscienza collettiva. Se qualcuno si sento preso in causa sono affari suoi non ne posso fare nulla, non sono politically correct nemmeno per finta. Non dispenso baci e abbracci ne buone cose per pura convenzione sociale, solo se lo sento veramente. Chi non ha il coraggio di guardare in faccia a se stesso e di comprendere che allo stato attuale delle cose siamo tutti quanti pieni zeppi di violenza e ipocrisia e si nasconde dietro a delle belle e dolci parole e auguri e saluti fittizi elargiti agli altri per far bella figura oppure continua a puntare il dito all’esterno, mi dispiace ma gli calza a penello la veste dell’Egovegano o dell’Egonnivoro.
chissà com’è fatto un pesce sostenibile…. bisognerebbe sapere cosa ne pensa lui…. ma poverino è muto e ci sono i cosiddetti umani che chiacchierano per lui, molte volte a sproposito