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Alcune informazioni sulla situazione attuale di numerosi Cetacei prigionieri in Russia.
Per prima cosa ricostruiamo la vicenda: a metà novembre 2018, Greenpeace Russia diffonde un video scioccante: in alcune immagini riprese dall’alto si vedono circa 100 Cetacei tenuti all’interno di una serie di piccoli recinti al largo della costa pacifica della Russia, vicino alla città sud-orientale di Nakhodka. e la notizia rimbalza su tutti i quotidiani del mondo. Nelle vasche si distinguono 11 Orche, 90 Balene Beluga e 5 Trichechi che nuotano disperatamente in tondo. Nulla di tutto ciò che si vede nel video è legale e anzi è rigorosamente vietato dalle leggi sulla tutela ambientale e della fauna marina russe.
Secondo la Whale and Dolphin Conservation, questo è il più grande numero di Animali marini tenuti in prigionia al mondo. In brevissimo tempo le più grandi organizzazioni mondiale per la difesa della fauna marina si mobilitano e il solito Leonardo Di Caprio si fa promotore di una petizione su change.org con un tweet:
«Per favore, firma la petizione qui sotto e, insieme a me, fai sentire la tua voce contro la cattura disumana di orche e balene beluga in Russia».
Mentre Di Caprio lancia la sua personale campagna, alcuni scienziati fanno notare che questi Mammiferi marini sono quasi sicuramente destinati a essere venduti agli acquari in Cina. Conferma che arriva pochi giorni dopo quando la prima denuncia (per aver violato le regole della pesca) nei confronti di quattro società implicate nella vicenda viene depositata. Una vicenda comunque imbarazzante per l’intero governo russo reduce dalla condanna per aver sequestrato l’equipaggio di una nave di Greenpeace nel 2013 e che, non dimentichiamolo, permette la cattura dei Cetacei per “scopi scientifici”. Le denunce depositate non servono quindi a placare i media che continuano ad attaccare il governo di Putin chiedendo di fare ulteriore chiarezza. A quel punto lo stesso presidente Putin si presenta negli uffici dell’Fsb, il servizio di sicurezza federale, per assicurarsi che la “prigione delle balene” venga smantellata al più presto. Il problema è però riportare in mare aperto le Balene senza recare loro danni, e per questo la loro liberazione viene rimandata. Si parla di trasferirle temporaneamente in una delle baie nell’isola di Russkiy vicino a Vladivostok, in un centro specializzato (che per ora esiste solo sulla carta) dentro vasche simili a quelle attuali per permettere loro di riambientarsi lentamente al mare. L’organizzazione Free Russian Whales però sostiene che ciò sia molto pericoloso per i Cetacei perché questo spostamento non farà altro che creare ulteriore stress agli Animali. La cosa da fare è rilasciarle in mare aperto, senza trasferimenti ulteriori. Il riadattamento alla vita selvatica deve essere fatto dove si trovano adesso.
A quel punto il ministro dell’Ambiente russo Dmitry Kobylkin, che a quanto pare vuole prendere tempo, dichiara:
«Non ci sono dubbi che le balene saranno liberate, ma la cosa importante è farlo nel modo giusto».
Nel frattempo un’appassionata lettera che chiede la liberazione dei Cetacei arriva sul tavolo di Putin. Tra i firmatari figurano la Regina Noor di Giordania, Jean-Michel Cousteau, Jane Goodall, Sir Richard Branson, Tom Gruber e David Shaw, attori come Pamela Anderson, Mark Ruffalo e Holly Marie Combs, i musicisti Jackson Browne e Ann e Nancy Wilson di Heart e una quarantina tra leader, attori, cineasti, top model e artisti internazionali e russi.
Nella lettera si legge:
«Stiamo scrivendo per ringraziare Lei e il governo russo per le misure adottate per proteggere i 90 beluga e le 11 orche ora detenute in condizioni inadeguate nella baia di Srednyaya, vicino alla costa orientale della città di Nakhodka. Ci complimentiamo per l’azione che avete intrapreso finora per bloccare l’esportazione di questi incredibili esseri nei delfinari di altri Paesi, dato che balene e delfini non riescono ad affrontare bene la cattività. Raccomandiamo inoltre a Lei e al suo governo di non approvare nuovi permessi di cattura per il 2019 e di sostenere pienamente l’iniziativa russa di attuare un divieto permanente di cattura di orche e beluga russi. Un’azione del genere impedirebbe che l’orribile situazione in atto nell’Estremo Oriente si verifichi più e più volte».
Contemporaneamente 34 scienziati invitano Putin a permettere l’accesso alla “prigione dei cetacei” a un team di esperti russi e internazionali per
«valutare e trattare i cetacei e avviare il processo di miglioramento della struttura in cattività. Tali miglioramenti potrebbero includere l’espansione delle dimensioni delle recinzioni per fornire più spazio ai cetacei (specialmente quelle dei beluga, che sembrano eccessivamente affollate), fornendo un modo per riscaldare le acque per evitare la formazione di ghiaccio nei recinti (se il ghiaccio è ancora un problema presso la struttura), e riducendo i batteri e altri contaminanti nei recinti attraverso, ad esempio, una migliore circolazione dell’acqua. La scarsa qualità dell’acqua probabilmente contribuisce al declino apparente della salute di questi animali, come risulta evidente dal cattivo stato della loro pelle».
Inoltre, rispondendo a chi dice che i Cetacei non possono essere rimessi in libertà nei siti dove sono stati catturati perché sono ancora ricoperti di ghiaccio marino, alcuni scienziati riuniti in una delegazione evidenziano che:
«data la nostra conoscenza delle strutture sociali di queste specie, riteniamo che sia molto importante restituire questi giovani animali alle loro popolazioni di origine. Se questo verrà fatto, il lavoro di rilascio, dopo una appropriata riabilitazione, potrebbe essere un successo. Mentre vengono curati, possono essere completati gli accordi per il trasporto dei cetacei. Nel frattempo, i siti di rilascio in questione dovrebbero liberarsi dal ghiaccio e i gruppi di cetacei dai quali sono stati prelevati questi individui dovrebbero essere tornati nelle aree di caccia. Questi fattori contribuirebbero tutti a una maggiore probabilità di successo. Saremo lieti di consultare gli specialisti russi e il vostro governo sui piani per restituire questi cetacei ai loro siti di cattura e rilasciarli».
E concludono:
«Come ha drammaticamente dimostrato questo episodio, orche e beluga sono traumaticamente stressati dalla cattura e affrontano un alto rischio di mortalità in prigionia. Anche le catture possono avere un impatto significativo sullo status di conservazione delle popolazioni selvatiche e questo potrebbe danneggiare le preziose risorse naturali della Russia».
Attualmente a guidare la delegazione di scienziati risulta essere Mark J. Palmer dell’Earth Island Institute, che afferma:
«sono molto contento per questo interesse di personalità globali ed eminenti scienziati per la sorte delle orche e dei beluga russi e spera che la sua associazione e altre ONG possano aiutare il governo russo a riportare in modo sicuro questi cetacei nelle quali sono stati catturati».
L’Impp – Earth Island Institute ricorda inoltre che:
«le orche e i beluga sono state catturati la scorsa estate sicuramente per venderli ad acquari in Cina, in violazione delle leggi russe che specificano che le catture dovrebbero essere a scopo educativo o scientifico, non per esportarli per milioni di dollari per la crescente industria cinese dell’intrattenimento in cattività. L’Immp ringrazia questi cittadini e le numerose organizzazioni e persone che lavorano per liberare i cetacei russi e restituirli ai loro territori d’origine, per ricongiungersi alle loro famiglie».
Che succederà quindi adesso? Difficile fare previsioni a breve scadenza, anche se la liberazione sembrerebbe ormai assicurata. La deadline pare essere fissata a giugno, ma Il problema è capire come avverrà. Intanto il circo mediatico tra star, divi, personalità e scienziati continua.
Francesco Cortonesi
Aggiornamento del 16 Gennaio 2020
E così alla fine tutti e cento i Mammiferi marini imprigionati nelle piccole gabbie costruite nella baia di Srednyaya sono stati restituiti all’Oceano. L’ultima liberazione, come forse molti di voi già sapranno, è avvenuta il 20 novembre, perfettamente in linea con il programma di rilascio stabilito dal Governo russo. Un programma sulla cui attuazione nessuno avrebbe mai scommesso e che comunque ha suscitato (e continua a suscitare) molte perplessità tra gli esperti che ritengono i Cetacei ancora a rischio, perché liberati senza un adeguato processo di riabilitazione. I pericoli sono tanti secondo gli scienziati, a partire dal bracconaggio particolarmente attivo nella zona di rilascio. Per questo sia Jean-Michel Cousteau, presidente della Ocean futures society, e Charles Vinick, direttore esecutivo del Whale Sanctuary Project hanno chiesto con insistenza un monitoraggio “trasparente”. Detto fatto. In questi giorni gli osservatori dell’Istituto di Ricerca e Pesca Oceanografica Russa (VNIRO) hanno rilasciato i primi dati raccolti provenienti dai tag satellitari ancora funzionanti. Questi dati indicano che l’inizio della migrazione delle Orche dalla regione Shantar del mare di Okhotsk alle latitudini meridionali è iniziata tra novembre e dicembre 2019, esattamente come previsto. In nome della trasparenza di cui sopra l’Istituto ha anche diramato un comunicato ufficiale disponibile sulla Rete, che spiega tutto nei dettagli: “Un’Orca ha già superato di 1800 km la zona di caccia estiva vicino alle Isole Shantar e ora sta esplorando le acque aperte a sud-est dell’isola di Hokkaido”. Un’altra si sta muovendo in direzione sud-est e recentemente ha superato l’isola Paramushir della catena delle Isole Curili. I Beluga rilasciati nel settembre del 2019 nella baia di Sakhalin, sono migrati nell’area delle Isole Shantar verso i luoghi della loro residenza tradizionale durante l’inverno. Quelli rilasciati nel novembre 2019 nel mare del Giappone, vicino alla riserva naturale Lazovsky, si trovano invece lungo la costa delle Primorye. Questi Beluga sono stati inoltre ripetutamente osservati dagli scienziati della riserva naturale Lazovsky, dai dipendenti delle basi turistiche e dagli attivisti ambientali in diversi siti della costa di Primorie. Alcuni Beluga sono stati avvistati anche nel porto di Nakhodka e persino nell’area dell’isola di Russkyi vicino a Vladivostok.
Nessuno degli Animali liberati ha, per fortuna, mostrato alcun comportamento di socializzazione con gli Umani. E, cosa più importante, sono tutti vivi.
Fonte: http://www.vniro.ru/en/news-archive/kosatki-migriruyut-na-yug-3602
Aggiornamento del 19 novembre 2019
L’ultimo Beluga prigioniero è stato liberato.
Secondo quanto riferito dalle autorità russe, la liberazione è avvenuta nella baia di Uspeniya, nella regione di Primorsky, a circa 100 chilometri dalla struttura nel quale era detenuto. Ora nella prigione russa non resta davvero più nessuno. Naturalmente è presto per cantare vittoria, visto che i rilasci sono stati effettuati a tempo record e nessuna pratica di riabilitazione alla vita libera è stata concessa agli studiosi che l’avevano espressamente richiesta. Per il momento sappiamo solo che alcuni dei Beluga non si sono allontati molto e si trovano ancora nella baia di Uspeniya, mentre altri si sono sono spinti fino a 40 chilometri di distanza dall’area del rilascio. A questo punto non resta altro da fare che vedere come se la caveranno nei prossimi mesi e, naturalmente, incrociare le dita.
Aggiornamento del 22 agosto 2019
Alla fine pare che la soluzione di questa vicenda stia giungendo più rapida del previsto. Dopo le liberazioni di giugno, luglio e i primi di agosto, una nuova operazione di rilascio è stata effettuata in questi giorni. Altre due Orche (un maschio e una femmina) e sei Beluga (tre maschi e tre femmine) sono state riportate nel Mare di Okhotsk dove riprenderanno il largo. La loro età varia da 3 a 6 anni. A questo punto non ci sono più Orche nelle vasche della prigione russa, mentre i 75 Beluga rimanenti dovrebbero essere liberati entro ottobre, mese previsto per la definitiva chiusura del sito. Non si hanno notizie invece dei 5 Trichechi che risultavano tra gli Animali prigionieri, ma è assai probabile che siano nei programmi di rilascio futuri. Il governo russo infatti, sta dimostrando di mantener fede alla parola data e le notizie vengono regolarmente diffuse e documentate dall’Istituto Oceanografico Nazionale.
Aggiornamento dell’8 agosto 2019
Continuano per fortuna, a un ritmo per altro abbastanza inaspettato, le liberazioni delle Orche e dei Beluga detenuti.
Un terzo gruppo di Orche è infatti stato liberato in questi giorni nel Mare di Okhotsk, vicino a Capo Perovsky. Lo ha dichiarato ufficialmente Oganes Targulyan, il principale esperto di cetacei di Greenpeace. Tre Orche hanno affrontato, a bordo dei camion, il viaggio dalla baia di Srednyaya alla città di Chabarovsk. Qui sono state caricate a bordo di due navi e hanno risalito il fiume Amur fino all’insediamento di Innokentyevka. Prima del rilascio le Orche sono state visitate dai veterinari che hanno eseguito tutti i test necessari e hanno valutato che gli Animali erano in buona salute. Le Orche sono stati inoltre dotate di trasmettitore, in modo da consentire agli scienziati di tenere d’occhio i loro movimenti e raccogliere dati sul loro comportamento. Questo monitoraggio si sta mostrando fondamentale per l’intervento in caso di necessità, perché sembra che le Orche del primo gruppo liberato si siano già avvicinate più volte alle barche di alcuni pescatori per chiedere cibo. Come ricorderete infatti, le modalità di rilascio non hanno mai del tutto convinto gli esperti chiamati a valutare la situazione che, dopo essere riusciti ad ottenere la liberazione nei luoghi dove i Mammiferi marini erano stati catturati, non sono stati in grado di strappare al governo russo anche la fase di riabilitazione che è stata giudicata “troppo costosa”.
Ricordiamo che questa è la terza liberazione che viene messa in atto e segue quelle del 27 giugno e del 16 luglio.
Fonte: Sputniknews.com
Aggiornamento del 20 maggio 2019
Jean-Michel Cousteau, membro della Ocean Futures Society e figlio del famoso oceanografo Jacques Cousteau, è arrivato in questi giorni in Russia per aiutare le autorità locali a creare le condizioni più idonee alla liberazione dei Cetacei. I costi della riabilitazione sono stimati in 4,6 milioni di dollari. Le prime 10 Orche saranno rilasciate tra la fine di maggio e i primi di giugno, mentre nulla si sa ancora dei Beluga e dei Trichechi. Come ipotizzato (e temuto) il rilascio verrà effettuato in modo molto approssimativo. Tutti gli scienziati avevano ovviamente consigliato di trasportarle dove erano state inizialmente catturate, ma questo è stato giudicato troppo costoso.
Invece saranno liberate nella baia dove sono state tenute fino a oggi, vicino alla città di Nakhodka – più di 1.300 chilometri a sud da dove sono state effettivamente catturate, nel Mare di Okhotsk. Questa scelta è rischiosa anche per gli umani, visto che le Orche potrebbero avvicinarsi a zone che in estate si riempiono di bagnanti.
«La scienza fornisce raccomandazioni, ma la decisione è stata presa dalle autorità governative», ha detto Rozhnov, che dirige l’Istituto Severtsov di ecologia e ambiente e, che insieme ad altre agenzie, fa parte di un consiglio messo su per decidere sul destino delle Balene. «Speriamo che gli Animali rilasciati vadano a nord e tornino nelle loro acque natali».
Veganzetta continuerà a seguire questa vicenda e vi aggiorneremo appena le Orche saranno rilasciate.
Aggiornamento 28 maggio 2019
Nuovo colpo di scena nella storia delle Orche e dei Beluga imprigionati in Russia. Quando nessuno se lo aspettava e ormai era iniziato il conto alla rovescia per la liberazione dei primi esemplari (Orche), Alexei Reshetov, direttore generale di Afalina, una delle compagnie che ha catturato illegalmente i Cetacei, ha rilasciato una dichiarazione ufficiale sostenendo che gli Animali sono di sua proprietà e non verranno liberati: «Qualsiasi domanda riguardante la loro liberazione può essere posta solo dopo che sarò privato dei diritti di proprietà di quelle reti», ha detto, ribadendo che «quei mammiferi sono anche di mia proprietà. E non ho alcuna intenzione di liberarli». Dichiarazione davvero sorprendente se si considera che la liberazione degli Animali sarebbe stata decisa direttamente dal governo russo. E infatti il Cremlino si è detto sorpreso» nel sentire le dichiarazioni rese dalla compagnia che ha effettuato la cattura. il ministro Peskov ha detto: «Intendiamo rinfrescare la memoria degli ordini impartiti dal presidente e che non c’è bisogno di dare altri ordini, dato che tutto è stato chiaramente formulato. Possiamo quindi affermare che se quegli ordini non verranno eseguiti, neanche parzialmente, studieremo quali azioni intraprendere». Nel frattempo si è scoperto che purtroppo che il conto degli Animali che dall’inizio mancano all’appello è salito a 4. Se in prima battuta si era pensato che almeno un’Orca e un Beluga fossero riusciti a liberarsi, adesso prende corpo l’ipotesi che invece gli Animali che mancano siano stati venduti di nascosto.
Vedremo cosa accadrà nei prossimi giorni e ovviamente vi terremo informati.
Aggiornamento del 19 giugno 2019
È stata rilasciata alcuni giorni fa la prima sentenza del Tribunale Frunzensky di Vladivostok nei confronti delle società che hanno catturato illegalmente le Orche e i Beluga. I giudici hanno comminato una multa nei confronti della White Whale LLC (la società che si è occupata direttamente della cattura degli Animali) di 28 milioni e 173 mila rubli (circa 400.000 dollari) senza però confiscare nave e reti da pesca. La Oceanarium DV che invece si è occupata della detenzione è stata multata per 56.429 milioni di rubli (870.000 dollari) per violazione delle norme sulla pesca. Il tribunale ha inoltre ribadito che la procedura di rilascio deve essere avviata il prima possibile. Nel frattempo infatti le compagnie colpevoli delle catture non solo sono riuscite a rimandare le liberazioni (che erano previste per i primi di giugno) ma hanno anche incredibilmente iniziato a organizzare tour scolastici e turistici per mostrare gli Animali a adulti e bambini.
La Oceanarium DV ha comunque contestato per la sentenza che è stata emessa e ha dichiarato che farà ricorso. Questo naturalmente potrebbe ritardare ulteriormente il rilascio. Ricordiamo che gli esperti russi e internazionali hanno espressamente chiesto di non rilasciare Orche e Balene Beluga nella baia di Srednyaya perché i rischi per la vita degli Animali sarebbero molto elevati. Il team dell’oceanografo Jean-Michel Cousteau ha inoltre inviato raccomandazioni dettagliate per la riabilitazione e il rilascio delle Orche e dei Beluga al Ministero delle risorse naturali della Russia, ma le sue raccomandazioni attualmente non risultano accolte.
Aggiornamento del 21 giugno 2019
A dispetto della situazione di stallo che sembrava essersi creata nelle ultime ore, oggi il primo gruppo di cetacei prigionieri è stato rilasciato. Due Orche e sei Beluga sono stati prelevati dai recinti (in diretta TV!) e caricati in un camion che li trasporterà nel luogo dove erano stati catturati. Nei prossimi sei giorni dovranno percorrere circa 1.100 miglia a bordo dei camion per raggiungere le Isole Shantar nel Mare di Okhotsk. Alla fine quindi il buon senso ha prevalso e sono stati ascoltati i consigli dati dal team internazionale di scienziati creato apposta per l’occasione. La notizia è stata divulgata dal New York Times che ha anche precisato che tutti i Cetacei verranno rilasciati a gruppi e che le liberazioni si terranno da giugno a ottobre.
Gli Animali saranno inoltre monitorati da 70 specialisti, tra cui medici veterinari e scienziati, che faranno il possibile per evitare ogni rischio. Ogni Cetaceo sarà accompagnato da due persone umane e sarà dotato di un localizzatore GPS prima del rilascio. Nella stessa conferenza Putin avrebbe annunciato la fine della caccia alla Balena da parte del suo Paese. Di fatto questa è la più grande operazione di rilascio in natura di Cetacei catturati della storia. Naturalmente noi di Veganzetta continueremo a seguire la vicenda fino a quando tutti i Cetacei non saranno stati liberati.
Fonti:
Organizzazione per la liberazione dei cetacei russi
freerussianwhales.org/en/
Greenpeace Russia
greenpeace.ru/
CBS
www.cbsnews.com/news/russia-will-free-100-captive-whales-from-prison-after-public-outrage/
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Set them free!!!
Francesco Cortonesi ci mette spesso al corrente di storie al limite del credibile.
Non riesco a farmi una ragione di queste mostruosità.
Aggiornamento del 20 maggio 2019:
Jean-Michel Cousteau, membro della Ocean Futures Society e figlio del famoso oceanografo Jacques Cousteau, è arrivato in questi giorni in Russia per aiutare le autorità locali a creare le condizioni più idonee alla liberazione dei Cetacei. I costi della riabilitazione sono stimati in 4,6 milioni di dollari. Le prime 10 Orche saranno rilasciate tra la fine di maggio e i primi di giugno, mentre nulla si sa ancora dei Beluga e dei Trichechi. Come ipotizzato (e temuto) il rilascio verrà effettuato in modo molto approssimativo. Tutti gli scienziati avevano ovviamente consigliato di trasportarle dove erano state inizialmente catturate, ma questo è stato giudicato troppo costoso.Invece saranno liberate nella baia dove sono state tenute fino a oggi, vicino alla città di Nakhodka – più di 1.300 chilometri a sud da dove sono state effettivamente catturate, nel Mare di Okhotsk. Questa scelta è rischiosa anche per gli umani, visto che le Orche potrebbero avvicinarsi a zone che in estate si riempiono di bagnanti.«La scienza fornisce raccomandazioni, ma la decisione è stata presa dalle autorità governative», ha detto Rozhnov, che dirige l’Istituto Severtsov di ecologia e ambiente e, che insieme ad altre agenzie, fa parte di un consiglio messo su per decidere sul destino delle Balene. «Speriamo che gli Animali rilasciati vadano a nord e tornino nelle loro acque natali».
Veganzetta continuerà a seguire questa vicenda e vi aggiorneremo appena le Orche saranno rilasciate.
Aggiornamento 28 maggio 2019
Nuovo colpo di scena nella storia delle Orche e dei Beluga imprigionati in Russia. Quando nessuno se lo aspettava e ormai era iniziato il conto alla rovescia per la liberazione dei primi esemplari (Orche), Alexei Reshetov, direttore generale di Afalina, una delle compagnie che ha catturato illegalmente i Cetacei, ha rilasciato una dichiarazione ufficiale sostenendo che gli Animali sono di sua proprietà e non verranno liberati: «Qualsiasi domanda riguardante la loro liberazione può essere posta solo dopo che sarò privato dei diritti di proprietà di quelle reti», ha detto, ribadendo che «quei mammiferi sono anche di mia proprietà. E non ho alcuna intenzione di liberarli». Dichiarazione davvero sorprendente se si considera che la liberazione degli Animali sarebbe stata decisa direttamente dal governo russo. E infatti il Cremlino si è detto sorpreso» nel sentire le dichiarazioni rese dalla compagnia che ha effettuato la cattura. il ministro Peskov ha detto: «Intendiamo rinfrescare la memoria degli ordini impartiti dal presidente e che non c’è bisogno di dare altri ordini, dato che tutto è stato chiaramente formulato. Possiamo quindi affermare che se quegli ordini non verranno eseguiti, neanche parzialmente, studieremo quali azioni intraprendere». Nel frattempo si è scoperto che purtroppo che il conto degli Animali che dall’inizio mancano all’appello è salito a 4. Se in prima battuta si era pensato che almeno un’Orca e un Beluga fossero riusciti a liberarsi, adesso prende corpo l’ipotesi che invece gli Animali che mancano siano stati venduti di nascosto.
Vedremo cosa accadrà nei prossimi giorni e ovviamente vi terremo informati.
Aggiornamento del 19 giugno 2019
È stata rilasciata alcuni giorni fa la prima sentenza del Tribunale Frunzensky di Vladivostok nei confronti delle società che hanno catturato illegalmente le Orche e i Beluga. I giudici hanno comminato una multa nei confronti della White Whale LLC (la società che si è occupata direttamente della cattura degli Animali) di 28 milioni e 173 mila rubli (circa 400.000 dollari) senza però confiscare nave e reti da pesca. La Oceanarium DV che invece si è occupata della detenzione è stata multata per 56.429 milioni di rubli (870.000 dollari) per violazione delle norme sulla pesca. Il tribunale ha inoltre ribadito che la procedura di rilascio deve essere avviata il prima possibile. Nel frattempo infatti le compagnie colpevoli delle catture non solo sono riuscite a rimandare le liberazioni (che erano previste per i primi di giugno) ma hanno anche incredibilmente iniziato a organizzare tour scolastici e turistici per mostrare gli Animali a adulti e bambini.
La Oceanarium DV ha comunque contestato per la sentenza che è stata emessa e ha dichiarato che farà ricorso. Questo naturalmente potrebbe ritardare ulteriormente il rilascio. Ricordiamo che gli esperti russi e internazionali hanno espressamente chiesto di non rilasciare Orche e Balene Beluga nella baia di Srednyaya perché i rischi per la vita degli Animali sarebbero molto elevati. Il team dell’oceanografo Jean-Michel Cousteau ha inoltre inviato raccomandazioni dettagliate per la riabilitazione e il rilascio delle Orche e dei Beluga al Ministero delle risorse naturali della Russia, ma le sue raccomandazioni attualmente non risultano accolte.
Aggiornamento del 21 giugno 2019
A dispetto della situazione di stallo che sembrava essersi creata nelle ultime ore, oggi il primo gruppo di cetacei prigionieri è stato rilasciato. Due Orche e sei Beluga sono stati prelevati dai recinti (in diretta TV!) e caricati in un camion che li trasporterà nel luogo dove erano stati catturati. Nei prossimi sei giorni dovranno percorrere circa 1.100 miglia a bordo dei camion per raggiungere le Isole Shantar nel Mare di Okhotsk. Alla fine quindi il buon senso ha prevalso e sono stati ascoltati i consigli dati dal team internazionale di scienziati creato apposta per l’occasione. La notizia è stata divulgata dal New York Times che ha anche precisato che tutti i Cetacei verranno rilasciati a gruppi e che le liberazioni si terranno da giugno a ottobre.
Gli Animali saranno inoltre monitorati da 70 specialisti, tra cui medici veterinari e scienziati, che faranno il possibile per evitare ogni rischio. Ogni Cetaceo sarà accompagnato da due persone umane e sarà dotato di un localizzatore GPS prima del rilascio. Nella stessa conferenza Putin avrebbe annunciato la fine della caccia alla Balena da parte del suo Paese. Di fatto questa è la più grande operazione di rilascio in natura di Cetacei catturati della storia. Naturalmente noi di Veganzetta continueremo a seguire la vicenda fino a quando tutti i Cetacei non saranno stati liberati.
E’ una boccata d’aria in questo mondo malvagio. Probabilmente il rumore creatosi attorno alla vicenda ha fatto muovere la politica che raramente si mostra illuminata in materia.
Aggiornamento dell’8 agosto 2019
Continuano per fortuna, a un ritmo per altro abbastanza inaspettato, le liberazioni delle Orche e dei Beluga detenuti.
Un terzo gruppo di Orche è infatti stato liberato in questi giorni nel Mare di Okhotsk, vicino a Capo Perovsky. Lo ha dichiarato ufficialmente Oganes Targulyan, il principale esperto di cetacei di Greenpeace. Tre Orche hanno affrontato, a bordo dei camion, il viaggio dalla baia di Srednyaya alla città di Chabarovsk. Qui sono state caricate a bordo di due navi e hanno risalito il fiume Amur fino all’insediamento di Innokentyevka. Prima del rilascio le Orche sono state visitate dai veterinari che hanno eseguito tutti i test necessari e hanno valutato che gli Animali erano in buona salute. Le Orche sono stati inoltre dotate di trasmettitore, in modo da consentire agli scienziati di tenere d’occhio i loro movimenti e raccogliere dati sul loro comportamento. Questo monitoraggio si sta mostrando fondamentale per l’intervento in caso di necessità, perché sembra che le Orche del primo gruppo liberato si siano già avvicinate più volte alle barche di alcuni pescatori per chiedere cibo. Come ricorderete infatti, le modalità di rilascio non hanno mai del tutto convinto gli esperti chiamati a valutare la situazione che, dopo essere riusciti ad ottenere la liberazione nei luoghi dove i Mammiferi marini erano stati catturati, non sono stati in grado di strappare al governo russo anche la fase di riabilitazione che è stata giudicata “troppo costosa”.
Ricordiamo che questa è la terza liberazione che viene messa in atto e segue quelle del 27 giugno e del 16 luglio.
Fonte: Sputniknews.com
Aggiornamento del 22 agosto 2019
Alla fine pare che la soluzione di questa vicenda stia giungendo più rapida del previsto. Dopo le liberazioni di giugno, luglio e i primi di agosto, una nuova operazione di rilascio è stata effettuata in questi giorni. Altre due Orche (un maschio e una femmina) e sei Beluga (tre maschi e tre femmine) sono state riportate nel Mare di Okhotsk dove riprenderanno il largo. La loro età varia da 3 a 6 anni. A questo punto non ci sono più Orche nelle vasche della prigione russa, mentre i 75 Beluga rimanenti dovrebbero essere liberati entro ottobre, mese previsto per la definitiva chiusura del sito. Non si hanno notizie invece dei 5 Trichechi che risultavano tra gli Animali prigionieri, ma è assai probabile che siano nei programmi di rilascio futuri. Il governo russo infatti, sta dimostrando di mantener fede alla parola data e le notizie vengono regolarmente diffuse e documentate dall’Istituto Oceanografico Nazionale.
Aggiornamento del 10 novembre 2019
La vicenda si è definitivamente conclusa con il rilascio in questa data degli ultimi Animali prigionieri, pare però che siano ancora detenuti dei piccoli di Tricheco per i quali la coalizione si sta mobilitando:
Questo di seguito è il comunicato della coalizione Free Russian Wales
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November 10, 2019
Today was the last day of release of the belugas.
Last night “Professor Kaganovsky” with 18 belugas on board came to Uspenia Bay to join “Zodiac” with 13 animals. Observers of the Coalition “Free Russian Whales” and Greenpeace Russia began their observation at dawn, approaching the ships at a distance of 500 – 800 m.
At 9:00 a.m. first beluga whales from the Zodiac were unloaded and released. Control over the process and video recording of the release of each animal was carried out by specialists of the Border Guard Department of the Primorsky Territory.
Our observers also took photos and videos, but after a while they were forbidden to do that (they were told that a special permission from VNIRO was necessary). Eventually, they had had to leave the release site at the request of the border guards. We know for a fact that the vast majority of animals were released, but the fate of at least two belugas is in question.
We ask you to call and write to VNIRO and Border Guard with a request to publish a video release of ALL 50 beluga:
– VNIRO – (499) 264-93-87, vniro@vniro.ru
– TINRO – (4232) 400 921, (4232) 400 758, tinro@tinro-center.ru
– Border management – (4232) 21-34-26, (4232) 22-64-34, pu.primkrai@fsb.ru
WHALE JAIL IS OVER.
We congratulate everyone and thank you, friends – for your help, support and willingness to always come to the rescue! We did it together!
Great thanks to our observers, who promptly transmitted information and photos from the place of release!
The whales are free, but our campaign is not over! Walruse calves are still suffering in rusty tanks in Srednyaya Bay! And most importantly, we must work together to ban the capture of whales and dolphins forever.
http://freerussianwhales.org/en/whale-jail-doesnt-exist-anymore
Aggiornamento del 9 agosto 2021
Purtroppo per i sei giovani Trichechi catturati nel 2019 pare che non ci sarà la libertà come sperato: http://www.veganzetta.org/niente-liberta-per-i-trichechi-prigionieri-in-russia