Dizionario animalista: lettera A


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4 minuti

Testo tradotto e liberamente interpretato dall’originale pubblicato su www.humanemyth.org
Traduzione e adattamento a cura di Costanza Troini


Abolition – Abolizione

Associato a varie cause di giustizia sociale, questo termine richiede l’eliminazione totale – opposta alla riforma – di alcune forme di oppressione, schiavizzazione, o abuso. Per esempio, prima della Guerra Civile Americana, c’erano coloro che volevano l’abolizione della schiavitù umana, e molti altri che ne chiedevano una riforma, l’istituzione di una più gentile, più morbida, “schiavitù cristiana” “Christian slavery.” (in inglese).
Nell’ambito della difesa degli Animali, c’è una distinzione simile tra quelli che apertamente esigono la fine dello sfruttamento umano degli Animali, e quelli che cercano di stabilire standard e far passare leggi  che codifichino un “più gentile, più morbido” approccio all’uso e all’uccisione degli Animali per profitto. Proprio come nel caso della schiavitù umana, alcuni di questi ultimi lo credono il meglio che possa essere ottenuto in un futuro prevedibile, invece altri pensano che gli umani abbiano il diritto di usare gli Animali a loro piacimento, salvo che il tutto sia fatto secondo uno standard socialmente accettabile.

Donald Watson (in inglese), che è stato il co-fondatore del movimento Vegan (in inglese) in Inghilterra negli anni ’40, riteneva che “allevare” Animali fosse sostanzialmente ingiusto. A proposito della visita alla fattoria di suo zio, osservava: “La scena idilliaca non era altro che un braccio della morte, dove i giorni di ogni creatura erano numerati fino al punto nel quale non sarebbero stati al servizio degli esseri umani“. Diceva anche: “Possiamo vedere abbastanza semplicemente che la nostra civiltà attuale è fondata sullo sfruttamento degli animali, esattamente come le società del passato erano basate sullo sfruttamento degli schiavi….

Animal advocacy – Difesa degli Animali

Ogni sorta di sforzo costante per proteggere gli Animali e coltivarne il rispetto. Può coinvolgere educazione, legislazione, protesta, prevenzione delle uccisioni, salvataggio di singoli individui, fondazione di oasi per far vivere tali Animali, e opposizione alla distruzione dell’habitat di quelli selvatici.

Animal husbandry – Allevamento

Un termine tradizionale per quella che è oggi comunemente chiamata zootecnia; si riferisce alla conoscenza, alle tecniche e alle tecnologie impiegate dal’industria che usa gli Animali per gonfiare i profitti e ridurre le perdite. L’allevamento è una disciplina studiata e insegnata negli Stati Uniti nei college con terreno in concessione, situati in ogni stato, che servono come centri di ricerca nell’agricoltura. L’allevamento tipicamente include lo studio di come minimizzare il livello di malattia e dolore subito dagli Animali sfruttati e uccisi. Quest’aspetto è spesso erroneamente descritto come lo studio del “benessere animale“.

Animal protection – Protezione degli Animali

Ogni tipo di azione portata avanti con l’intento di risparmiare agli Animali dolore e morte.

Cattivo uso (Abuso) comune: Alcune organizzazioni che si occupano di cambiare il modo in cui gli animali vengono usati e uccisi, descrivono tutto questo come lavoro di “protezione degli Animali”, eppure il risultato è raramente “protezione”, dal momento che gli Animali in questione sono quotidianamente uccisi in massa, e l’uccisione stessa rimane ampiamente incontrastata da parte di tali gruppi.

Animal rights – Diritti animali

Chi aderisce a questa filosofia crede che gli Animali abbiano diritti quali un trattamento rispettoso, integrità fisica e libertà di movimento – e pensano che violare tali diritti non è giustificabile moralmente, indipendentemente da quanto grandi siano i potenziali benefici che ne deriverebbero agli Umani. Chi sostiene i diritti animali crede anche che sia sbagliato considerare gli Animali come oggetti, quindi proprietà, trattarli come mezzi per i propri fini; per lo stesso tipo di ragioni è sbagliato trattare altri umani in questo modo. Quindi i diritti animali sono simili a quelli umani. Chi pratica la filosofia dei diritti animali decide di non usare prodotti derivati da uso o uccisione degli Animali – il cibo, l’abbigliamento, il divertimento, o la ricerca scientifica. E rifiuta di collaborare con coloro che usano e uccidono gli Animali con queste finalità. Vedere anche le voci “veganismo”, “non-cooperazione” e “non-partecipazione”.

Cattivo uso (Abuso) comune: I mass media convenzionali usano “diritti animali” erroneamente come sinonimo di ogni forma di difesa degli Animali o opera di protezione, mentre in effetti il concetto ha un significato molto specifico. Per fare un paragone, tale uso scorretto si avrebbe descrivendo il lavoro sociale come pratica dei diritti umani. In più alcuni difensori degli Animali confondono la filosofia dei diritti animali con l’utilitarismo.

Animal welfare – Benessere animale

Lavoro effettuato con l’intento di migliorare la salute e le condizioni di vita degli Animali.

Cattivo uso (Abuso) comune: Quando quelli che usano e uccidono gli Animali per profitto dicono di essere preoccupati per il benessere degli sfruttati, non fanno altro che contraddirsi. Generalmente l’uso degli Animali include molte se non tutte le voci seguenti: isolamento, privazione della socialità, mutilazione, manipolazione della riproduzione, umiliazione e morte prematura. Se un Umano usasse tale trattamento su un altro Umano per profitto, sarebbe difficile per chiunque credere che l’aguzzino sia interessato alle condizioni e al benessere della persona umana che viene maltrattata. Tale situazione non è diversa nel caso di Umani che usano e uccidono Animali dichiarando di aver cura del loro welfare.

Animal welfare industrial complex – Filiera industriale del benessere animale

Termine usato per indicare la collaborazione (per lo sviluppo e la promozione di prodotti, eventi di pubbliche relazioni, iniziative legislative) tra un network di grandi organizzazioni per la difesa degli Animali e segmenti vari dell’industria che li sfrutta. Da questa industria di sfruttamento le organizzazioni coinvolte ricevono sponsorizzazioni per conferenze, opportunità di apparire e credibilità mediatica sui canali convenzionali. Ricevono inoltre “vittorie” – vale a dire “concessioni” zootecniche annunciate pubblicamente da quella parte dell’industria dello sfruttamento usata dalle grandi associazioni per gli Animali al fine di sollecitare donazioni e reclutare nuovi iscritti. L’industria, a sua volta, riceve dalle organizzazioni appoggio e altra pubblicità positiva, così come consigli per rendere i propri prodotti più “umani”, e di conseguenza più accettabili, e perfino più desiderabili dai consumatori. E’ tipico che tali prodotti siano più costosi e più redditizi.

Questo è un esempio del discusso fenomeno, piaga di tutti i moderni movimenti di giustizia sociale, per il quale l’industria di sfruttamento coopta, quando possibile, ogni cambiamento, bloccando così la possibilità di una trasformazione radicale. Questo è alcune volte indicato come “preda dell’industria”.

Per approfondimenti: Invasion of the Movement Snatchers: A Social Justice Movement Falls Prey to the Doctrine of “Necessary Evil” (in inglese).

Animal-using industries – Industrie che usano gli Animali

Tutti i settori di profitto che annualmente usano e uccidono in tutto il mondo 50 miliardi di Animali per varie finalità umane inclusi cibo, abbigliamento, prodotti di largo consumo, e beni industriali; sperimentazione medica, psicologica, farmaceutica, chimica e bellica; e intrattenimento, inclusi circhi, attività venatorie, rodei e zoo.


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6 Commenti
    • Veganzetta ha scritto:

      Grazie al lavoro e alla professionalità di Costanza Troini.

      12 Gennaio, 2016
      Rispondi
  1. fabio bodrero ha scritto:

    Molto interessante!

    16 Gennaio, 2016
    Rispondi
  2. Paola Re ha scritto:

    Geniale. Non si fermerà alla A, vero?

    24 Gennaio, 2016
    Rispondi
  3. Matteo ha scritto:

    Interessante. Forse si doveva tradurre anche i termini, per rendere il tutto piu nostrano.

    26 Gennaio, 2016
    Rispondi

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