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Questa due fotografie riassumono, in breve, la tragica storia di Gordo, una piccola Scimmia scoiattolo che negli anni ’50 fu lanciata dalla NASA nello spazio a bordo del razzo Jupiter AM-13. Inoltre ci mostrano ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, la crudeltà intrinseca dell’Umano.
La fotografia più celebre, quella che mostra Gordo chiuso dentro una capsula, poco prima di essere lanciato, è considerata una delle più terribili tra quelle che riguardano le storie degli Animali nello spazio. Quella prigionia, così spietata, così violenta tanto da ricordarci palesemente una Vergine di Norimberga, mozza il fiato.
L’altra invece racconta molto sul rapporto tra gli scienziati sperimentatori e gli Animali.
È tremendamente triste vedere quello sguardo accondiscendente, paziente, dell’Umano, così convinto della propria superiorità, che maneggia un esserino, perfettamente consapevole della sua esistenza e terrorizzato che, nonostante tutto, restituisce lo sguardo con fiducia. Eppure quell’uomo lo sta mandando a morire, in nome di quello che crede essere uno scopo supremo. Sa benissimo che dal viaggio Gordo non ne uscirà vivo, eppure lo maneggia apparentemente con delicatezza, come se volesse trasmettergli fiducia. Difficile vedere in una fotografia un tradimento più grande.
Entrambi gli scatti sono stati realizzati il mattino del 13 dicembre del 1958, a Cape Canaveral (USA).
Gordo, soprannominato anche Old Reiable (da notare anche la presa in giro del soprannome: “vecchio affidabile”) fu “prescelto” per essere il nono Animale da mandare sullo spazio.
Il viaggio si sarebbe tenuto a bordo del razzo chiamato Jupiter, che avrebbe viaggiato per oltre 1500 miglia e raggiunto un’altezza di 500 km. Poi sarebbe tornato giù, cadendo nell’Oceano Atlantico Meridionale. Gordo venne selezionato per la sua capacità di adattamento ai cambi di temperatura e (un triste classico) per la sua facilità a farsi maneggiare dall’Umano. Oltre che, naturalmente, ad assomigliare molto di più a quest’ultimo rispetto ad altri Animali.
A Gordo fu fatta indossare una tuta spaziale (quella che si vede nella seconda foto) e gli furono appiccicati dei sensori per monitorare le sue funzioni vitali. Di quello che accadde dopo la partenza si sa per certo che Gordo sopravvisse al volo, che raggiunse l’altezza stabilita in perfette condizioni di salute e che, quando il razzo iniziò la discesa, i suoi parametri vitali registravano solo un aumento del battito cardiaco. Durante il rientro (15 minuti dopo il lancio) il paracadute del razzo ebbe un guasto e il Jupiter cadde nell’oceano con dentro Gorgo ancora vivo. Non sapendo però più individuare di preciso il punto in cui il razzo era caduto, si decise dopo meno di un quarto d’ora, di fare i bagagli e di dare per perso il razzo Jupiter. Naturalmente con Gordo dentro. Vivo.
Oggi i viaggi spaziali sono tornati di moda e il minimo che dovremmo fare è chiedere scusa a questi Animali che abbiamo torturato così ignobilmente.
Ma pur di non farlo si preferisce ricordarli come “eroi”.
Francesco Cortonesi
Fonte delle fotografie in apertura: archivio NASA
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