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5 novembre 2001, ore 6.30, ospedale di Ronkswood: Barry Horne muore in seguito a una grave compromissione epatica dovuta agli scioperi della fame che ha condotto dal carcere, unico strumento per far sentire la propria voce da dentro una cella.
Barry è uno spazzino inglese che nel 1987 si avvicina agli ambienti libertari-antispecisti in una Gran Bretagna in cui il movimento di Liberazione Animale è represso con i mezzi più duri messi a disposizione dal governo.
Nello stesso anno tenta di liberare un delfino chiuso in una piccola piscina da 22 anni a Morecambe; qui, il suo primo arresto.
Due anni dopo, al culmine di una campagna contro un allevamento in batteria di proprietà del clero, libera oltre 100 galline.
Nel 1990, assieme ad altre persone, entra nell’università di Oxford in pieno giorno e libera 36 beagle dai laboratori; il 17 marzo dello stesso anno una nuova liberazione: dall’allevamento di animali da laboratorio Interfauna trovano la libertà 82 cani e 30 conigli.
Sono anni di liberazioni, sabotaggi e boicottaggi. L’ obiettivo è salvare quanti più animali possibile e danneggiare economicamente coloro che li sfruttano, nessuna persona è mai rimasta colpita o minimamente ferita dalle azioni.
Scopo del movimento è salvare vite, non distruggerle.
Nel 1996 Barry viene arrestato e accusato di numerosi attacchi ad aziende che sfruttano animali ed è condannato a 18 anni di carcere, una sentenza esagerata ma in linea con il clima repressivo di quegli anni; una condanna politica che mira a demotivare il movimento di liberazione formatosi in Gran Bretagna e non solo.
Nel gennaio 1997 il primo sciopero della fame, durato 35 giorni, per chiedere al governo britannico di aprire un’ inchiesta sulla vivisezione nel paese, interrotto quando gli viene concesso di incontrarsi con gli attivisti delle campagne in corso in quel momento.
Il 4 agosto Barry 1997 inizia un secondo sciopero della fame, dopo che il partito laburista non mantiene la promessa fatta sotto elezioni di assumere un forte impegno nella tutela degli animali.
Lo sciopero dura fino al 27 settembre, in quei giorni sono molto forti le pressioni del movimento in difesa degli animali, soprattutto contro Huntington Life Science (HLS) enorme laboratorio di vivisezione per conto terzi (tutt’ora con svariate sedi nel mondo).
Il terzo sciopero della fame ha inizio il 6 ottobre 1998 e si protrae per 68 giorni, al termine dei quali Barry cerca un accordo con Tony Blair, accordo che non arriva.
Il 5 novembre 2001 Barry Horne muore, dopo 15 giorni di un nuovo digiuno di protesta; vista, reni e fegato sono ormai irrimediabilmente compromessi.
Aveva 49 anni.
Fonte: Basta delfinari
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Se non fosse morto, avrebbe continuato a essere una colonna portante nella lotta di liberazione animale.
Resta il fatto che questa è una delle tante vergogne di cui si è macchiato il governo inglese.