Soldati vegan


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idf

Happy International Vegan Day to all our vegan supporters! In the IDF being vegan is easier than you think!

Così il 1 novembre 2012 la pagina Facebook dell’IDF (Israel Defence Force) salutava le persone umane vegane simpatizzanti dell’esercito israeliano.
La Giornata mondiale del veganismo, un appuntamento dedicato a chi non vuole sfruttare, torturare, uccidere gli altri Animali, salutata da uno dei più efficaci eserciti d’occupazione del mondo.
Ma c’è di più: IDF si preoccupa dei propri soldati vegan e per loro crea stivali in similpelle, berretti privi di materiali di origine animale, una cifra integrativa in denaro per i militari che desiderano acquistare cibo vegan, e addirittura il diritto a rifiutare le vaccinazioni di prassi perché testate su Animali.
Che significa tutto ciò? Cosa hanno a che fare la guerra, i bombardamenti, le occupazioni, le armi e la violenza con il veganismo? E come può una persona umana preoccuparsi della vita di un Cincillà, o di un Topo e poi imbracciare un fucile e sparare contro un Umano?
Questo non è il veganismo che vogliamo, non è nemmeno veganismo, al massimo si tratta di veganwashing. E’ l’aberrazione di un’idea non violenta, libertaria ed egualitaria. Un’aberrazione da rifiutare e combattere perché una persona umana vegana non ammazza nessuno, Umani compresi: no agli stivali vegan per calpestare gli altri.


Immagine di apertura tratta dalla pagina facebook ufficiale di Israel Defence Force


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48 Commenti
  1. Paola Re ha scritto:

    Non sapevo di questa pagina ma so che ci sono eserciti che “soddisfano” le richieste dei soldati vegan nutrendoli con cibo vegan e vestendoli con indumenti e calzature vegan. Per esempio in Inghilterra accade da parecchi anni. Ho pensato la stessa cosa che ha scritto benissimo Veganzetta. Questo non è veganismo, o forse sarà il tanto ormai diffuso veganismo salutistico. “Soldato vegan” è un ossimoro inaccettabile.

    16 Luglio, 2014
    Rispondi
    • Veganzetta ha scritto:

      La PETA in passato suggerì all’esercito statunitense di adottare le “razioni K”, ossia le razioni di cibo da portare in combattimento, prive di ingredienti animali per i soldati vegan.
      Altra notizia interessente può essere questa: https://www.veganzetta.org/?p=349

      16 Luglio, 2014
      Rispondi
  2. Paola Re ha scritto:

    Molto interessante anche questa notizia dalla Svizzera. Da notare la differenza che fanno tra vegetariani e vegani. Comunque, oggi che il servizio militare non è più obbligatorio, non dovrebbe neppure essere contemplata l’esclusione dei vegan dall’esercito: sono i vegan che dovrebbero autoescludersi!

    16 Luglio, 2014
    Rispondi
  3. carl* ha scritto:

    buonasera, a me pare proprio una castroneria sia l’articolo che i commenti…
    a) il soldato nn è un killer che ammazza a prescindere… esistono soldati che il fucile lo usano 1 volta l’anno contro sagome di cartone, perchè il loro lavoro è altro, ci sono tecnici, operatori e così via… ripeto: il soldato non è un killer!
    b) non ci vedo nulla di male nei soldati vegani, anzi sarebbe bene che lo diventassero tutti…

    l’articolo 11 della costituzione recita:
    L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

    i soldati italiani nn calpestano il diritto altrui alla libertà e alla vita… quindi nn generalizzate… se volete prendervela con l’esercito israeliano o americano fatelo senza generalizzare!

    4 Agosto, 2014
    Rispondi
    • Veganzetta ha scritto:

      Ciao carl*
      a) se esistono soldati che usano il fucile una volta l’anno, sono persone che usano il fucile una volta di troppo. Le armi sono fatte per ammazzare altrimenti nessuno le avrebbe inventate non ti pare? La sagoma di cartone rappresenta un essere vivente e senziente, anche se il suddetto soldato non ne ammazzerà mai uno viene addestrato a farlo, e lui con il suo lavoro aderisce a questa visione. Il soldato viene addestrato a essere un killer, altrimenti farebbe un altro lavoro.
      b) tu non vedi nulla di male in un soldato vegan, ma il veganismo nasce con l’intento di evitare la sofferenza e la morte degli animali, è una visione e una pratica di vita non violenta, il veganismo fonda la sua etica quindi sul rispetto degli altri ed è una forma di attuazione efficace della teoria antispecista che non prevede barriere tra Umani e altri Animali. In questo contesto come è possibile pensare che un vegan sia un militare che usa le armi? Queste persone seguono un’alimentazione vegana, sono contrarie alla vivisezione, ma poi non esitano a partecipare a guerre che causano lo strazio e la morte di Umani e soprattutto civili (bambini compresi), le fotografie e i video sul web sono numerosi ed eloquenti. Chi fa una scelta vegana fa una scelta di cambiamento radicale che nulla ha a che fare con l’attuale società dei consumi e del dominio che impone la legge del più forte.
      Pertanto essere vegan e imporre agli altri il proprio volere con la forza e le armi è inconciliabile.

      L’articolo 11 della costituzione non c’entra nulla e non è materia di discussione, in ogni caso recita “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”, L’Italia è stata in guerra molte volte nel recente passato (Balcani, Iraq per esempio), non si può di certo dire che abbiamo distribuito caramelle. I soldati italiani sono soldati come tutti, e in quanto tali fanno quello che tutti i soldati sono pagati per fare. Smettiamola con questa visione romantica dell’italiano buono che va in giro per il mondo a fare del bene.

      5 Agosto, 2014
      Rispondi
  4. Peter ha scritto:

    Benchè provi viscerale avversione per l’ideologia politica per cui combattono i soldati in questione, ho l’onestà intellettuale di riconoscere che sempre di veg si tratta. Se non vogliamo chiamarli vegan, sicuramente dobbiamo chiamarli vegitan. Ma anche questo termine sarebbe incompleto qualora uno di costoro non si limitasse solo ad un’alimentazione cruelty free. Più in generale, uno che ha un’alimentazione cruelty free, si veste, si lava e si cura cruelty free, è contro caccia, pesca, vivisezione, allevamenti, zoo, delfinari, corride, etc., fa attivismo per gli animali non umani, si batte perchè venga riconosciuto costituzionalmente il diritto degli animali non umani alla vita e a non essere sfruttati come vogliamo definirlo se fa tutto questo per SUOI motivi etici/politici, ma non condivide la vostra visione politica intraspecifica? Animalista-antivivisezionista-anticaccia-antiallevamenti – provita-vegitan? Mmm…troppo lungo…. Che suggerite? Ci sono sempre più persone che sono veg per motivi etici, ma non è detto che i loro motivi etici coincidano con i vostri. E, soprattutto, non è detto che condividano la vostra visione politica intraspecifica. E sono troppe, molte più di voi, per poter essere considerate “animalisti sui generis”. Ma poi… voi siete libertari? e se si, in che senso? Come agite? Come vi ponete concretamente rispetto ai servizi offerti dal nostro Stato (vista, soprattutto, la visione che i libertari hanno dello Stato)? E rispetto alle sovvenzioni o finanziamenti all’editoria? Vivete in comunità autogestite? lavorate alle dipendenze di qualcuno (lo chiedo perchè trovo interessanti certe posizioni dell’anarchismo insurrezionalista – sempre libertari sono – sul lavoro)? pagate le tasse? pagate le bollette? usate automobili o vi astenete dal finanziamento alle multinazionali dei carburanti? E se vi rubano in casa o subite un’aggressione fate denuncia alle “forze dell’ordine” o disconoscete la proprietà privata e le leggi che prevedono il carcere per certi reati?

    4 Agosto, 2014
    Rispondi
    • Veganzetta ha scritto:

      Peter è proprio perché si tratta di vegan che c’è un problema, leggiti il commento a carl*.
      Chiamali come vuoi, in ogni caso si tratta di persone umane che come minimo hanno le idee confuse. Si è vegan per non far del male agli Animali, fino a prova contraria anche gli Umani sono Animali, pertanto logica vuole che tale intenzione si estenda anche agli Umani. Un conto è difendersi (è legittimo farlo con ogni mezzo per tutelare la propria incolumità), un conto è aderire a un esercito armato che da decenni bombarda e uccide umane persone.
      Le due cose non possono essere scisse. Troppo comodo farlo.
      Se ci sono sempre più persone che la pensano come loro dovrebbe essere un segnale che hanno ragione? Ci sono sempre più persone che mangiano carne nel mondo (il consumo di carne sta aumentando in India e Cina), quindi dovremmo smettere di essere vegani?
      Questi soggetti possono non condividere delle linee politiche, resta il fatto che non hanno capito il vero motivo della questione vegana.
      Sui “servizi” offerti dallo Stato si dovrebbe aprire una parentesi enorme. E non è certo il caso di farlo in questo ambito, ma comunque di sicuro se ne può parlare in futuro o mediante argomenti specifici. Veganzetta (tanto per essere chiari) non riceve alcuna sovvenzione pubblica né mai l’ha ricevuta, anche perché mai l’ha chiesta. Tutto ciò che è stato fatto è stato pagato in solido da chi scrive e da coloro che hanno voluto aiutare economicamente Veganzetta.
      La liberazione animale implica un ribaltamento dell’attuale sistema che è verticale e ingiusto, questo deve essere ben chiaro, anche a chi accetta la situazione attuale e ci vive bene perché ha la fortuna di soggiornare ai piani alti del grattacielo.

      5 Agosto, 2014
      Rispondi
  5. Carl* ha scritto:

    Quindi secondo il tuo punto di vista chi è vegan nn può essere automaticamente antifascista, ricordo che gli antifascisti come i fascisti erano addestrati per uccidere e difendere delle idee… Era una guerra o sbaglio? Oppure è giusto sostenere dei soldati ma i vegani nn possono farlo?
    Uccidere per liberare è quindi giusto o sbagliato?
    I soldati sono soldati… I killer sono killer… Se affermi che i soldati sono killer sei ignorante, un autista è una persona che guida autoveicoli, un soldato con mansioni di autista è una persona che guida autoveicoli con addosso una divisa…
    Continui a generalizzare, i soldati nn vengono addestrati per uccidere, ma soprattutto per difendere o nel caso di offesa a incutere paura ma nn a uccidere… La difesa deve essere pari all’offesa… Se un intruso entra in un installazione militare armato di coltello, il soldato nn spara… Il soldato può sparare bel momento in cui gli sparano…
    I carabinieri (forza armata, quindi soldati) nn fanno guerre eppure girano armati e vengono addestrati… Il loro lavoro è difendere la popolazione… X quale motivo nn potrebbero essere vegan?
    Gli articoli magari falli più specifici senza generalizzare… grazie

    5 Agosto, 2014
    Rispondi
    • Veganzetta ha scritto:

      Carl* L’antifascismo in Italia è stato un movimento di resistenza popolare che ha agito in molti modi, compresa la resistenza armata. L’antifascismo nasce quindi dalla resistenza popolare all’occupazione nazista del Paese e contro un regime liberticida e oppressivo, come già scritto prima è del tutto legittimo difendersi.
      In questo articolo si parla di truppe regolari di un esercito armato che occupa dei territori non suoi che cinge d’assedio da decenni, c’è differenza.
      Per esprimere un giudizio (anche sulla conoscenza o l’ignoranza altrui) bisogna essere informati. E’ evidente che tu non lo sei:

      Un esempio qualsiasi: http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/S/soldato.shtml
      “soldato[sol-dà-to] s.m. (anche con riferimento a donna; ma diffuso il f. soldatessa)
      1 Chi presta servizio armato in un esercito; militare semplice: s. di guardia || fare il s., prestare il servizio militare”

      Etimologicamente la questione non varia affatto: http://www.etimo.it/?term=soldato&find=Cerca

      Quindi i soldati sono soldati.
      Tu confondi il ruolo di un soldato di un esercito con le regole di ingaggio che possono variare da Stato a Stato e da situazione a situazione.
      I Carabinieri fanno le guerre eccome (http://www.slideshare.net/CaterinaBonaiti/i-carabinieri-e-la-storia-ditalia).
      In ogni caso l’argomento è utile che rimanga sul piano etico e morale, il resto (la mera informazione e le questioni storiche) non riguarda questo sito web.

      5 Agosto, 2014
      Rispondi
  6. Carl* ha scritto:

    Quindi per voi i soldati si arruolano per uccidere???
    Il 99% si arruola perché è un lavoro statale…
    Più del 90% dei cc lavora in Italia e nn all’estero…
    I soldati che vanno all’estero vanno per missioni umanitarie della NATO, visto che gli antifascisti hanno firmato gli accordi con gli americani dopo la guerra…
    Aerosoccorritori dell’aeronautica militare sono soldati a tutti gli effetti, sono killer pure loro???

    5 Agosto, 2014
    Rispondi
    • Veganzetta ha scritto:

      Carl* siamo distanti anni luce. Le conosciamo le missioni umanitarie della NATO. Chiudiamo il discorso perché non è utile e si rischia solo di annoiare chi legge.

      5 Agosto, 2014
      Rispondi
  7. Carl* ha scritto:

    Rispondimi allora sugli aerosoccorritori

    5 Agosto, 2014
    Rispondi
    • Veganzetta ha scritto:

      Rispondi tu Carl* serve essere un militare per guidare un aereo per soccorrere le persone umane, ci sono già quelli della Protezione Civile per esempio?
      Anche un macellaio puoi fare delle attività per aiutare qualcuno, con ciò significa che dobbiamo essere contenti che sia un macellaio?
      La domanda è retorica.

      5 Agosto, 2014
      Rispondi
  8. Peter ha scritto:

    Ciao Veganzetta.

    Scrivi: “Se ci sono sempre più persone che la pensano come loro dovrebbe essere un segnale che hanno ragione?”

    E’ un segnale che, probabilmente, la liberazione degli animali non umani seguirà percorsi differenti, se non in aperto contrasto, da quelli della liberazione umana.

    5 Agosto, 2014
    Rispondi
  9. Veganzetta ha scritto:

    Ciao Peter,

    E’ un segno che forse si è imboccata la strada sbagliata, perché fino a quando esisteranno ingiustizia, sopraffazione, dominio, discriminazione e violenza tra gli Umani è impossibile che si possa avere un rapporto concettualmente e praticamente diverso con i Non Umani. E del resto, se non si liberano i Non Umani dalla schiavitù creata dagli Umani, la nostra società non potrà mai cambiare radicalmente visto che è impregnata della loro sofferenza.
    Questa è la visione dell’antispecismo che per forza di cose si schiera sempre e comunque dalla parte del più debole: a prescindere dalla specie.
    Chi non capisce, o non vuole considerare, tutto ciò, cerca solo di mettere delle toppe a un sistema e a un approccio all’esistenza che fanno acqua da tutte le parti.

    6 Agosto, 2014
    Rispondi
  10. Veganzetta ha scritto:

    IDF Soldiers having fun and laughing while bombing houses in Gaza

    6 Agosto, 2014
    Rispondi
  11. Peter Charles ha scritto:

    Veganzetta sono d’accordo con te, ma avrei da farti un solo appunto: secondo me il rapporto ingiusto di sopraffazione e dominio, discriminante e violento tra gli animali umani è conseguenziale all’indifferenza dell’animale umano verso l’animale non umano e non viceversa.

    6 Agosto, 2014
    Rispondi
  12. francesca ha scritto:

    scrivi che l’uomo è un animale ma poi dici che se viene attaccato allora è giusto ucciderlo (liberazione d’italia), quindi deduco che sei favorevole a chi dice che è giusto uccidere i branchi di lupi nei boschi o i cinghiali che si avvicinano alle case… per me è un ragionamento errato per chi parla di veganismo… se la vita va difesa, allora dobbiamo difenderla a prescindere che sia una persona cattiva o una persona buona…
    l’inserimento di persone che hanno una alimentazione vegana nelle forze armate è da prendere in maniera favorevole, in quanto è l’inizio di un abbattimento di un muro anche in questa direzione!
    a me sembra invece che dai commenti che rilasci ai tuoi articoli, chi è vegan e chi nn lo è lo decidi tu, a seconda delle tue linee politiche, ma nn è così…

    7 Agosto, 2014
    Rispondi
  13. Veganzetta ha scritto:

    Peter Charles chiaramente il nostro rapporto con gli altri Animali è frutto della visione che noi Umani abbiamo del mondo, della natura e del nostro ruolo su questo pianeta. Se i nostri riferimenti culturali sono tali per cui ci viene detto sin da piccoli che l’Umano è separato degli altri Animali, e che il nostro posto è quello in cima a una piramide di potere, allora è chiaro che le conseguenze sono quelle che tutte/i conosciamo e viviamo quotidianamente.
    Inoltre una visione dell’esistenza gerarchica e piramidale non è mai settoriale e riservata solo a una certa tipologia di soggetti, ma è generalizzata a ogni tipo di rapporti. Infatti la discriminazione dell'”altro”, e la volontà di sottometterlo, controllarlo, dominarlo o semplicemente allontanarlo se non è gradito, è estesa anche agli Umani che non fanno parte della nostra cerchia di interessi, che sono culturalmente, geograficamente, etnicamente lontani da noi. Il concetto di specismo ci permette di studiare e capire i nostri rapporti con gli altri Animali e la discriminazione che li caratterizza, ma le stesse dinamiche provengono da un concetto – o meglio un paradigma – più ampio che ingloba anche i rapporti intraumani. Spesso si legge soprattutto sui social network che questa o quella persona umana è una bestia: in tal caso chi scrive realmente la considera tale (considerando l’accezione negativa che correntemente viene attribuita a tale termine), e come tale la tratterebbe.

    7 Agosto, 2014
    Rispondi
  14. Veganzetta ha scritto:

    Francesca: Veganzetta sin dalla sua nascita ha sempre tenuta una condotta lineare e coerente, anzi la coerenza è uno degli aspetti identitari più caratterizzanti di questo sito web.
    Nella pagina “Linguaggio e principi” (http://www.veganzetta.org/?page_id=107) è riportato il link al testo della pubblicazione “Proposte per un manifesto antispecista” che costituisce l’ossatura teorica di Veganzetta. Di seguito il paragrafo estratto da tale testo che più interessa l la questione che tu sollevi.

    Rapporti tra individui

    Una nuova società umana liberata potrà sussistere solo se saremo capaci di concepire un nuovo tipo di rapporto (individuale), finalmente paritario e solidale, con le altre società di senzienti e, più in generale, di viventi. Saranno quindi necessari nuovi strumenti per regolare i complessi e continui rapporti tra individui (siano essi Umani o no); per tale motivo si propone l’adozione di cinque principi utili alla creazione di nuovi criteri comportamentali basati su una reale e ampia imparzialità, intra e interspecifica, derivante da concetti di rispetto, solidarietà, empatia e compassione. Concetti, questi, da applicarsi tanto nei rapporti Umano Animale quanto in quelli tra Umani. I cinque principi sono mutuati da una proposta del filosofo Paul W. Taylor e, se interpretati in chiave antispecista, potrebbero divenire un semplice ed efficace modello relazionale anche nell’immediato:

    1) principio di autodifesa: è legittimo reagire solo ed esclusivamente se attaccati per proteggere la propria incolumità. Un atto di violenza può quindi essere concepito solo come estrema soluzione per difendere la propria vita;

    2) principio della proporzionalità: in qualsiasi rapporto intra e interspecifico prevalgono sempre e solo gli interessi fondamentali (6) sugli interessi non fondamentali a prescindere dalla specie animale di appartenenza;

    3) principio del minimo danno: qualora non si possa evitare in alcun modo di fare una scelta, essa deve attuarsi cercando il minimo impatto sull’altro soggetto e in generale sulle altre specie animali;

    4) principio della giustizia distributiva: da utilizzare qualora i primi tre principi non fossero assolutamente applicabili. In caso di parità d’importanza di interessi tra individui o tra specie coinvolte, si deve agire per il bene della comunità di viventi terrestre, per la collettività, in modo imparziale e altruistico. Quindi, in caso di uguale peso degli interessi di una parte prevale il bene comune;

    5) principio della giustizia restitutiva: qualora fosse assolutamente inevitabile arrecare un danno a un individuo o a un’altra specie per soddisfare un’esigenza fondamentale, tale individuo o specie ha diritto a un risarcimento in modo da riparare al danno arrecato.

    ————–

    Da quanto esposto ti potrai rendere conto di come si possano regolare i rapporti con gli altri Animali e che quanto tu hai scritto non è la linea di Veganzetta.
    Inoltre l’antispecismo non è genericamente biocentrico, ma sensiocentrico e non parla di vita da difendere, ma di individui da rispettare, a prescindere dalla specie di appartenenza.
    Per quanto riguarda le forze armate: è chiaro che – sempre per coerenza – se l’antispecismo prevede una linea non violenta nei confronti degli altri esseri senzienti e in generale viventi, non si capisce come possa centrare con l’uso delle armi. In particolare, se si sta parlando di veganismo etico – e non dietetico – esso nasce da una precisa volontà di NON NUOCERE agli altri, e per tale motivo è una delle pratiche fondamentali dell’antispecismo, quindi ancora una volta non si capisce come possa essere possibile che una persona sia al contempo vegana etica e militare di professione.
    In questo sito non si giudica chi può essere vegan e chi non lo è, si evidenziano dei fatti e si prendono delle posizioni legate alla coerenza e alla teoria antispecista, ciò ovviamente riguarda anche il veganismo etico. Se i media parlano di vegani nelle forze armate, è chiaro che chi è vegan possa dire la sua sulla questione.
    l’inserimento di persone che hanno una alimentazione vegana nelle forze armate è da prendere in maniera favorevole“: in effetti è una notizia positiva, ma solo per quanto riguarda l’alimentazione vegana perché in tal modo si risparmia la vita a molti esseri senzienti, ma dal punto di vista teorico del veganismo etico e dell’antispecismo, la notizia non è affatto buona per i motivi già abbondantemente spiegati.

    7 Agosto, 2014
    Rispondi
  15. francesca ha scritto:

    quindi vivete in una comune??? solo per info

    7 Agosto, 2014
    Rispondi
    • Veganzetta ha scritto:

      Le comuni sono esperimenti di convivenza importanti da considerare e attuare. Ci sono alcune realtà vegane dove si sperimenta la vita in comune, in ogni caso anche da soli o in piccoli gruppi si può sperimentare un’esperienza di vita a contatto con la natura cercando di mettere in pratica la teoria antispecista (come fa chi scrive). E’ chiaro che essendo parte di una società specista, ci si deve confrontare con una serie di compromessi che però possono essere intesi come contingenti e temporanei. Anche lo stesso utilizzo della tecnologia (computer, internet ecc…) è un grande compromesso, ma è utile per divulgare (come in questo caso) gli ideali antispecisti. In generale è opportuno soppesare i pro e i contro di ogni scelta quotidiana e regolarsi di conseguenza. In conclusione non è necessario vivere in una comune per vivere l’antispecismo nel quotidiano.

      7 Agosto, 2014
      Rispondi
  16. Roberto ha scritto:

    Concordo con l’articolo postato, vi sono lavori che un vegano nn può svolgere:
    barist* (come fa a servire latte?)
    camerier* (come fa a servire un piatto di carne?)
    edicolante (come fa a vendere un giornale di caccia?)
    cuoc* (a meno che il ristorante nn sia 100% vegano)
    Il calzolai* (calzature in pelle)
    Il politico (come farebbe un sindaco ad amministrare un paese in cui è presente un macellaio?)
    Casser* in un supermercato (come fa a vendere animali morti?)
    banchiere (affamatore di popoli)
    Giornalista (a meno che nn sia di veganzetta) :D (quanti giornalisti che prendono ordini da un caporedattore che li invita a scrivere un certo tipo di articolo… Ad esempio se fosse sulla caccia o un alimentazione onnivora?)
    Anche pagare le tasse è poco vegano poiché quelle stesse tasse vengono usate per pagare i soldati…
    Cambiamo questa società di M…
    dove troppi lavori nn sono praticabili x colpa di questa società che impone le sue regole…
    Ci vorrebbe però una definizione precisa per i vegetariani e vegani…
    Troppa gente che si definisce vegetariana e mangia pesce… Troppa gente che si definisce vegana e nn lo è… Suggerisco di fare un articolo a riguardo…

    7 Agosto, 2014
    Rispondi
    • Veganzetta ha scritto:

      Ciao Roberto,

      Vi sono lavori che una persona umane vegana non può assolutamente svolgere, come allevatore, cacciatore, vivisettore, macellaio ecc…
      Vi sono altri lavori che una persona umana vegana può svolgere (chiaramente è sempre un compromesso) ammesso e non concesso che una società futura antispecista preveda un lavoro salariato e l’impiego del tempo delle persone per ricevere in cambio una retribuzione in denaro.
      Barista: esiste il latte vegetale
      edicolante: l’edicolante può scegliere che giornali vendere
      cuoca/o: esistono ristoranti vegan
      calzolaia/o: esistono materiali non di origine animale
      politica/o: tu parli di sindaco, quindi si tratta di amministrazione pubblica (in teoria quindi è diverso). Anche in questo caso dipende dalla forma sociale che in un futuro antispecista si sceglierà, è auspicabile che non ci sia una democrazia rappresentativa ma partecipativa e diretta, quindi politici e amministratori non serviranno.
      cassiera/e: esisteranno soldi da incassare?
      banchiera/e: come non darti ragione?
      giornalista: esisteranno – si spera – tante Veganzette sicuramente meglio di questa.
      Tasse: hai assolutamente ragione, infatti i vegan che pagano le tasse finanziano contro la loro volontà l’acquisto di armi, l’allevamento, la ricerca che utilizza gli animali, lo sfruttamento e la distruzione dell’ambiente e via discorrendo… Servirebbe una forte e decisa obiezione fiscale.

      Ci vorrebbe una definizione precisa di vegan… è vero.
      In generale si può dire che troppa gente non è coerenze e nemmeno seria purtroppo.
      Grazie per il suggerimento.

      7 Agosto, 2014
      Rispondi
  17. Roberto ha scritto:

    È abbastanza utopico ciò che scrivi, ma tornare al baratto sarebbe una buona soluzione… Ma facendo i conti con la società odierna quei lavori nn sono svolgibili…
    Se è alle dipendenze altri devi stare alle regole di chi comanda… I dipendenti sono un po’ come soldati…
    L’unica speranza per i vegan è di gestire una azienda…

    7 Agosto, 2014
    Rispondi
  18. Paola Re ha scritto:

    Quello del lavoro per una persona vegan è un bel cruccio. Ho fatto l’educatrice per 8 anni, 4 dei quali all’asilo nido dove, non solo le educatrici mangiano coi bambini ma, nella sezione 0-12, in certi asili il cibo viene preparato direttamente dalle educatrici, perché ogni bambino ha un suo programma alimentare, quindi dovevo tagliare, sminuzzare, frullare animali. Ho cambiato quel lavoro che amavo soprattutto per il momento del pasto: non mi sono mai abituata a quella orribile quotidianità. Da due anni lavoro alla dogana e, prima di andare in quell’ufficio, mi sono informata che in quella dogana non si sdoganassero animali. Non riuscirei a fare controlli quotidiani su quel tipo di “merce”: così sono definiti gli animali nel codice doganale. Per essere serenamente vegan, anche il lavoro ha un ruolo importante ma non sempre si è così fortunati da poterlo scegliere. Certamente, oltre una certa soglia non si deve andare perché certi lavori sono davvero inaccettabili.

    7 Agosto, 2014
    Rispondi
  19. francesca ha scritto:

    “Anche pagare le tasse è poco vegano poiché quelle stesse tasse vengono usate per pagare i soldati…”

    “Tasse: hai assolutamente ragione, infatti i vegan che pagano le tasse finanziano contro la loro volontà l’acquisto di armi, l’allevamento, la ricerca che utilizza gli animali, lo sfruttamento e la distruzione dell’ambiente e via discorrendo… Servirebbe una forte e decisa obiezione fiscale.”

    voi le tasse le pagate??? xkè sembra da ciò che scrivete che i vegani che pagano le tasse nn siano vegani… o.O
    spero in una vostra risposta! sono curiosa…

    7 Agosto, 2014
    Rispondi
  20. Peter ha scritto:

    Ciao Veganzetta.
    E’ che secondo me certi discorsi fanno acqua da tutte le parti.
    Il concetto stesso di dominio è insuperabile qualora si accetti unilateralmente la logica del compromesso.
    La stessa sterilizzazione degli animali randagi è una forma di violenza e dominio. Con la sterilizzazione si interviene su degli individui che NON scelgono di essere mutilati di una funzione naturale che gli appartiene. Ed è l’uomo che decide che si possa operare in tal modo su altre specie. Per logica, un antispecista dovrebbe, dunque, opporsi anche alle sterilizzazioni delle colonie feline e dei cani randagi. E con che conseguenze? Se, però, accetta che si possa/debba fare, accetta le classiche logiche antropocentriche. Il compromesso, per essere tale, deve essere accettato da tutti gli individui coinvolti. Quando è il più forte a decidere unilateralmente un’azione violenta su un individuo più debole, indifeso ed innocente, c’è dominio. Allora più corretto e realistico affermare che la liberazione degli animali non umani dalla morte e dallo sfruttamento può realizzarsi indipendentemente dalla generale logica di dominio. Ben potrebbe, infatti, essere riconosciuto il diritto degli animali non umani alla vita e a non essere sfruttati, permanendo, tuttavia, su essi una forma pervasiva di controllo umano (es. sterilizzazioni). E questo è quello che vogliono molti veg. E questa è anche la direzione più logica di una lotta realistica.
    Anche la questione delle tasse è fondamentale. Se si pagano le tasse si alimenta il sistema. E “tasse” sono sia le imposte dirette che quelle indirette. E non è che non vi sia scelta. La scelta c’è, eccome. Se si accetta il compromesso, il sistema viene alimentato. E criticarlo, quando lo si alimenta, è uno schiaffo in faccia a chi vi si oppone davvero, pagandone le relative conseguenze. Chi paga le tasse, tiene in piedi principalmente la macchina militare. E se non è vegan la persona che accetta il compromesso di fare il soldato, non è vegan neppure la persona che accetta il compromesso di pagare le tasse e, di conseguenza, i soldati.
    I soldato, peraltro, potrebbe avere scelto un certo mestiere per esigenze di sopravvivenza. E’ noto che in Italia i soldati siano in larga parte provenienti da territori dove la disoccupazione è dilagante ed è palese che molti possano trovarsi a dover scegliere questa via solo per avere un lavoro. Ed io mi chiedo è più accettabile che un veg faccia il soldato (occupandosi magari solo di manutenzione idraulica o elettrica della base dove lavora o di soccorso alla popolazione civile) oppure che faccia il cameriere in un ristorante non veg? Il soldato, che ha certe mansioni, sicuramente passa tutta la vita senza ammazzare alcuno, il cameriere in un comune ristorante, invece, serve poveri resti costantemente.
    Quanto, poi, all’uso dei termini nel mondo VEG, non ha alcun senso ed utilità voler definire “vegano etico” chi fonda la propria scelta sui vostri principi etico-politici e “vegano alimentare” chi fonda la propria scelta su principi etico-politici diversi dai vostri. Sempre di etica si parla.
    Boh, a volte sembra che nel mondo veg si perda di vista il fondamentale. Troppe contraddizioni e polemiche inutili.

    8 Agosto, 2014
    Rispondi
    • Veganzetta ha scritto:

      Ciao Peter,
      I discorsi affrontati non fanno acqua, bensì fanno parte di un percorso di liberazione che intende essere serio e strutturato.
      La logica del compromesso non è accettata unilateralmente, non puoi ragionare pensando che gli Animali siano già liberi e quindi si trovino allo stesso piano degli Umani tanto da poter avere una pari rilevanza.
      Il compromesso avviene tra le persone liberazioniste che progettano strategie attuabili per ottenere dei risultati. L’esempio della sterilizzazione dei Cani è sintomatico. I Cani li abbiamo creati noi umani, sono una delle tante specie animali modificate e plasmate a nostro uso e consumo. Nulla di loro è naturale perché mangiano ciò che vogliamo noi, vivono dove e come vogliamo noi, e sono fisicamente come vogliamo noi. La vera liberazione animale prevede la reintroduzione in natura degli Animali capaci ancora di badare da soli alle proprie esigenze, per gli altri si dovrebbe semplicemente attendere che scompaiano non facendoli più riprodurre come accade ora. La sterilizzazione previene le sofferenze di molti Animali che poi rischiano di essere abbandonati e di morire, e inoltre è uno strumento per diminuire il numero di cani. Loro sono un nostro “prodotto”, sono il risultato della nostra volontà di controllo e dominio dei viventi, per riparare al danno abbiamo bisogno di tempo e di strumenti come la sterilizzazione. Intestardirsi sul fatto che non sia naturale sterilizzare un Animale che di naturale non ha nulla, è semplicemente illogico.
      La logica del dominio per essere abbattuta ha bisogno di strumenti culturali, ma anche di soluzioni pratiche. La sterilizzazione è una soluzione pratica utile a realizzare una logica della riparazione del danno.

      Tasse: chi non vuole pagare seriamente le tasse non dovrebbe vivere nella società umana. parli giustamente di tasse dirette e indirette, quindi comprenderai che il solo atto di comprare un bene o un servizio prefigura il pagamento di una tassa. Il possedere un oggetto significa pagare una tassa (una casa, un terreno, un’auto…). Il fatto di poter usufruire di un ospedale significa pagare delle tasse e via discorrendo.
      Esimersi dal pagare le tasse è possibile, ma significa entrare in conflitto diretto con il sistema e uscirne per esserne coerenti, ma ciò significherebbe anche isolarsi e non contribuire alla sua demolizione dall’interno. Questo nostro scambio di idee su Veganzetta avviene mediante gli strumenti di comunicazione del sistema che intendiamo cambiare. Ciò è possibile solo facendone parte. Pensare di essere realmente e totalmente antispecisti è una pia illusione: noi siamo nati, cresciuti e siamo stati educati da un sistema ingiusto e improntato sul dominio e sul controllo, un sistema specista. la nostra stessa forma mentis è specista, per quanto possiamo sforzarci non riusciremo a immaginare totalmente un futuro aspecista, però non per questo dobbiamo smettere di lottare e aspirare a un cambiamento che per ora è ancora solamente utopico.
      La macchina militare la paghiamo tutti, anche chi non la vuole con tutte le sue forze perché anche se ci si oppone strenuamente e si finisce in galera, siamo corresponsabili del mercato delle armi e degli strumenti di contenzione e controllo necessari per tenerci in uno stato di prigionia, quindi è semplicemente con la nostra stessa esistenza che alimentiamo il sistema. Per tale motivo è necessario agire e operare dall’interno per scardinare tali logiche e sistemi.
      Una persona vegan che accetta di fare il soldato se permetti è molto diversa da chi non accetta di farlo. Il soldato fa parte delle forze armate, potenzialmente serve per uccidere qualcuno: ci sono compromessi e compromessi, non sono tutti uguali.
      Smettiamola con la solita storia dell’esigenza di occupazione dei giovani del sud che si arruolano in massa, ciò forse poteva essere vero per i nostri padri, ma oggi non è assolutamente così. Già a suo tempo c’era chi (come Giorgio Gaber per esempio) contestava la visione pasoliniana del carabiniere proletario e parlava di “stupido pietismo per il carabiniere”, oggi più che mai questa visione è valida e vera. Chi si arruola mira a un posto fisso e a guadagni sicuri. Chi va in missione all’estero viene pagato profumatamente e rischia a volte molto meno di un muratore che lavora su un’impalcatura, inoltre c’è da notare che quando un soldato italiano muore si ricorre ai funerali di Stato, mentre nulla di tutto ciò accade se per esempio un operaio rimane ucciso sotto una pressa, in fin dei conti tutti e due vengono pagati per fare un lavoro, ma il primo rappresenta un’istituzione, un concetto di patria e di Stato che esula la mera occupazione lavorativa, ecco quindi un altro motivo del perché un vegan non dovrebbe fare il soldato.
      La distinzione tra veganismo etico e veganismo dietetico è semplicemente fondata sul fatto che il veganismo etico è una filosofia di vita, quello dietetico uno stile alimentare. All’interno del veganismo etico (ma in realtà il veganismo dovrebbe essere SOLO etico perché alla sua nascita così era…) ci sono diverse visioni e tendenze, Veganzetta non vuole imporre nulla, ma siccome si parla di vegane/i che fanno scelte, affermazioni e prendono posizioni pubbliche, è giusto che chi è vegan (e quindi chiamato direttamente in causa) e non la pensa come queste persone, dica la sua.

      8 Agosto, 2014
      Rispondi
  21. Peter ha scritto:

    E ci tengo a ribadire che le mie affermazioni sono dettate solo da onestà intellettuale e non dalla volontà di difendere i soldati israeliani. Ribadisco la mia viscerale avversione per l’ideologia politica per cui combattono i soldati in questione. Avrei preferito leggere un articolo sulla questione palestinese di altro stampo.

    8 Agosto, 2014
    Rispondi
  22. Roberto ha scritto:

    “Da due anni lavoro alla dogana e, prima di andare in quell’ufficio, mi sono informata che in quella dogana non si sdoganassero animali.”
    Non è vegan nemmeno questo lavoro, in quanto se un domani cambiassero le cose e si sdoganassero animali che fai? Te ne vai? Allora un soldato se scoppia la guerra basta che nn combatte ed è vegan… No no no! Nessun compromesso!

    8 Agosto, 2014
    Rispondi
  23. francesca ha scritto:

    visto che nn mi vuoi rispondere se paghi le tasse o meno… ti faccio alcuni appunti:

    – “ma ciò significherebbe anche isolarsi e non contribuire alla sua demolizione dall’interno” questo è ciò che avevo scritto io in precedenza…
    “Per tale motivo è necessario agire e operare dall’interno per scardinare tali logiche e sistemi”
    questo è ciò che avevo scritto io in precedenza… “l’inserimento di persone che hanno una alimentazione vegana nelle forze armate è da prendere in maniera favorevole, in quanto è l’inizio di un abbattimento di un muro anche in questa direzione!” palese la tua contraddizione…

    – “inoltre c’è da notare che quando un soldato italiano muore si ricorre ai funerali di Stato, mentre nulla di tutto ciò accade se per esempio un operaio rimane ucciso sotto una pressa”
    i soldati a differenza dei muratori oltre a prestare un giuramento, sono soggietti a codice penale… devono sottostare a regole che i muratori o altri operai nn hanno… se un muratore viene multato per eccesso di velocità paga la multa e basta, per il soldato sorgono problemi sul lavoro in quanto verrà punito per un comportamento che lede alla forza armata… come vedi nn si può fare paragoni…
    inoltre ti contraddici in quanto afferim che: “Chi va in missione all’estero viene pagato profumatamente e rischia a volte molto meno di un muratore che lavora su un’impalcatura” dimostri quanto sia remota la possibilità che un soldato possa uccidere un altro uomo a differenza di padroni che mettono in pericolo di vita gli operai…

    pagare le tasse è poco vegan, lo continui ad affermare, ma noi tutti le paghiamo quindi nn ci sono vegan qui… mi dispiace…
    come ha scritto roberto, nessun compromesso! oppure facciamo i compromessi a piacimento? decidiamo qui su veganzetta chi è vegan e chi no?

    saluti e delusione profonda da una vostra lettrice…

    8 Agosto, 2014
    Rispondi
    • Veganzetta ha scritto:

      Cara lettrice delusa,

      1) La risposta è già stata data: se si vive in questo sistema volenti o nolenti si contribuisce quindi è chiaro che la risposta è si. Anche scrivendo su questo sito si paga una connessione a internet su cui vengono caricate delle tasse.
      2) isolamento dal sistema: se lo hai detto anche tu significa che siamo d’accordo, non si capisce quindi dove possa essere il problema.
      3) Non c’è alcuna contraddizione perché nel commento in questione si citava una tua frase che infatti è virgolettata, se leggi per intero il passo (riportato di seguito) capirai che la posizione è perfettamente logica.
      l’inserimento di persone che hanno una alimentazione vegana nelle forze armate è da prendere in maniera favorevole“: in effetti è una notizia positiva, ma solo per quanto riguarda l’alimentazione vegana perché in tal modo si risparmia la vita a molti esseri senzienti, ma dal punto di vista teorico del veganismo etico e dell’antispecismo, la notizia non è affatto buona per i motivi già abbondantemente spiegati.
      4) Anche i muratori sono soggetti al codice penale, solo che vengono giudicati da un tribunale civile e non militare, la cosa non cambia. Il giuramento fa parte di quella differenza che c’è tra un lavoratore qualsiasi e coloro che sono al servizio dello Stato, quindi della struttura sociale principale del sistema che vorremmo cambiare, ciò si riallaccia a quanto detto in un altro commento ed è inutile tornarci sopra.
      La questione della multa per eccesso di velocità non è assolutamente vera, le cose nelle forze armate sono cambiate e di molto non te ne sei accorta? la visione romantica del soldato appartiene solo al mondo della prosa.
      5) Rischi nelle missioni all’estero: anche in questo caso pecchi di scarsa attenzione. Non rischiare la propria vita non significa automaticamente che non si possa attentare alla vita altrui: chi sta comodamente seduto dentro a un carro armato o nella stazione di controllo di una batteria di missili rischia ben poco e al contempo può ammazzare centinaia di persone, come spesso accade. Idem per i piloti dei caccia che raramente vengono abbattuti, ma che quasi sempre seminano morte e distruzione. Quindi la possibilità di uccidere qualcuno senza correre rischi è assolutamente concreta, è infatti la prerogativa dei moderni eserciti occidentali, i droni insegnano.

      Pagare le tasse non è vegan, come non lo è manco vivere in questa società, del resto chi è vegan da un certo numero di anni di sicuro conosce il famoso adagio che recita: “il vegan perfetto è il vegan morto“. E’ impossibile esserlo davvero, ciò che si tenta di fare è diminuire al massimo – per quanto possibile come scriveva Donald Watson – l’impatto sugli altri: è questo il nostro preciso dovere morale.

      Nessuno decide su Veganzetta chi è vegan e chi no (come già affermato in precedenza), si sta solo discutendo su visioni diverse, se non ti garba puoi sempre cambiare frequentazioni telematiche.

      Saluti antispecisti.

      8 Agosto, 2014
      Rispondi
  24. francesca ha scritto:

    quindi nn sei un vegan vero? parli di mondo ipotetico quando ti conviene, ma di quello reale per criticare gli altri…

    saluti vegani

    8 Agosto, 2014
    Rispondi
    • Veganzetta ha scritto:

      Francesca non vuoi capire.
      Nessuno a questo mondo può essere una vera persona umana vegana: anche senza volerlo si uccidono un sacco di Animali, ad esempio le Formiche mentre si cammina, per non parlare dell’uso dei mezzi di trasporto. Anche mangiando solo verdura per quanta attenzione si faccia si causa la morte di molti Animali, chi si dedica all’autoproduzione lo sa bene. Il veganismo è una filosofia di vita che cerca di impattare il meno possibile sugli altri Animali, essendo noi esseri imperfetti, non possiamo realizzare filosofie perfette. Da questo a dire che tanto vale arruolarsi o essere acritici in tutto e per tutto adeguandosi a una società specista, ce ne passa.

      8 Agosto, 2014
      Rispondi
  25. francesca ha scritto:

    mettiamola in un altro modo allora visto che così nn capisco…
    ciò che cozza con la vostra linea politica è sbagliato ma ciò di cui avete necessità allora nn è in contrasto con l’essere vegan…
    diciamo punti di vista… un soldato è sbagliato, ma mangiare pomodori coltivati con lo sfruttamento umano è più etico, abitare in una casa in cui un uomo ha rischiato la vita è più etico di chi lavora in un infermeria di una caserma… adesso forse ho capito, ciò che dite voi è giusto, ciò che dicono gli altri in un altro mondo sarebbe giusto ma ora è sbagliato…

    ok ma di vegan avete poco lo stesso… imporre un idea è poco vegan, anche in un altro mondo…

    8 Agosto, 2014
    Rispondi
    • Veganzetta ha scritto:

      Mettiamola pure in altro modo, e diciamo pure che è evidente che a te sta molto a cuore (magari per motivi personali) la vita militare, e vieni a portare esempi-limite come chi lavora in infermeria di una caserma (nella tua versione idilliaca della vita militare manca solo il babbo natale vestito con la mimetica e il prete cappellano graduato – altro orrore – e siamo al completo), del resto volendo si può trovare qualcosa di positivo in ogni agire umano, anche il più terribile, basta cercare bene.
      Accusare altre persone di non essere coerenti e di usare pesi e misure diversi nel tentativo di avere ragione è disonesto.
      Nessuno ha mai scritto che mangiare pomodori coltivati sfruttando gli Umani sia giusto, questo lo dici tu e fa parte delle tue esagerazioni iperboliche come quella dell’utile infermiere della caserma. Non tutti i pomodori sono coltivati sfruttando migranti “clandestini” nelle piane del sud Italia. Prova a coltivarteli tu a casa tua e vedrai che nascono e crescono lo stesso.
      Purtroppo è la verità è che non hai capito nulla, non perché tu non abbia le sufficienti e necessarie facoltà intellettive, ma perché il tuo è un atteggiamento strumentale che non è utile. Come già detto fino alla nausea in questo sito web non si vuole imporre nulla, ma nemmeno sottostare alla baggianate di chi tenta maldestramente di dimostrare che determinate azioni umane (come quella di usare le armi) siano in fin dei conti accettabili da chi ha abbracciato il veganismo.

      8 Agosto, 2014
      Rispondi
  26. francesca ha scritto:

    paga le tasse, sostieni questo sistema! compromettiti!!!

    8 Agosto, 2014
    Rispondi
  27. francesca ha scritto:

    io faccio esempi estremi??? l’italia nn fa una guerra dalla seconda guerra mondiale… ci sono soldati italiani che hanno fatto una carriera senza missioni estere e io farei esempi estremi??? o.O
    mi sa che sei tu che conosi poco il mondo militare…

    8 Agosto, 2014
    Rispondi
    • Veganzetta ha scritto:

      Francesca in generale è buona norma informarsi quando si parla di un qualsiasi argomento con gli altri. Discutere senza cognizione di causa fa solo perdere tempo alle persone.
      Investi un po’ del tuo tempo per documentarti sulla partecipazione italiana a conflitti nel recente passato, e smettila di sputare sentenze sugli altri e su argomenti che ignori come se fossimo al bar sotto casa.
      http://it.wikipedia.org/wiki/Operazione_Allied_Force
      C’è chi ammette che va in guerra e bombarda, e c’è che la chiama “missione di pace” e bombarda lo stesso, come c’è chi fa vivisezione sugli Animali, e chi invece parla di sperimentazione animale: il risultato è il medesimo.
      Con questo si conclude questa discussione con te perché è evidente che non disponi degli strumenti necessari né della serietà per continuarla.

      9 Agosto, 2014
      Rispondi
  28. Paola Re ha scritto:

    Rispondo a Roberto “Non è vegan nemmeno questo lavoro, in quanto se un domani cambiassero le cose e si sdoganassero animali che fai? Te ne vai?” Il mio lavoro non è vegan, come non lo sono innumerevoli lavori svolti da persone vegan. Sono d’accordo minuziosamente con tutto ciò che ha scritto Veganzetta quindi non mi dilungo. Nel mio caso specifico, se da domani nella mia dogana si sdoganassero animali, chiederei un trasferimento in un’altra dogana: ce ne sono diverse nel raggio di 50 km in cui non sono sdoganati animali. Non risolverei il problema a monte (il lavoro doganale resta un lavoro non vegan) ma lo risolverei, per me, a valle (non vedrei quotidianamente certi orrori). La “merce” animali continua a viaggiare per il mondo ed è questo il vulnus. Se non altro, nel caso in cui un funzionario doganale facesse il suo lavoro di controllo in modo rigoroso, riuscirebbe ad alleviare le sofferenze della “merce” animali rendendola meno merce e più esseri senzienti, Comunque credo che, proprio perché siamo imperfetti, è difficile fare un lavoro che non nuoccia in qualche modo al prossimo (umano e non umano) quindi certi compromessi vanno accettati. Tuttavia, la trovata del soldato vegan, da cui è partita questa lunga discussione, mi è del tutto incomprensibile.

    9 Agosto, 2014
    Rispondi
  29. Donato Conte ha scritto:

    Buonasera,
    Ho letto la vostra lunga discussione e mi è parsa interessante sotto molti aspetti, dico subito che forse inaspettatamente mi trovo d’accordo e in disaccordo con tutti voi…
    Il mio punto di vista è il seguente:
    Se è vero che sembra come già scritto che Francesca abbia interessi personali per i soldati, bisogna anche dire che ho letto di missioni di pace (o guerra come le chiama Veganzetta) e antifascismo… Secondo me sono correlate le cose, se è vero che gli antifascisti hanno si ucciso ma x liberare l’Italia è anche onesto affermare che l’hanno liberata soprattutto grazie all’intervento dell’esercito americano, che con gli stessi metodi attuali iniziava già da allora il percorso imperialista che porta i militari italiani (molte volte su base volontaria) in OFCN legati da patti siglati dopo “l’invasione” subita (missioni sempre di difesa e mai di conquista quelle italiane visto l’art11 della costituzione come scritto…). Vi è anche da dire come già detto da altri prima di me che moltissimi soldati che in questi anni arrivano al pensionamento non abbiano mai partecipato a missioni estere e senza mai uccidere nessuno… Il discorso è che nella vita militare la maggior parte dei soldati riceve una formazione specializzata in un determinato settore(che nel mondo civile costerebbe un patrimonio… Basti guardare quanti piloti di linee civili il brevetto di volo lo ottengano passando da un arruolamento senza pagare un soldo), solo pochi vengono formati e addestrati al combattimento, in quanto devono essere funzionali soprattutto alla parte logistica e amministrativa della caserma… In caso di scoppio di una vera guerra e nn OFCN, come accade ad esempio in Israele (distinguiamo quindi il lavoro soldati dei vari stati a seconda delle leggi e dei giuramenti prestati) vengono richiamati i riservisti, questi si che verranno mandati in prima linea a combattere in quanto nn hanno formazione su altri compiti da svolgere… A questo punto è forse quasi preoccupante il fatto che anche noi “civili” se rientrassimo nella fascia di età “riservista” saremmo chiamati alle armi e probabilmente a uccidere qualcuno… Quindi come già detto bisognerebbe distinguere il lavoro prestato da ogni soldato per affermare se sia compatibile o meno… Affermo questo in quanto provengo da un paesino in provincia di Lecce da cui sono emigrato con i miei genitori sul finire dell’adolescenza, ma molti miei amici del paese sono militari e proprio come diceva Piter mi pare, al sud un posto statale è oro che cola e i concorsi vengono provati tutti x una speranza di lavoro e nn per altri motivi… Mi dispiace leggere quando leggo di uomini sottopagati nei campi si parli solo di extracomunitari o clandestini, lo trovo discriminante poiché vi sono anche molti italiani (mia madre era tra questi)… Si parla tanto che nn vi debbano essere differenze di specie ma poi si cade a differenziare o ricordare solo una parte di uomini sfruttati quasi per far più pena.
    Per il discorso delle tasse, come già detto ci troviamo in un sistema che ci obbliga a pagarle, ma è anche vero che è lo stesso sistema che ci da ad esempio protezione da furti e raggiri o un sistema sanitario che senza tasse pagate nn ci sarebbe.
    Sogno anche io un mondo diverso e bellissimo dove nn ci sia violenza e dove tutti noi animali viviamo in pace… Ma ci troviamo in questo mondo, e ci dobbiamo vivere per questo lottando compatti x un mondo migliore… (Mi piace però pensare che quel mondo esista e si chiama paradiso). Certe cose nn si cambiano da un giorno all’altro. Se come dice giustamente Paola di lavori vegani nn c’è n’è quasi nessuno, allora bisogna accettarli tutti, un soldato vegano con un fucile in mano nn è pensabile ma se svolge una mansione dove non è a contatto con le armi lo trovo coerente come stare alla dogana se nn sdoganano animali, o come l’edicolante che vende solo un certo tipo di giornali o il calzolaio che lavora solo su materiali sintetici… (Alla fine il discorso deve ricadere o sulle mansioni del singolo oppure se si guarda in generale anche il doganiere, l’edicolante o il calzolaio nn andrebbero bene)
    Detto questo sembra quasi che si voglia sfruttare il discorso vegan per far passare un certo tipo di politica e trovo la cosa schifosa e disonestà… Si attaccano dei lavori che sono in contrasto con una linea politica che ha poco a che fare con l’antispecismo sfruttandolo mentre si chiudono entrambi gli occhi su altri… Così nn va bene… Mi dispiace, concludo dicendo che bisognerebbe essere più obiettivi nello scrivere sia da una parte che dall’altra… Ritengo che ogni persona possa ritenere etico una cosa che per un’altra persona nn è etico, stare qui a giudicare “io faccio un lavoro più bello ed etico del tuo” mi sembra ridicolo… Ritengo tutto ciò un innalzarsi a voler essere meglio degli altri il che porta si a un mondo diverso da quello attuale ma sicuramente nn migliore… “Io sono meglio di te” è alla base di ogni intolleranza… Bisognerebbe fare più autocritica e migliorare noi come persone prima di voler migliorare gli altri

    P.s. x il discorso riservisti, evitate di tirare un ballo l’obiezione di coscienza in quanto sicuramente da ciò che si deduce da una certa linea politica che evidentemente prevale sul discorso vegano, molti di voi sono contrari all’obiezione di coscienza per i medici anti abortisti… Il discorso è sempre lo stesso, ciò che vale per alcuni nn vale per altri a seconda che convenga o meno…

    Saluti
    Donato Conte

    10 Agosto, 2014
    Rispondi
  30. Veganzetta ha scritto:

    Caro Donato Conte,

    Grazie per il tuo contributo alla discussione.
    Per prima cosa sarebbe opportuno capire cosa intendi tu per “una certa linea politica”, in tal modo ci si capirebbe molto meglio.
    Andiamo per gradi:

    1) La lotta antifascista di liberazione è stata portata avanti da cittadini italiani con successivamente l’appoggio di parte dell’esercito italiano. E’ stata una lotta di autodifesa e liberazione e nessuno ha mai messo in discussione in fatto che ci si debba difendere da un’aggressione. Non si trattava di professionisti, gente pagata o similari. La differenza tra queste persone e un soldato professionista è abissale. La questione degli Stati Uniti è relativa a un contesto storico e a situazioni internazionali molto complesse, inutile entrarci perché non servirebbe a nulla. La lotta partigiana era già partita prima che gli americani intervenissero.
    Non serve discutere oltre questo aspetto perché si rischia di andare pesantemente fuori tema.

    2) Che ci siano molti soldati che non usino mai armi contro qualcuno è vero, che non le abbiano mai usate è falso: tutti i soldati devono saperle usare. Un soldato serve a questo, poi se fa il cuoco è un altro discorso. Secondo il tuo modo di pensare allora un vegano può anche fare il macellaio a patto che non ammazzi direttamente lui gli Animali. Il fatto che non esista un vero lavoro vegano (ammesso e non concesso che l’istituto del lavoro retribuito sia moralmente accettabile) non significa che qualsiasi lavoro può andar bene.

    3) Lasciamo perdere (senza offesa) la questione degli emigranti del sud. Anche moltissimi del nord sono emigrati (si pensi al Veneto, al Friuli Venezia Giulia e al Piemonte) soprattutto all’estero (Stati Uniti D’America e nord Europa, come per esempio in Belgio a scavare in miniera) e non inseguivano il sogno di un lavoro statale, ma semplicemente di un lavoro. Queste questioni sono complesse e difficili, non si può procedere con demagogia nell’affrontarle.

    4) La questione della linea politica sarebbe opportuno che la spiegassi perché lanciare accuse senza argomentarle è veramente fastidioso.

    5) Il relativismo nell’etica è una falsa libertà. Ciò che per te è etico per un altro non lo è? In realtà bisogna per prima cosa capire cosa si intende per eticità. Per un nazista era eticamente accettabile l’esistenza di razze umane superiori e inferiori, per un’altra persona no. Si sta parlando di una visione del mondo e delle relazioni condivisa, o perlomeno accettata, non si può certo ragionare su basi personali.

    6) La questione dell’obiezione di coscienza è molto semplice: i medici hanno diritto a obiettare e a rifiutarsi di prestare servizio nel caso di un intervento abortivo su una paziente, ma questo loro diritto è riconosciuto dalla legge (e non punito, come avverrebbe per chi magari si rifiuta di pagare le tasse per motivi etici, o si rifiuta di andare in guerra se richiamato) a patto che il servizio medico continui a funzionare. C’è invece molta gente che obietta annullando di fatto la possibilità di un ospedale di eseguire interruzioni di gravidanza perché non ci sono medici disposti a farlo. Questo va contro il codice deontologico che queste persone in quanto medici hanno accettato nel momento in cui hanno iniziato la loro professione. Quindi se vogliono essere davvero coerenti con le loro scelte possono tranquillamente cambiare professione, o esercitare in altre specializzazioni visto e considerato che obiettano senza correre rischio alcuno. Meglio sarebbe se protestassero e manifestassero per questa loro convinzione, ma il semplice rifiuto (tutelato da legge e categoria professionale) è fin troppo comodo.
    Il fatto che poi l’aborto sia da considerarsi una conquista per i diritti delle donne, e non un’assassinio come lo considerano i cattolici credenti, è un altro paio di maniche.

    28 Agosto, 2014
    Rispondi
  31. Andrea ha scritto:

    Per quanto apprezzi l’idea della non violenza, non sono d’accordo che chi è impegnato e ci tiene alla difesa degli animali non debba essere a prescindere violento. Tutti se stimolati o per difesa di qualcuno diventiamo aggressivi e violenti. Gli americani quando sono entrati nei campi di sterminio nazisti non mi sembra abbiano chiesto perfavore. Sono entrato con le armi per fermare quell’orrore. Stiamo vivendo il più grande Olocausto (inteso come sterminio di innocenti) che la storia ricorderà, ed è l’olocausto animale. Quando e se il buon senso pervaderà un’ampia fetta della popolazione, allora si entrerà nei macelli armati fino ai denti per fermare a tutti i costi questo scempio. Mi auguro accada molto presto e se posso, sarò in prima linea!

    25 Marzo, 2015
    Rispondi
    • Veganzetta ha scritto:

      Ciao Andrea,

      Se ci si trova in estremo pericolo ed è necessario difendersi da un attacco per salvarsi la vita è chiaro che ogni mezzo è lecito e che quindi anche una risposta difensiva violenta è ammissibile. Se si tratta di attività antispeciste di liberazione animale, valgono i principi dell’A.L.F. che non prevedono alcun uso di violenza nei confronti di esseri viventi (Umani o non Umani), ciò per una questione di coerenza: se si intende liberare gli Animali dalla schiavitù, dallo sfruttamento e dalla violenza, non è possibile adottare gli stessi metodi violenti che la società specista gli impone. Inoltre è chiaro che anche gli Umani sono degli Animali, pertanto un atto violento contro un Umano sarebbe inevitabilmente un atto non in linea con l’antispecismo che è una filosofia non violenta.
      Bisogna poi intendersi cosa significhi “violenza”. perché per molte persone non è affatto violento rompere una gabbia o tagliare una recinzione, o distruggere un luogo di detenzione di Animali. Stiamo vivendo il più grande olocausto che si possa immaginare, questo è vero, ma non è possibile tentare di porre fine a questo immenso macello con gli stessi metodi usati dai macellai.

      26 Marzo, 2015
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  32. Paola Re ha scritto:

    Infatti il problema è proprio a monte: che cosa si intenda per violenza. Entrare in un allevamento di visoni, “violando” la proprietà privata è di per sé un atto violento, secondo la legge, ma non tutto ciò che è legale è moralemente accettabile. La mia morale non accetta che sia giudicato violento un atto simile. Salvare un animale che sta per essere legalmente giustiziato in un lager legalmente riconosciuto è considerato un atto violento perché va contro la legge ma secondo me non lo è. Gli esempi sono innumerevoli e secondo me la legge non ha quasi mai ragione, anzi, spesso è in prima linea a legittimare la violenza che le fa comodo.

    26 Marzo, 2015
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    • Veganzetta ha scritto:

      Che cos’è più violento? Un’azione diretta che arrecando danni a degli oggetti libera degli esseri senzienti condannati a morte, oppure una strage legalizzata di esseri senzienti?
      La violenza è meno grave se è tutelata dalla legge? Se è una tradizione? Un uso o un costume?
      La questione della violenza è complessa, in una società dove la proprietà privata e l’interesse economico fanno da cardine, è chiaro che la violenza contro oggetti, proprietà o interessi molto spesso assume un’importanza maggiore della violenza contro esseri viventi, ma questa distorsione assurda non deve interessare chi intende seguire la via antispecista, anzi può servire da stimolo per mettere finalmente ordine a priorità e a valori snaturati e confusi dalla società dei consumi e dal capitalismo. Prendere a calci un’auto non è la stessa cosa che prendere a calci un Cane, questa semplice considerazione non è evidentemente chiara a tutte/i.
      Tornando all’articolo: imbracciare un fucile (da usare contro altri esseri senzienti) pur mangiando cibo vegan non è quindi moralmente accettabile, e chi pensa lo sia è vittima della distorsione di cui sopra.

      26 Marzo, 2015
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