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Oggi, primo novembre 2023, Giornata Mondiale del Veganismo, vorrei parlarvi di Lombrichi e di veganismo.
Forse potrà sembrarvi un argomento bizzarro, ma i Lombrichi hanno molto a che fare con il veganismo: esiste un nesso tra questi piccoli e bistrattati Anellidi e la concezione vegana dei viventi. Per comprenderlo è necessario compiere alcuni balzi all’indietro nel tempo.
Un primo balzo ci conduce in un luogo terribile: il campo di concentramento nazista di Dacau, dove il prigioniero Edgar Kupfer-Koberwitz di nascosto dalle guardie del campo, scrive una serie di quattro lettere ad un amico immaginario per spiegargli perché non vuole sfruttare e uccidere alcun Animale. Nella sua lettera seconda, Kupfer-Koberwitz descrive accuratamente ciò che deve subire un “verme” quando un pescatore lo usa come esca per catturare un Pesce.
Vedo un gancio di ferro con degli uncini. La mano del pescatore prende il verme, lo trafigge con questa tortura d’acciaio per due terzi del corpo.
Il verme si dimena, si attorciglia, si rizza dal dolore. Il pescatore sorride soddisfatto e orgoglioso poiché ha trafitto in maniera “professionale” il verme. L’amo è nascosto, si vede soltanto il piccolo animale contorcersi nella sua agonia estremamente animato e disperato.1
L’autore della lettera si immedesima in quel piccolo essere che del tutto impotente, si contorce dal dolore e subisce una lunga e crudele agonia per il solo diletto sadico di un Umano. Quel Lombrico – quel verme – è al centro della considerazione morale di Kupfer-Koberwitz, al centro dei suoi pensieri, delle sue preoccupazioni. Lui sente il suo dolore, i suoi pensieri (lo definisce disperato), si immedesima, lo conosce e dunque non vuole in nessun modo provocarlo. Per questo e molto altro si rifiuta di mangiare Animali e di sfruttarli: la sua è una posizione etica che lo accompagnerà per tutta la vita.
Il secondo balzo temporale ci porta in Inghilterra, è il 15 dicembre 2002 e George D. Rodger intervista Donald Watson, noto pioniere del veganismo moderno. Rodger fa numerose domande a Watson, vuole conoscerlo, capirlo se possibile. Ad un certo punto gli chiede della sua attività di orticoltore; Watson comincia a descriverle con piacere: il compostaggio, i suoi lavori nel terreno, fino a concludere nel seguente modo:
Tutto il mio scavare era fatto con una forchetta, non con la vanga, così da non ferire
i lombrichi2
Ancora loro, ancora i Lombrichi che diventano protagonisti (questa volta per fortuna senza sofferenza alcuna) dei pensieri di persone umane – vegane – che hanno fatto del rispetto per gli altri Animali una ragione di vita. Watson piuttosto che rischiare di ferirli o peggio ucciderli con una vanga, ha lavorato per moltissimi anni il terreno del suo orto con una semplice forchetta, osservando bene e da vicino il terreno per non far del male a nessuno, nemmeno a un Lombrico.
L’ultimo balzo temporale ci riporta ai nostri giorni, più precisamente all’alluvione che nel maggio 2023 ha devastato soprattutto la Romagna. Durante quei giorni convulsi, molte persone umane volontarie si sono precipitate a dare una mano a spalare il fango e ad aiutare chi era in difficoltà. Tra le migliaia di immagini pubblicate sul web sull’inondazione e suoi suoi effetti devastanti sui viventi e sull’ambiente, ce n’è una che ci riporta al nesso di cui si parla in questo articolo. Si tratta della foto di un piccolo Lombrico arrotolato su se stesso e ancora semi sommerso dal fango che giace sul fondo di un secchio bianco. E’ una delle fotografie che riguardano l’opera di attiviste a attivisti animalisti appositamente intervenuti per salvare gli Animali intrappolati dall’acqua nel parco urbano Franco Agosto di Forlì. L’immagine fissa solo un attimo di quei giorni drammatici, ma l’idea che ci sia una persona umana che in quella situazione si ferma a raccogliere dalla melma un Lombrico per permettergli di vivere è carica di significati: nessun vivente può essere escluso dal diritto alla vita; anche un Lombrico è degno di attenzione, di considerazione e viene salvato da morte certa.
Dunque nuovamente un Lombrico e il suo diritto alla vita nei pensieri di un Umano e che ci permette di infrangere l’assurda barriera tra specie che abbiamo eretto. Così come Kupfer-Koberwitz e Watson, anche la persona umana che ha salvato il Lombrico dall’annegamento, ha ritenuto la vita di quel piccolo Animali importante e degna di essere rispettata.
Quel Lombrico trafitto dall’amo e agonizzante, quelli liberi e rispettati nell’orto di Watson e quello salvato a Forlì, ci aiutano nel difficile e quotidiano lavoro di ampliamento della considerazione morale del nostro intorno, fino a comprenderlo per poi spingersi oltre. Ci aiutano a capire e vivere a fondo la filosofia vegana.
I Lombrichi sono dei piccoli Animali, molto diversi e lontani da noi, ma proprio per tale motivo costituiscono un importante banco di prova per chi vuole finalmente vivere un’esistenza etica e pacificata.
I Lombrichi hanno davvero molto a che fare con il veganismo.
Adriano Fragano
Note:
1) Edgar Kupfer-Koberwitz, Fratelli animali. Considerazioni su una vita etica, a cura di Giannella Biddau, libreriauniversitaria.it Edizioni, 2023, p. 45.
2) Donald Watson, in George D. Rodger, Interview with Donald Watson on sunday15 december 2002, The Vegan Society, p. 21.
Fotografia in apertura: il Lombrico salvato dall’alluvione in Romagna. Fonte: pagina facebook di Made in Bunny ODV
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Mi sono emozionata nel leggere questo articolo. E non mancherà qualcuno a definirti il pazzo vegano di turno che pensa al lombrico.
Resistiamo!
Ciao Paola,
Grazie per questo tuo commento, certamente siamo tutte persone umane pazze per coloro che non considerano minimamente i diritti fondamentali e la sofferenza degli Animali. Noi parliamo di Animali piccoli e lontani da noi come i Lombrichi, ma di questi tempi non si considera come importante nemmeno la vita dei nostri simili, figuriamoci quella di un Animale, peggio ancora se si tratta di un Lombrico. Dunque oggi appariamo ancora più come dei folli. Mille volte meglio appartenere a questa categoria, piuttosto che far parte della “normalità” sanguinaria che ben conosciamo.
Ho letto proprio stamattina il libro “, fratelli animali ‘” proprio dopo aver letto il suggerimento sulla veganzetta, adesso trovo questo bell’articolo sui lombrichi. Grazie Adriano
Grazie a te Sergio per l’interesse con il quale segui Veganzetta.
Quest’articolo è una ventata d’aria fresca e vitale tra tanta ipocrisia ammuffita che si legge ovunque. Grazie
Cara Costanza,
Grazie a te per questo bel commento che fa molto piacere.
Caro Adriano, mi é piaciuto moltissimo il tuo articolo sui lombrichi.
Sinceri complimenti
Massimo Terrile
Caro Massimo,
Mi fa piacere leggere questo tuo commento e ti ringrazio.
Adriano
Con piacere si comunica che l’articolo “I Lombrichi e il veganismo” è stato pubblicato nel Notiziario n. 1/2024 del Movimento Antispecista.
Grazie a Movimento Antispecista e in particolar modo a Massimo Terrile.