Jade Monica Bello: Homo monstrum


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Mostri, visioni e deformazioni” 23-25 gennaio 2015
A cura dell’associazione culturale Il Citofono, con la collaborazione del Comune di Spresiano (TV)


Quando il tema proposto per una collettiva d’arte è quello della mostruosità in tutte le sue manifestazioni ed interpretazioni, questo diventa ottimo veicolo per un messaggio forte, destabilizzante, che legga il mostro nelle scelte quotidiane di ognuno, che possa rendere visibile a chi ancora non conosce o non vuole vedere la devastazione, lo sterminio e l’ingiustizia perpetrata dall’essere umano.
Definito come Homo sapiens, di fronte alle sue azioni ed alle conseguenze che ne derivano, ecco che la definizione scientifica sembra non rispondere più ad una giusta descrizione, egli è piuttosto un Homo monstrum.

A partire da questo concetto è nata la mia riflessione artistica, in cui viene rappresentata la distruttiva banalità della mostruosità umana, incapace di risparmiare niente e nessuno.

Involuzione dell’Homo sapiens in Homo monstrum, mostro nei confronti di se stesso, degli altri esseri viventi e del Pianeta che lo ospita, propenso al dominio e all’abuso a discapito di coesistenza ed empatia.

Gli alberi, simbolo della Natura di cui tutti facciamo parte, si trasformano nella tavola sulla quale un essere deforme banchetta mentre a destra le mani degli affamati cercano di aggrapparsi per afferrare qualcosa, ma il cibo sul lato sinistro del tavolo cade a terra, nell’abbondanza dello spreco.

Un’Orata diventata pietanza, se ne sta ormai inerme su un piatto prossimo a precipitare insieme all’acqua che continua a sgorgare dal braccio-caraffa del Mostro, nonostante il bicchiere sia già pieno.

Il braccio-forchetta porta alla bocca la coscia affettata di un sorridente Maiale sdraiato tra le patate in un sonno eterno, mentre l’Homo monstrum stringe a sé i prodotti derivati dallo sfruttamento e morte di altri esseri senzienti.

Sullo sfondo il mondo artificiale sovrasta tutto, inquinando il Pianeta ed il Mostro stesso, il quale non può fare a meno di respirarne i veleni, dimenticandosi che tutto ciò che egli produce e che si ripercuote su altri Animali umani e non umani e sull’Ambiente, non risparmierà di certo solo lui.

Jade Monica Bello – Veganzetta

 


Galleria fotografica fornita dall’artista


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4 Commenti
  1. Walter ha scritto:

    Grazie Jade. L’hai assai ben rappresentato. L’Homo monstrum ha svestito il travestimento sapiens e finalmente calato le braghe. Dopo essersi arrampicato per anni sulla lamiera unta della giustificazione scientifica ora, per argomentare il consumo di carne e derivati, punta tutto sul piacere e basta. Ben sapendo che al tavolo del piacere tutti vogliono sedersi, e che sul piacere si fonda il grattacielo del business mondiale. La malavita lo sa bene: il PIL derivante da droga e prostituzione li fa ricchi sfondati ed ora, sempre di più, entra nel mercato alimentare, dalla raccolta dei pomodori alla grande distribuzione.
    Un “Salone del gusto”, o una fiera di questo o quell’altro Animale da massacrare, altro non è che un bordello in cui cambia solo il piano della soddisfazione: quello dalla cintola in su. Il piacere di possedere o disporre dell’altro, indipendentemente dal suo consenso, governa le azioni quotidiane del mostro. Nella corsa al piacere nessuno frena e se l’etica attraversa viene travolta, sulle strisce della ragione o no.

    Il dottor Hannibal Lecter lo diceva chiaro nel Silenzio degli innocenti
    “Prima regola, semplicità. Cosa fa il mostro? Desidera!”
    Desiderare e trarre piacere dal cibo è un’irrinunciabile esercizio quotidiano, una droga da poveri, indispensabile ai governi nell’azione pastorale di tenere a bada le masse. Ci si siede a tavola e si dimentica, ci si anestetizza con la dose giornaliera. Un popolo che “si fa” di cibo, sesso e televisione poi, dorme. E in anestesia totale puoi espiantargli tutto. Se ne accorgerà solo quando, svegliandosi senza piedi, tenterà la posizione eretta.
    Grazie ancora
    Walter Giordano

    31 Gennaio, 2015
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  2. Paola Re ha scritto:

    Complimenti Jade.
    Mi chiedo qando queste valide opere d’arte finiranno nei manuali di storia dell’arte. Ho studiato storia dell’arte a scuola e all’università e ho trovato tante cose cose trite e ritrite: è vero che erano altri tempi e che simili problematiche non erano ancora prese in sonsiderazione ma adesso qualche editore sveglio lo si potrebbe trovare. Gli studenti e le studentesse hanno il diritto e il dovere di conoscere queste opere e di darne una lettura appropriata. Credo che simili opere facciano ancora molta paura perché rischiano di “far pensare” e sappiamo che il sistema trema davanti al pensiero.

    31 Gennaio, 2015
    Rispondi
  3. Jade ha scritto:

    Grazie mille per i vostri complimenti, sono sinceramente lusingata, leggere queste parole mi da una grande spinta in più a continuare su questa strada, partecipando a concorsi e collettive, cercando di dare messaggi forti che possano scuotere la coscienza anche solo di uno spettatore.
    Uno alla volta, il cambiamento avviene.
    Grazie ancora.

    31 Gennaio, 2015
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  4. Veganzetta ha scritto:

    Grazie Paola e Walter per i vostri commenti e l’appoggio a chi, come Jade, crea per la causa antispecista: i riscontri positivi sono sempre importanti.

    12 Febbraio, 2015
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