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Due esseri senzienti con la stessa voglia di vivere, riposano insieme.
La fine del gennaio 2013 è stata caratterizzata da una forte polemica nata dalla notizia che sui social network, presunti animalisti hanno augurato la morte a una ragazza affetta da rare patologie, che pubblicamente si è espressa a favore della sperimentazione sugli Animali per fini medici. A prescindere da come finirà questa triste storia, Veganzetta ha voluto intervenire per fornire una chiave di lettura dell’accaduto in condivisione anche con altre realtà antispeciste. Di seguito il testo del comunicato con il quale si sono prese le distanze da metodi intimidatori e vergognosi, e da posizioni inaccettabili e strumentali a favore dello sfruttamento animale, anche se espresse da chi soffre, ma che non per questo può permettersi di dimenticare la sofferenza altrui.
Adriano Fragano
Vivere nonostante i problemi di salute che l’affliggono non deve essere facile per Caterina, e a lei, contrariamente a quello che è accaduto sul web, va la nostra solidarietà di antispecisti. Avere 25 anni e non poter godere appieno della vita, e dipendere da macchinari e farmaci è una tragedia personale, alla quale però Caterina Simonsen ha voluto rispondere avallando una tragedia collettiva.
La tragedia collettiva di cui parliamo è la vivisezione o sperimentazione animale, come preferiscono definirla coloro che la difendono, comunque la si voglia chiamare, facciamo riferimento a una vergogna per l’umanità tutta, una pratica a cui soggiace un concetto allucinante: il fine giustifica i mezzi; qualunque scelta o azione è lecita pur di ottenere un risultato utile o positivo per chi la compie.
Caterina dice di amare gli Animali, è vegetariana (cosa lodevole), si fa fotografare abbracciata al suo compagno canino, studia per diventare una veterinaria, insomma la si potrebbe definire una persona a cui stanno a cuore gli Animali, allo stesso tempo per far fronte alla sua situazione difficilissima, e umanamente comprensibile, non esita a utilizzare metodologie derivanti dallo sfruttamento degli Animali. Ma chi non lo farebbe se fosse al suo posto? Ben pochi avrebbero il coraggio di spingere la propria coerenza personale sino a tali limiti. Se quindi di comprensione e di empatia si può parlare in questo caso, non possiamo, in tutta onestà, condividere il suo appello in favore della strage di milioni di Animali in nome di un “bene supremo” che sarebbe la salute umana (e nello specifico la sua).
Non possiamo e non vogliamo condividere un appello che trasforma una persona umana affetta da rare patologie in uno spot vivente pro-vivisezione, divenendo lei stessa strumento propagandistico (si spera del tutto inconsapevolmente, ma dubitare è lecito) nelle mani di chi gli altri è abituato a strumentalizzarli – a usarli – quotidianamente; e ciò perché siamo assolutamente convinte/i che mai i fini possano giustificare i mezzi. Perché se ciò accadesse, se tale paradigma divenisse consuetudine universalmente condivisa (ma forse lo è già), non ci sarebbe limite alla violenza, alla sofferenza e al dominio sull’altro. Molti in ambito animalista hanno accomunato le pratiche mediche naziste inflitte agli ebrei ai protocolli sperimentali con l’utilizzo di Animali, se il paragone può sembrare esagerato o retorico (ma del resto adeguato alla situazione visto e considerato che la stessa Caterina ha usato pubblicamente il termine “nazi-animalisti”), a sgombrare il campo dagli indugi basterebbe elencare le numerose conoscenze mediche, biochimiche e fisiologiche, le sostanze chimiche, che ancora oggi vengono utilizzate per il “bene supremo” umano, e che sono derivanti da torture inflitte agli ebrei nei campi di concentramento e sterminio nazisti: come il comune test di Clauberg sulla fertilità (per maggiori informazioni si legga: www.veganzetta.org/carl-clauberg), o sostanze di derivazione ormonale come il Progynon e il Proluton, largamente impiegate nei casi di sterilità e di rischio di aborto nella donne; sostanze che possono salvare la vita di un nascituro, o dare la gioia a una persona di avere un figlio. Chi siamo noi per giudicare delle persone che ricorrono a queste soluzioni nella speranza di guarire da una patologia che le ha colpite? Ma allo stesso modo chi siamo noi per giustificare i metodi raccapriccianti che hanno portato alla messa a punto di tali sostanze? Per Caterina le medicine che assume significano vivere, per molti altri esseri senzienti hanno significato dolore e morte. Caterina diviene vittima di malattie che possono, a oggi, essere curate solo con sostanze che hanno causato vittime non umane a migliaia: lei non ha colpa di tutto ciò. Ma ne diviene complice nel momento in cui decide di difendere pubblicamente tali metodi: non ne ha alcun diritto né come persona umana, né come malata. E’ questo il suo grande errore, ed è questo che non possiamo e non vogliamo condividere, e che anzi condanniamo fermamente. Nessun fine può giustificare i mezzi, nessuno oserebbe affermare ciò che afferma Caterina se le vittime sacrificali fossero i propri cari, la propria famiglia, o anche il proprio Cane (lo stesso della foto di cui si parlava prima, per esempio), questo perché saremmo colpiti nei nostri sentimenti, nei nostri affetti più profondi: meglio che accada ad altri, lontani, distanti da noi, diversi. In fin dei conti le vittime di Clauberg erano per i nazisti “solo ebrei”, quindi meno che umani, e le vittime dei farmaci che assume Caterina erano “solo animali”, quindi nemmeno umani.
Di sicuro molte persone si sentono più sicure perché protette da eserciti e da servizi segreti pronti a tutto pur di difendere un determinato modello di vita, anche a costo di torturare Umani, di imprigionarli, di ucciderli, di richiuderli ed espellerli come si fa con oggetti non desiderati. Ma ciò può essere sopportato solo da chi da queste vergogne trae giovamento, da chi ha la fortuna di trovarsi dalla parte del più forte. Ma a quale prezzo? Ci sarà mai fine a questo macello quotidiano che smembra Animali, Umani e il Pianeta stesso? E’ questo egoismo assurdo che abbiamo il dovere morale di sconfiggere, partendo da chi è l’ultimo degli ultimi: il non umano, vittima anche delle cure che salvano Caterina e in definitiva tutte/i noi.
Vorremmo vedere il sorriso di Caterina senza una maschera di plastica, ma allo stesso tempo vorremmo che tale sorriso non significasse lo strazio di milioni di altri esseri senzienti che hanno il suo stesso diritto a vivere una vita serena. Affermare che ora non si può fare altrimenti non può essere una giustificazione, sarebbe solo una resa ipocrita e una degradazione morale. Una scienza priva di un’adeguata riflessione etica è solo un’aberrazione della nostra propensione alla conoscenza, e può solo generare mostruosità, ingiustizie e dolore. La fine della sperimentazione sugli Animali non è una questione legata al superamento di necessità contingenti, ma è meramente una questione di volontà.
Per quanto esposto ci dissociamo da chi augura la morte a Caterina Simonsen, ma anche dalla sua presa di posizione a favore della tortura animale.
Saluti antispecisti.
Veganzetta
Campagne per gli animali
Dariavegan blog
Forumetici
Gallinae in Fabula
Ippoasi
Manifesto antispecista
Mappa Vegana Italiana
Progetto Vivere Vegan
Veganierranti
AGGIORNAMENTO 30/12/2013: Ippoasi – fattoria della pace, aderisce formalmente al comunicato. Un grazie di cuore alle amiche e agli amici di Ippoasi
AGGIORNAMENTO 31/12/2013: Progetto Vivere Vegan Onlus, aderisce formalmente al comunicato. Un grazie di cuore alle amiche e agli amici di Progetto Vivere Vegan
AGGIORNAMENTO 31/12/2013: Dariavegan blog, aderisce formalmente al comunicato. Un grazie di cuore a Daria.
AGGIORNAMENTO 09/01/2014: Veganierranti, aderisce formalmente al comunicato. Un grazie di cuore alle amiche e agli amici di Veganierranti.
Fotografia in apertura: fonte profilo facebook di Caterina Simonsen
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E’ il miglior comunicato in circolazione su questa vicenda. Avete toccato tutti i punti che erano da toccare con la delicatezza e la competenza che vi contraddistinguono sempre.
Cara Paola, grazie per il tuo appoggio. Vedremo se i media saranno così corretti da dare spazio a questa replica e non solo a ciò che fa loro comodo
Per la cronaca, oggi al TG delle ore 13 di RAInews24 è stato ritrasmesso per l’ennesima volta il video di Caterina, senza alcun contraddittorio, nemmeno un cenno alle parole di Susanna Penco apparse ieri sera al TG1 e al TG2. Sempre di RAI si tratta e spesso RAInews24 riprende i servizi delle altre reti RAI ma stavolta no. Sarà un caso? Forse come sarà anche un caso che nella recente settimana della maratona Telethon RAInews24 abbia tenuto la bandierina Telethon esposta in bella vista per tutta la settimana sul banco dei giornalisti, in modo che gli spettatori potessero essere ben farciti di quella persuasione occulta che li portasse a pensare che Telethon fa del gran bene a tutti proprio sperimentando sugli animali… per non parlare delle trasmissioni che hanno aderito alla maratona. E poi “I giorni della ricerca” di AIRC e poi mele, gardenie, azalee, stelle di Natale dei vari AISM, AIL… tutti aiutati dalla RAI con inviti a comprare, offrire… per finanziare la ricerca, ovviamente la ricerca di cui parla la povera Caterina. E sarà pure un caso che in RAI non sia mai passato lo spot di Almo Nature per sostenere Stopvivisection. E’ tutto drammaticamente collegato, ma noi al dramma siamo talmente abituati che supereremo anche questa.
Sarà un caso?
Mi spiace, ma non concordo con quanto è affermato in questo intervento. Io sento di avere il diritto di fare quanto è in mio potere per cercare di ridurre la sofferenza dei miei simili. E se ciò comporta l’effettuazione di ricerca sugli animali, io la perorerò e la finanzierò (con – ad esempio – contributi a Telethon, AIRC, Istituto Negri, ecc.). Non cercherò neppure di minimizzare il coinvolgimento degli animali in nessun modo, perché il fine è troppo importante. Ho una persona cara, proprio in questo momento, in balia di una malattia gravissima a probabilissimo esito infausto. E Lei mi chiede, di fronte alla ricerca per trovare una cura per la malattia che affligge la mia parente, di avere rispetto nei confronti di topolini? Ma vada ad indignarsi prima per le campagne di derattizzazione, e poi ne riparliamo!
Lei pensa ai fatti suoi e fa bene: prima i nostri interessi, poi – se c’è tempo e voglia – quelli degli altri. Del resto c’è gente che per salvare il posto di lavoro, per curarsi, o semplicemente per parcheggiare l’auto non esiterebbe a usarle violenza o anche ad ammazzarla, e come biasimarli? Il concetto è lo stesso che lei tanto candidamente esprime, perché dovrebbe essere valido solo per i suoi interessi?
In una società egoistica e votata al disimpegno etico ciascuno di noi è un ingranaggio, la “fine del topo” può toccare a tutti, nessuno escluso. Noi ci indignamo – e molto – anche per le derattizzazioni.
@Aristarco: hai tutta la mia comprensione, ho subito una perdita recentemente per colpa di una malattia ancora incurabile. Tanti auguri, non so quale patologia affligge la tua persona cara, ma spero che tutto si risolva.
@Veganzetta: Ti rendi conto che hai paragonato un’azione routinaria come il parcheggiare con un dramma quale una persona cara con una malattia incurabile o difficile da curare? Mi sembra di capire che non hai mai avuto un caso del genere altrimenti capiresti (auguro il massimo della salute a te tutti i tuoi cari, per carità) e in ogni caso penso tu debba delle scuse ad Aristarco. Inoltre se si trovasse una cura per la persona cara di Aristarco non pensi che magari potrebbe essere utile anche per altre persone che soffrono della stessa patologia? Allora non è più un interesse personale…
L’articolo era partito bene peccato che poi l’avete fatta figurare come una povera scema. Caterina non fa una campagna pro-vivisezione, semplicemente dice che senza di essa la sua malattia l’avrebbe uccisa da tempo, quindi è una difesa, che è diverso. E lei non è l’unico esemplare con questa patologia, quindi sta difendendo la vita di una categoria di persone, e già non è più una difesa egoistica solo per se stessa.
@Dorogh tu cosa ne sai delle vicende personali e familiari di chi scrive?
Pensi che animalisti e antispecisti vivano sotto una campana di vetro?
Non si può confondere la malattia e la sofferenza con il disinteresse e l’egoismo, è troppo comodo. Noi non auguriamo la morte a nessuno, né ai malati Umani, né agli Animali, non vogliamo scegliere – contrariamente a chi è pro vivisezione – e chiediamo una società etica e giusta. Caterina Simonsen non fa campagna pro-vivisezione? Questa è un’affermazione semplicemente asurda, la fa eccome. E interviene anche in proposito del metodo stamina, ci si è mai chiesti il perché? La cosa triste è sfruttare la malattia di questa ragazza per perorare la causa delle multinazionali.
@Veganzetta lo so perchè ci sono passato e so quello che si prova. Dire ad un gruppo di persone che non possono curarsi perchè non si può sperimentare su animali mi sembra veramente poco etico, soprattutto dopo che quelle persone hanno lavorato una vita e contribuito alla rete dei fabbisogni, ha contribuito con il pagamento delle tasse, hanno creato una famiglia etc. Chi esige delle cure non è egoista, fa semplicemente valere i propri diritti. Poi se vogliamo dire che un topo o un ratto che ha vita media di 1/2 anni che spesso infesta le città e porta anche infezioni ha gli stessi diritti di malato di SLA, allora faremmo meglio a tornare con la clava nelle caverne.
La derattizzazione è un argomento che ho molto a cuore. Io vi proporrei (veramente non sono ironico), di ottenere prima l’abolizione della derattizzazione (anche se non condivido). Anche perchè la derattizzazione, parlando con un addetto di una ditta, produce molti più morti della SA e in modi molto più atroci. Adesso non posso darti dei valori precisi ma ti assicuro che muoiono più topi avvelenati che “””vivisezionati”””.
Quando avrete ottenuto l’abolizione di tutti e derattizzatori eticamente più scorretti a mio avviso allora potrete cominciare la lotta all’abolizione della SA.
La liberazione animale procede di pari passo su moltissimi fronti, non esiste un “prima” e un “dopo” se non nelle menti delle persone che vogliono gerarchizzare ogni vicissitudine umana per meglio controllarla
@Veganzetta del 30 dic 2013 alle 13:50. Esiste invece un “prima” e un “dopo”: è nella logica delle cose e…. ci mancherebbe altro! Io non se se l’Umanità sia in procinto di imboccare una strada che porterà all’abolizione di ogni sfruttamento animale. Però – ai miei occhi – appare chiaro che prima di abolire la sperimentazione animale, voglio vedere l’abolizione degli allevamenti, ma non di quelli intensivi. Ma di tutti gli allevamenti animali, compresi quelli che producono la materia prima per le scatolette di cibo per gatti. Voglio quindi, in altre parole, l’abolizione dei gatti domestici. Non è ammissibile che vi siano allevamenti per produrre carne per gli animaletti da compagnia. Ovviamente, anche il cane, amici dell’uomo, dovrà diventare vegano. Prima di abolire la sperimentazione animale, voglio vedere tutta l’Umanità diventare vegana. Prima di abolire la sperimentazione animale, voglio vedere aboliti tutti gli animali nei circhi, così pure nei cinodromi, negli ippodromi, e in tutte le sagre in cui compare un animale, a cominciare dalle corride per finire con il Palio di Siena e la corsa dei maiali di Bassiano. Prima di abolire la sperimentazione, voglio vedere, come già detto, la proibizione della derattizzazione e della disinfestazione da blatte, vespe, zanzare, pappataci, ecc. (non si vorranno fare delle discriminazioni fra animali, come avviene nella “Fattoria degli Animali”, nevvero?). Prima di abolire la sperimentazione animale, voglio vedere l’abolizione degli usi per i vestiti degli esseri umani e quindi non voglio vedere scarpe e cinture di cuoio o borsette di pelle, o pellicce o divani in pelle. Quando avrò visto realizzarsi tutte queste cose e qualsiasi altro impiego degli animali, allora si dovrà ovviamente prendere in considerazione l’abolizione della sperimentazione animale. Si ricordi comunque che l’utilizzo degli animali nell’ambito della sperimentazione medico-scientifica rappresenta certamente di gran lunga l’impiego degli animali più nobile e più irrinunciabile che esista.
L’antispecismo prevede che non esistano più Animali “da” (compagnia, reddito, sperimentazione, lavoro…) e quindi il futuro antispecista sarà privo di Animali nelle case o nei giardini, ma ricco di Animali che si potranno incontrare liberi e coin cui ci si potrà relazionare in modo paritario. Essere antispecisti e dar da mangiare carne agli Animali con cui si convive è una contraddizione. Gli Animali ad ora presenti nelle case sono Animali ospitati e salvati da condizioni di disagio, dal pericolo o dalla morte. La situazione attuale, quindi, è assolutamente legata alla società in cui viviamo. Chiaramente la caccia, le feste con Animali, zoo ecc… sono tutte cose che dovrebbero scomparire, ma non esiste un prima e un dopo, non si può considerare un Animale che soffre in un laboratorio meno importante o meno “necessario” di un altro, c’è quindi chi si occupa di circhi, e chi di vivisezione. Non si può essere antischiavisti solo per coloro che sono meno necessari.
AGGIORNAMENTO:
Ippoasi – fattoria della pace, aderisce formalmente al comunicato. Un grazie di cuore alle amiche e agli amici di Ippoasi.
@Veganzetta
Grazie, intanto, per le cortesi risposte, nonchè per l’ospitalità nel Suo sito. Però, mi permetta alcune domande:
1) Lei davvero pensa a un “tempo zero” dopo il quale tutta l’Umanità diventa improvvisamente animalista e – ad esempio – vegana? Tutto d’un colpo, dall’ oggi al domani? Ad esempio, il 23 ottobre 2019… tutti ad abbassare definitivamente le serrande delle macellerie, per non riaprirle più?
2) Le assicuro che non voglio essere polemico, con questa domanda. Le assicuro che è pura curiosità.
Comprendo che Lei voglia attribuire sostanzialmente pari dignità agli animali.
Gli animali – se ho ben compreso il Suo pensiero – non devono essere “mezzo” dell’ uomo.
Ma nella parola “animali” c’è dentro di tutto.
L’ ombrello dei diritti sotto il quale vuole mettere a protezione gli animali, prevede eccezioni? Ad esempio, zanzare? Tenia saginata? Dracunculus medinensis? scarafaggi?
3) Ammettiamo che la protezione assoluta degli animali possa favorire una esplosione demografica di animali pericolosi (lupi, tigri, leoni, ecc.) e che si assista ad attacchi ripetuti da parte di queste fiere nei confronti di esseri umani (cioè che si riproponga – ad esempio – ciò che – come è assai noto – è avvenuto nella zona del Gévaudan [oggi Lozère], tra il 1764 e il 1767, con centinaia di uccisioni e ferimenti di uomini e animali domestici), Lei che cosa suggerirebbe di fare?
Grazie a lei per il confronto che è sempre indispensabile.
1) No, sarà un processo lungo e graduale, ma potrebbero esserci dei passaggi ben definiti come per esempio la chiusura di tutti i macelli, un fenomeno economicamente non impossibile a giudicare dalle famose riconversioni industriali operate dalle fabbriche di armi dopo le due guerre mondiali, e in definitiva anche in questo caso si tratta di chiudere lager e aziende che causano morte e sofferenza.
2) Si tutti per quel che per noi è umanamente possibile, o perlomeno deve essere garantito il principio di uguale diritto a un’esistenza adeguata alle caratteristiche specie specifiche, questo anche se poi nel concreto sarà impossibile attuarlo del tutto. E’ chiaro che sarà necessaria una grande conoscenza della biologia, non finalizzata allo sfruttamento – come accade oggi – ma alla comprensione per instaurare un’adeguata convivenza.
3) Gli altri Animali senza l’Umano si regolano benissimo, non siamo certo noi a fungere da regolatore ambientale, bensì ne causiamo la scomparsa o li spostiamo in luoghi diversi dal loro abituale areale di distribuzione con pesanti ricadute sull’ambiente. Del resto la nostra specie è presente sul pianeta da un lasso di tempo molto breve, prima i viventi riuscivano a regolarsi egregiamente a giudicare dai fossili rinvenuti.
Per quanto riguarda i rapporti con gli altri Animali esiste già una proposta scritta con cinque semplici principi atti a regolare i rapporti interspecifici: https://www.manifestoantispecista.org/web/
Uno di questi principi è quello dell’autodifesa che ovviamente dovrà essere proporzionale all’offesa.
Buona lettura
Mi spiace ma su questo fronte, alcuni punti non li condivido assoluttamente.
La ragazza, se ci fossero o sapesse di alternative, temo sarebbe la prima a rinunciare a certe situazioni.
Come pure giocare con il lessico non è corretto: vivisezione e sperimentazione animale, non sono la stessa cosa…
Davvero vorrei VEDERE con cosa tutti coloro che le hanno augurato la morte si curano, si vestono, CONSUMANO.
Che già il solo fatto di essere qui, in questo luogo virtuale, per me almeno, ma spero anche per chi scrive, vuol dire portare a difesa degli animali, migliaia di bimbi congolesi ridotti a diventar guerrieri per il principale materiale usato e sacrificati per attaccare una ragazza che dal suo punto di vista, non ha alternative.
Che qualcuno si presenti con la soluzione alla sua porta, documenti che l’offerta è rifiutata e poi si può essere pratici più che ideologici.
Anche se alcune fonti son vecchie, se ne parla poco, troppi intaressi, in congo i bimbi continuano a morire per il nostro essere sociali, per apparire noi paladini di altri…
Mi spiace i conti non mi tornano, in questi atteggiamenti non ci trovo nulla di molto evoluto…
Proprio perchè “non si può considerare un Animale che soffre in un laboratorio meno importante o meno “necessario” di un altro” nemmeno se avviene in un territorio di guerra, per poratre avanti le nostre battaglie sociali.
Ci si batte per l’ideale antispecista si batte contro ogni forma di dominio, violenza e sopraffazione di esseri senzienti, ivi compresi gli Umani e quindi anche i bambini congolesi. Non siamo noi a fare differenze e categorie.
Questi sono gli antispecisti. Che differenza rispetto agli “animalari”. Che sollievo leggere parole così misurate, precise e consapevoli. Grazie!
Grazie a te Leyla
Domando: ma i vegani si lavano i denti? Lo chiedo perche’ ogni volta che ci laviamo (i denti, e il resto) ammazziamo una miriade di esseri viventi (germi, batteri…) Che secondo quanto leggo avrebbero lo stesso diritto alla vita degli uomini. O ancora, le donne vegetarie e vegane si truccano? Chiedo questo perche l’industria che piu fa uso della ricerca tramite SA e’ quella dei cosmetici. Personalmente penso che farei di tutto per salvare una vita umana, se lo stesso non significa sacrificare altre vite umane. Saluti
I batteri sono esseri viventi privi di un sistema nervoso, con questo non significa che non siano importanti, ma semplicemente che non sono esseri senzienti, l’antispecismo si occupa di esseri senzienti, ossia che possono provare sensazioni, paura, dolore ecc.. la differenza è sostanziale. le donne vegane che vogliono truccarsi usano già da molto tempo prodotti privi di sostanze animali e non testati.
Leggendo questa guida potrai farti un’idea della questione: http://www.viverevegan.org/web/guida/
Vivisezione e sperimentazione animale…non sono uguali…non trovo nulla di diverso!!! A voi che siete cosi legati alla sperimentazione animale ( =vivisezione) i farmaci che prima testano su animali poi prima di metterli sul mercato li testano sui poveracci dei paesi poveri! Quindi prima di parlare di essere a favore o no, vi prego informatevi, perchè x trovare una cura x voi non ci vanno di mezzo solo gli animali..
AGGIORNAMENTO:
Progetto Vivere Vegan Onlus, aderisce formalmente al comunicato. Un grazie di cuore alle amiche e agli amici di Progetto Vivere Vegan
Si riceve e si pubblica:
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Gentili giornalisti
intendo commentare i vari servizi radio, TV e l’articolo del 30 dicembre apparso su La Nazione a favore della sperimentazione animale che offre ai vivisettori, su un piatto d’argento, la storia della loro cavia umana: Caterina.
Cavia perchè buttata in pasto all’informazione, perchè subdolamente ricattata non per aiutare lei ma per sostenere, in un momento di feroce critica, quella pratica crudele che è la vivisezione. Quella pratica barbara, indegna dei più alti valori umani, che trova in altre vite, quelle deboli e indifese, la materia prima per alimentare interessi miliardari quando già è possibile studiare, promuovere, incrementare, utilizzare metodi moderni, tecnologici, e maggiormente predittivi perchè basati sulla certezza scientifica e non sull’approssimazione.
Gli animali non hanno colpa delle quattro malattie genetiche di Caterina.
Noi li utilizziamo perchè sono i nostri schiavi come prima lo erano gli africani. Gli animali sono oggetti anche se urlano, strumenti anche se si dibattono. Come gli schiavisti di un tempo che imponevano di non chiudere le fabbriche dove si fabbricavano fruste e catene perchè altrimenti i bravi padri di famiglia bianchi sarebbero rimasti senza lavoro, ora diciamo: non smettiamo di torturare, uccidere, sezionare, avvelenare, amputare, ustionare….. gli animali perchè altrimenti gli uomini non potranno più disporre di cavie per guarire delle loro malattie.
Il risultato è lo stesso, stesso il principio alla base del comportamento: sono inferiori, noi superiori, loro non possono difendersi, noi possiamo sopraffarli, la loro vita è nelle nostre mani, noi siamo i loro padroni, possiamo fare di loro ciò che vogliamo.
Questa mentalità di sopraffazione dell’uomo lo ha portato ai maggiori crimini, pensiamo al nazismo, pensiamo alle guerre di religione, pensiamo alle donne oggetto e preda, pensiamo a tutte le categorie deboli, anche umane, a cui abbiamo tolto la dignità e la vita.
Lo ha detto Einstein: “Quando si tratta della verità e della giustizia non c’è distinzione fra i grandi problemi e i piccoli perchè i principi generali che riguardano l’azione dell’uomo sono indivisibili”.
Lo dice il Vangelo – Matteo 13,1-23 “Una parte del seme cadde fra le spine; le spine crebbero e lo soffocarono, ed esso non fece frutto.” La vivisezione è il cattivo seme che cade tra le spine del dolore degli innocenti..
Dovremmo dire basta allo sfruttamento e alla violenza nei confronti di ogni essere vivente, oltre che creare la vittima, creiamo il carnefice che, ipocritamente e “razionalmente”, non riconosciamo in noi. Sappiamo metterci nei panni di chi torturiamo, di coloro a cui strappiamo urla e angoscia? Di coloro che “sanno soffrire” a cui imponiamo secondi, giorni, mesi infiniti di tremendo strazio?
Chi non prova empatia non può chiamarsi umano.
Se umanità significa amore e compassione e vogliamo restare umani, chiamarci umani, vestirci di valori, cambiamo sistema, avanziamo verso una scienza che sposi l’etica altrimenti sarà come la scienza dei nazisti, muta il soggetto ma non lo spirito barbaro, crudele, indegno che la nutre.
Susanna Penco ricercatrice, biologa, malata come Caterina, potrebbe dire la sua in merito alla vivisezione, razionalizzare il concetto di ricerca come, con tanta ingenuità, chiede Caterina. Ascoltiamola, contattatela per onestà di informazione, per quel pluralismo deontologico che vi impone di far parlare ogni opinione e non soltanto quella di Garattini e dell’ industria farmacologica i quali suggeriscono la loro verità all’orecchio di una ragazza malata e quindi fragile.
Costoro riescono a spiegare come, nonostante decenni di sperimentazione, milioni di animali sacrificati, miliardi di euro sprecati, il cancro e altre gravi malattie siano sempre lì ad attendere le loro vittime? Non viene il dubbio a questi scienziati tanto razionali che potrebbe essere sbagliato il percorso, che la strada dell’approssimazione, del diversamente complesso, dell’ipotesi anzichè della certezza, sia una strada sbagliata? Un’allucinazione nel deserto?
Riflettiamo senza pregiudizi. Una scienza etica è il massimo valore dell’uomo degno.
Mariangela Corrieri
e amici
Grazie di questo comunicato!!
Anche il blog di “Dariavegan” aderisce a questo comunicato!
Grazie ancora,
Daria
Grazie mille, aggiorniamo l’elenco delle adesioni al testo.
@Veganzetta del 30 dic 2013 alle 19:07
Grazie per le risposte, che però ho trovato un tantinello elusive :-(
Mi scusi, ma la sua prima risposta mi è sembrata incoerente.
Certamente non sarò stato in grado di interpretarla correttamente.
Lei scrive testualmente di un processo lungo e graduale e di passaggi ben definiti come per esempio la chiusura di tutti i macelli. Benissimo. Quindi asserisce la stessa cosa che afferma il sottoscritto. E cioè, che – ammesso e non concesso che l’Umanità stia imboccando un percorso a tappe forzate per abolire il concetto di animale come mezzo al servizio dell’uomo – vi siano obiettivi a corto raggio. E allora vi chiederei di concentrare i vostri sforzi su quei obiettivi. E invece vi vedo infervorarvi apparentemente solo contro la sperimentazione sugli animali. Questo mi dà disagio. La vostra visibilità arriva all’acme quando vi scagliate contro la Scienza. Non vi ho mai visto inscenare un sit-in davanti a una industria che produce divani in pelle (occhio: non ho nessun particolare pregiudizio contro proprio i divani in pelle: si tratta solo di un banale esempio, fra gli innumerevoli che posso fare). Come mai non vi vedo alzare la voce contro le ditte che producono divani in pelle? O scarpe do cuoio? O prosciutti e mortadelle? Senza offesa, ma mi sembra che ciò che fa perdere di credibilità – almeno ai miei occhi, s’intende – al movimento animalista fa riferimento al fatto che apparentemente il vostro sforzo massimo è indirizzato contro l’uso degli animali di gran lunga più nobile, elevato e utile, da ogni punto di vista.
Anche alla seconda risposta mi è sembrata elusiva.
Le ripropongo la domanda e Le chiedo di rispondere con un semplice si o con un semplice no: si devono tutelare, oltre a cani e gatti, anche zanzare? Tenia saginata? Dracunculus medinensis? scarafaggi?
Anche la terza risposta non mi sembra chiara.
E non dobbiamo sopravvalutare la nostra capacità di creare disordini ecologici ed estinzioni di specie animali.
La stragrandissima maggioranza delle specie animali che si sono affacciate alla vita su questo pianeta si sono già estinte, e ciò è avvenuto in epoche in cui l’Uomo non era ancora apparso.
Buon 2014 a tutti.
Con un augurio di buona salute. Così che, tra l’altro, non vi sia la necessità di far riferimento a quella Scienza Medica che deve così tanto alla sperimentazione animale.
La prima risposta è del tutto ovvia, come ogni cambiamento culturale e sociale si potrà realizzare una società antispecista quando la massa di persone che aderiranno a questa nuova idea sarà considerevole, al momento non è così, pertanto siccome non si sta parlando di colpi di stato o di golpe militari, è chiaro che il tutto dovrà avvenire per gradi.
La gradualità è quindi dovuta a mere questioni quantitative e non qualitative o riguardanti la tipologia di sfruttamento.
Non ci sono obiettivi a corto raggio, né priorità, si avanza di pari passo, non è meno importante un Animale che soffre in un circo piuttosto che uno che soffre in un allevamento o un laboratorio.
Non ha mai visto animalisti inscenare sit-in davanti a macelli, negozi di pelle e pellicce o altro? Faccia una piccola ricerca sul web e vi potrà trovare mille esempi.
Come potrà facilmente immaginare gli ambiti di sfruttamento degli Animali sono numerosissimi, non è che si possa manifestare di fronte a ogni negozio, le attività svolte però sono moltissime e in ogni città.
La seconda risposta è chiarissima rispondere con un SI o un NO sarebbe da stupidi, perché anche involontariamente si potrebbe uccidere un Animale (una Zanzara per esempio) e quindi non è possibile rispondere senza argomentare e porre dei distinguo dovuti dal nostro semplice stato di esseri animali viventi in un ambiente complesso che in gran parte ancora non conosciamo.
La terza risposta è chiara e molto dettagliata, la prego di leggere il documento che è stato indicato e successivamente di porre delle domande se ne ha. Il documento in questione è esaustivo e frutto di un lungo lavoro.
Buon 2014 antispecista a tutte/i
Per quanto riguarda la salute si può con un simpatico aneddoto riguardante il famoso commediografo e scrittore irlandese George Bernard Shaw, premio Nobel per la letteratura nel 1925, vegetariano per scelta etica e morto all’età di 94 anni.
Quando decise di diventare vegetariano i medici che consultò gli pronosticarono una vita di malattie e carenze dovute alla sua scelta alimentare.
Come ulteriore minaccia gli predissero che senza carne non solo non avrebbe conservato la salute, ma non sarebbe neppure sopravvissuto a lungo. Ma Shaw, da buon irlandese cocciuto e convinto del valore della sua scelta, restò fermo nei suoi propositi.
In tarda età gli fu chiesto se avesse poi informato questi medici così allarmisti del fatto che le cose non fossero andate affatto come gli avevano predetto.
Allargando le braccia e alzando gli occhi al cielo egli rispose con la sua consueta prontezza di spirito: “Non ho potuto farlo, perché erano già tutti morti da tempo!”.
“Gli animali sono miei amici e io non mangio i miei amici”
George Bernard Shaw
AGGIORNAMENTO:
Dariavegan blog, aderisce formalmente al comunicato. Un grazie di cuore a Daria.
Concordo in pieno. Purtroppo la strumentalizzazione di Caterina ha dato adito anche a squallidi articoli di noti intellettuali come Michele Serra, di cui segnalo un’attenta analisi:
ANIMALISTI FANATICI E VIOLENTI – ANALISI TESTUALE DELL’ARTICOLO DI SERRA SU REPUBBLICA.
Già dall’incipit tutto è chiaro. Dichiarazione di principio visibilmente schematica e preconcetta: Caterina è stata massacrata dai “sedicenti” animalisti, secondo quanto “pubblicizzato” a suon di fanfare su tutti i media. Sposto le virgolette dal termine animalisti a quello di sedicenti non a caso: Serra premette l’attributo sedicenti alla fatidica parola animalisti virgolettata, quasi a sottolineare la motivazione della sua solidarietà immediata a santa Caterina martire della cattiveria e della violenza dei sedicenti animalisti, che, come scopriremo con chiarezza qualche rigo dopo, sono tutti fanatici e violenti, fatta eccezione di quei pochi animalisti non estremisti… che sarebbero ovviamente quelli che amano i cani e i gatti, mangiano i maiali e indossano le mucche (come direbbe Melanie Joy)… Chi siano costoro, a scanso d’equivoci, Serra ce lo dice chiaramente quasi alla fine dell’articolo (sia pur tra parentesi, per attutire lo spessore ideologico dell’inciso): sono gli amici di slow-food, quelli dei prosciutti doc e degli allevamenti biologici, i sostenitori dell’uccisione etica e della reificazione degli esseri senzienti in merce “carne”, in quanto da fanatici moderati dello specismo negano senza ombra di dubbio che gli animali siano soggetti portatori di individualità e di diritti. Ovviamente per Serra Michele fanatico moderato dello specismo non esiste alcun dubbio che di Caterine malate come la studentessa veterinaria bolognese ce ne stanno decine e decine in giro per l’Italia, magari ricercatrici pronte a testimoniare l’esistenza di metodi di ricerca alternativi, alle quali nessun media ha dato voce fino a farlo diventare un caso nazionale. E qui davvero non si sa se ridere o se piangere: il termine “veterinaria” diviene una testimonianza di verità (non un dettaglio!), sufficiente a dimostrare che Caterina santa e martire ha ragione ad affermare che la sperimentazione sugli animali è indispensabile a salvare gli umani malati di immunodeficienza… in parole povere, mors tua vita mea!
L’unica domanda che Serra Michele riesce a porre (a se stesso) in questo contesto di miseria intellettuale è una affermazione di principio travestita ipocritamente da domanda retorica: ma perché tra i fanatici incapaci di affrontare qualunque discussione, i sedicenti animalisti occupino un posto così rilevante? Ovvero, tra tutti i fanatici del mondo, gli animalisti (sedicenti o non sedicenti) sono i più fanatici pericolosi, anche perché nella loro brutalità non sono in grado di comprendere la complessità della natura, che non è schematica né ideologica. E a questo punto si può tranquillamente sfoderare il manganello ideologico finale contro i portavoce più fanatici (ancora!) e sprovveduti del sedicente (ancora!) animalismo: quando Serra Michele li sente parlare non può fare a meno di pensare che costoro stiano creando nient’altro che un orribile tabù retrogrado e irrazionale, evidentemente da combattere e ostacolare in tutti i modi possibili, anche scrivendo articoli in cui domande retoriche e dichiarazioni di principio senza costrutto facciano entrare nella zucca del lettore già ben manipolata dai media che gli attributi da associare al termine animalismo sono, secondo il senso comune, fanatico, schematico, estremista. Un plauso al Serra Michele per il servizio reso ai sostenitori della vivisezione e delle multinazionali del farmaco e della carne, ovvero quegli “allevamenti intensivi” che lui sostiene di voler boicottare… ma senza esagerare!
Grazie Mario per il tuo ottimo commento.
Per chiarezza riportiamo il testo di Michele Serra a cui Mario fa riferimento:
«L’AMACA» DEL 29 DICEMBRE 2013 (Michele Serra) 29 dicembre 2013
Solidarietà e affetto per Caterina, la studentessa di Bologna (facoltà di Veterinaria, e non è un dettaglio) massacrata di insulti e minacce di morte da sedicenti “animalisti” per avere osato dire che senza la sperimentazione sugli animali non sarebbe sopravvissuta alla sua grave immunodeficienza. Mi domando spesso perché, tra i fanatici incapaci di affrontare qualunque discussione, i sedicenti animalisti occupino un posto così rilevante. Chi ama la natura, la frequenta, la ammira, ci vive in mezzo, cerca di sentirsene parte, sa che la natura è complessa; non è schematica, la natura, non è ideologica.
Quando sento parlare i portavoce più fanatici e sprovveduti del sedicente animalismo mi viene da pensare che gli umani, dopo avere soggiogato e manipolato la natura con goffa avidità, oggi tendono a farne un nuovo tabù. Ma tutti i tabù sono retrogradi e irrazionali; e tutti i tabù nascono dal senso di colpa, che è sempre un pessimo consigliere. Il rispetto per gli animali (boicottando, per esempio, gli allevamenti intensivi) è una manifestazione di pensiero evoluto. L’animalismo isterico una devoluzione patologica della cultura umana.
Ho letto anch’io l’articolo di Michele Serra. E’ disastroso, anzi, doppiamente disastroso, perché Michele Serra non è considerato solo un giornalista ma un “noto intellettuale”, come ha scritto Mario Bonica introducendolo. Non si capisce che genere di “esame” morale sia necessario superare per essere definito “intellettuale”. Siamo fortunati a vivere in un Paese in cui si gode di una buona libertà di espressione, garantita pure dalla Costituzione, ma esprimersi a vanvera, pur essendo una conseguenza di questa preziosa libertà, è profondamente nocivo. Sul “caso Caterina” si sono espressi in tanti, intellettuali e non intellettuali, ma la cosa che fa più riflettere è che si è dato pochissimi spazio a quelle persone competenti in medicina che alla vivisezione/sperimentazione animale dicono NO. Michele Serra può sciorinare i suoi pareri da “noto intellettuale” e sicuramente influenza chi si fa incantare da una certa intellighenzia snob come la sua, ma il suo pezzo non ha un briciolo di base scientifica e neppure etica. “Solidarietà a Caterina” è la frase più diffusa da chi ha commentato questa vicenda in questi giorni: è la cosa più di buon senso che si possa dire perché chiunque abbia buon senso non può che essere solidale con una ragazza che vede la morte in faccia tutti i giorni ma il noto intellettuale Michele Serra mette subito un bel paletto facendoci capire che tra gli animalisti non ci siano persone di buon senso, quindi solidali con la ragazza. Sostenere una diversa soluzione ai problemi di Caterina non significa non essere solidali con lei. E, come se non bastasse la “solidarietà”, aggiunge l’ “affetto”, per dare di sé un’immagine ancora più bonaria e soprattutto vicina alla ragazza, che moltissimi animalisti di buon senso hanno provato a vedere come una figlia o una nipote. Ed è interessante la sua sottolineatura sul fatto che Caterina studi veterinaria. Allora io sottolineo che nel 2013 la veterinaria Silvia Dotti ha ricevuto dalla FNOVI (Federazione Nazionale Ordine dei Veterinari Italiani) il premio “Il peso delle cose”: è stata premiata per i suoi studi sui metodi alternativi alla sperimentazione animale. Molti anni fa sarebbe stato impensabile, segno che anche nella medicina veterinaria qualcosa sta cambiando. Per la prima volta il presidente FNOVI (Gaetano Penocchio) è entrato di diritto nel Consiglio Superiore di Sanità e Massimo Castagnaro è l’unico veterinario nominato fra i 40 esperti. Gaetano Penocchio entra anche nel Comitato di bioetica (importante organo di consulenza del Governo sui problemi etici). Il noto intellettuale Michele Serra non deve dare per scontato che tutti i veterinari siano devoti alla vivisezione/sperimentazione animale, come per dire “Se dice queste cose proprio una studentessa di veterinaria, allora c’è da fidarsi”.
Il noto intellettuale Michele Serra sottolinea l’incapacità degli animalisti di discutere. Gli animalisti non vedono l’ora che venga data loro la possibilità di discutere! E forse il noto intellettuale Michele Serra non sa che tra gli animalisti, termine che lui usa in maniera dispregiativa, ci sono medici, psicologi, etologi, nutrizionisti, commercianti, giornalisti, politici, eccetera… molti di loro largamente stimati per la professione che svolgono. Se qualche rete televisiva, per esempio, organizzasse qualche incontro sui grandi temi della questione animale come vivisezione/sperimentazione animale, spettacoli con animali, allevamento, macello, caccia, pesca, cibo, abbigliamento, giusto per citare i più spinosi, forse il noto intellettuale Michele Serra vedrebbe che gli animalisti saprebbero discutere perché a quegli incontri non parteciperebbero certo coloro che hanno commentato in modo vergognoso il “caso Caterina” ma le persone di buon senso.
E quando, contro gli animalisti, afferma “la natura non è schematica, non è ideologica” dimostra proprio di dar loro ragione: sono gli animalisti che si indignano quando gli animali vengono ridotti a schemi, per esempio animali da macello, da pelliccia, da laboratorio, da caccia, da pesca, da cortile, da reddito, da circo, da zoo, da acquario eccetera. Non è forse questa una “natura schematica”? Non è forse questa una “natura ideologica”? A me pare che questa sia l’ideologia che regge un baraccone malato e obsoleto che è lo sfruttamento animale. Credo che il noto intellettuale Michele Serra usi parole da intellettuale buttate a caso ma purtroppo fanno un effetto positivo su molti lettori, proprio perché a pronunciarle è lui, un noto intellettuale.
Il “tabù retrogrado e irrazionale” è proprio il suo perché lui non si è accorto che i tempi sono cambiati e gli animali hanno acquisito diritti e soprattutto un numero sempre crescente di persone dà loro quella voce che non hanno. Vedere che aderisce al boicottaggio degli allevamenti intensivi (specificando “intensivi”!) fa davvero sorridere perché ciò presuppone una sua adesione per esempio alla triade slowfoodiana del “buono pulito giusto” o a quella eatalyana del “mangiare comprare imparare”: il mito della carne felice.
E concludendo con la sua chicca sull’ “animalismo isterico”, mi trova d’accordo sul fatto che esista una parte dell’animalismo definibile “animalismo isterico” perché esiste qualsiasi “ismo” isterico, compreso il giornalismo isterico di cui lui ha dato una prova eccellente.
Davvero un intervento ben strutturato! Grazie.
Come conclusione di potrebbe asserire che il “il noto intellettuale” Michele Serra ha perso una buona occasione per tacere, e che l’amaca (il titolo delle sue esternazioni sulla stampa) potrebbe usarla per dormire, sarebbe più utile a tutte/i.
Vi segnalo questo articolo di Margherita D’Amico che, oltre ad offrire alcuni spunti di riflessione, dà anche spazio a pareri scientifici.
http://richiamo-della-foresta.blogautore.repubblica.it/2013/12/31/vero-o-falso/#comments
Per diversi giorni alcuni esponenti del mondo scientifico (e politico!) pro vivisezione hanno chiesto che le associazioni animaliste prendessero pubblicamente le distanze dalle offese che sono state rivolte a Caterina: alcune di loro lo hanno fatto e credo che lo avrebbero fatto anche senza l’invito di Caterina.
Sarebbe cosa buona e giusta vedere quegli stessi esponenti prendere pubblicamente le distanze dalle affermazioni sui carcerati che si leggono su quella pagina Facebook.
Sono un’imbranata telematica quindi non sono in grado di dire se quella pagina Facebook sia una truffa, insomma una cosa costruita ad hoc. Chi ha la competenza per farlo, probabilmente lo farà.
Se fosse una truffa, come io mi auguro per la solidarietà e l’empatia che provo per Caterina, credo che lei avrebbe il dovere di dichiarare, magari in un videomessaggio, che quelle affermazioni non sono sue ma di qualcuno che le ha rubato/copiato l’account. E soprattutto, per il suo bene, dovrebbe denunciare questa truffa.
Il sospetto della costruzione di una macchina del fango a suo discapito, è lo stesso sospetto che può venire per la costruzione della macchina del fango a discapito degli animalisti, prendendo in esame proprio quei commenti inaccettabili da cui le associazioni animaliste hanno preso doverosamente distanza, ma su cui ci si è scagliati per diversi giorni.
Soprattutto vorrei che Caterina, mostrandosi vittima di un raggiro, esprimesse la sua “solidarietà”, parola gettonatissima in questi giorni nei suoi confronti, verso i carcerati. E’ disumano bollare i carcerati nel modo in cui sono bollati su quella pagina: chi lo fa, probabilmente non ha mai visitato un carcere e io lo invito a farlo.
Farsi la guerra tra deboli è ancor peggio che farsela tra forti.
Riguardo la presenza di un’azienda pro-vivisezione dietro il “caso Simonsen”, fin dall’inizio non ho avuto alcun dubbio che ve ne fosse almeno una.
Grazie Paola per la segnalazione.
L’impressione che pian piano va delineandosi di questa vicenda è che in definitiva nessuno è così sprovveduto e innocente come pareva al principio.
Davvero chi scrive ha la coerenza di non prendere un antibiotico? Perché anche quelli, sapete, sono stati perfezionati con sperimentazione animale.
Se malato di diabete, rifiuta l’insulina?
Rifiuterebbe, se necessario alla propria sopravvivenza o a quella di un proprio caro, un trapianto d’organi? Certo, hanno ucciso meno maiali per perfezionare il trapianto di cuore di quanti se ne uccide in un giorno per i fast food, ma coerenza vorrebbe…
D’altronde come pretendere obiettività e onestà intellettuale, quando si parla di contrarietà alle derattizzazioni: davvero vi terreste i ratti, quelli di fogna grossi quanto un gatto, che girano per casa? Perché con quelli nelle case degli altri, è fin troppo facile essere contro la sterminazione.
E la disinfestazione delle zanzare, ad esempio? Meglio far morire gente e bestiame di malaria?
Ma poi, davvero, in questo mondo ideale, si insegnerà ai lupi a non mangiare gli agnelli? Si andrà in giro per la savana a dare del tofu alle iene???
Guardate, qui non si tratta di essere pro o contro la sperimentazione animale.
E’ scontato essere contro, in tutti quei casi in cui c’è un’alternativa.
E’ il minimo pretendere che non sia effettuata alcuna sperimentazione per fini cosmetici (come per fortuna è legge da quest’estate), e allo stesso modo nessuna sperimentazione su specie “senzienti”, o meglio che abbiano sviluppato un apparato limbico – cani, gatti, primati ecc…
Ed è anche giusto imporre dei limiti alla vivisezioni sulle altre cavie.
Ma purtroppo la sperimentazione su alcuni animali è ad oggi indispensabile per la ricerca su alcune patologie.
Il mondo non è bianco o nero, ci sono mille sfumature di grigio, e se devo scegliere se sacrificare uno, dieci, mille o un milione di topi per salvare un essere umano, topi che magari in natura verrebbero mangiati (ed uccisi CON dolore) da serpenti, gatti, rapaci o altri loro predatori, sinceramente non me la sento di essere così ipocrita da dire che non lo farei.
Penso sia più utile prodigarsi a finanziare la ricerca di metodi alternativi di sperimentazione, piuttosto che ululare alla luna il proprio disgusto, aspettando che la luna risponda.
Sicuramente è più utile che andare ad attaccare una ragazza malata, per quanto goffo e strumentale possa essere stato il suo intervento.
E sicuramente da chi si permette di farlo, e di atteggairsi ad animalista, anti-specista o qualunque -ista scelga per categorizzarsi, è pretesa massima coerenza, fino alle estreme conseguenze – rifiutare, appunto, il 99% di farmaci e trattamenti medici. Altrimenti, si è solo ipocriti.
Caro obiettivo,
Per prima cosa perché usi questo nick se non lo sei?
Chi scrive questo post (ma è un caso personale che non può essere esteso alla totalità di chi si occupa e scrive di antispecismo) non usa antibiotici, ma la fitoterapia. Per quanto riguarda il trapianto d’organi e altri trattamenti le cose sono due: ti si potrebbe rispondere con il tuo stesso esempio, e chiederti se tu da un campanile se dovessi sopravvivere saresti disposto a gettare una persona a te cara. Quando ti capiterà questa evenienza? Ti capiterà? E se si come puoi ora decidere cosa farai? La seconda risposta che ti si potrebbe dare è che noi non siamo in grado di modificare il passato, e possiamo solo agire sul presente e sul futuro. Se c’è un ritrovato che ha significato la morte di molti esseri senzienti, ma può salvarne altri non è assurdo pensare di utilizzarlo, un altro conti è perseverare su questa via, e continuare a creare vittime sacrificali e dolore. Quindi come potrai ben vedere le cose non sono banche o nere nemmeno per noi. La storia dell’umanità è costellata di stragi e dolore, non si deve proprio mai imparare nulla dal passato?
Inoltre ci sono persone (come chi ti scrive) che non danno per scontato lì’interesse assoluto alla vita anche a costo di rinunciare ai propri ideali che sono parte integrante e ragione della stessa, quindi qualcuno potrebbe stupirti magari rinunciando a farsi trapiantare un pezzo di un altro Animali, magari transgenico, per poter continuare a vivere.
Ratti e Topi hanno lo stesso diritto a vivere che abbiamo noi, loro se attaccati si difendono, noi se attaccati dovremmo fare lo stesso, ma con una difesa proporzionale e non con stragi assurde. I Ratti e i Topi ci hanno accompagnato durante tutta la nostra esistenza sulla Terra, alcuni scienziati dicono che ci sopravviverebbero addirittura, e rimarrebbero in vita anche dopo un disastro nucleare globale, se noi non avessimo sfasciato l’equilibrio degli ambienti in cui viviamo, non ci sarebbero di questi problemi.
Sempre chi ti scrive non uccide le Zanzare che al massimo pretendono una stilla di sangue per riprodursi: non tentano di ucciderci e non si capisce perché noi dovremmo uccidere loro solo perché sono fastidiose. Non si capisce dove tu vivi, ma in Italia la malaria non c’è più da molto tempo.
I Lupi sono carnivori, la Iene anche, loro lottano per la vita e non possono fare altrimenti, tu, come chi scrive, sei un animale onnivoro e puoi permetterti di scegliere come e di cosa vivere, ci sono decine di migliaia di persone vegan in Italia che lo dimostrano quotidianamente.
La sperimentazione sugli Animali è indispensabile al sistema di ricerca che si è deciso di supportare, ci sono ampie possibilità di cambiamento, ma alle multinazionali e agli istituti di ricerca non conviene.
Un Topi può anche essere ucciso in natura, ma questo non ci solleva dalla responsabilità che noi abbiamo nei suoi confronti, non possiamo usare la natura a nostro piacimento come esempio da seguire, e poi stravolgerla se ciò ci porta un vantaggio. Questa è la vera ipocrisia.
Veganzetta non ha attaccato nessun ragazza malata, sicuramente la ragazza in questione ha molti problemi, e vive grazie a delle cure sperimentate su Animali, questo è un fatto, un altro è prodigarsi a pubblicizzare la sperimentazione sugli Animali, e ad attaccare altri metodi (come quello Stamina per esempio) e chi fa “falsa” ricerca solo perché non usano Animali, questa non è una difesa della propria esistenza, è un attacco strumentale celato dietro al paravento del pietismo che il suo caso suscita.
L’antispecismo è un’idea rivoluzionaria che permea ogni anfratto della vita di chi la seque, non venire a cercare tra di noi l’incoerenza perché rimarresti deluso.
non entro nel merito, ho solo un’unica pratica domanda: come posso curare il diabete senza il ricorso a medicinali basati sulla sperimentazione animale? ho 30 anni, normo peso, non fumo, non bevo, seguo e dovrò seguire a vita un regime alimentare restrittivo, controllato, studiato, programmato e sano, pratico un’ intensa attività sportiva. mi impegno ogni giorno per mantenere basso il livello della glicemia, facendo tutto quello che è in mio potere fare, anche a costo di rinunce e sacrifici. eppure sono e resto diabetica e dipendo da farmaci. mi aiutate?
Ciao la pego,
Non siamo in grado di entrare nello specifico dei casi come i tuoi, perché questo non è un sito di medicina, è chiaro che tu con il tuo problema dovrai fare ricorso alle attuali soluzioni mediche per stare bene, ma non è questo il motivo del contendere, è se è giusto continuare su questa strada perseverando con un metodo crudele e ingiusto. Tutte/i (e non solo tu) dovremmo chiederci quali sono i costi in termini di sofferenze e di dolore pagati dagli Animali per i farmaci che sono in commercio, e dovremmo chiederci se tali stragi sono legittime, e se si potrebbe fare altrimenti. Chi dice che oggi non si può fare diversamente sta mentendo: ci sono già molti metodi alternativi, ma soprattutto è la direzione della ricerca scientifica che deve cambiare, e questo NON sta accadendo. Forse esiste una cura del tutto naturale al tuo problema, ma questo non lo si saprà mai se chi si occupa di questo settore continuerà a straziare esseri senzienti cercando di trarne vantaggi per noi. E in ogni caso anche se tali vantaggi ci fossero come Umani non dovremmo esserne né soddisfatti né contenti.
Cara Veganzetta, grazie per l’ospitalità e distintamente La saluto.
Qui riporto le mie ultime considerazioni.
Forse sono un po’ crude e mi scuso in anticipo se Le troverà un po’ ruvide, ma Le assicuro che non è mia intenzione che siano tali.
Leggerò con attenzione le eventuali Sue controdeduzioni, ma non replicherò perché penso che sia il padrone di casa ad avere il diritto all’ultima parola.
1) Il Manifesto Antispecista mi appare come il documento di intenti più utopico e irrealizzabile che abbia mai letto.
Mi sembra alquanto superfluo esprimere un mio personale giudizio sul fatto che sia “giusto” o sia “non-giusto”, rispetto alla constatazione della totale irrealizzabilità.
2) mi sembra vi sia sottotraccia, dietro a un apparente atteggiamento di “uguaglianza di tutti gli esseri viventi del Regno degli Animali”, una arroganza sconfinata e senza limite in cui ci si autoattribuisce il ruolo “Dei Benevoli”, in confronto alla quale il più arcigno antropocentrismo impallidisce.
3) Ho capito che Lei attribuisce una importanza decisiva alla presenza di cellule nervose.
Un po’ come nella “Fattoria degli Animali” di Orwelliana memoria: « All animals are equal but some animals are more equal than others » ci sono – ai Suoi occhi – animali che sono degni arbitrariamente di maggior tutela (ad esempio, platelminti) perché sono equipaggiati di qualche primitiva cellula nervosa e altri di minor tutela (ad esempio, poriferi).
Francamente mi sembra di scorgere un vero e proprio atteggiamento di tipo superstizioso nei confronti di questa sorta di idolatria rispetto a un particolare tipo di cellule, in grado di generare potenziali elettrici bifasici (caratteristica, tra l’altro, presente anche in altre cellule e quindi non esclusiva delle cellule nervose).
4) Sono giunto alla definizione di animalista etico e di animalaro, dopo aver letto il manifesto Antispecista, wikipedia alla voce “Veganismo” e anche la graffiante voce “Green Hill” di nonciclopedia ;-)
A seguire propongo la mia definizione di animalaro e di vero animalista etico al fine di avere i Suoi commenti.
Il vero animalista etico (rarissimo) è colui che oggi va a Green Hill a liberare i pucciosi cuccioli di Beagle, ma domani si incatena di fronte a una ditta che produce scatolette contenenti cibo per gatti e dopodomani si batte contro le industrie che fabbricano divani in pelle.
Si tratta di una persona vegana con una solida cultura etica e radicati convincimenti morali.
Quasi superfluo specificare che il vero animalista etico non augurerebbe sventura a Caterina Simonsen, pur non concordando assolutamente con quanto abbia sostenuto la 25enne padovana, studentessa di Veterinaria a Bologna.
Poi c’è l’animalaro (che apparentemente compone la gran parte del popolo animalista) che oggi va a Green Hill a liberare i pucciosi cuccioli di Beagle. E basta. Anzi no. Augura ripetutamente ogni possibile sventura a Caterina Simonsen.
Alcuni di loro possono anche essere vegetariani, ma è da notare che diversi di loro sono filo-omeopatia e/o preoccupati delle scie chimiche e/o a favore del Metodo Giuliani per prevenire i terremoti e/o a favore della “fusione a freddo” e/o contro la plutocratica industria farmaceutica che inventa dal nulla le malattie e/o paladini dell’agopuntura … insomma, il – più o meno – tipico individuo New Age, anti-sistema, anti-industriale, anti-scientifico, anti-imperialista, ecc.
Due caratterizzazioni importanti:
A] Come ho già detto, il primo lotta senza distinzioni contro tutti gli sfruttamenti animali.
Il secondo lotta contro l’uso dei Beagle nelle sperimentazioni scientifiche e poco altro.
B] Se si chiede al primo, cioè all’antispecista etico, il motivo di fondo per abolire la sperimentazione scientifica sugli animali, egli risponderebbe sfoderando il suo Valore Morale di Riferimento, la sua Etica. Egli risponderebbe che non ha dubbi sul fatto che la sperimentazione animale sia valida e che i metodi alternativi siano metodiche farlocche, ciò nondimeno egli è contrario alla sperimentazione animale, e a qualsiasi uso degli animali. Perché, come sembra abbia affermato G.B. Shaw, non si mangiano gli amici né si sottopongono a vivisezione. Egli risponderà insistendo sulla considerazione che non ha dubbi sul fatto che la vivisezione eseguita su negri, ebrei, omosessuali, zingari e altre minoranze apporterebbe importanti contributi al Sapere Umano. Ciò nonostante, Lui si batterebbe perché ciò non avvenga. Non avvenga con negri, ebrei, omosessuali, zingari, scimmie antropomorfe, cani, gatti, delfini, topi, ratti, lucertole, pesci, ecc.
Se si chiede al secondo, cioè all’animalaro, il motivo di fondo per abolire la sperimentazione scientifica sugli animali, egli risponderebbe sfoderando il suo analfabetismo scientifico e il suo amore per gli occhioni del proprio puccioso barboncino o del proprio miagoloso micio. Comincerebbe a gridare ai quattro venti la esistenza dei metodi alternativi, tenuti nascosti negli scantinati delle Università e dei laboratori sotterranei delle Industrie Farmaceutiche, ad opera del Nuovo Ordine Mondiale, organizzato dai complottisti giudaici massonici e plutocratici.
Cordialità.
P.S. Non mi dica che esistono i metodi alternativi. Non esiste nulla di alternativo e di valido. Non esiste una medicina alternativa che sia valida. Non esiste una scienza geologica e sismologica alternativa che sia valida. Non esiste una fisica alternativa che sia valida. Non esistono metodi di sperimentazione alternativa all’impiego degli studi in vivo, che siano validi.
Caro Aristarco,
1) Che il Manifesto antispecista sia un documento con una grande componente utopica è del tutto evidente, ma a ben pensarci se analizziamo le spinte ideali in ambito filosofico, morale e scientifico (alcune delle quali hanno causato i maggiori cambiamenti della storia dell’uomo, altre finite nel dimenticatorio) nessuna di essi pareva realizzabile nemmeno in minima parte. Non che il testo del manifesto possa essere paragonato a un codice vinciano o a un trattato di Galilei (ci mancherebbe altro, si tratta solo di una modestissima proposta frutto anche di lavoro di “incastro” di proposte altrui), ma se dobbiamo misurare con il metro pratico della possibilità di realizzazione di ogni singola aspirazione o progettualità umana (piccola o grande che sia), allora saremmo ancora in pieno medioevo, dove c’era molta gente con un sacco di certezze che si permetteva il lusso di pontificare su cosa era opportuno o meno, e ogni tanto accendeva un fuoco alimentandolo con il grasso di qualcuno che non la pensava come loro. Ci sono persone che già millenni fa sono riuscite a immaginare scenari futuri che ora si sono realizzati. Giordano Bruno aveva capito con il solo suo intuito cose sull’universo che ora grazie ai satelliti artificiali e ai telescopi sappiamo essere vere, e questo senza manco spostarsi da casa sua. Ovviamente pure lui è stato trasformato in combustibile. Ora per tornare alla nostra questione: per quale motivo non prendere seriamente una proposta – modestissima e per nulla geniale o eccezionale – per un diverso approccio con gli altri Animali? Solo perché ora è irrealizzabile? Non si capisce bene se tu ti chiami davvero Aristarco o se il tuo è solo un nickname. In ogni caso se tale nome è un omaggio all’astrofisico Aristarco di Samo (il primo a teorizzare che era la Terra a girare intorno al Sole e non viceversa) non è che tu faccia molto onore a tale personaggio, che secondo i tuoi metri di giudizio sarebbe dovuto essere considerato un povero pazzo sognatore (e comunque venne accusato di empietà).
2) I benevoli verso i più deboli sono i religiosi, i credenti e le gerarchie ecclesiastiche, o i seguaci delle grandi religioni laiche come lo scientismo. Costoro si possono permettere il lusso (dall’alto del loro piedistallo) di provare benevolenza e pietà nei confronti di chi sta sotto. L’antispecismo è esattamente il contrario, non si tratta di benevolenza e pietà, ma di compassione immedesimazione: il piano è lo stesso. Il piano terra.
3) L’antispecismo è una filosofia sensiocentrica, ossia attribuisce grande importanza alla capacità di percepire sensazioni, emozioni, di provare gioia e dolore. Del resto è la stessa evoluzione dei viventi della Terra che ci fornisce degli indizi. Un essere vivente prova dolore perché in tal modo più fuggire da una situazione che gli sta arrecando danno. Se ciò non accadesse saremmo tutti morti o gravemente mutilati, perché la capacità di reazione (e di fuga) tipica degli Animali (il movimento) è innescata da queste possibilità (il dolore, la paura ecc..). Con questo non significa che l’antispecismo non consideri il resto dei viventi. Ci sono ampi dibattiti sulla questione. I più stupidi degli oppositori chiedono di continuo il perché non vengono considerate le sofferenze delle carote… Con molta pazienza spieghiamo loro che vengono considerate, dato che per quanto ci riguarda cerchiamo di impattare il meno possibile sugli altri. Chi si ciba di carne, si ciba di Animali perlopiù erbivori che a loro volta si sono cibati di vegetali (se gli Animali sono carnivori è pure peggio): la catena dell’impatto è molto più lunga, non ti pare? Detto questo si può tranquillamente affermare che siccome l’antispecismo è una filosofia in continua trasformazione, qualora si scoprisse che anche le piante (per esempio) sono in grado di percepire dolore (e non soffrono solo dal punto di vista biologico), allora di sicuro saremo i primi a metterci in discussione, e non è nemmeno detto che la teoria antispecista cambi considerando una visione cosmocentrica anche senza tali prove. Chi si definisce antispecista è come minimo vegano (e non vegetariano), ci sono però anche persone crudiste e fruttariane, di sicuro meno impattanti quindi delle persone vegan. Per ora ci limitiamo a occuparci di chi DI SICURO soffre e sente dolore, paura o angoscia. Ti pare poco? PS: dei potenziali elettrici bifasici o della pompa sodio-potassio non ci interessa nulla, è la capacità di sentire che a oggi è importante.
4) Ciascuno si crea le proprie definizioni, sarebbe preferibile nei casi che tu esponi parlare di antispecisti e animalisti. Gli antispecisti sono anche animalisti, spesso però non è vero il contrario.
La galassia animalista è enorme e variegata, molte volte ci si trova di fronte ad azioni e affermazioni che sono a dir poco vergognose.
Per gli antispecisti non ha importanza che la sperimentazione di Animali porti a dei risultati: è da condannare e basta. E’ l’uso di Animali l’elemento da condannare. Che gli esperimenti per esempio sugli ebrei abbiano portato a benefici per la scienza e la medicina è stato scritto anche nel comunicato, non ci sono dubbi. E’ chiaro che anche se le torture sugli ebrei, neri ecc.. portassero a ritrovati capaci di risolvere molti dei problemi degli Umani, esse non sarebbero assolutamente accettabili. E’ l’uso di Animali (in questo caso l’Umano di qualunque colore, etnica, provenienza ecc…) l’elemento da condannare.
Le persone antispeciste lottano per la liberazione animale e umana, quindi ovviamente sono contro tutto ciò che significa sfruttamento animale (divani in pelle, scatolette di cibo e macellerie, ma anche razzismo, fascismo, sessismo…), la lotta antispecista è a 360°, è evidente che tu non sei informato. Un esempio fra tanti https://www.facebook.com/media/set/?set=a.658785984173851.1073741831.296814373704349&type=3
Chi decide cosa è valido? Tu? Noi? Le testate giornalistiche scientifiche? Chi decide se esiste o meno un’alternativa? Chi insiste sul fatto che non è tutto bianco o nero e poi afferma che nulla è valido tranne quello sancito dalla medicina ufficiale?
Caro Aristarco, le tue considerazioni non sono crude, sono in gran parte tristi, e questo perché disegnano un mondo di certezze che ti sei costruito intorno per non essere scalfito dal dubbio.
Mi risponda alla svelta, Veganzetta, perché altrimenti continuo a prolungare il mio ultimissimo intervento ;-)
Ri-rileggendo il mio post-post-scriptum ho notato che l’esempio carrozza trainata da cavalli/automobile è un esempio più calzante rispetto agli altri due.
Risulta più calzante perché la carrozza trainata da cavalli è indubbiamente anche un mezzo di prevaricazione dell’uomo sull’animale (in particolare, sul cavallo).
Orbene, voglio con esso ribadire che non è servito alcun movimento ideologico per far soppiantare lo sfruttamento rappresentato dalla carrozza trainata da cavalli; stesso discorso può essere applicato all’aratro trainato dai buoi e all’aratro trainato dal trattore. Insomma, quando si affaccia una alternativa che è più valida rispetto a quanto è disponibile al momento attuale, questa alternativa si impone come standard.
Lei, Veganzetta, si affida alla fitoterapia, che sarebbe una alternativa alla farmacoterapia tradizionale. Si tratta di una alternativa valida? Considerando ciò che afferma l’establishment medico-scientifico internazionale, la risposta è negativa. Mi creda: non esistono terapie alternative davvero valide, sistemi di sperimentazione alternativi davvero validi, mezzi di locomozione alternativi davvero validi. Vi sono solo mezzi molto validi (bicicletta, trattore, ecocardiografo, automobile, sperimentazione animale, ecc.) e mezzi meno validi (buoi che trainano un aratro, cavalli che trainano una carrozza, test di Draize, ecc.)
@ Aristarco: hai fretta?
Sbagli ancora una volta.
I movimenti ideologici che si sono opposti alla meccanizzazione ci sono stati e sono stati molto forti. I luddisti hanno rappresentato una resistenza ideologica e pratica all’avanzamento della tecnologia che ha soppiantato il lavoro manuale. Ovviamente era una protesta indirizzata contro i macchinari industriali e per proteggere il proprio posto di lavoro, ma una opposizione ideologica contro le macchine c’è stata eccome.
I tuoi esempi non servono e sono sostanzialmente errati. Il punto non è se un’invenzione tecnologica o una soluzione è intrinsecamente superiore o no ad un’altra preesistente, ma se è moralmente accettabile o meno.
Non si tratta di capire se il progresso tecnoscientifico ci porterà vantaggi, ma quali svantaggi e quali costi ci saranno. Il “mezzo” in questione, la carrozza trainata da Cavalli, non è un mero oggetto, ma è un metodo mediante il quale si schiavizza un essere senziente, lo stesso sarebbe per un carretto trainato da schiavi Umani. Il “mezzo” in questione va eliminato a prescindere dalla sua utilità e dalla presenza di un altro mezzo sostitutivo o alternativo che funzioni meglio.
P.P.S. Rileggendo il mio Post Scriptum, ho ritenuto opportuno aggiungere alcune righe di spiegazione per il mio tono apparentemente apodittico.
Propongo i seguenti esempi, per chiarire cosa voglio dire, quando affermo che non esiste una tecnica, una procedura, una branca scientifico-tecnologica che possa essere definita “valida”.
La bicicletta non è stata una vera alternativa della draisina.
La bicicletta era intrinsecamente superiore alla draisina e l’ha soppiantata.
L’automobile non è stata una vera alternativa della carrozza trainata da cavalli.
L’automobile era intrinsecamente superiore alla carrozza trainata da cavalli e l’ha in pratica soppiantata.
L’ecocardiografia non è stata una vera alternativa all’auscultazione dell’aia cardiaca con stetofonendoscopio.
L’ecocardiografia era intrinsecamente superiore all’auscultazione dell’aia cardiaca con stetofonendoscopio e l’ha in pratica soppiantata.
Tutto ciò (ovvero il passaggio da draisina, carrozza, stetoscopio a bicicletta, auto, ecocardio) si è realizzati senza la necessità di folle urlanti che sciamassero per le strade o su Facebook per sostenere un mezzo rispetto all’altro. Il test oculare di Draize – ad esempio – è l’equivalente della draisina e della carrozza trainata da cavalli e dello stetoscopio e come loro è considerato obsoleto. Ma se i mezzi alternativi sono validi, si impongono senza bisogno di gente che si sgoli e lanci contumelie, come quelle lanciate contro Caterina Simonsen.
la mia risposta è: sì, è legittimo. la spiegazione è: non ho alternative. perché io vivo qui e adesso. e qui e adesso o assumo i farmaci, o muoio. certo, la ricerca e la sperimentazione potrebbero concentrare impegno e risorse verso altre direzioni. potenzialmente la soluzione cruelty free c’è, basta volerla cercare. and so on. ma oggi, qui ed adesso, l’alternativa non c’è. concreta, semplice, minimal realtà. e se io e un coccodrillo ci ritroviamo soli ed affamati, il coccodrillo mangia me. perché, qui e adesso, il coccodrillo non ha alternative. non è più crudele, nè illegittimo, nè violento di me, nè terrorista, nè mostro, nè omicida. semplicemente non ha alternative.
@ la pego: le alternative si creano, non spuntano da sole come i funghi dopo la pioggia. Il mondo scientifico attuale NON ha alcuna volontà (salvo rari casi) di cambiare rotta, e se lo farà sarà per questioni economiche e pratiche, non certo etiche. Anche la medicina nella nostra società risponde alle logiche di mercato. Dire semplicemente che non ci sono soluzioni equivale a dire che non c’è soluzione all’ingiustizia, alla guerra, alla violenza, ai massacri, alla discriminazione. Significa arrendersi e vivere il quotidiano senza un minimo di progettualità. Sicuramente è facile per chi sta bene dire questo, lo è meno per chi soffre, ma in fin dei conti a ben pensarci c’è sempre un motivo per non pensare agli altri: se si soffre si pensa a se stessi, se si sta bene perché complicarsi la vita?
“Il punto non è se un’invenzione tecnologica o una soluzione è intrinsecamente superiore o no ad un’altra preesistente, ma se è moralmente accettabile o meno.”
RE: Ho capito.
Ma avevo già compreso il Suo punto di vista, come ho scritto nel mio intervento del 03 gen 2014 alle 16:17, allorquando facevo riferimento all’animalismo o antispecismo etico, che, grazie a Lei, ora so cosa sia.
Lasci comunque perdere i luddisti che se la prendevano SOLO con i telai meccanici e che non si sono mai sognati di andare ad attaccare trattori, automobili, e tutto ciò che portava a un minor sfruttamento animale: loro erano interessati al mantenimento del proprio posto di lavoro. Punto e stop.
Il mio ultimo intervento era comunque solo polemico rispetto a uno slogan che si sente spesso provenire dalle file degli animalisti (e soprattutto dagli animalari).
Lo slogan fa riferimento al fatto che si devono usare metodi alternativi alla sperimentazione animale, lasciando però intendere la concreta disponibilità di tali mezzi.
Altri slogan animalisti invece puntano il dito sulla inutilità della sperimentazione animale.
E’ su questi slogan che era ed è rivolta la mia polemica.
In realtà, non vi sono metodi alternativi ed è falso che la sperimentazione animale sia inutile o fuorviante.
Ciò nonostante, Lei legittimamente sostiene che la sperimentazione animale dovrebbe – su un piano etico – essere abolita.
Non condivido il suo pensiero. Ma ha tutto il mio rispetto.
Cordialità
Post scriptum
“Caro Aristarco, le tue considerazioni […] disegnano un mondo di certezze che ti sei costruito intorno per non essere scalfito dal dubbio.”
Re: Certamente mi sbaglio, ma ho la netta impressione che la “graniticità” delle Sue certezze sia, nel suo insieme, moooolto meno scalfibile dal dubbio rispetto alla solidità delle mie certezze :-)
@ Aristarco: Grazie per il tuo rispetto.
Un antispecista che si rispetti non ha certezze (o ne ha ben poche), è la stessa idea antispecista a demolirle. Abbracciare l’antispecismo significa mettersi alla prova quotidianamente e fare un grande esercizio di autocritica. E’ difficile e doloroso a volte, ma necessario. Non si tratta pertanto di certezze ma di ferma volontà di cambiamento e di adesione a una lotta rivoluzionaria proprio perché del tutto relativista.
Saluti antispecisti.
Ormai NAZISMO e ANIMALISMO pare siano sinonimi: https://www.facebook.com/photo.php?v=523606951080028&set=vb.474446085996115&type=2&theater
Da Progetto Vivere Vegan: http://www.viverevegan.org/web/una-definizione-inaccettabile-lettera-aperta-a-la-repubblica/
Lettera aperta a La Repubblica – Gennaio 2014 –
Una definizione inaccettabile
Faccio parte dell’associazione onlus Progetto Vivere Vegan che si occupa di diffondere i concetti di veganismo, antispecismo e animalismo e, sulla base di questi, incoraggiare e promuovere comportamenti virtuosi nella vita quotidiana.
Questa associazione da anni propone iniziative – assolutamente prive di violenza di alcun tipo – rivolte a informare e a stimolare la riflessione sul veganismo.
Essere Vegan significa condurre la propria esistenza attuando comportamenti che non abbiano ricadute negative – in termini di sfruttamento, crudeltà e mancanza di rispetto – nei confronti di tutti gli esseri viventi.
Essere Antispecisti significa negare, nel modo più assoluto, che vi siano specie viventi la cui vita sia da ritenersi più degna di rispetto di altre; significa sostenere che, a qualsiasi essere senziente, debba essere riconosciuto il diritto di vivere, pienamente e piacevolmente, la propria esistenza.
Essere Animalisti significa essere convinti e adoperarsi nella società civile, affinchè agli animali non umani vengano riconosciuti gli stessi diritti degli umani, e gli sia dovuto lo stesso rispetto.
E’ comunemente ritenuto del tutto illecito approfittarsi di chi è svantaggiato, per fragilità fisica o mentale, o perchè molto giovane, anziano, o malato. Sentiamo il dovere morale ed etico di difendere e proteggere chi non può farlo da solo.
Gli animali non umani appartengono a queste categorie di svantaggiati: sono completamente nelle nostre mani, come bambini, malati e anziani. Proprio perchè abbiamo il potere di decidere per loro, abbiamo il dovere di scegliere di rispettarli e amarli.
Aver letto su “la Repubblica” di domenica 29 dicembre nel titolo dell’articolo in prima pagina e, a caratteri cubitali a pagina 22, il termine nazi animalisti, mi ha profondamente offeso e indignato.
Come si può tacciare di nazismo chi si batte per il rispetto e i diritti di quelli che sono gli ultimi, i più indifesi, discriminati e fragili, i più sfruttati e violati sulla faccia della terra, quali sono gli animali non umani?
Se il termine, del tutto inappropriato, è stato usato dall’ormai famosa Caterina per indicare quelli che l’hanno offesa e minacciata, poteva anche essere riportato, magari fra virgolette, nell’articolo; ma averlo scritto nel titolo dimostra chiaramente la scelta del vostro giornale di voler gettare fango sugli animalisti in generale e indurre, nei lettori, un’opinione negativa sugli stessi.
Questa presa di posizione di “la Repubblica” non soltanto è molto scorretta, ma sopratutto dimostra quanto ignoranti si sia, o tali si voglia rimanere, su certi argomenti.
Caterina Servi Scarselli
Progetto Vivere Vegan Onlus
AGGIORNAMENTO:
Veganierranti, aderisce formalmente al comunicato. Un grazie di cuore alle amiche e agli amici di Veganierranti.
Si riceve e si pubblica:
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LA STRATEGIA DELL’ESTREMA DIFESA
Gentili giornalisti
dal 14 gennaio il Ministro della Salute dovrà emanare il decreto legislativo finale sull’art. 13 della legge europea 96/2013 relativo alla vivisezione.
Non appare a tutti tempestivo e subdolo il ricatto immorale insito nella messa in scena delle vicissitudini della studentessa di veterinaria?
Non appare meschino e ignobile l’utilizzo della sofferenza di una persona che non può difendersi perchè priva di difese? Aggrapparsi alla naturale pietà che suscita per contrabbandare un’opinione di parte? E’ lo stesso comportamento anaffettivo e gelido che i vivisettori usano per le loro cavie: http://www.youtube.com/watch?v=4oz4b6eOwiA http://laverabestia.org/play.php?vid=2937 http://amministrazione.lav.it/uploads/76/37931_Un_altra_ricerca_e_possibile.pdf
E perchè non mettere in scena la vicenda, suffragata da esperienza, di ricercatori malati e/o contrari alla vivisezione? Perchè non aprire un dibattito, non esporre le ragioni degli altri, perchè favorire un clima di tirannica informazione? I vivisettori utilizzano la strategia dei pre-potenti: un peso e una misura in modo che chi non sa o non può sapere, non possa costruirsi un’opinione libera da pregiudizi. Perchè la libera e pluralista informazione deve fare altrettanto?
L’articolo 13 della legge, anche se non elimina la sperimentazione sugli animali, introduce alcuni vincoli, piccoli cambiamenti (obbligo di anestesia, divieto di sperimentarazioni didattiche, alcool, droghe, tabacchi, incentivazione di metodi sostitutivi….) che rappresentano un passo avanti nell’etica e nella scienza, un passo verso quei metodi sofisticati, tecnologici, evoluti e maggiormente predittivi che la ricerca moderna sta già attivando contro la volontà della lobby vivisettoria e farmaceutica che invece mirano a lasciare tutto com’è.
Perchè? Perchè difendono i loro interessi miliardari. Tutti abbiamo ascoltato le cifre paurose ricavate dalle indagini statistiche e tutti noi sappiamo, ma se non sappiamo possiamo comunque capire come la ricerca sugli animali sia un metodo approssimativo: gli animali non sono come noi, non hanno le nostre malattie, ciò che fa bene a loro fa male a noi e ciò che fa bene a noi fa male a loro. Basta scorrere la storia.
Il facile ricatto che noi umani subiamo ci rende fragili. I vivisettori su questo fanno leva impedendoci di esplorare altre verità scientifiche, di emettere giudizi non condizionati che potrebbero affermarsi solo potessimo ascoltare le classiche due campane.
L’oscurantismo di cui vengono accusati coloro che propugnano una ricerca d’avanguardia che, guarda caso, non prevede l’uso di animali, è il riflesso del loro stesso oscurantismo basato sulla difesa di un sistema arcaico, ancorato a strategie ottocentesche. Di un conformismo invalidante, incapace di spostare il proprio punto di vista, legato a modelli ormai obsoleti di cui lo stesso Consiglio Nazionale delle Ricerche (NRC) USA ne prevede il prossimo superamento.
Riflettiamo senza pregiudizi, non facciamoci intrappolare nella rete del ricatto, affranchiamoci dal condizionamento e dal conformismo invalidante, diamo a tutti la possibilità di riflettere liberamente.
Chi è più uguale a un uomo, la riproduzione di un organismo umano o un animale?
Grazie.
Mariangela Corrieri
e amici
Ancora una volta, nella lettera di Mariangela Corrieri, ecco emergere l’analfabetismo scientifico, di cui accusavo gli animalari.
Argomentazioni – ahimè! – false e sciocche, quelle di Mariangela Corrieri, distanti anni-luce da quelle che – almeno mi pareva – erano – solo pochi giorni fa – declamate con passione ed eticità da Veganzetta nonché contenute nel Manifesto Antispecista.
Esempio di sciocchezza: Perché si difende la sperimentazione animale? Perché così le industrie farmaceutiche difendono i loro interessi miliardari.
Come se i miliardi si facessero sottoponendo topolini al Barnes maze test :-(
@Aristarco: non vorrai rimettere di nuovo tutto in discussione vero? Ciò che è stato detto sulla questione per quanto riguarda il versante antispecista e del Manifesto Antispecista, rimane inalterato. Scindiamo i piani, così è più chiaro a tutte/i.
@Veganzetta
TESI: concordo sulla necessità di scindere i piani.
ANTITESI: ognuno è libero di pensarla come vuole.
SINTESI: al sottoscritto piacerebbe una Veganzetta che prende le distanze da Mariangela Corrieri.
La linea di pensiero esposta in questo sito è limpida, non serve prendere le distanze ogni volta. I piani sono diversi.
Se gli animalisti per te, caro Aristarco sono animalari, tu che ammette la tortura su animali innocenti e vivi, come dovresti chiamarti? Lascio a te la scelta ragionata del sostantivo che potrebbe definirti.
Sono contraria alla vivisezione perchè rappresenta un comportamento ignobile, tale e quale quello usato nel passato per gli schiavi (i bianchi erano padroni della loro vita, separavano le madri dai figli, privavano della libertà esseri liberi, li compravano e li vendevano, li torturavano e uccidevano. Come sai caro Aristarco, questo si fa ancora, con gli animali appunto e chi lo fa è un essere senza sentimenti, senza dignità, senza giustizia. Poi esistono gli scienziati non analfabeti e antivivisezionisti. Poi esistono le industrie miliardarie che, pur di riempire le loro casse, praticano un sistema di ricerca obsoleto, ormai antiquato se lo confrontiamo con la tecnologia avanzata di cui possiamo disporre. Insisto, cambiare paradigma per chi sostiene gli interessi e non i valori è difficile. Si è sordi seviziando topolini, cani, gatti, primati…ecc. mentre urlano e si dibattiono perchè, come si dice, il profumo dei soldi è inebriante! Prova per un attimo a sentirti tu la cavia!!!!!
I piani sono diversi, dice Veganzetta.
Concordo, in linea di principio, con questa asserzione.
Come ho già ripetuto più volte, non condivido ma rispetto e posso anche arrivare a stimare l’antispecista etico che afferma che è moralmente inaccettabile eseguire vivisezione su ebrei, negri, zingari, scimmie antropomorfe, cani, topolini, pesciolini, vermi perché siamo – in fondo in fondo – tutti parenti.
Riconosco in ciò un afflato etico che è utopico, ma che ha anche una propria dignità.
Se però la stessa bocca, o una bocca accanto, aggiunge che “le industrie [farmaceutiche] miliardarie che, pur di riempire le loro casse, praticano un sistema di ricerca [cioè, la sperimentazione animale] obsoleto, ormai antiquato se lo confrontiamo con la tecnologia avanzata di cui possiamo disporre”, ecco che la mia personale iniziale stima per questo utopico ideale etico è disintegrata dalla marcata sensazione di trovarmi di fronte ad arroganti paladini dell’analfabetismo scientifico.
E allora, il manifesta antispecista e tutte le belle – anche se utopiche – parole di Veganzetta vengono – ahimè – sommerse dal fango dell’ignoranza.
@Aristarco: Visto che ti piacciono i ragionamenti logici segui questo:
1) Posto che Veganzetta e Mariangela sono due soggetti diversi, altrimenti si tratterebbe di un allarmante caso di sdoppiamento di personalità, cosa che fortunatamente non è.
2) Posto che tu Aristarco nel pieno possesso delle tue facoltà mentali – si spera – hai scritto in un tuo post come antitesi che “ognuno è libero di pensarla come vuole”, e quindi – si aggiunge – di conseguenza anche di manifestare il proprio pensiero liberamente, essendo questo luogo virtuale pienamente democratico.
3) Ne consegue che: sia Veganzetta, sia Mariangela, sia Aristarco, hanno piena facoltà di esprimere il proprio parere senza che tu debba continuamente intervenire manifestando la tua delusione nei confronti non di chi fa pubblicamente un’affermazione, ma di altre persone.
Veganzetta
Nel momento stesso che si apre un blog, si accetta implicitamente di ospitare pensieri, idee, opinioni, commenti, ecc. che non collimano con la propria ideologia e finanche con la propria sensibilità.
Altrimenti, si fa un sito “pubblicitario-informativo” in cui si spiegano le proprie idee, ma senza spazio per i dibattiti.
Infatti è per questo che tu come le altre persone puoi scrivere su questo sito. Ed è anche per questo motivo che vengono riportate posizioni altrui, e questo non dovrebbe essere un problema per nessuna/o (nemmeno per te che hai la fastidiosa abitudine di fare di tutta l’erba un fascio).
E’ facile coniare concetti tipo l’analfabetismo scientifico anche per coloro che, in qualità di scienziati e quindi di eruditi, manifestano l’antivivisezionismo.
E’ facile quando restano solo parole, quando non si oppongono ragioni per cui chi la pensa diversamente è un analfabeta scientifico.
Si escludono, senza averle indagate, le conquiste della scienza moderna avanzata e incruenta e in quanto tale etica.
Si dimentica che esistono Istituti in Italia, in Europa e altrove che ricercano metodi sostitutivi, che hanno scoperto metodi sostitutivi, che applicano metodi sostitutivi (IPAM, ECVAM….).
Personalmente mi è sufficiente l’etica per schierarmi in quanto antepomgo il valore all’interesse. Se considero la vita di un animale degna di essere vissuta quanto quella di un umano come non viviseziono un umano non viviseziono neppure un animale.
Ad altri invece accade il contrario: l’etica e il valore restano in coda alla lista dei propri interessi. Antepongono il servilismo mentale, lo schiavismo del dogma alla dignità morale di non arrecare sofferenza a chi è capace di soffrire. Questo si chiama carneficina, massacro, violenza.
Ma si sa, i violenti sono anche vigliacchi e si mascherano dietro il facile eufemismo. Non più vivisezione ma sperimentazione. Alla stregua dei cacciatori: non più fucilatori, uccisori ma operatori ecologici.
Mariangela scrive: “Ma si sa, i violenti sono anche vigliacchi e si mascherano dietro il facile eufemismo. Non più vivisezione ma sperimentazione. Alla stregua dei cacciatori: non più fucilatori, uccisori ma operatori ecologici.”
Il linguaggio e l’uso di determinati termino sono elementi fondamentali per fare in modo di dare una determinata visione della realtà.
Siamo pieni di esempi quotidiani: un termine può farci apprezzare o detestare una situazione, o un soggetto. Ecco perché si parla di sperimentazione animale e non di vivisezione, o di bombe intelligenti, di caccia selettiva, di centri di accoglienza temporanea, di danni collaterali ecc.. Il linguaggio è molto importante.
Nel primo post viene mostrato gradimento per la delicatezza con cui avete esibito la vostra opinione.
Delicatezza! Caterina non merita forse delicatezza (ascoltate il suono della sua voce) anche perché è vegetariana e perché diventerà veterinaria?
Gli animalisti avrebbero potuto esibire disapprovazione senza citare la morte. Le hanno gettato addosso un secchio di acqua gelida.
In un romanzo di Lawrence, un’eroina si rivolge al proprio uomo così tanto diverso da lei, tanto da renderla infelice, e gli parla, cerca di spiegargli le cose! Egli la ama profondamente, la ascolta adorante, ma non “la capisce”… La rende infelice, ma non se ne rende conto. Mmm?
A proposito del delizioso cane della fotografia, vorrei chiedere a Caterina (se può) di pubblicare anche foto con un maialino o un agnellino o un cinghialetto.
I cani sono abbastanza fortunati, rispetto a quelli che ho elencato.
Le domando anche se ha mai visto il video “La vera bestia”.
L’attività di veterinaria la porterà anche verso gli allevamenti intensivi? Bisogna essere forti, per sopportare tanto orrore. Di orrore, si tratta.
Ciao da Maria Antonietta brbg
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