Disobbedienza vegana: per un recupero delle radici


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Dall’introduzione del libro “Disobbedienza vegana. Ovvero il veganismo come potrebbe essere” di Adriano Fragano, NFC Edizioni, 2018:


A seguito di una lunga militanza vegana, ho maturato una serie di convincimenti che ritengo utile proporre a beneficio di chi ha già intrapreso lo stesso cammino di consapevolezza, o di chi si accinge a farlo. L’intento di questo libro è quello di cercare di recuperare le radici identitarie del veganismo moderno restituendogli la dignità e l’importanza che merita, sottolineandone la grande completezza derivante da un impianto morale, etica e pratiche conseguenti. Ciò che propongo non è pertanto un manuale pratico, ma un testo teorico: intendo occuparmi del pensiero da cui nasce la prassi vegana nel tentativo di rivalutarlo e valorizzarlo, evidenziandone soprattutto le importanti basi morali.
Leggendo questo libro non troverete risposte su come si comporta una persona umana vegana, ma informazioni e riflessioni sul perché della condotta vegana e sui suoi fondamenti teorici, fino a ora troppo spesso sconosciuti, ignorati o bellamente disattesi. Oltre a quanto già cristallizzato nel tempo, il testo contiene anche numerose considerazioni personali, che spero servano da corollario per completare il discorso sull’identità vegana. È probabile che molti degli argomenti trattati risultino ai più nuovi o differenti rispetto a ciò che normalmente si sente o si legge sul veganismo ai nostri giorni. Ma vorrei che fosse chiaro che la ragione di tali differenze non è tanto da ricercare in una mia interpretazione personale, quanto nello stravolgimento concettuale che negli anni ha purtroppo subito il pensiero vegano. Questo libro pertanto è dedicato alla descrizione di un pensiero sorprendente e per molti versi inedito, inatteso.
Il veganismo per chi scrive è un fenomeno troppo importante, vasto e complesso per poterlo condensare in una sola pubblicazione. Probabilmente sono ancora lontano, nonostante anni di attivismo condotti con coerenza e convinzione, dal giungere ai margini di questa idea per contemplarne appieno le reali potenzialità individuali, sociali, culturali e politiche. Per tale motivo quanto proposto è semplicemente ciò che mi sta maggiormente a cuore o mi interessa, e che sostanzialmente riguarda la realtà vegana italiana attuale. Rimando quindi a chi legge il compito di approfondire quegli argomenti che lo sono stati solo parzialmente.
Il libro si sviluppa in cinque parti distinte che rappresentano altrettante tematiche che reputo degne di attenzione. La prima parte, “genesi di un’idea”, riguarda una breve ricerca delle radici storiche della filosofia vegana moderna utile a sgombrare il campo da fraintendimenti, falsi miti e convincimenti errati: a esempio sul fatto che non esista una vera base teorica vegana. La seconda si intitola “veganismi di oggi” ed è una sorta di individuazione e proposta delle principali interpretazioni del veganismo moderno, per meglio comprendere la complessità del mondo vegano. La terza considera lo stretto rapporto che sussiste tra veganismo e cibo soprattutto nella percezione dell’opinione pubblica. La quarta si concentra sulla conflittualità che emerge tra pensiero vegano originale e ottica capitalistica, evidenziandone differenze e incompatibilità. “Un pensiero divergente” è l’ultima parte dedicata all’analisi di ciò che il veganismo può rappresentare a livello individuale e sociale: una filosofia morale dalle potenzialità dirompenti e per molti versi destabilizzanti.
Infine questo libro è anche un piccolo atto di amore nei confronti di una splendida idea.


Fotografia di Marco Sbra

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