Si legge in circa: 2 minuti
In molti ci hanno provato, sia da destra che da sinistra: sfruttare la crescente empatia verso gli Animali per attirare l’attenzione e magari guadagnare qualche voto in più in una tornata elettorale.
Dall’estrema destra che difende gli Animali perché parte integrante del concetto di sangue e suolo contro la devianza umana, all’estrema sinistra che tenta in ogni modo di coniugare pensiero marxista e animalismo, il tutto passando attraverso un’infinità di posizioni più o meno ridicole e di sigle partitiche. Si può cominciare da Alba Dorata sbarcata in Italia da poco, che in cerca di affermazione parla anche di diritti animali (ma negando i più basilari diritti ad alcuni Umani), ma lo stesso si potrebbe dire di Forza Nuova e Casa Pound; a Carta Minuta (organo ufficiale della fondazione destrorsa Fare Futuro) che ha dedicato ampio spazio alla questione animale. Fino agli improbabili sentimenti animalisti derivanti dal Movimento Cinque Stelle capeggiato dallo stesso Beppe Grillo che si vantava di adorare le bistecche, o che passeggiava candidamente a braccetto della moglie impellicciata. O a Nichi Vendola che afferma addirittura che “ogni animale del creato, è un essere senziente dotato di una propria autonoma sensibilità, di provare la stessa sofferenza degli animali umani e di esigenze etologiche precise e irrinunciabili” e propone un “creato a misura di tutti”. Peccato che il novello San Francesco da Assisi si dimentichi di parlare del fatto che gli esseri senzienti che soffrono come noi, poi finiscono nel piatto di chi tra gli Umani (lui compreso) se li mangia: infatti nel suo programma non si parla affatto né di vegetarismo, né (figuriamoci) di veganismo.
Ma la palma d’oro dell’incoerenza e l’oscar della confusione mentale sono da assegnare al partito dei Radicali che da poco ha tenuto un’assemblea costituente per un nuovo soggetto politico addirittura antispecista, con un programma (che di antispecista non ha nulla) articolato in cui si fa largo uso di termini come vegetarismo, antispecismo, antivivisezionismo, ecocentrismo, salvo poi organizzare una conferenza a Roma presso il Senato della Repubblica dal titolo più che eloquente: “Perché è ancora necessario sperimentare sugli animali prima che sugli umani” con una serie di invitati che si commenta da sola: una vera e propria ode alla vivisezione.
Meditate gente, meditate.
Se hai letto fin qui vuol dire che questo testo potrebbe esserti piaciuto.
Dunque per favore divulgalo citando la fonte.
Se vuoi Aiuta Veganzetta a continuare con il suo lavoro. Grazie.
Avviso legale: questo testo non può essere utilizzato in alcun modo per istruire l’Intelligenza Artificiale.
“quando è moda è moda” cantava Giorgio Gaber 3 decenni fà e la situazione in questo paese non è cambiata.
Trovo davvero impossibile attribuire a QUALSIASI formazione politica istituzionale, nel senso che ” partecipa alle bagarre mediatiche ” una qualsiasi autorevolezza in materia.
Il veganismo etico, pratica attaverso la quale puntare ad una “comunità liberata” antispecista NON è strumentalizzabile, o perlomeno non lo è agli occhi e ai cuori di coloro i quali sono adeguatamente informati.
Questa passione del vivere, dell’amare, del condividere viene da dentro, è parte di noi e non si può iscrivere dentro ad un manifesto di partito.
Benvengano idee nuove di applicazione dei nostri principi e della filosofia che ci anima per raggiungere sempre un numero maggiore di persone, ma dubito che questo accada mai lontano dalle strade, dalle piazze, dai circoli, dalla base composita di attivisti che in prima persona dedicano le loro risorse personali all’avanzamento di una agenda che, si è politica, ma che che non chiederà mai consensi attraverso l’esercizio di una delega, di una rappresentanza. L’antispecismo lo si vive, l’antispecismo non lo si interpreta, la liberazione dal dominio NON può passare da nessun “salotto o segreteria” – la liberazione si raggiunge attraverso scelte consapevoli quotidiane.
Ma naturalmente NESSUN movimento o partito lavora per una reale emancipazione della loro “base” – TUTTI vogliono venderci qualcosa di sacro e di intoccabile, la loro ideologia, con l’affermazione della quale, che sia una di destra , che sia una di sinistra, nulla cambia per gli sfruttati di questo mondo.
La disinformazione, il pressapochismo, l’ignoranza, la malafede. C’è tutto in questo articolo che parla dei radicali e di Parte in Causa. Non si sa da dove cominciare a confutare la inesattezze scritte qui.
Prima di tutto, non esiste una posizione ufficiale dei radicali in materia di animalismo e dintorni. I radicali sono un partito libertario che ammette pluralità di vedute su praticamente tutto (informatevi). In secondo luogo, Parte in Causa, associazione radicale antispecista di cui sono segretaria, è nata anche per contrapporsi proprio a posizioni filo-vivisezioniste espresse in seno ai Radicali soprattutto da parte dell’associazione Luca Coscioni. Capisco che per chi è abituato alle purghe staliniane dei dissidenti sia difficile concepire un movimento che ospiti al suo interno posizioni antitetiche, ma essere libertari vuol dire anche questo. In terzo luogo, la conferenza al Senato NON è stata organizzata dai Radicali (che in quanto entità politica unitaria non esistono) bensì dall’Istituto Mario Negri. Alla conferenza è stata invitata, tra gli altri, l’On. Coscioni e noi come Parte in Causa eravamo fuori dalla conferenza a presidiare e ad esprimere il nostro dissenso, espresso anche in forma di comunicato. Informarsi mai, eh?
Cordiali saluti
Maria Giovanna Devetag
Aggiungo, a proposito dell’usare animali per andare a caccia di voti, che ho pubblicamente dichiarato più volte (e lo rifarò) che NON darò il mio voto alla lista Amnistia Giustizia e Libertà, promossa dai radicali, a causa della presenza in lista di Maria Antonietta Farina Coscioni e di Maurizio Turco, entrambi portatori di istanze pro-vivisezione. Ma si sa, è molto più facile scrivere articoletti semplicistici, populisti e disinformati.
Saluti,
MGD
Cara Maria Giovanna un vero record questo articolo!
Se in seno ai Radicali non esiste una posizione ufficiale in nulla non è certo colpa nostra. Nell’articolo si parla di coerenza, e in tal senso abbiamo parlato non solo dei Radicali, ma di altre realtà politiche del panorama nazionale. Se Parte in causa nasce per contrapporsi (sempre in seno allo stesso partito) alle posizioni assolutamente filo-vivisezione dell’associazione Luca Coscioni, non è colpa nostra. E se abbracciate l’idea libertaria, allora potrai ben condividere il fatto che noi siamo liberi di esprimere un parere sull’incoerenza che il tuo partito ha nei confronti del tema vivisezione.
Il mondo è bello perché è vario, ma anche tu capirai che se un partito un mese parla di antispecismo, e quello successivo è solidale con i vivisettori, forse qualcuno rischia di far confusione.
Chiediamo scusa per l’errore commesso e rettifichiamo: i Radicali non hanno organizzato la conferenza sulla vivisezione, si sono limitati a parteciparvi perorando la causa dei vivisettori all’interno, e a contestarla all’esterno. Fantastici.
Ti salutiamo con una precisazione: noi non siamo abituati a nessun tipo di purga, siamo vegani.
Cara Veganzetta, mi fa piacere la vostra rettifica, ma ancora una volta facciamo a non capirci. Voi parlate di mancata coerenza, come se fosse la STESSA ENTITA’ che un mese parla di antispecismo e il mese dopo è solidale con i vivisettori. Ma così non è, come ho tentato di spiegare. Noi, come Parte in Causa, non siamo mai stati solidali con i vivisettori da quando siamo nati (il 2 novembre scorso) e l’On. Coscioni, ahimé, non ha mai parlato di antispecismo tantomeno per farsene portatrice. Siamo persone diverse, soggetti diversi, che portano avanti in questo caso specifico istanze non solo diverse ma contrapposte. Questo perché il partito radicale non ha una linea ufficiale. Perché Coscioni e la sottoscritta, tanto per citarne due a caso, stanno sotto il medesimo ombrello del movimento radicale? Perché evidentemente su tante altre questioni (amnistia, carceri, antiproibizionismo sulle droghe, diritti civili, diritti umani, ecc.) sia io sia lei ci sentiamo a casa dentro i radicali. Ma sull’animalismo le posizioni sono diverse e noi speriamo, anche come conseguenza della nostra nascita, che si sviluppi su questo tema un dibattito interno ai radicali e che prevalga la posizione che vede nell’antispecismo l’unica coerente applicazione dell’etica della nonviolenza, cui i radicali da sempre si ispirano.
Un saluto,
MGD
Questo articolo di Veganzetta, come ha già messo in luce la Segretaria di Parte in Causa, Maria Giovanna Devetag, contiene delle gravi inesattezze e palesa persino una discreta ignoranza in merito alla costellazione Radicale, che non è un partito. Prendersi la briga di informarsi meglio è sempre buona norma, soprattutto quando si ha la pretesa di criticare o diffamare.
La conferenza presso il Senato NON è stata organizzata da Parte in Causa, ma anzi, l’associazione ha organizzato un presidio di contestazione, come si legge in questo comunicato, visibile sul sito della stessa:
“18/11 2012
Martedì 20 novembre 2012 alle ore 10.00 è stato indetto un presidio in P.za delle Cinque Lune, a poche decine di metri dal Senato della Repubblica, dal movimento dei Verdi e Animalisti Europei (Federazione dei Verdi, Reti Civiche Ecologisti + Partito Animalista Europeo) insieme a FEDER F.I.D.A. onlus, in occasione del convegno intitolato “Perché è ancora necessario sperimentare sugli animali prima che sugli umani”.
L’Associazione Radicale Antispecista “Parte in Causa” parteciperà al presidio per fare da contraltare all’intervento, previsto da programma del convegno, della deputata radicale On. Maria Antonietta Farina Coscioni, e per testimoniare l’esistenza di un’anima animalista e antispecista – e dunque fino in fondo gandhiana e nonviolenta – all’interno del movimento radicale; l’Associazione considera inoltre questa presenza come un obbligato seguito all’azione politica contro la sperimentazione animale iniziata il 4 novembre scorso quando, durante i lavori dell’XI congresso di Radicali Italiani, era stata presentata una mozione particolare sul finanziamento di metodi alternativi alla sperimentazione animale.
Ci teniamo tuttavia a puntualizzare che il convegno è stato promosso dall’Istituto di Ricerche Farmacologico “Mario Negri”, non dai Radicali, che non hanno una linea ufficiale sulla sperimentazione animale tanto da essersi divisi sul tema in Parlamento in occasione del voto su Green Hill: portare un dibattito e un’analisi critica sull’argomento all’interno del movimento è proprio uno degli obiettivi che l’Associazione si è posta al momento della sua fondazione.
Come antispecisti, non possiamo che esprimere la più ferma e totale opposizione a una ricerca scientifica che fondi il proprio “progresso” sulla tortura e sull’uccisione di un numero incalcolabile di esseri senzienti. Non esiste scopo, per quanto nobile, che possa giustificare un tale abominio. Ci auguriamo che la maggioranza del movimento si riconosca nelle nostre posizioni che non sono altro che la naturale e coerente espressione di una visione radicalmente nonviolenta della società.
Maria Giovanna Devetag, segretario di Parte in Causa”
Comunque sia chiunque vorrà spendere due minuti del proprio tempo per approfondire meglio gli obiettivi e la serità di Parte in Causa, accostandovisi senza pregiudizi, potrà farsene un’idea più appropriata.
Saluti.
Ciao Maria Giovanna,
Ci siamo capiti benissimo invece.
L’entità è una (il partito), le correnti molte.
Tu dici “Ma sull’animalismo le posizioni sono diverse e noi speriamo, anche come conseguenza della nostra nascita, che si sviluppi su questo tema un dibattito interno ai radicali e che prevalga la posizione che vede nell’antispecismo l’unica coerente applicazione dell’etica della nonviolenza, cui i radicali da sempre si ispirano.”
Ti auguro che questo accada, nel frattempo lasciaci liberi di dire che ad oggi nel vostro partito non c’è coerenza, e tantomeno una coerente applicazione dell’etica della nonviolenza. Sui Radicali non è stato detto altro nell’articolo anche perché i partiti politici non ci interessano e non c’è alcun motivo per attaccarne uno e favorirne un altro.
Saluti antispecisti
“Questo articolo di Veganzetta, come ha già messo in luce la Segretaria di Parte in Causa, Maria Giovanna Devetag, contiene delle gravi inesattezze e palesa persino una discreta ignoranza in merito alla costellazione Radicale, che non è un partito. Prendersi la briga di informarsi meglio è sempre buona norma, soprattutto quando si ha la pretesa di criticare o diffamare. ”
Cara Rita, se la Segretaria ha già messo in luce il tutto (e ha ricevuto una risposta) perché rimarcarlo?
L’articolo non contiene alcuna diffamazione, ma solo delle considerazioni del tutto legittime.
La “costellazione” radicale è un movimento che esprime anche una sua lista che parteciperà alle prossime elezioni: http://www.amnistiagiustizialiberta.it
Volete chiamarlo movimento? fate pure, il senso non cambia ai fini pratici.
L’articolo di cui sopra mette in evidenza ciò che voi chiamate pluralità e noi incoerenza. L’inesattezza sulla conferenza è stata rettificata, la gravità (per quanto ci riguarda) sulla questione rimane inalterata. Questo è quanto.
Saluti
Ma, rettificato dove, scusa?
Io nell’articolo continuo a leggere:
“salvo poi organizzare una conferenza a Roma presso il Senato della Repubblica dal titolo più che eloquente: “Perché è ancora necessario sperimentare sugli animali prima che sugli umani” con una serie di invitati che si commenta da sola: una vera e propria ode alla vivisezione.”
Ti invito comunque ad informarti meglio sulla storia della Galassia radicale, così capirai che accoglimento di una pluralità di visioni, non sempre significa incoerenza.
Ad ogni modo, non vedo alcuna incoerenza in Parte in Causa, come associazione intendo.
Ti faccio un esempio, sperando di non risultare oziosa: tu vai mai a mangiare in ristoranti in cui si serve anche carne o comunque derivati animali? Immagino di sì. Così come vivi all’interno di una società che non può dirsi ancora antispecista (purtroppo!). Ciò non significa che tu sia incoerente. La tua persona, le tue scelte, i tuoi progetti, gli obiettivi che ti prefiggi sono coerenti.
Così è Parte in Causa. OK, fa parte di una galassia (non partito!) in cui sussistono anche posizioni speciste, ma essa, nei suoi fondamenti e nel suo statuto, è antispecista e si prefigge il superamento dell’antropocentrismo (come si legge nel manifesto, lo trovi nel sito), nonché di ogni forma di sfruttamento del senziente. Si spera anche che la nostra posizione prevalga alla fine e che convinca tutti i Radicali che per definirsi realmente nonviolenti bisogna smettere di sfruttare gli animali (umani e non umani che siano).
Non c’è incoerenza in Parte in Causa. E’ un’associazione peraltro nata da poco, perché infangarla senza nemmeno darle il tempo di respirare?
Probabilmente se non fossero esistiti i Radicali in Italia la cultura animalista sarebbe molto più povera. I Radicali furono il primo partito della storia della Repubblica Italiana a portare al centro dell’attenzione parlamentare il problema animalista promuovendo anche un referendum specifico sulla vivisezione. La Radicale Adele Faccio fu una antispecista quando nemmeno esisteva ancora questa parola e si definiva “trans-specista e multisessuale” per proporre un superamento dei generi sessuali e delle specie animali. Adele Faccio fu una delle più importanti figure intellettuali e politiche che per la causa animale fece più di quanto gli italiani e gli attivisti antispecisti di oggi probabilmente possono immaginarsi. Nel partito Radicale col passare degli anni le cose poi sono cambiate, Adele Faccio e morta e quella cultura nonviolenta e animalista in qualche modo è stata messa da una parte – L’Associazione Parte in Causa è nata proprio per far rivivere quella cultura e per contestare tante scelte che all’interno del Partito Radicale sono state fatte riguardo le tematiche animaliste. Credo che per una associazione antispecista lavorare dentro l’incoerenza, debba essere un fatto ovvio perchè la nostra società e la nostra vita di tutti i giorni deve confrontarsi con l’incoerenza, altrimenti ci si può solo ghettizzare. Se il partito Radicale fosse stato un partito coerente alla sua storia non si sarebbe sentita la necessità di creare una associazione antispecista che innanzitutto ha come punto di riferimento la figura di Adele Faccio.
P.S.: aggiungo un’ultima cosa e poi vi lascio al vostro lavoro.
Quanto tempo che perdiamo a discutere tra noi che ci prefiggiamo comunque il medesimo obiettivo, ossia realizzare una società antispecista e la liberazione di tutti gli animali, umani e non umani… tanto, troppo.
Dio Santo, perché farci la guerra così? Perché attaccarsi ogni due per tre? Non sarebbe meglio infondere le nostre energie per compattarci a combattere i vivisettori, i macellai, i razzisti, gli omofobi ecc.?
Nel commenti di risposta a Maria Giovanna Devetag scrivo:
Credo sia chiaro e sufficiente dato che è un commento pubblicato dallo stesso autore dell’articolo (il sottoscritto).
E’ evidente che ci siano considerevoli divergenze di vedute e opinioni, in ogni caso l’articolo di cui sopra non diffama né infanga nessuno, è una semplice presa di posizione sulla coerenza, come è nello stile di Veganzetta.
Andrea,
non siamo qui per fare una critica ragionata della storia dei Radicali in Italia.
Adele Faccio era una persona che ha combattuto per i diritti delle minoranze e per gli Animali, ma i suoi meriti non possono essere estesi ad un intero partito (o movimento), non sarebbe onesto. Si potrebbe infatti evidenziare (giusto per fare un esempio) come i Radicali siano stati quantomeno equivoci nelle loro posizioni nei vari conflitti armati del recente passato italiano. Ma né Adele Faccio, né questi discorsi servono a chiarire le cose. L’articolo in questione evidenzia una serie di problemi riscontrati in ambito partitico e politico istituzionale, non vuole né può trattare temi inerenti la storia della politica italiana che peraltro non ci riguardano.
Molte persone leggono gli articoli, ma non i commenti, in tal caso la rettifica non risulta evidente.
La diffamazione e calunnia consiste nell’aver attribuito a Parte in Causa l’organizzazione di un evento, che ha invece contestato. Per correttezza dovresti proprio rettificare l’articolo in maniera visibile, aggiungendo magari una nota sotto.
Un’altra cosa: sulle basi di cosa il programma di Parte in Causa non sarebbe antispecista? Hai letto il manifesto? Hai letto i vari punti dello Statuto?
Questo è il manifesto (lo copio-incollo perché magari il link potrebbe far considerare questo mio commento come spam):
“Parte in Causa, Associazione Radicale Antispecista, si propone il superamento dell’attuale visione antropocentrica che considera legittimo lo sfruttamento e l’uccisione sistematica degli animali non umani, considerati al pari di risorse rinnovabili e non già esseri senzienti tutti dotati del medesimo valore inerente: quello della vita senziente.
Recuperando l’originario pensiero della nonviolenza gandhiana cui da sempre la galassia radicale si ispira e, in particolare, elaborando le teorie di Aldo Capitini, Parte in Causa intende combattere per restituire dignità e libertà a tutte le specie animali viventi, in un’ottica quindi non più antropocentricamente utilitaristica, ma biocentrica; adottando i congiunti metodi della teoria e prassi – quindi informazione, sensibilizzazione, attivismo e impegno per sostenere in tutte le sedi competenti la promulgazione e l’approvazione di provvedimenti legislativi e regolamentari atti a favore una graduale, ma definitiva, abolizione dell’uso degli animali in tutti i contesti in cui essi sono attualmente impiegati (alimentazione, vestiario, spettacoli di “intrattenimento” quali circhi, palii e simili, strutture di detenzione quali zoo, acquari e simili, sperimentazione e ricerca scientifiche ecc.) – l’Associazione lavora in direzione di un orizzonte culturale quanto mai innovativo ad ambizioso, ma certamente non più procrastinabile allo stato attuale in cui versano le condizioni del nostro pianeta e soprattutto in vista di un progresso – pratico e morale – realmente inclusivo di tutti gli esseri senzienti.”
… graduale, ma DEFINITIVA abolizione dell’uso degli animali…
se non è abolizionismo questo, cos’è? Ci vogliamo arrivare gradualmente sensibilizzando, informando, facendo attivismo (al nostro attivo già diversi flash mob, presidi, scioperi della fame, comunicati, partecipazioni a manifestazioni, campagne e presidi indetti anche da altre associazioni antispeciste), adottando metodi – nonviolenti – disparati e diversi a seconda dei vari contesti.
Continui a parlare di coerenza come fosse uno slogan. Ti ho fatto un esempio particolareggiato due commenti sopra, a proposito della stessa. Parte in Causa è coerente nei suoi propositi. Dunque, tu che utilizzi la piattaforma wordpress, non sei coerente perché wordpress sicuramente non è antispecista?
Quando vai a fare la spesa in un supermercato che venderà anche prodotti non vegani (quindi dando soldi al marketing che sfrutta gli animali) non sei coerente dunque?
Non esiste una coerenza assoluta, essendo tutti collegati e parte di qualcosa più grande. Ne esiste una relativa alla propria persona, come ho spiegato. Parte in Causa è coerente con sé stessa, con quanto esprime.
Veganzetta la rettifica corretta dovrebbe precisare che a quella conferenza sulla vivisezione l’Associazione Parte in Causa stava fuori dal Senato per contestarla. Inoltre bisogna precisare che nella loro “incoerenza” dei deputati Radicali hanno proposto dei disegni di legge molto precisi per la causa animale. Uno per vietare in Italia gli allevamenti degli animali da pelliccia, un’altro per vietare l’uso degli animali nei circhi e uno addirittura per l’obbligo dei servizi pubblici ad avere alimenti vegetariani e vegani. Io credo che se in questo paese ci fossero partiti più “incoerenti” in questo modo, e se gli Italiani avessero più informazione e occasione di sostenere certe politiche, per gli animali forse la situazione sarebbe ben diversa.
Oh, bravissimo Andrea, che scrive, a proposito dell’incoerenza:
“Credo che per una associazione antispecista lavorare dentro l’incoerenza, debba essere un fatto ovvio perchè la nostra società e la nostra vita di tutti i giorni deve confrontarsi con l’incoerenza, altrimenti ci si può solo ghettizzare. Se il partito Radicale fosse stato un partito coerente alla sua storia non si sarebbe sentita la necessità di creare una associazione antispecista che innanzitutto ha come punto di riferimento la figura di Adele Faccio”.
Quello che ho cercato di spiegare anche io. Ma qui si preferisce rispondere per slogan, usando formule un tantino asfittiche: “E’ evidente che ci siano considerevoli divergenze di vedute e opinioni, in ogni caso l’articolo di cui sopra non diffama né infanga nessuno, è una semplice presa di posizione sulla coerenza, come è nello stile di Veganzetta.”.
Vedo che Veganzetta continua a NON voler rispondere nel merito.
Dove sarebbe l’incoerenza di Parte in Causa?
Il far parte di una galassia che al suo interno ha anche posizioni speciste?
Dunque, siamo tutti di default incoerenti, vivendo all’interno di una società prevalentemente specista.
Complimenti per NON aver pubblicato i miei ultimi tre commenti.
Potrei sapere, anche privatamente, come mai?
Non vi fa onore questo! Ho solo cercato di argomentare in maniera pacata.
Bene, meno male che avevo provveduto a salvarli. Li pubblicherò altrove.
Complimenti a Rita Ciatti che pensa che tutto l’universo mondo sia a sua disposizione.
Cara Rita, come puoi vedere i tuoi commenti sono stati pubblicati, è possibile che chi si occupa di questo debba nel contempo anche fare dell’altro.
Puoi pubblicare i tuoi commenti dove e come vuoi, non saremo certo noi ad inseguirti e a minacciarti sul web come fai tu che con le tue maniere pacate alludi a improbabili calunnie e diffamazioni.
La nostra posizione è già stata ampiamente spiegata e chiarita, e intasare il sito con fiumi di parole pretendendo la pubblicazione in tempo reale non cambia di una virgola la situazione.
Voi siete libere/i di dire e fare ciò che volete, lasciate questa libertà anche agli altri, questo è già stato detto e ripetuto ma evidentemente non vuoi capire.
Ciò che ha a che fare con le istituzioni, la politica istituzionale, i partiti, le correnti partitiche, le amministrazioni e la legge non è di competenza dell’antispecismo che mira ad un radicale e profondo cambiamento della società umana dal basso, e non dall’alto.
Andrea:
L’associazione Parte in Causa non è citata nell’articolo ma è solo collegata ad esso tramite un link. E’ già stato detto dalle dirette interessate che è solo una delle mille realtà del movimento radicale, pertanto se diciamo che i radicali da una parte si definiscono antispecisti e dall’altra sono a favore della vivisezione non diciamo nulla di sbagliato, nessuno ha scritto che Parte in Causa è pro vivisezione. Se qualcuno si deve sentire offeso e ha il diritto di chiedere qualcosa non è certo Parte in Causa ma l’associazione Coscioni che ha partecipato alla conferenza sulla vivisezione a Roma. Se faranno esplicita e formale richiesta provvederemo a rettificare anche il testo dell’articolo – la rettifica è già stata fatta nel commento – non credo ci sia molto altro da dire sulla questione.
Tu scrivi “Inoltre bisogna precisare che nella loro “incoerenza” dei deputati Radicali hanno proposto dei disegni di legge molto precisi per la causa animale. Uno per vietare in Italia gli allevamenti degli animali da pelliccia, un’altro per vietare l’uso degli animali nei circhi e uno addirittura per l’obbligo dei servizi pubblici ad avere alimenti vegetariani e vegani.”
Se vogliamo essere precisi e non faziosi, dobbiamo pure dire che i Radicali si sono schierati a spada tratta a favore della vivisezione in numerosissime occasioni e contro chi tenta di combatterla.
Se volete qualche esempio (che non abbiamo scritto noi):
http://www.blitzquotidiano.it/teatro/scimmie-per-la-vivisezione-m-coscioni-si-alla-liberta-di-ricerca-1134111/
http://www.radicali.it/rassegna-stampa/vivisezione-perch-difendo-libert-di-ricerca
Elenco di chi fra gli oltre 470 deputati presenti ha votato a favore degli emendamenti contro la chiusura del lager di Green Hill (votazione n° 27) e per non rendere obbligatoria l’anestesia e l’analgesia nelle sperimentazioni su Animali (votazione n° 30)
http://www.camera.it/_dati/leg16/lavori/stenografici/sed580/v003.pdf
(Bernardini è dei Radicali, Farina Coscioni è dei Radicali, Maurizio Turco è dei Radicali: http://it.wikipedia.org/wiki/Maurizio_Turco)
Come è palese ogni medaglia ha il suo rovescio. Questo esercizio potrebbe essere svolto nei confronti di qualsiasi partito politico o movimento politico istituzionale.
OK, mi scuso per l’irruenza e per aver intasato il vostro sito con fiumi di parole. Sciocca che sono a pensare di poter argomentare, discutere in maniera dettagliata! Non immaginavo che ci fosse un limite di parole e commenti. Lo terrò presente e prometto che questo sarà il mio ultimo. Doveroso, visto che continui a scrivere falsità, addirittura adesso asserendo che vi avrei minacciato.
La vostra posizione mi è chiara. Siamo qui tutti per capire come realizzare una società antispecista e di certo non è infangando il nome di associazioni appena nate che ci riusciremo. Infangare sì, perché dire che Parte in Causa non ha nulla nel suo programma di antispecista significa infangare. Peraltro continui a non rispondere nel merito. Puoi dire che secondo te non è quella la via, ma non che nelle intenzioni non mira a realizzare una società antispecista.
Quello che inoltre non puoi dire, è che Parte in Causa sarebbe un’associazione nata perché i Radicali sono a caccia di voti. O meglio, sei libero, come hai fatto nell’articolo, di dirlo, ma è una calunnia, sì. Visto che non sai minimamente di cosa stai parlando, com’è nata l’associazione, perché, dall’idea di quali persone.
E nel momento in cui affermo questo non sto proferendo nessuna minaccia, tantomeno in tutto il web, solo mostrando ciò che di sbagliato avete pubblicato.
Comunque tempo perso discutere con persone così arrogantamente chiuse nelle loro certezze che la loro posizione sia la migliore antispecisticamente possibile e lo dico con ironia. ;-)
Buon lavoro.
Non esistono limiti se non quelli imposti dalla correttezza e dalla decenza, pertanto ciascuno ha il suo.
Il tuo concetto di argomentazione consiste nel dire che chi non la pensa come te dice falsità, infanga, calunnia e via discorrendo. Ciò equivale ad affermare che la tua posizione è quella corretta e le altre non sono lecite.
Come già spiegato – ma per alcune/i ripetere non serve molto evidentemente – nessuno in questo sito ha citato apertamente l’associazione Parte in causa perché – e di nuovo si ripete – non ci interessa.
L’articolo parla del comportamento di partiti e movimenti politici istituzionali nei confronti della “questione animale” in generale, sono stati fatti esempi di più partiti e movimenti.
Tu dici che Parte in Causa è un’associazione antispecista ed altri dicono di no, tu hai le tue ragioni, gli altri le loro, entrambe le parti hanno diritto di fornire una loro visione e questo tu non lo puoi impedire.
Parte in Causa è un’associazione nata in seno a un movimento che esprime anche liste elettorali, un soggetto politico che ha rappresentanti nelle commissioni parlamentari e che vota a favore della vivisezione, questo vi sta bene? Sono problemi vostri, non nostri. Ad ogni modo siccome – terza ripetizione – non ci interessano minimamente partiti politici, movimenti politici istituzionali, e ogni espressione diretta e indiretta delle strutture e sovrastrutture di controllo e amministrazione di una società umana che reputiamo specista, potrai ben comprendere che l’esistenza o meno di Parte in Causa non ci toglie di certo il sonno. Questo a prescindere dal fatto che noi stessi viviamo in questa società dato che in essa ci siamo nati e non vi abbiamo aderito per scelta.
Pertanto in conclusione ti posso assicurare che non esiste alcun intento denigratorio o persecutorio, ma solo la volontà di chiarire le nostre posizioni, sarà poi chi legge a farsi un’idea e a esprimere un giudizio sulla vicenda.
Con questo ti saluto e aggiungo che se hai altre questioni da chiarire saremo lieti di rispondere in privato e dettagliatamente, risparmiando a chi legge ulteriori commenti del tutto superflui.
Saluti antispecisti
La propaganda antispecista possibilmente si fa dentro gli ambiti in cui non è ancora del tutto o per niente accettata, quindi penso che dovreste sostenere e auspicare che anche nei movimenti o partiti politici si parli sempre più spesso di queste tematiche. L’errore più grave sarebbe quello di limitarsi a parlare tra chi la pensa allo stesso modo. Il movimento antispecista italiano è stato fondato anche da un Radicale e la cultura antispecista in Italia deve molto all’esistenza dei radicali. Le contraddizioni esistono e le conosciamo bene tutti. Le contraddizioni non ci scandalizzano, vogliamo prenderle di petto e superarle anche e soprattutto confrontandoci con la politica. Il partito radicale per la questione del voto di alcuni suoi parlamentari, non tutti, sulla vivisezione si è quasi spaccato in due e si sono aperte delle polemiche ancora aperte. Io penso che bisognerebbe solo augurarsi che la cultura antispecista invada anche i luoghi istituzionali e della politica e non rischi di apparire una scelta esclusivista. Comunque ognuno si muove secondo le proprie modalità e convinzioni, non esiste una unica strada per lavorare alla causa antispecista.
Caro Andrea,
la Veganzetta è stato il primo giornale antispecista pubblicato in Italia e ti possiamo dire senza tema di smentita che non esiste alcun movimento antispecista italiano. Quindi è abbastanza difficile che un Radicale sia tra i fondatori di qualcosa che non è stato ancora fondato.
L’antispecismo in Italia ha attecchito grazie al lavoro di associazioni antispeciste, di gruppi e di singoli sul territorio, tutte realtà ben lontane da partiti politici e movimenti istituzionali.
L’antispecismo è rivoluzionario e non ha bisogno di riconoscimenti partitici o istituzionali, e chi tenta ancora di percorrere la strada della “contaminazione” all’interno dei partito politici è destinato ad una fine misera. Non si combatte il potere sostituendosi ad esso o tentando di cambiarlo, è l’idea stessa di dominio e controllo che distruggerebbe ogni tentativo in questo senso.
L’idea antispecista parte dal basso, dal singolo che compie atti politici, da gruppi che si coordinano e creano una rete orizzontale, tutto ciò in Italia semplicemente non c’è, quindi inutile parlare di realtà che non ci sono.
Prendete di petto tutto ciò che volete e confrontatecvi con chi volete, ma siete e rimarrete sempre dentro ad un gioco di potere più grande e più forte di voi. Un gioco a cui partecipate e che legittimate con la vostra presenza. L’antispecismo non ha bisogno delle istituzioni, semmai il contrario visto e considerato che la politica professionistica da sempre tende ad assorbire ogni nuova spinta sociale per fagocitarla, farla propria e normalizzarla.
Noi parliamo alla gente, non alle istituzioni che sono sovrastrutture sociali.
Ovviamente non sono interessato a farne un discorso di paternità ma solo di precisazione storica, poi non credo siano cose importanti. Ma per essere preciso mi riferivo a Bruno Fedi, un vecchio radicale che da molti decenni si occupa di cultura vegetariana e vegana, di animalismo e antispecismo e che nel 2001 ha fondato il movimento antispecista italiano.
http://www.movimentoantispecista.org/
Credo che tutte le modalità che vanno nell’interesse degli animali siano importanti. Purtroppo viviamo in una società organizzata in un certo modo per cui credo sia importante anche confrontarsi con la politica, perchè è ancora attraverso la politica, facendo pressione sia su quella nazionale che su quella europea, che si possono cambiare le cose e ottenere dei risultati concreti. Sono importantissime, anzi direi fondamentali le situazioni come le vostre, necessarie per diffondere e sensibilizzare la società alla cultura antispecista. Per me le due modalità dovrebbero andare insieme e non essere viste come cose contrastanti. Io sono più per prendere in considerazione gli elementi che accomunano che quelli che rappresentano delle differenze: l’importante è che ci sia l’obbiettivo comune della liberazione animale.
Allora tanti auguri nel vostro dialogo con la gggente! :)
Ciao Andrea,
Grazie per la tua precisazione e soprattutto per la tua disponibilità al dialogo.
Conosciamo bene l’associazione “Movimento antispecista” e l’opera benemerita del prof. Bruno Fedi, però c’è da dire che non si tratta di un movimento, ma di un’associazione senza scopo di lucro fondata nel 2001 da Massimo Terrile, Bruno Fedi e altre persone. Il nome scelto può ingannare, ma – come tu comprenderai – c’è molta differenza tra un movimento vero e proprio e un’associazione che sceglie il nome di movimento. Al link che tu hai proposto troverai anche il loro statuto.
Questo solo per dirti che un movimento antispecista italiano non esiste. Quindi Fedi è uno dei fondatori di una delle associazioni antispeciste italiane, ma non certo di un movimento.
Il confronto con la politica è fondamentale, noi siamo tra quelli che definiscono l’antispecismo come prettamente politico, solo che si fa molta confusione tra politica, partitismo e strutture dello Stato. Chi parla di politica pensa ai partiti, noi cerchiamo di psiegare che un atto politico è un atto posto in essere da un singolo, o un gruppo per influenzare la società, questo anche senza essere costituiti in un partito politico e senza partecipare ad elezioni politiche o amministrative.
Pertanto la nostra linea è quella di compiere atti politici dal basso senza collaborare con strutture dello stato o entità politiche istituzionali. Questo perché semplicemente l’antispecismo non riconosce lo Stato come referente.
Altri singoli o gruppi sono ovviamente liberi di pensarla come vogliono e di fare ciò che credono, ma sarebbe utile chiarirsi un po’ le idee sul termine “antispecismo”, perché se è vero che si è antispecisti e al contempo membri di una società specista, ma non è altrettanto vero che per tale motivo allora si debba collaborare o addirittura entrare a pieno titolo a svolgere un ruolo nelle istituzioni che noi intendiamo avversare perché speciste, antropocentriche, violente e dominanti. Per tale motivo l’antispecismo si batte per la liberazione animale che non può avvenire mediante leggi emanate da istituzioni speciste perché sarebbe del tutto illogico. Non si chiedono leggi, né diritti, né regolamenti, ma una nuova morale e un nuovo approccio con le altre specie. Questa se vuoi puoi chiamarla rivoluzione culturale. Una tale rivoluzione non va imposta per decreto, ma va condivisa e vissuta. C’è differenza.
Ciao Maria Giovanna grazie gli auguri sono sempre benaccetti.