Si legge in circa: 4 minuti
Non c’è la matematica certezza che sia lui, ma quasi. Molti esperti sono sicuri infatti che il Beluga, filmato nei giorni scorsi dalla squadra di rugby del Sudafrica in gita al Polo Nord, mentre insegue e riporta una palla ovale, non sia altro che Hvaldimir, lo stesso Beluga avvistato per la prima volta con l’imbracatura per fotocamera etichettata “Equipaggiamento di San Pietroburgo” (ne parlammo nell’articolo La storia del Beluga spia dei russi) e successivamente che riportava un cellulare caduto in acqua a una turista.
Nel frattempo però la sua storia si è arricchita di numerosi capitoli (molti di questi li potete trovare su YouTube) tanto da far approdare le sue vicissitudini su Wikipedia, anche se il mistero dell’imbracatura non è mai stato chiarito. Hvaldimir, come ormai è stato soprannominato dagli studiosi che si sono interessati al suo caso, è stato visto, tra aprile e luglio scorsi, svariate volte, sempre vicino alle barche, a chiedere cibo e a cercare un’interazione con gli Umani. Infine, a metà estate, dopo un avvistamento prolungato nel mare di Norvegia, ha inseguito un’imbarcazione fino al porto di Hammerfest dove è rimasto per giorni, attirando folle di curiosi. A quel punto la polizia norvegese ha deciso di intervenire e, dopo aver constatato che il Beluga non aveva nessuna intenzione di andarsene, si è vista costretta tramite l’introduzione di una segnaletica permanente, a invitare i turisti a non dargli da mangiare per non renderlo più dipendente dagli Umani di quanto già non fosse. È stata inoltre ventilata l’ipotesi di portarlo nel Santuario per Cetacei recentemente inaugurato in Islanda, dove già si trovano due Beluga liberati da un delfinario cinese, ma siccome sembrava essere in grado di sostentarsi autonomamente, si è deciso, all’ultimo momento, di non trasferirlo. Poco dopo Hvaldimir ha lasciato spontaneamente il porto di Hammerfest. Tuttavia, in seguito, è stato avvistato di nuovo poco lontano dal porto, ferito e con evidente perdita di peso. Si è perciò pensato di nutrirlo “artificialmente” nelle zone in cui si aggirava. È stata persino aperta una raccolta fondi per raccogliere cibo; raccolta a cui hanno aderito centinaia di persone umane, rendendo così nota la storia di Hvaldimir in tutta la Norvegia e dando vita alla Associazione Hvaldimir dietro la quale si nasconderebbe, a quanto sembra, Sea World. Alla fine di luglio la salute del Beluga sembrava decisamente migliorata e poco dopo ha preso ancora una volta il largo. Nei primi giorni di settembre ecco però un nuovo avvistamento. Il Beluga presentava questa volta ferite inflitte dall’elica di un natante e addirittura alcune bruciature che sembravano di sigaretta. Infine, a metà settembre compare al porto di Alta, ma qui si è provveduto ad allontanarlo immediatamente perché c’era chi gli si gettavano addosso per nuotare con lui. Molti ritengono che l’ipotesi della sua fuga da un programma militare russo sia la più attendibile, anche se c’è chi sostiene che, in realtà, Hvaldimir facesse parte di un progetto di pet therapy e che l’imbracatura servisse per trascinare una slitta acquatica per bambini. Quel che è certo è che i russi hanno numerosi Mammiferi marini addestrati a svolgere missioni militari e che una base di addestramento si troverebbe proprio vicino a San Pietroburgo.
Riguardo invece al video pubblicato nei giorni scorsi su YouTube dai rugbisti del Sudafrica e che ha fatto milioni di click, per Ferris Jaber scrittore scientifico per il New York Times, Hvaldimir apparirebbe nuovamente «malnutrito e ferito» oltre che in cerca di un contatto con gli Umani. In realtà, guardando le immagini, non si notano ferite e Hvaldimir non sembra essere, almeno agli occhi di un non esperto, particolarmente denutrito, ma di certo la sua voglia di giocare con gli Umani è evidente.
Ci sono molti modi per interpretare questo avvistamento. Uno è senza dubbio quello che ci mostra come molti fraintendano alcuni comportamenti degli Animali e li trovino, a giudicare dai toni degli articoli che molti quotidiani hanno pubblicato, “divertenti” anche quando non lo sono. La realtà è che Hvaldimir è un Animale selvatico profondamente condizionato dall’Umano, peraltro probabilmente per scopi militari e che in questi mesi ha subito di tutto. Nel bene, ma anche nel male.
Un altro, che ovviamente, non contraddice quello precedente, è che evidentemente Hvaldimir, in tutto questo tempo è riuscito in qualche modo a cavarsela e che quindi non solo la sua fuga sta continuando, ma sta anche dimostrando che i Mammiferi marini addestrati, come quelli prigionieri dei delfinari, sono in grado, in alcuni casi, di riadattarsi, seppur con moltissima fatica, alla vita libera, nonostante il condizionamento della cattività.
Ora la domanda è: cosa si può fare per Hvaldimir?
La risposta non è semplice. Sicuramente sarebbe importante continuare a monitorarlo per capire quali siano le sue reali condizioni di salute, ma contemporaneamente è importante fare in modo che non cada nelle mani di chi sarebbe pronto a sfruttarlo e privarlo della libertà, magari con la scusa di salvarlo (vedi Sea World).
Verrà fatto?
Verrà, se necessario, portato nel Santuario dei Cetacei?
Difficile saperlo. Nell’attesa, non ci resta altro che continuare a seguire la sua storia e fare il tifo per lui.
Francesco Cortonesi
Fotografia di apertura di DiFronzo
Se hai letto fin qui vuol dire che questo testo potrebbe esserti piaciuto.
Dunque per favore divulgalo citando la fonte.
Se vuoi Aiuta Veganzetta a continuare con il suo lavoro. Grazie.
Avviso legale: questo testo non può essere utilizzato in alcun modo per istruire l’Intelligenza Artificiale.
AGGIORNAMENTO DELL’8 LUGLIO.
Purtroppo il povero Hvaldimir è stato ferito: https://www.veganzetta.org/hvaldimir-e-stato-ferito/