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Fonte: www.all4animals.it
USA: addio Tilikum. E’ morta l’orca simbolo della prigionia negli acquari
Tilikum non c’è più. La notizia della morte dell’orca simbolo della crudeltà della cattività negli acquari si è diffusa in queste ore sui principali organi di informazione internazionali, tra cui la celebre CBS.
La storia di Tilikum, rapito dall’oceano e dalla sua famiglia quando era solo un cucciolo, aveva fatto il giro del mondo con il docufilm “Blackfish”, che aveva sfiorato l’oscar e che vi riportiamo sottotitolato in chiusura di articolo. Le condizioni di Tilikum, che aveva poco più di 30 anni (ed era quindi un esemplare giovane, poiché le orche possono raggiungere e superare i 70 anni in libertà), si erano deteriorate negli ultimi mesi e il fatto era stato reso noto da SeaWorld, l’azienda-colosso proprietaria di numerosi acquari in tutto il mondo.
Gli attivisti per i diritti animali hanno tentato fino all’ultimo di garantire a Tilikum almeno una morte in libertà, restituendo l’animale all’oceano cui era stato strappato attraverso la reimmissione in un santuario marino, ma senza purtroppo riuscirvi. Nonostante le numerose campagne che, nel corso degli anni, hanno mirato alla liberazione dell’orca (celebre quella su Twitter seguita alla release di Blackfish, con l’hashtag #freeTilly), i vertici di SeaWorld hanno sempre rifiutato il rilascio in un santuario marino.
Tilikum, utilizzato per anni come animale “da circo” nel corso degli spettacoli acquatici di SeaWorld, ha ucciso tre persone a causa della psicosi da cattività che colpisce spesso i mammiferi marini prigionieri. Per anni è stato detenuto in condizioni di isolamento, fatto che ha aumentato considerevolmente il suo stato di stress: le orche sono infatti animali con una socialità altamente sviluppata.
Secondo i vertici di SeaWorld, Tilikum sarebbe morto nella giornata di oggi oggi. La causa di morte non è al momento chiara, seppure fosse noto da mesi che l’animale soffrisse di una grave infezione batterica antibioticoresistente. Tilikum, al momento del decesso, aveva 36 anni, praticamente tutti trascorsi in cattività. E’ morto alla sede di Orlando di SeaWorld, nella quale era detenuto da 23 anni dopo aver dato alla luce – attraverso procedure artificiali di prelievo dello sperma e inseminazione – a 14 cuccioli, molti dei quali già morti.
Numerosi attivisti, purtroppo consapevoli che Tilikum non sarebbe mai stato rilasciato, si sono trovati ad auspicare che la morte giungesse rapida e indolore per il grande mammifero marino, ritenendo fosse la sua sola prospettiva di libertà possibile.
Addio Tilly.
Fotografia in apertura: Tilikum. Fonte: Wikipedia
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Ricordiamo Tilikum come un essere sensibile che ha subito torture per 35 anni. Ricordiamo Tilikum come un essere intelligente che è stato costretto ad esibirsi per due alicette tutti i giorni della sua miserabile vita. Ricordiamo Tilikum come un prigioniero forzato e torturato dell’industria dello spettacolo. Ricordiamo Tilikum che è stato ammazzato dai suoi sedicenti possessori, allenatori e non ultimo gli azionisti della catena di delfinari. Ricordiamo Tilikum che nei suoi necrologi viene ricordato dalla massa mediatica come l’orca che ha ammazzato i suoi agizzini. R.I.P. Tilikum
Giusto che venga ricordato così perché è ciò che ha fatto, resistenza animale violenta contro la schiavitù e la prevaricazione violenta, in barba alle ciance antropicentriche da salotto dei “pacifisti” moralizzatori umani, più adatti a una chiesa che alle lotte di liberazione.
Trasformare la notizia della scomparsa di una vittima della violenza e del dominio umano in un attacco nei confronti di non ben identificati “pacifisti”, è una cosa di una utilità pari a zero.