I problemi di Vandana Shiva con la questione animale


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Una recensione di Paolo Scroccaro, noto esponente della Decrescita italiana e membro dell’Associazione Ecofilosofica, dell’ultimo libro di Vandana Shiva dal titolo “Dall’avidità alla cura. La rivoluzione necessaria per un’economia sostenibile” (EMI 2022), permette alcune considerazioni sul rapporto dell’autrice evidentemente problematico con la questione animale.
Scroccaro analizza nel dettaglio le proposte di Vandana Shiva in relazione ai concetti di “economia della cura” e di “prosperità senza crescita”, evidenziando alcuni aspetti indubbiamente positivi, ma sottolineandone molti altri chiaramente negativi e inaccettabili. Essendo il ventaglio degli argomenti esposti molto ampio, Veganzetta – come sempre – si concentra sugli aspetti che riguardano direttamente la condizione degli Animali, e sotto questo punto di vista il libro di Vandana Shiva non solo delude, ma preoccupa non poco.

Scroccaro nella sua ampia recensione sulle proposte dell’autrice in fatto di rapporti tra Umani e Animali, afferma:

Piccoli allevamenti e piccola agricoltura a bassa tecnologia come soluzione alternativa?
Vandana Shiva immagina una società basata sui piccoli allevamenti e sui piccoli agricoltori, come alternativa all’agroindustria: dovrebbe trattarsi, secondo lei, di un’agricoltura a bassa tecnologia e a basso consumo di combustibili fossili, che di conseguenza torna a far leva sul duro sfruttamento animale e sul penoso lavoro umano.

Per poi giungere al fulcro del problema:

Basti pensare alla vita contadina dei nostri avi: orari di lavoro massacranti, senza limiti, dall’alba al tramonto inoltrato, festività incluse; ancoraggio costante alla terra, ai campi, poiché bisogna “prendersene cura” (espressione che piace molto all’autrice) senza interruzioni, anche d’estate, quando i cittadini vanno in vacanza; rese economiche modestissime, che costringevano i nostri nonni a faticare sempre più per sopravvivere e stare a galla… Ma Vandana Shiva suggerisce che dovrebbe esserci un’integrazione vantaggiosa tra piccola agricoltura contadina e piccoli allevamenti, che in concreto significa sfruttamento animale fino allo stremo, e non solo. Ricordo con disgusto conigli e polli strangolati a mano, senza pietà, e i loro corpicini innocenti appesi a un filo teso nell’aia; per non parlare della terribile agonia dei maiali che venivano sgozzati, le cui urla disperate e agghiaccianti si udivano a distanza, trasportate lontano dal vento compassionevole, quasi a voler lasciare almeno un monito e una testimonianza delle atrocità incommensurabili di cui era (ed è) capace un certo mondo contadino – affinché tutto questo non cadesse nell’oblio. E poi la rozza festa collettiva, quando il terribile sacrificio del maiale veniva gioiosamente trasformato in salsicce, salami e soppresse da lasciar stagionare in cantina: questo era il momento della massima convivialità tra le famiglie contadine, ciò che dava il senso della comunità agricola di una volta; e poi i bambini, assuefatti fin da piccoli a questi spettacoli sanguinari, così da vivere con noncuranza, come normalità quotidiana, gli atti orribili che venivano compiuti nel segno di una stupida festa collettiva priva di qualsiasi sensibilità di natura etica.
Davvero si vorrebbe riproporre in Europa questo mondo, come se potesse rappresentare un’alternativa di civiltà al paradigma cartesiano, al capitalismo, alla crescita, al predominio delle multinazionali??? Davvero si pensa che questo mondo contadino sia quello che nutre il pianeta con cibi sani e genuini, in alternativa al cibo artefatto dell’agroindustria???

Dunque davvero questa è la proposta che il mondo dell’ecologia e della Decrescita avanza per un futuro “sostenibile” per la società umana?
Ancora una volta è lampante la divergenza (sempre più marcata) tra le posizioni della liberazione animale e quelle dell’ecologismo (mainstream, ma anche troppo spesso profondo), ambientalismo e Decrescita, evidenziando l’incapacità di questi ultimi di considerare gli Animali come soggetti senzienti con il diritto di vivere liberamente la propria esistenza, per relegarli – come sempre è accaduto nella storia delle civiltà umane – al ruolo di mezzi produttivi o di risorse a nostra disposizione.
I problemi che Vandana Shiva ha con la questione animale sono conosciuti da tempo e certamente l’autrice si è distinta in passato anche per altre attività e prese di posizione inaccettabili, come per esempio l’aver fatto da testimonial all’Expo 2015 di Milano. Tutto ciò è comunque da ritenersi utile per comprendere quanto “guru”, volti noti e personalità che vantano un grande seguito di pubblico, possano arrecare danni, anche considerevoli, alla lotta per la liberazione animale, a causa delle loro posizioni retrograde e della loro notorietà.
Di seguito l’articolo integrale di Paolo Scroccaro. Buona lettura.


L’Economia della cura di Vandana Shiva: luci e ombre


 


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22 Commenti
  1. Claudio ha scritto:

    Non so se sia consentito lasciare un link diretto ad un video youtube. Comunque giusto i primi di Settembre è stato pubblicato un video da – Animal Equality Italia – dal titolo “Nuove immagini: terribili abusi sulle bufale allevate per il loro latte in India”.
    Trovo improbabile che l’ambientalista Vandana Shiva, paladina dei poveri contadini e allevatori non sia al corrente di ciò che accade in ogni villaggio rurale indiano e non, e ne trovo altresì allucinante la sua instancabile opera di legittimazione.
    Ho letto con molto interesse l’articolo di Paolo Scroccaro, soprattutto quando illustra quella retorica stucchevole e ipocrita del genuino mondo contadino.
    La “festa” nel giorno dello sgozzamento del maiale mi ha riportato alla mente uno dei tanti video nel quale viene riproposta questa “cara tradizione familiare”, mi risulta sconcertante come tutt’oggi persista nella mente di chi ne ha assistito una visione romantica dell’evento, una nostalgia dei bei tempi andati, un rito che portava con se allegria e convivialità.
    Il Sapiens ha sviluppato tecnologie e saperi straordinari, per altri parametri evolutivi siamo invece ancora alla A.. di Australopiteco.

    12 Settembre, 2022
    Rispondi
    • Paolo S. ha scritto:

      Il video sulle bufale da latte in India mi era sfuggito, grazie per l’informazione; Claudio, potresti segnalare anche il link di tale video? Penso che possa interessare a diverse persone che non credono alla visione edulcorata che Vandana Shiva diffonde circa il trattamento degli animali in India

      14 Settembre, 2022
      Rispondi
      • Claudio ha scritto:

        Il link al video è https://www.youtube.com/watch?v=emReMhFPFrU
        Avverto chi volesse visionarlo che si tratta di immagini decisamente crude e disturbanti.
        Una bufala esausta e sfiancata viene “vessata” in ogni modo al fine di essere caricata su un furgone diretto al macello.

        Chi avesse dubbi sul proseguimento del viaggio verso il macello e come tutto questo venga interpretato dal buon mondo contadino indiano (da sottolineare sponsorizzato dalla saggia Vandana Shiva), può cercare informazioni su PETAIndia.
        Intanto a tal proposito lascio un link video datato 2022 che va ben oltre l’indecenza.
        https://vimeo.com/742120456

        Si consideri che L’India è uno dei maggiori produttori di carne bovina al mondo con 4,3 milioni di tonnellate all’anno, la quale non viene solo consumata ma anche prodotta su larga scala ed esportata in Qatar e Arabia Saudita per via della macellazione “halal”.

        15 Settembre, 2022
        Rispondi
  2. Veganzetta ha scritto:

    Ciao Claudio,

    Certamente si possono suggerire link nei commenti.
    L’ambientalista Vandana Shiva di sicuro è al corrente dell’enorme sfruttamento animale che è presente nel suo Paese, ma evidentemente non le interessa. Le soluzioni che propone nei suoi libri in realtà sono in verità non-soluzioni, che non vanno ad intaccare l’architettura verticale umana che contraddistingue le nostre società e sono spesso caratterizzati da una buona dose di ipocrisia. Non per nulla i suoi libri sono sempre dei successi, proprio perché mancano di radicalità e accontentano una grande platea di pubblico.
    Come tu giustamente evidenzi siamo una specie tecnologicamente molto avanzata e moralmente ed eticamente ritardata.

    13 Settembre, 2022
    Rispondi
  3. Veganzetta ha scritto:

    Ciao Claudio,

    Grazie per i link ai video. Il secondo è visibile solo mediante registrazione a Vimeo, però è possibile scaricarlo in locale e visionarlo liberamente premendo sul pulsante “Download” posto sotto il titolo “PETA India’s 2022 Investigation Into Mumbai’s Deonar Slaughterhouse”.

    Questi due video atroci (il secondo è realmente la rappresentazione dell’inferno sulla Terra), testimoniano quanto le proposte di Vandana Shiva sull’agricoltura e sugli allevamenti siano ipocrite, crudeli e speciste, tenuto conto di ciò che proprio nel suo Paese natale gli Animali sono costretti a subire.

    16 Settembre, 2022
    Rispondi
  4. Paolo S. ha scritto:

    Video allucinanti, che mostrano una crudeltà indescrivibile a parole: tutto questo nonostante il culto della vacca sacra, ricordato da Vandana Shiva con lo scopo di insinuare l’idea che in India gli animali siano in qualche modo rispettati o comunque trattati meglio che altrove. Concordo con Adriano: siamo al cospetto di una ipocrisia disgustosa, che vorrebbe giustificare almeno i piccoli allevamenti!

    17 Settembre, 2022
    Rispondi
  5. Veganzetta ha scritto:

    Dunque a di fronte ad evidenze come quelle segnalate, se realmente Vandana Shiva fa parte di quel gruppo di personalità maggiormente ascoltate in ambito ambientalista e decrescente, come si può ancora parlare di “decolonizzare l’immaginario”, se le proposte continueranno ad essere quelle per una società umana leggermente “corretta” in alcune sue parti e sempre e comunque verticale, antropocentrica e palesemente specista?

    17 Settembre, 2022
    Rispondi
  6. Paola Re ha scritto:

    Come al solito, Veganzetta ha il coraggio di dire la verità; in tal caso su un personaggio elogiato da chiunque come una sorta di guru. Appena ho letto il titolo dell’articolo, mi è venuto in mente l’articolo del 2015 sul baraccone EXPO e mi fa piacere che sia stato citato. A me non è mai piaciuta ma, quando l’ho detto pubblicamente, sono stata guardata come una pericolosa estremista.
    Queste persone dal volto buono sono pericolose. Vade retro!

    18 Settembre, 2022
    Rispondi
    • Veganzetta ha scritto:

      Cara Paola,

      La vicenda dell’EXPO citata è particolarmente grave e non poteva in alcun modo essere dimenticata.

      24 Settembre, 2022
      Rispondi
      • Veganzetta ha scritto:

        Caro Guido,

        Greazie per aver segnalato questo interessante articolo che mette il dito in una piaga che si allarga sempre più ma che ci si ostina a non voler vedere. La crescita demografica incontrollata della nostra specie è stata definita molto tempo fa come una “bomba demografica” (The Population Bomb, libro pubblicato nel lontano 1968 dal biologo Paul Ehrlich) e probabilmente la definizione è azzeccatissima. Quando si parla di decrescita, ma anche di veganismo e antispecismo, dovrebbe essere impossibile non pensare anche alla decrescita del numero di soggetti umani presenti sul pianeta.

        30 Novembre, 2022
        Rispondi
      • Paolo S. ha scritto:

        Ciao Guido, questo tuo articolo sull’EXPO mi era sfuggito o non me lo ricordavo, hai fatto bene a segnalarlo, lo trovo ottimo e incisivo, soprattutto sul punto centrale: dicono che vorrebbero nutrire il pianeta, ma in realtà si riferiscono a 7-8 miliardi di umani, dimenticando tutte le altre specie, che in realtà vengono de-nutrite o spazzate via, in nome dello sviluppo! Ciò accresce i demeriti di coloro che hanno sostenuto e sponsorizzato l’Expo.

        1 Dicembre, 2022
        Rispondi
  7. Filippo Schillaci ha scritto:

    Il problema non è Vandana Shiva, né l’ecologismo o la decrescita. Il problema è la visione settoriale che le varie componenti del movimento alternativo hanno del mondo e di cosa non va in esso. E ciò vale anche per gli antispecisti la cui visione, se parliamo di allevamenti, si ferma agli animali vi sono rinchiusi ma rimane del tutto cieca di fronte alla distruzione degli ecosistemi che viene perpetrata su grande scala per fare spazio a essi, liquidando la faccenda con la sbrigativa constatazione che quella è roba “da ecologisti”. Ma cosa significa distruggere un ecosistema se non perpetrare un genocidio di massa di tutti gli esseri viventi che ne fanno parte? Quando una foresta viene bruciata per farne un pascolo, non muoiono forse anche tutti coloro che ci vivevano, bruciati vivi oppure, se riescono a salvarsi dalle fiamme, di stenti poiché non esiste più l’habitat che era il loro sostentamento? Su tutto questo l’antispecista medio non spende una sola riga, un solo pensiero.
    Oppure, si potrebbe parlare di agricoltiura industriale. Ricordo ancora quella tipa che una volta mi scrisse: a me basta che sia cibo vegano, non importa se biologico o no. Basterebbe leggere le pagine di Primavera silenziosa dedicate agli effetti dei pesticidi sugli animali selvatici per rendersi conto della superficialità estrema che c’è in quell’affermazione.
    E analoghe cose si potrebbero dire dei pacifisti, che pretendono di metter fine alle guerre lasciando tutto il resto come sta. Eccetera.

    23 Settembre, 2022
    Rispondi
    • Veganzetta ha scritto:

      Caro Filippo,

      Prima di tutto grazie per essere intervenuto in questo dibattito.

      Tu affermi che “Il problema è la visione settoriale che le varie componenti del movimento alternativo hanno del mondo e di cosa non va in esso”, dunque tale problema riguarda certamente l’ambiente antispecista, ma pure quello ecologista e decrescente (in quanto componenti dei movimenti alternativi all’esistente). Il problema è anche Vandana Shiva in quanto personalità nota a livello internazionale e voce molto ascoltata in determinati ambienti.
      La visione settoriale (o meglio ancora parziale, se non addirittura miope) che in molti ambiti si riscontra è un problema generalizzato che è il maggior responsabile del fallimento di molte iniziative e progetti. La mancanza di una visione d’insieme dell’enorme e complesso problema per esempio degli allevamenti, non può essere imputata semplicemente sull’animalismo o l’antispecismo, ma riguarda anche altri ambiti che non hanno quasi mai considerato lo sfruttamento animale e che per di più, spesso, ignorano o sminuiscono la portata di dati e studi a riguardo. In questa situazione dove nessuna delle parti è priva di colpe, si può però affermare (senza tema di smentita) che perlomeno chi si batte per la liberazione degli Animali costretti negli allevamenti (intensivi e non) solitamente non li mangia, dunque non alimenta il ciclo della carne che fa strage di Animali e devasta il pianeta Terra, chi invece si occupa degli effetti negativi degli allevamenti di Animali, solitamente continua tranquillamente a consumarne le carni. Tu potrai dire che si tratta di ben poca cosa in confronto a tutto ciò che si dovrebbe fare, ma è un fatto.
      Tu scrivi “Quando una foresta viene bruciata per farne un pascolo, non muoiono forse anche tutti coloro che ci vivevano, bruciati vivi oppure, se riescono a salvarsi dalle fiamme, di stenti poiché non esiste più l’habitat che era il loro sostentamento?” su questo hai assolutamente ragione e solitamente in ambito antispecista si tratta poco o nulla questo argomento. Ad ogni modo non bisognerebbe generalizzare, di seguito si riportano alcuni piccoli esempi:

      https://www.veganzetta.org/gli-incendi-e-lorribile-strage-degli-animali
      https://www.veganzetta.org/la-tigre-che-abbraccia-lalbero
      https://www.veganzetta.org/il-ruggito-del-puma
      https://www.veganzetta.org/nessuna-vittima
      https://www.veganzetta.org/eremocene-e-alterita
      https://www.veganzetta.org/grandi-opere-un-aspetto-della-guerra-planetaria-contro-animali-e-natura

      Nell’ambiente animalista contemporaneo ci sono addirittura note associazioni che stanno puntando tutto sull’impatto ambientale degli allevamenti di Animali, nel tentativo di far breccia in coloro che sono in apprensione per via dell’emergenza climatica, ciò a costo anche di mettere la sofferenza animale in secondo piano (come puntualmente accade).

      Detto questo in generale è chiaro che è del tutto impossibile giungere alla fine del conflitto che noi Umani abbiamo avviato contro la Natura, senza un approccio integrato, multidisciplinare e comprensivo di ogni aspetto della questione.

      24 Settembre, 2022
      Rispondi
  8. Paolo S. ha scritto:

    In riferimento agli allevamenti, gli aspetti etici, ecologici, economici… non sono alternativi, ma integrativi. E’ vero: ci sono animalisti che dimenticano l’ecologia (come dice Filippo), così come ci sono ambientalisti indifferenti ai risvolti etici della questione, come dice Adriano. Il fatto di considerare i vari aspetti non separatamente ma nelle loro interconnessioni, rafforza il potere della critica e potrebbe gettare le basi per una cooperazione tra antispecisti, ecologisti e decrescenti, almeno in teoria. Per quanto riguarda Vandana Shiva, le sue responsabilità dirette non vanno minimizzate, a maggior ragione considerando la notorietà di cui gode: da diversi anni, sta lanciando messaggi veramente disdicevoli, poiché propone di sostituire i combustibili fossili e la tecnologia con il lavoro animale, da lei considerato un’energia alternativa e rinnovabile! Sta proponendo un modello sociale sciagurato incentrato sullo sfruttamento animale; dice ai contadini di rinunciare ai mezzi meccanici, e di sostituirli con cammelli (poichélavorano 8 ore al giorno, trasportano fino a 500 kg, viaggiano per 25 miglia; con asini (poiché trasportano pesi pari al 25% del proprio peso per 7 ore al giorno); con buoi (poiché in India arano 2/3 della terra coltivata)… non sono esagerazioni, è quello che Vandana Shiva scrive testualmente nei suoi libri. Trovo che questi messaggi siano indegni, orribili e pericolosi, anche perché provengono da quella che i media internazionali considerano la più grande ecologista del momento, e che per di più ora si spaccia anche per una critica dell’antropocentrismo, nonostante predichi lo sfruttamento animale!

    27 Settembre, 2022
    Rispondi
  9. Veganzetta ha scritto:

    Quanto evidenziato da Paolo Scroccaro sulle affermazioni di Vandana Shiva, sono l’ennesima e plastica prova della gravità delle sue posizioni e del danno che una personalità come lei può causare. Fino a quando ci saranno questi “guru” capaci solo di dispensare idee retrograde, antropocentriche e speciste, non si potrà mai verificare una crescita di consapevolezza necessaria per far comprendere nella sua interezza l’enorme problema del nostro impatto sugli altri viventi e sul pianeta.

    28 Settembre, 2022
    Rispondi
  10. Guido ha scritto:

    Concordo pienamente con Paolo Scroccaro e con Veganzetta. C’è da aggiungere che Vandana Shiva è piuttosto carente nel trattare un punto essenziale: 8 miliardi di umani non ci stanno assolutamente sulla Terra. Bisognerebbe avere un approccio più sistemico-olistico. Se va bene (?) ce ne stanno 3-4 miliardi, se non mangiano carne ma si alimentano come i loro fratelli Oranghi e Gorilla. Altrimenti ce ne stanno molti di meno. Un numero superiore può essere soltanto un disastroso transitorio. Inoltre, anche gli ecosistemi sono esseri senzienti.

    28 Settembre, 2022
    Rispondi
    • Veganzetta ha scritto:

      Caro Guido,

      Grazie per essere intervenuto nel dibattito.

      La questione demografica umana è fondamentale per il futuro del pianeta Terra, purtroppo non solo Vandana Shiva, come affermi tu, è “piuttosto carente” nel trattare l’argomento, ma anche gran parte degli ambienti ecologista e decrescente. La nostra specie non intende o non sa autoregolare la propria crescita demografica in base alla capacità portante dell’ambiente in cui vive, ciò unitamente al fatto che abbiamo interamente colonizzato il pianeta, ci sta conducendo verso la distruzione totale di ogni habitat con cui veniamo in contatto. Il problema demografico in definitiva è simile a molti altri problemi che ci affliggono a causa del fatto che non sappiamo e non vogliamo antoregolarci.

      28 Settembre, 2022
      Rispondi
  11. Paolo S. ha scritto:

    Più di qualcuno mi ha chiesto di precisare la fonte per quanto riguarda le dichiarazioni esplicite di Vandana Shiva sul lavoro animale, e in particolare sulla laboriosità di elefanti, cammelli, asini, buoi (vedi sopra i riferimenti, in un precedente commento). Vandana riporta esattamente quei dati per legittimare lo sfruttamento animale nel suo libro “RITORNO ALLA TERRA – LA FINE DELL’ECOIMPERIALISMO, con prefazione di Carlo Petrini – Fazi Editore, 2009. Vedasi soprattutto pag. 116, 117, 118, 120, 121.

    28 Novembre, 2022
    Rispondi
    • Veganzetta ha scritto:

      Grazie Paolo per questa informazione che è molto utile e necessaria.

      30 Novembre, 2022
      Rispondi
  12. Guido ha scritto:

    Infatti il problema non è “La fine dell’ecoimperialismo”, ma è la fine di tutti i fondamenti della civiltà industriale, e probabilmente di tutto l’Occidente. 8 miliardi di un Primate che vuole anche mangiare carne è pura follia, si tratta di un fenomeno incompatibile con la Vita del Sistema Globale.

    30 Novembre, 2022
    Rispondi
    • Veganzetta ha scritto:

      Non commettiamo l’errore di addossare l’intera colpa della situazione in cui ci troviamo al solo Occidente, che certamente ricopre un ruolo fondamentale, ma lo sviluppismo, così come lo specismo, è ben presente in ogni cultura e civiltà umana, salvo rarissime eccezioni. Se la storia umana avesse portato ad una preponderanza dell’Oriente in fatto di avanzamento tecnologico, economico e di egemonia culturale, molto probabilmente ci ritroveremmo nella medesima situazione.

      30 Novembre, 2022
      Rispondi

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