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L’area di Chernobyl, in Ucraina, ospita un numero sempre più alto di Animali selvatici. Dopo essere stata colpita dall’incidente nucleare nel 1986, è stata abbandonata dai 116 mila Umani residenti.
Secondo Current Biology, l’abbondanza di Cinghiali, Cervi, Caprioli, Lupi e altri Mammiferi, mostra che lo spopolamento umano ha favorito la fauna selvatica, a prescindere dai danni che le radiazioni nucleari possono aver provocato ai singoli Animali. La presenza umana, con la caccia, l’agricoltura, l’allevamento e la silvicoltura, ha un impatto più forte e devastante delle radiazioni causate da un disastro nucleare.
Fonte consultata:
Internazionale n° 1123 del 9 ottobre 2015
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Oggi pomeriggio ho partecipato a Tortona all’incontro “L’eredità di Chernobyl”. I relatori erano Michele Bellone, giornalista che si occupa di comunicazione della scienza e giornalismo scientifico, Andrea Negri e Saverio Altieri docenti dell’Università di Pavia, Facoltà di Fisica.
Andrea Negri ha terminato la sua relazione proiettando una fotografia molto suggestiva di un branco di animali liberi a Chernobyl e ha parlato della ripresa della biodiversità in questo posto abbandonato, lontano dalla mano dell’uomo.
Alla fine dell’incontro ho chiesto se su questi animali liberi si facciano studi finalizzati a ripopolare l’area da parte degli esseri umani. Come dire… se ci stanno loro… prima o poi ci torneremo pure noi. Ebbene, mi è stato risposto che questi animali sono studiati con molto interesse quindi possiamo scommettere che presto tornerà la mano dell’uomo a far danni.