La tauromachia nella Catalogna attuale


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Amposta, Tarragona 2010

Fotografie di Liam Ray concesse dall’autore

La tauromachia nella Catalogna attuale

Testo originale a cura di Sonia España
Traduzione dallo spagnolo a cura di Maria Paz Garcia

Da Barcellona,

La tauromachia ebbe inizio nel Medioevo e consisteva semplicemente nell’infilzare i Tori con delle lance. Nel secolo XIX si diffuse maggiormente  nelle terre catalane dando luogo alle prime Plazas de Toros dove si celebrarono le prime corridas.

Essa viene inquadrata nell’ambito dell’intrattenimento, del divertimento e consiste nel torturare un Animale, in questo caso un Toro, Mucca o Giovenca, in una piazza o nelle strade (correbous) facendolo soffrire gratuitamente e provocandogli in alcuni casi la morte, il tutto adducendo come giustificazione il fatto che tale pratica è considerata un’arte, una tradizione e che “sempre si è fatto in questo modo”.

Concentriamoci sulla sostanza dei fatti e tentiamo di analizzarli.

“Si è sempre fatto in questo modo”. In base a questa premessa possiamo considerare che anche  sessismo o razzismo hanno una ragione di esistere:  è stato sempre così purtroppo, e sempre ci sono state donne maltrattate e da sempre è esistito lo schiavismo e tuttavia, nonostante ciò, oggi non lo approviamo e lo denunciamo. Che la tauromachia sia presente sin dal Medioevo, non giustifica in fatto che sia corretto continuare a praticarla.

È un atto specista  in cui si discrimina un Animale per il solo fatto di appartenere, appunto, ad una specie diversa alla nostra.

Questa pratica crudele che molti (come abbiamo visto) osano chiamare arte è destinata ad estinguersi, difatti constatiamo un calo costante del numero di sostenitori e contestualmente aumentano gli individui che si schierano contro queste pratiche: gli antitaurini.

Un esempio lampante: la monumentale Plaza de Toros situata a Barcellona. Negli ultimi anni, non si riusciva più a riempire la piazza solo con le corride,  per cui veniva utilizzata per altri eventi in modo tale di essere in qualche modo redditizia per il suo proprietario: Pedro Balañá.

Attualmente in Catalogna, da 14 Plazas de Toros esistenti, solo 4 continuano a rimanere tali (ed ora chiuderanno del tutto per effetto della nuova legge approvata dal Parlamento catalano). Man mano che la tauromachia declinava e non creava più profitto, cominciarono a chiudere o a trasformarsi per altri scopi per assecondare le richieste popolari, che poco avevano a che fare con la tauromachia.

Ai sensi della legge di divieto delle corridas di Tori, approvata dal Parlamento catalano nel 2011, qualsiasi Plaza de Toros smetterà di funzionare in modo definitivo a partire dal 2012.

Questo fatto è conseguenza della quantità considerevole di firme presentate da un collettivo animalista il cui obiettivo  era proibire le corridas di Tori in Catalogna, in cambio di una tutela dei correbous o Tori nelle strade. Obiettivo raggiunto ma… Ci siamo fermati a pensare alle conseguenze di questa presunta vittoria?

L’abolizione delle corridas di Tori nella sola Catalogna, così attesa dagli antitaurini catalani, è finita per essere l’ennesimo pretesto per cui Catalogna e Spagna si scontrano e si dividono politicamente e territorialmente.

Ancora una volta, purtroppo, la vita di questi Animali non ha importanza, passa in secondo piano, convertendosi in un pretesto per posizionarsi politicamente in favore o contro, senza tener conto del problema reale: l’utilizzo di tali Animali come intrattenimento.

In termini generali, i partiti politici catalani, galleghi e baschi “lottano” per sradicare la festa mentre i partiti del resto del paese si posizionano a favore di questa tortura fino al punto di blindare i correbous o Tori nelle strade: due mesi dopo la proibizione arriva addirittura il tentativo della presidente della comunità di Madrid, Esperanza Aguirre, di trasformare i festeggiamenti taurini in Bene d’Interesse Culturale iniziando la raccolta di firme in altre comunità come Asturie, Navarra, Paese Basco, Galizia e Isole Baleari. Come sempre si è giunti ad un’intesa: l’abolizione delle Plazas de Toros in cambio della tutela dei correbous.

Ciò che anche questa volta risulta chiaro è che si è persa l’occasione per creare un dibattito in cui si parli di antispecismo e diritti animali. Un dibattito in cui si possa trattare il problema e la soluzione non solo a livello catalano, bensì a livello internazionale poiché la tauromachia si pratica in diverse nazioni.

Analizzando le conseguenze derivate dall’accettazione da parte degli animalisti dei correbous, dovremmo chiederci se nella lotta per i diritti animali è positivo e utile il coinvolgimento di qualsiasi ideologia politica, in quanto l’esperienza in questo caso ci ha insegnato che la difesa degli Animali viene relegata in  secondo piano e si utilizza questo dibattito per altri fini, fini che senza dubbio non aiutano gli Animali né fermeranno il loro sfruttamento.

Con questi argomenti desidero, lasciando da parte il tema politico, far riflettere sui benefici e danni che hanno portato la petizione e l’ottenimento del divieto delle corridas di Tori in Catalogna alle condizioni di cui sopra.

Centrandoci sugli Animali,  l’accettazione della tutela dei correbous o Tori nelle strade è un forte colpo al movimento per i diritti animali, il numeri di Animali che vengono torturati in questo tipo di festeggiamenti supera enormemente il numero di Tori che muoiono nelle Plazas de Toros catalane. Per cui, da una parte la “vittoria” sulle Plazas de Toros aiuta un piccolo numero di individui, per i quali ovviamente ci sentiamo felici, ma d’altra parte  ne colpisce un altro gran numero. Questo mi porta a pensare: non è specista difendere soltanto quegli Animali condannati a morire nelle Plazas de Toros catalane quando il problema si manifesta in molti altri diversi tipi di festeggiamenti a livello internazionale?

Indubbiamente lo sfruttamento animale dovrebbe essere considerato nella sua totalità e non essere frammentato in tanti ambiti, a seconda della specie colpita o del grado di crudeltà inflitta.


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