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Il 2015 sta volgendo al termine e c’è chi ha pensato di fare un regalo ai moltissimi Animali rinchiusi nei lager italiani.
Quella riportata in apertura (è possibile cliccare sulla fotografia per poter leggere più agevolmente il testo) è la lettera di rivendicazione a firma A.L.F. (Animal Liberation Front), fatta pervenire in data 16 dicembre 2015 al quotidiano Il Resto del Carlino. Nel testo si rivendica l’azione di liberazione di 1000 Lepri detenute nell’allevamento lager Casa Boschi di Canossa (RE): Animali allevati per divenire selvaggina “pronta caccia”, per poter essere “liberati” e subito ammazzati dai cacciatori, o per allenare i Cani “da caccia”.
Nel testo, tra l’altro, si legge una bella frase:
«Temevamo che la reclusione le avesse rese lente e confuse, ma la prontezza con sui si sono dirette nel bosco ci ha fatto capire che per tutto il tempo che sono state rinchiuse in piccole gabbie affollate hanno conservato zampe capaci di quel balzo lunghissimo verso la libertà».
Una seconda rivendicazione datata 15 dicembre 2015 è giusta invece al sito web Bite Back e fa riferimento all’azione di liberazione di 800 Visoni avvenuta il 1° novembre 2015 nel lager di Jolanda di Savoia (FE), di seguito il testo in italiano firmato “il visone bianco”: un testo interessante per molti versi che – oltre a rappresentare una rivendicazione – pone degli interrogativi e delle questioni assolutamente da considerare.
Liberazione di visoni a Ferrara
In questo periodo dell’anno gli allevamenti di visoni hanno qualcosa di particolare. basta avvicinarsi per percepire un forte nervosismo negli animali e un caratteristico odore: quello di morte.
Infatti in questo periodo gli animali vengono uccisi per la loro pelle. Già da tempo abbiamo deciso di non restare a guardare questa situazione o attendere che gli allevatori smettano, non lo faranno mai, a meno che non siano costretti da una forte pressione. La nostra esperienza ci ha insegnato che è proprio la pressione fatta di azione diretta il modo per portare alla chiusura questi lager. Non fra anni ma ora e subito, perché un luogo di sfruttamento e tortura non può essere tollerato oltre. Così come non tolleriamo questo sistema che nei suoi ingranaggi macina corpi, foreste e ogni libertà!
Qualsiasi compromesso non è buon senso ma è una resa nei confronti di chi è destinato a morire e nei confronti della stessa lotta.
Un pugno di allevatori stanno facendo fortuna sulla pelle di migliaia di animali, ogni anno il loro profitto aumenta visto che il numero degli allevamenti cresce e quelli esistenti si stanno ampliando.
Quanti sono gli antispecisti? Cosa stiamo aspettando?
Sono gli allevatori che sono troppo al sicuro o siamo noi che vogliamo sentirli tali?
Non c’è un posto troppo al sicuro per uno sfruttatore se è veramente forte la volontà di attaccarlo. Cosa possono sensori, telecamere, contro la nostra determinazione e un piano ben fatto? Come i visoni fuori dalle gabbie trovano la via d’uscita anche noi dovremmo trovare un’entrata per raggiungerli.
Il 31 ottobre a Jolanda di Savoia (FE) mentre l’allevatore dormiva sonni tranquilli pensando ai suoi allarmi, abbiamo superato il primo sistema facendo un ponte elettrico all’allarme a filo sulla rete rendendo possibile il taglio della rete necessario per la fuga degli animali. Dentro abbiamo aperto le gabbie dall’esterno per evitare i sensori d’allarme all’interno dei capanni.
Centinaia di visoni ben presto sono usciti e hanno cominciato a correre lontano da quel lager, lunghi salti verso il buio della notte…
il visone bianco
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Mi piacerebbe fare una donazione in loro favore, perché della LAV o LEAL o EITAL o “quale altro nome si inventano invece di lavorare insieme” non mi convincono più.
Ma come? Ho trovato questo sito fronteliberazioneanimale.weebly.com ma non so se è attendibile e non conosco nessuno che me lo possa confermare.
Ciao Danilo,
credo che l’A.L.F. non potrà mai costituirsi come un’organizzazione e questo per differenti motivi. I più importanti che mi vengono in mente sono:
1) per evitare problemi legali;
2) perché ognuno di noi può compiere un’azione del genere, liberando anche un solo animale.
Del resto, l’ALF è un’espressione del movimento contro la schiavitù animale e – per esperienza – ho imparato che l’istituzionalizzazione di un movimento porta quasi irrimediabilmente al suo “assopimento”. Ad ogni modo, sono certo che gli amici di Veganzetta sapranno risponderti meglio di come ho fatto io :)
Saluti!
Grazie Eduardo, infatti il sito parla di donazioni per aiutare “il sito” stesso… io “il sito” lo aiuto molto volentieri… basta che aiuto “il sito” giusto e non un simpatizzante.
Ciao Danilo, ti è già stata fornita una risposta esauriente, si può solo aggiungere che chiunque chieda denaro a nome e per conto dell’A.L.F. è un truffatore.
Non esiste un’associazione ALF: i militanti della Liberazione animale sono ovunque ma non potranno mai costituirsi in una istituzione, pena la subitanea sparizione, per motivi più che evidenti: Si tratta di individui che compiono azioni sovversive dello status quo specista. Chi giudica come reati le pratiche di sfruttamento animale, normalmente accettate dalla collettività, non può che agire per tentare di ristabilire il Principio di Giustizia interspecifico, a volte anche con azioni illegali ( per ora così considerate dalla maggioranza ) di forte impatto emotivo e simbolico. Ho scritto un breve articolo per veganzetta, su una delle prime azioni Alf, del 1976 ( appena dopo l’uscita di “Liberazione animale” di Singer.) Si intitola ” Dalle Hawaii a Rimini: i colpi di coda del movimento di Liberazione animale.” , dagli un’ occhiata…
GO ALF !
ANIMALI LIBERI !
ORA E SEMPRE .
Ovvio che chi libera o chi ospita i liberati, non potrà mai renderlo pubblico, non potrà mai raccogliere fondi per lo scopo, non potrà mai vantarsene su fb! Ma frequentando di persona alcuni gruppi, cominciando dalle piazze in manifestazioni varie o riunioni, a te che cerchi contatti, ti arriveranno da soli…raddrizza le orecchie, annusa l’aria, aguzza la vista…fa come fanno le lepri ed i visoni :-)