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L’entrata del continente europeo nella modernità industriale ha causato, tra le altre cose, un mutamento di scala per molti fenomeni: le vittime umane (ed in primis i civili inermi) delle guerre sono aumentate dalle decine di migliaia ai milioni di individui e le vittime animali della schiavitù e della uccisione per sfruttamento dalle centinaia di migliaia ai miliardi. Questo processo di espansione non sarebbe potuto avvenire senza l’aumento delle capacità industriali e meccaniche e della volontà alla base di tale “progresso”, volontà che trova il suo presupposto nel cambio di paradigma che ha consentito di non pensare più all'”altro” su scala individuale ma su scala massificata; l’individuo che diventa numero, cosa, ingranaggio (lo spirito del tempo si incarnò in opere quali il film Metropolis).Significativamente l’origine della catena di montaggio si trova nella nascente “industria della carne”: lo stesso H. Ford1 trasse ispirazione per l’organizzazione della produzione delle sue automobili dal mattatoio di Chicago (in cui operava la disassembly line, ovvero “catena di smontaggio”): si potrebbe affermare che sia stato più facile iniziare a considerare “cose” gli Animali piuttosto che gli Umani.
Per avere un’idea dell’incremento del massacro conseguente alle nuove tecniche ed all’espansione del mercato si consideri che a Chicago nel 1850 venivano uccisi circa ventimila Maiali all’anno, attorno al 1870 erano tre milioni all’anno e all’inizio del 1900 la media era di circa tredici milioni di vittime all’anno2. Da questi esordi ai numeri apocalittici odierni non sono passati poi moltissimi anni: “quasi 5 miliardi tra Polli e Galline, 202 milioni di Maiali, oltre un miliardo di Conigli, 6 milioni di Mucche, 71 milioni di Pecore e Capre, oltre 25 milioni di Bovini in totale e molti altri milioni di Animali sono ammazzati ogni anno negli innumerevoli macelli distribuiti in tutta Europa, secondo le cifre del 2006 rese disponibili dall’Unione Europea”3.
Sono numeri difficili da figurarsi: si provi allora a pensare che ogni secondo vengono uccisi più di 200 individui animali. Molte/i di voi avranno visto le terribili immagini degli Animali massacrati all’interno degli scannatoi, ma fino ad oggi esse giungevano perlopiù dagli USA: ora invece anche la situazione di questi luoghi di morte siti in Europa è (parzialmente) nota, grazie agli sforzi di un membro di un’associazione spagnola “Igualdad Animal” che si è infiltrato, tra il 2007 ed il 2008, in alcuni macelli europei documentando con foto ad alta risoluzione e video ciò che vi accade4: “Una volta riusciti ad entrare in questi posti come facenti parte dell’industria dello sfruttamento animale, abbiamo ottenuto un accesso privilegiato alle loro attività . In vari momenti siamo stati testimoni di come vengono trattati gli Animali e di quanto soffrono, e delle pratiche che subiscono, che mai verrebbero mostrate alle telecamere o alla vista di gente estranea a questo mondo (…).
Le immagini che mostriamo in questo reportage provengono da diversi macelli europei. Tutti gli impianti sono in tutto e per tutto uguali e possono essere descritti unicamente come luoghi orribili dove il dominio sui vulnerabili e gli indifesi è una costante. (…). E’ certo che sono molteplici le infrazioni alle normative applicate al trattamento degli Animali nei macelli che abbiamo documentato e alle quali abbiamo presenziato; ciononostante, anche quei macelli che rispettano tutte le normative e le direttive sono luoghi orribili dove la vita degli Animali non vale niente di più del prezzo che il mercato assegna ai loro cadaveri. In certe occasioni si parla della possibilità di uccidere Animali senza che questi soffrano. Questo è assurdo e non ha senso. Gli Animali non-umani che utilizziamo per il nostro beneficio soffrono sin dal momento in cui nascono. Siamo stati in allevamenti dove abbiamo visto Scrofe partorire e alcuni Maialini finire fra gli escrementi, schiacciati dalla loro stessa madre che riesce appena a rigirarsi e che soffre anche a livello psicologico tutti questi tormenti”.
Così ora è possibile gettare uno sguardo anche nella versione europea di questa realtà di dolore. Viene spontaneo chiedersi se questa possibilità di sapere interessi a qualcuno: parrebbe proprio di sì, ed a più di qualcuno. Secondo un’ampia indagine della Commissione Europea (Attitudes of EU Citizens towards Animal Welfare) l’ 85% della popolazione EU ritiene di sapere poco o niente (e di non essere informata) riguardo alla condizione degli Animali nei luoghi di detenzione e uccisione. Un caso? Un tempo le attività di uccisione e macellazione degli Animali avvenivano “alla luce del sole”, l’urbanizzazione portò sempre più gente a convivere, volente o nolente, con tali luoghi di morte pubblica. Progressivamente però si iniziarono ad alzare dei veli in forma di mura, tetti e cancelli tra la gente umana (che era sempre più turbata alla vista di tali massacri, forse grazie anche una maggiore sensibilità conseguente all’uscita dalla stato di necessità e miseria di sempre più persone umane) e lo spettacolo del massacro, fino ad arrivare alle estreme conseguenze dei capannoni anonimi sperduti nelle campagne, in cui gli Animali giungono e non ne escono mai più, lontano dagli occhi delle popolazioni umane. Ma il nascondere è solo una parte di questa strategia attuata da molti attori, molti dei quali quasi inconsapevoli e autonomi (ma che ha portato comunque a conseguenze comuni… come tante gocce che si uniscono in un’unica pozzanghera): l’altra è quella della dissimulazione, che è quella che aiuta una persona a non stabilire alcune legame tra un “hamburger” e il corpo della Mucca cui è stata tagliata la gola dopo una vita di schiavitù.
Tale strategia è anche abbondantemente sostenuta dai fondi dell’industria della carne ed anche da quelli statali, attori impegnati a dare un’immagine edulcorata da qualsiasi cenno di sofferenza, sangue o morte ai “prodotti”, fino a giungere addirittura a trasformare la vittima in oggetto di scherno collettivo (vedasi numerose pubblicità di “salumi” e “carne” ed anche l’articolo “Il paradosso del maialino“, Veganzetta numero 0). Non c’è nulla di cui ridere di fronte alle atroci sofferenze patite da questi Animali, questo la stragrande maggioranza delle persone umane lo sa e lo dimostra sia “voltandosi dall’altra parte” sia facendosi illudere volentieri dalle mistificazioni della pubblicità o dell’industria. Nella vita si preferisce ridere che piangere, il che è sicuramente un comportamento sano, fino a quando non avviene sulle spalle delle altrui sofferenze o nell’esilio dorato (e drogato) dell’auto-illusione.
Andrea Furlan
Note:
1) H. Ford: il fondatore (nel 1902) dell’azienda automobilistica Ford. Per maggiori notizie su Ford, i macelli di Chicago ed anche i primi esempi di teorie eugenetiche, si consiglia di visitare: www.oltrelaspecie.org/eterna_treblinka.htm
2) da Cabinet Magazine, numero 4
3) dal rapporto “Mataderos”, nella traduzione di Agire Ora.
4) links: www.mataderos.info; www.igualdadanimal.org ; www.agireora.org/attivismo/investigazione_macelli.html
Articolo pubblicato originariamente nella rivista Veganzetta versione cartacea: Anno II / n° 3 del 15 Giugno 2008, p. 1
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