Dizionario animalista: lettera P


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2 minuti

Testo tradotto e liberamente interpretato dall’originale pubblicato su www.humanemyth.org
Traduzione e adattamento a cura di Costanza Troini


Path of Conscience – Percorso della coscienza

E’ l’impegno consapevole di allineare la vita e le azioni quotidiane con la propria coscienza, combinato con la volontà di fare quei significativi sacrifici richiesti per rimanere fedeli ai propri principi, a fronte della complessità del nostro mondo. Studiando la biografia dei leader morali è emerso che adeguare la vita ai propri valori e sforzarsi per creare una società più giusta richiede l’impegno di una vita, e anche la volontà di rimanere aperti a eventuali difetti e limitazioni degli stessi valori e convinzioni, mentre allo stesso tempo li si persegue con integrità, coraggio e dedizione.
Uno sguardo notevole, un’azione ispirata, fallimento e disillusione, periodi di ritiro e riflessione, seguiti dalla riscoperta dell’ispirazione sono esperienze comuni a quelli che hanno intrapreso il percorso della coscienza.

Plant-based diet – Dieta a base vegetale

E’ la dieta che include ortaggi, frutta fresca e secca, semi e cereali ed è “libera” da tutti i prodotti d’origine animale, inclusi uova, latte e derivati.

Prove importanti supportano l’idea che tale alimentazione ha il potenziale di ottimizzare la salute umana, e al tempo stesso è l’unico approccio possibile per nutrire 6,7 miliardi di esseri umani in modo sostenibile. Al di là di questi benefici pratici, la dieta a base vegetale è priva delle ingiustizie causate dall’uccisione degli Animali e dall’uso degli stessi contro la loro volontà.
L’alimentazione vegetale ha anche un altro potenziale: ridurre le ingiustizie causate dallo sfruttamento di vasti appezzamenti di terra per produrre mangime da dare agli Animali, la qual cosa 1) rende spesso più difficile per gli abitanti dei paesi meno ricchi di accedere alle risorse per nutrire se stessi, 2) contribuisce alla deforestazione perché richiede sempre più terreno disponibile, 3) riduce drammaticamente l’habitat disponibile agli Animali selvatici, e 4) danneggia la biodiversità. Bestiame e cambiamenti climatici (Livestock & Climate Change in inglese), un report elaborato da due ricercatori con la Banca Mondiale e pubblicato dal WorldWatch Institute, ha documentato che più del 51% dell’impatto da riscaldamento globale è attualmente causato dalla zootecnia. Le implicazioni sono stupefacenti: vuol dire che i singoli individui che hanno un’alimentazione carnea, adottandone una a base vegetale hanno la possibilità di tagliare una notevole percentuale delle proprie emissioni di anidride carbonica. Se abbastanza persone prendessero questa decisione la crisi climatica potrebbe essere all’inizio della soluzione, senza bisogno di nuove strane tecnologie, azioni coordinate dei governi e complessi trattati internazionali.

Privilege of domination – Privilegio del dominio

E’ la prerogativa (socialmente ratificata e spesso legalmente protetta) di un gruppo di esercitare il controllo arbitrario sui componenti di un altro gruppo, sovente nel contesto di una qualche diffusa forma di sfruttamento. Questo termine aiuta a distinguere quelle forme di dominio socialmente devianti, come rapire e confinare un altro cittadino, da quelle che ricevono largo consenso. Per esempio, durante l’era della schiavitù umana negli Stati Uniti, specialmente negli stati negrieri, il totale dominio sugli schiavi stessi era considerato “normale” e protetto dalla legge. Similmente, l’uso e l’uccisione degli Animali per diverse finalità sono ora protetti dalla legge e socialmente accettabili per la maggior parte, creando quindi uno stato di fatto di intrinseco privilegio per il gruppo dominante. In molti casi il privilegio del dominio segna l’accesso al guadagno economico attraverso lo sfruttamento dei dominati, come nel caso dello sfruttamento degli Animali non umani da parte di quelli umani.


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4 Commenti
  1. Rossana Chimenti ha scritto:

    Trovo che l’articolo si basi prevalentemente su argomenti indiretti( cibo per tutti, surriscaldamento globale, deforestazione, emissione di anidride carbonica ecc) che sono certamente vere, ma il problema del non mangiar carne dovrebbe essere solo uno degli aspetti della messa in discussione di una società antropocentrica, fondata sul dominio ottenuto attraverso lo sfruttamento, l’oppressione e la schiavizzazione di coloro che non fanno parte della classe dominante, e la classe dominante è il maschio bianco, etero, acculturato, ricco… il resto sono corpi che non contano:animali umani e non e quindi una volta reificati possono essere utilizzati a piacimento!

    13 Marzo, 2017
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  2. Costanza Troini ha scritto:

    Cara Rossana, ti ringrazio per il tuo commento che mi dà l’opportunità, ancora una volta, di spiegare che questa è la versione in italiano di un glossario in inglese (il cui link è riportato nel sommario della traduzione).
    La lettera P pubblicata qui sopra comprende anche la voce Plant Based Diet, non tanto per i particolari tecnici dell’inquinamento etc….quanto perché la dieta a base vegetale è un segnale forte, quotidiano e spesso condiviso pubblicamente del rifiuto allo sfruttamento degli animali non umani. Gli autori hanno quindi spiegato che cosa è, in modo appunto tecnico.
    Ciò non toglie che leggendo la voce successiva, Privilegio del dominio, ci si trovi di fronte a uno dei problemi più profondi e drammatici di questo mondo, che accompagna la specie umana nei confronti di se stessa e degli altri animali, attraverso lo spazio e il tempo di culture ed epoche diverse. Nessuno escluso. Purtroppo

    13 Marzo, 2017
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  3. Barbara nazzaro ha scritto:

    Il tema è di estremo interesse non solo per la questione relativa alla alimentazione che non preveda derivati animali (tema abbastanza dibattuto seppur non è mai abbastanza per la crudeltà che comporta) ma per l impatto e il costo sul futuro di questa importazione economica e sociale, che non può che ricordare il drammatico esempio dell isola di Pasqua che con la poca lungimiranza e rispetto per la madre terra a consumato tutte le risorse è finito per distruggere se stessa.

    18 Marzo, 2017
    Rispondi
  4. Costanza Troini ha scritto:

    Ti ringrazio Barbara per il tuo commento, che mi apre una prospettiva diversa. Da molti anni sono abituata a vedere il problema dello sfruttamento quasi unicamente dal punto di vista delle prime vittime, le specie animali e vegetali distrutte senza freno e anche con crudeltà come giustamente tu scrivi. C’è però un’altra specie che soffre e si autodistrugge, spesso senza accorgersene. È la specie homo sapiens sapiens. Che, a mio avviso, è quella che cercando un nuovo equilibrio di libertà per tutti i viventi trarrebbe grandissimo beneficio, ora e in futuro.

    23 Marzo, 2017
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