Le menzogne di “End the Cage Age”


Si legge in circa:
4 minuti

Il “Diritto d’iniziativa dei cittadini europei” (abbreviato in inglese in ECI, European Citizens’ Initiative) è uno strumento di democrazia partecipativa previsto dall’art. 11, paragrafo 4 del Trattato di Lisbona che consente ai cittadini europei di proporre modifiche legislative concrete relative a qualsiasi settore in cui la Commissione Europea abbia facoltà di proporre un atto legislativo.1

Proprio nell’ambito dell’esercizio di questo diritto, è stata registrata il primo Settembre 2018 la proposta denominata “End the Cage Age” (Stop all’era delle gabbie) con il seguente obiettivo:

“Ogni anno un enorme numero di animali d’allevamento patisce sofferenze per essere tenuto in gabbia, crudelmente e inutilmente, dal momento che esistono sistemi alternativi senza gabbia e più rispettosi del benessere degli animali. Si chiede pertanto alla Commissione di proporre una legislazione che vieti l’uso di:
– gabbie per galline ovaiole, conigli, pollastre, polli da carne riproduttori, galline ovaiole riproduttrici, quaglie, anatre e oche;
– gabbie di gestazione per scrofe;
– gabbie di allattamento per scrofe, laddove non già proibite;
– box individuali per vitelli, laddove non già proibiti.”2

Come prevede il regolamento, qualora venisse raggiunto entro il termine di un anno il milione di firme a sostegno della proposta, l’Unione Europea dovrebbe intervenire pronunciandosi sulla possibilità di modifica delle regole vigenti in materia.
Queste le speranze dei promotori: più di 100 associazioni distribuite in 24 Paesi di cui 16 in Italia.3

Il lancio è avvenuto ufficialmente il 25 Settembre 2018 e si è svolto, come prevedibile, in pompa magna, con i toni entusiastici e trionfalistici tipici di questo genere di iniziativa e con tanto di discorso di rito presso il Parlamento Europeo del Direttore Esecutivo dell’associazione Animal Equality Italia.

Al di là delle considerazioni relative all’uso di uno strumento, l’ECI, dai più salutato come massima espressione della democrazia transnazionale, che potrebbero essere ampie ma sulle quali preferiamo sorvolare in questa sede, quel che ci preme problematizzare è la proposta in se stessa che riteniamo di dover accogliere con toni tutt’altro che entusiastici.

Sicuramente, per comprendere quanto questa prenda le mosse da una visione decisamente lontana da quella di “Liberazione” e miri in effetti all’ennesimo compromesso, potrà essere utile svelare quale sia il suo sponsor ufficiale che l’ha finanziata con una somma pari a 132.000 euro: Compassion in World Farming.
Questo, non bastasse il lungo elenco di realtà fra i promotori anche loro note per la tendenza a sostenere il fenomeno del greenwashing. CIWF, è la stessa associazione nota per iniziative come “Non nel mio piatto”, o per il “Premio Benessere Animale” assegnato in Italia ad aziende come Amadori, ovvero un’associazione che ha come dichiarato obiettivo quello di promuovere pratiche di allevamento “rispettose” del “benessere degli animali” e quindi di “migliorarne” le condizioni di prigionia, senza mettere minimamente in discussione il loro sfruttamento e, al contrario, collaborando attivamente con allevatori e industrie produttrici.
Del resto, anche dal testo di introduzione alla proposta si desume lo stesso tipo di visione: “esistono sistemi alternativi senza gabbia e più rispettosi del benessere degli animali”, recita, e già questo crediamo sia sufficiente per spingerci a voler prendere le distanze dall’ennesimo caso manifesto di una tendenza ormai diffusa alla normalizzazione della schiavitù animale e ovviamente anche dalle associazioni che hanno scelto di sottoscriverlo.

“It’s time to evolve”, leggiamo sul sito di CIWF a proposito di “End the Cage Age”, ed è proprio sul concetto di “evoluzione” così come lo intende la cordata di associazioni promotrici dell’iniziativa, che vorremmo soffermarci.4
Nel corso dell’ultimo decennio, infatti, si è andata sempre più diffondendo l’idea di un consumo sostenibile ed etico dei prodotti animali. Poiché gli Umani consumatori, ormai coscienti delle condizioni inaccettabili in cui questi vengono allevati, sono diventati ogni giorno più critici nei confronti del sistema di allevamento intensivo, è stato necessario, per chi su questo sistema investe e lucra lautamente, contrapporre al vecchio un nuovo sistema basato su altrettanto nuovi standard legati al concetto menzognero di “benessere animale”.
Questo, ovviamente, affinché anche i consumatori più “sensibili” potessero convivere pacificamente con l’idea di consumare prodotti animali, in assenza della responsabilità di una sofferenza manifesta e al fine di salvare una fetta di mercato decisamente e tristemente redditizia.
A questa operazione hanno senza dubbio contribuito iniziative come “End the Cage Age”, che hanno fatto il gioco del sistema capitalista e continuano a farlo, evitando che questo perda proventi e guadagni, contribuendo a ripulire l’immagine delle aziende produttrici e le coscienze dei consumatori e proponendo un nuovo impianto fatto di gabbie più grandi, allevamenti a terra, fattorie didattiche e via discorrendo.

Questa è l’evoluzione che intendono i promotori di “End the Cage Age”.

Una “evoluzione” per noi inaccettabile, che non mette in discussione in alcun modo lo sfruttamento animale, non rifiuta l’idea stessa del loro consumo ma che si prefigge semplicemente di cambiare gli standard applicati agli allevamenti e alle condizioni di detenzione degli Animali, strizzando per l’ennesima volta l’occhio ad allevatori e ad industrie che hanno come priorità quelle di non perdere proventi e mantenere alto il numero dei consumatori.
A nessun Animale andranno mai bene gabbie più grandi.
Questo vale per gli allevamenti così come per gli stabulari, con chiaro richiamo alla proposta “Stop Vivisection” sottoposta alla Commissione europea nel Giugno 2012, anch’essa riformista seppur con intenti abolizionisti.5

La prigionia degli Animali non può che essere combattuta senza ambiguità, senza alcuno sconto e senza ipocrisie, che altro non sono se non una ennesima giustificazione della crudeltà umana e rasentano il grottesco nel loro disegnare uno scenario contraddittorio in cui l’Umano annaspa cercando di trovare una giustificazione o un’attenuante al suo operato nei confronti degli Animali. Sta di fatto che molte associazioni e realtà anche italiane abbiano da tempo deciso di intraprendere una strada decisamente più “popolare” rinunciando a ogni coerenza liberazionista, per averne in cambio visibilità e notorietà.
Chi afferma di parlare in nome degli Animali dovrebbe avere l’onestà intellettuale di farlo in modo aperto e chiaro, senza omettere la necessaria denuncia di un impianto di sfruttamento che non può semplicemente essere “migliorato” e con il quale è impossibile scendere a compromessi, soprattutto perché a prescindere dalla dimensione o dalla presenza delle gabbie, la sorte di chi viene sfruttato – nello specifico per scopi alimentari – è sempre il mattatoio.

Questo approccio nulla ha a che fare con chi mira teoricamente e concretamente alla Liberazione umana, animale e della terra. Per chiudere con l’era della delle gabbie, è necessario porre prima fine all’era delle menzogne.

Ada Carcione per Veganzetta


Note:

1) http://ec.europa.eu/citizens-initiative/public/basic-facts?lg=it
2) http://ec.europa.eu/citizens-initiative/public/initiatives/open/details/2018/000004
3) https://www.lav.it/news/end-the-cage-age-lancio
4) https://www.ciwf.org.uk/our-campaigns/end-the-cage-age/
5) http://www.stopvivisection.eu/it


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38 Commenti
  1. Sandra Di Muzio ha scritto:

    tutto troppo giusto .. grazie ! da non aggiungere nemmeno mezza parola

    13 Ottobre, 2018
    Rispondi
    • Veganzetta ha scritto:

      Grazie Sandra, forse non è mai abbastanza sottolineare che tutte queste iniziative portano inevitabilmente verso un nuovo metodo di allevamento maggiormente accettabile per le nostre coscienze. Purtroppo quindi quello che si paventa non è un’era senza gabbie, ma un’era con gabbie meno visibili. Il “destino” degli Animali schiavizzati è e rimane sempre lo stesso: il macello.

      13 Ottobre, 2018
      Rispondi
  2. Paola Re ha scritto:

    Veganzetta è uno dei pochi luoghi virtuali che combatte da sempre queste menzogne e la cosa mi fa molto piacere.

    13 Ottobre, 2018
    Rispondi
    • Veganzetta ha scritto:

      Cara Paola,
      Grazie per le tue belle parole su Veganzetta.

      14 Ottobre, 2018
      Rispondi
  3. Luisa Avetta ha scritto:

    Ciao Ada, qui c’è un errore di fondo sulla natura della petizione. Errore che spiegherò più diffusamente più avanti. Al momento ti pongo un quesito. Scrivi che CIWF avrebbe finanziato la petizione con 132.000 euro. In che modo scusa? A chi ha dato questi soldi? E soprattutto perché avrebbe dovuto, visto che la petizione è rivolta alla commissione europea (quanti saranno? 50 persone?) ? Che non promuove in alcun modo il consumo di carne felice? In genere gli allevatori non pagano chi dovrebbe fare leggi che li danneggiano.

    13 Ottobre, 2018
    Rispondi
    • Veganzetta ha scritto:

      Ciao Luisa,
      Il tuo commento è stato inoltrato ad Ada che se vorrà ti fornirà una risposta. Attendiamo delucidazioni sull’errore di fondo sulla natura della petizione in modo da poterci confrontare.
      Per ora è possibile risponderti subito in merito al finanziamento di 132.000 euro da parte di CIWF.
      Veganzetta non riporta notizie a caso, ma sempre e solo dati da fonti certe e rintracciabili. In questo caso è la stessa pagina del Registro Ufficiale del Diritto d’Iniziativa dei Cittadini Europei a fornire tali dati sul finanziamento: http://ec.europa.eu/citizens-initiative/public/initiatives/open/details/2018/000004
      Puoi scorrere la pagina e alla fine troverai scritto:

      Fonti di sostegno e di finanziamento:
      Ultimo aggiornamento: 11/07/2018
      Nome dello sponsor: Compassion in World Farming
      Data: 02/04/2018
      Importo in EUR: 132.000

      Cosa ne facciano e a chi forniscano tale cifra sono affari loro. Nell’articolo si è solo voluto evidenziare che questa iniziativa è sicuramente pagata da CIWF, quindi da chi fa gli interessi degli allevatori. A buon intenditor, poche parole.

      13 Ottobre, 2018
      Rispondi
    • azza ha scritto:

      L’unica carne felice è quella di un animale vivo e libero che si fa la sua vita, ben lontano dalle mani e dalla bocca dell’homo sapiens

      24 Ottobre, 2018
      Rispondi
  4. Luisa Avetta ha scritto:

    Ciao Veganzetta, fermando ora l’attenzione su questi sventolati 132.000 ti dico cosa capisco.
    Innanzitutto, come scritto nelle prime quattro righe, capisco che i due soggetti promotori (persone fisiche, una sí emanazione di ciwf), su quella pagina possono scrivere anche dati a fantasia.
    La seconda cosa che continuo a chiedermi è “a chi e per cosa” avrebbero dato questi 132.000. Trattandosi di dati non certificati, magari a fantasia, in quella riga hanno potuti scrivere dati a muzzo per farsi belli con non so chi. Intendo dire che la petizione europea on line non ha bisogno di sponsor. La voteranno pure gli impellicciati che odiano il foie gras. Cosa cambia ai fini del raggiungimento del milione di firme? niente.

    13 Ottobre, 2018
    Rispondi
  5. Veganzetta ha scritto:

    Luisa la pagina in questione è pubblicata perché contiene una iniziativa analizzata e approvata da un organo ufficiale della Commissione Europea, sul sito web in questione non ci si scrive quello che si vuole, ma vengono solo pubblicati dati ufficiali gestiti dal Registro Ufficiale.
    Per capire la procedura da seguire per essere avviare un’iniziativa leggi qui: http://ec.europa.eu/citizens-initiative/public/how-it-works

    L’iniziativa “End the Cage Age” è europea, quindi avrà chiaramente dei costi per la pubblicità, comunicazione, rappresentanza, spostamenti ecc… magari anche chi si è recato a Bruxelles come testimoniato dai video ha usufruito di tali fondi.

    13 Ottobre, 2018
    Rispondi
  6. adA ha scritto:

    Luisa, eccomi. Grazie del commento innanzi tutto. Credo che la citazione della fonte fosse chiara, per quanto attiene alla sponzorizzazione dell’inziativa da parte di CIWF, ovviamente riguardo all’uso di questi fondi non so dirti nello specifico. Presumo molti siano stati impiegati in promozione, ma chiaramente non avendo fonti a cui fare riferimento al riguardo non voglio ipotizzare nulla. Riguardo all’errore che riguarda la proposta alla Commissione Europea, a parte il concetto stesso di delega che anche io vorrei affrontare ampiamente ma che ho per ovvi motivi evitato di affrontare nello scritto ma che meriterebbe ampia parentesi, attendo tue riflessioni. Un saluto.

    13 Ottobre, 2018
    Rispondi
  7. adA ha scritto:

    Peraltro, io non credo che i dati relativi al finanziamento, al di là dell’uso che ne è stato fatto, possano essere inseriti a casaccio. La pagina che abbiamo riportato è quella ufficiale del “diritto d’iniziativa dei cittadini europei” per cui presumo il dato sia attendibile. Inoltre, se fai un po’ di giri sullo stesso sito, vedrai che praticamente tutte le proposte sono corredate di sponsor.

    Ad esempio: http://ec.europa.eu/citizens-initiative/public/initiatives/open/details/2017/000007

    che addirittura di sponsor ne ha ben 8.
    Sull’uso, ripeto, non so.
    Però posso supporre che venga investito nella divulgazione mediatica della proposta.

    14 Ottobre, 2018
    Rispondi
  8. elydrum ha scritto:

    verissimo… come se chiedessimo agli animali “scusa caro, potresti cortesemente accettare di essere ammazzato dopo che ti coccolo?”… non esiste una via di mezzo… come giustamente già menzionato è un sistema “furbo” per “balsamizzare” le coscienze della gente che è più “felice di mangiare” un animale che è stato trattato meglio… “scusa, permesso, che ti uccido” invece di “sporco maiale vieni qui che ti mangio”… non vedo effettivamente che una differenza: la ns (loro!) pace interiore… quella dei mangiatori di carne, uova e formaggi… quindi nulla di nuovo… solo tanta ipocrisia!

    20 Ottobre, 2018
    Rispondi
  9. isabella ha scritto:

    sono d’accordo! questa petizione mi ha lasciato un’enorme amaro in bocca! Gli allevatori ci guadagnano, ai carnisti non cambia niente tanto non gline frega un accidente di come viene allevato un animale, il governo si fa bello, le associazioni si fanno belle! (ma la lotta non era per il cambiamento dell’alimentazione!?) e agli animali rimangono (forse) gabbie un po’ piu’grandi , torture piu’ nascoste, E SEMPRE L’ORRORE DEL MATTATOIO! L’unica strada che riconosco e’ LA DISOBBEDIENZA VEGANA e comunque calare la richiesta di prodotti animali per cambiare il mercato!

    1 Novembre, 2018
    Rispondi
  10. Cristian ha scritto:

    È sicuramente giusto quanto scritto ma haimé… Siamo realisti, gli animali sono stati, vengono e saranno mangiati. Il mondo, la natura é fatta così, é crudele, il giaguaro, il leone mangiano la carne e quindi altri animali. Poiché é così sarebbe quantomeno necessario che un’animale viva e muoia in condizioni rispettose e anche da un punto di vista psicologico. Quindi per quanto possa essere giusto il suo articolo, lo trovo stupido ed ipocrita, assolutamente irreale. Il mondo é così, e cattivo, possiamo solo migliorarlo ma non correggerlo. Chi ci dice che una pianta strappata non sia in realtà viva e non meriti lo stesso rispetto nei confronti di una vita per noi ritenuta tale.

    2 Dicembre, 2018
    Rispondi
    • azza ha scritto:

      Cristian, sii onesto con te stesso, dì che non te ne frega nulla degli animali e che vuoi continuare a mangiarli.

      PS: siccome da che mondo è mondo i bambini vengono uccisi, proporrei secondo la tua teoria di smetterla di combattere gli abusi sui minori, tanto anche le piante soffrono quindi tanto vale continuare ad ammazzare tutti gli altri.

      3 Dicembre, 2018
      Rispondi
  11. Cristian ha scritto:

    No, non é naturale uccidere i bambini ma lo é mangiare la carne così come lo fanno i predatori per sfamarsi e cosi anche facciamo noi, é la natura che ha posto queste condizioni. Vige la legge del più forte e non importa se la vita di un ragno ha lo stesso valore di qualsiasi altra vita.

    4 Dicembre, 2018
    Rispondi
    • Veganzetta ha scritto:

      La storia della nostra specie ci insegna che è stato (e lo è tutt’ora) naturale uccidere bambini, sfruttarli sessualmente, maltrattare e schiavizzare le donne, abusarle sessualmente, rubare, uccidere, torturare, discriminare diversi e disabili e via discorrendo. Se non ci fossero precise leggi a riguardo (derivanti da precise posizioni morali accettate dalla società umana) la nostra società sarebbe un mattatoio non solo per gli Animali, o più semplicemente lo sarebbe ancora di più di quello che è ora.
      Appellarsi alla cosidetta “legge della giungla” è tanto comodo quanto superficiale: si tratta di una legge che abbiamo inventato noi e che è funzionale alle nostre esigenze. Trovare motivazioni giustificazioniste al nostro operato è del tutto egoistico e soprattutto non risolve nulla. Un Giaguaro e un Leone nel loro ambiente naturale se non mangiano carne muoiono, tu se decidi di non mangiare carne puoi tranquillamente continuare la tua vita come prima, questa differenza (che peraltro rappresenta anche la nostra capacità di scelta) dovuta al nostro onnivorismo è fondamentale. Non mangiamo carne perché siamo costretti a farlo, ma perché lo vogliamo fare.
      Su questa posizione si inserisce il dibattito vegano (per quanto riguarda il cibo): una posizione del tutto oggettiva, lucida e lineare.
      Affermare che “il mondo è così” è stupido e ipocrita, perché a dirlo in tutta evidenza è un soggetto che vive in quella parte del mondo che ha grandemente contribuito a creare la situazione attuale e che ne trae tutti i benefici, per questo – e solo per questo motivo – si può permettere il lusso di dire ciò che dice.
      Non solo possiamo migliorare la nostra condotta, ma possiamo correggerla e trasformarla grandemente, come sempre la storia recente e passata ci insegna. Ciò che manca è la volontà o la consapevolezza, o entrambe.
      Una pianta strappata è di sicuro un essere vivente che viene ucciso, probabilmente anche dotato di capacità che ad oggi ancora noi Umani ignoriamo. Se vogliamo semplicemente ridurci a una mera considerazione contabile sulle vite strappate, allora chi mangia carne non solo toglie la vita a coloro che sono (contro la propria volontà) divenuti la sua bistecca, ma anche a molte piante che sono state il cibo degli Animali destinati al macello: una catena enorme e infinita di sofferenza. In questa situazione, perlomeno, il veganismo risparmia la vita a molti individui. Pertanto anche dal punto di vista strettamente utilitaristico la tua posizione è insostenibile.

      4 Dicembre, 2018
      Rispondi
    • Veganzetta ha scritto:

      Cristian tu scrivi “è la natura che ha posto queste condizioni”, questa posizone che esprimi potrebbe anche essere accettabile e addirittura condivisibile, a patto però che la si applichi in ogni situazione in cui la società umana viene a trovarsi. Se è vero che “è la natura che ha posto queste condizioni” e noi dobbiamo accettare questa realtà dei fatti in quanto esseri viventi generati dalla Natura stessa, allora è del tutto incoerente cercare di evitare le malattie, le malformazioni, di combattere le epidemie, l’infertilità e mille altri problemi derivanti dal nostro essere semplicemente Animali. Se le condizioni della Natura devono essere rispettate, bisogna farlo in ogni situazione e non solo per quelle che fanno comodo a noi.

      4 Dicembre, 2018
      Rispondi
  12. Cristian ha scritto:

    Perché non pubblicate i commenti?

    6 Dicembre, 2018
    Rispondi
    • Veganzetta ha scritto:

      Tutti i commenti pervenuti sono stati pubblicati.

      7 Dicembre, 2018
      Rispondi
  13. Cristian ha scritto:

    Non sono affatto daccordo, inutile dire ipocrisie e basta, noi mangiamo la carne, é così e basta. Sopprimere il più debole, sfruttare i bambini come qualcuno dice é diverso ed é sbagliato, cosi come é stato abbatare una lupa del parco yellowstone (come ho letto in questi giorni) perché la lupa non penso proprio verrà mangiata e semmai fosse per la pelliccia é sempre sbagliato e specie al giorno d’oggi. Non vedo poi, per rispondere ad altri, perché non dovremmo contrastare una malattia, dovremmo essere la specie più intelligente sulla terra e quindi come tale tiriamo a sopravvivere. Credetemi, io non ammazzo una formica, a volte la tolgo dal lavandino per non annegarla, non ammazzo una zanzara, non schiaccio con la scopa un geco, se trovo uno scarafaggio a pancia in su lo sistemo, tante volte ho tirato fuori dall’acqua vespe, grilli o quant’altro, a volte uccido qualche zanzara per paura che infetti il mio cane, quindi scelgo la sua vita al posto di quella della zanzara, sposto un ragno se si trova sul mio percorso lavorativo e morirebbe, curo gli animali nel mio piccolo di tasca mia, do le molliche agli uccellinine tanto altro. Spesso curando i miei cani in fase di morte e con medicine specifiche per cani, mi sono chiesto “se non ci fossero state quelle povere bestie a far da cavia o quello che sia” io adesso non avrei potuto migliorare la vita dei miei animali. Non dico altro perché potrei scrivere fino a domani. Un conto é la realtà un conto é l’utopia.

    8 Dicembre, 2018
    Rispondi
    • azza ha scritto:

      non ho capito se sei tanto convinto di ciò che sostieni perchè senti il bisogno di venire qui a giustificarti con noi, che evidentemente abbiamo idee diametralmente opposte alle tue. vuoi convincerci che hai ragione? vuoi convincerci che non sei una cattiva persona? vuoi una pacca sulla spalla? boh.

      9 Dicembre, 2018
      Rispondi
      • Cristian ha scritto:

        Azza non mi devo giustificare di nulla

        12 Dicembre, 2018
        Rispondi
        • azza ha scritto:

          Cristian allora si vede che ho interpretato male, mi sembrava così. Comunque sia io sono sempre aperta ai confronti, ma non su cose dette e ridette, e sui soliti cavilli estremi (esempio lampante: perchè l’antipulci al cane si, e la fiorentina no?). Se ti chiedi dove stia la sofferenza nel formaggio si vede che ti sei appena approcciato alla questione animale. Potresti davvero approfondire motivazioni e pratiche antispeciste, qui su veganzetta o su altri portali, o anche tramite libri… il materiale non manca di certo. Poi se vuoi riprendere la discussione non c’è problema.

          12 Dicembre, 2018
          Rispondi
  14. Cristian ha scritto:

    Mi son sentito dire da un’ignorante, cacciatore, ignorante a prescindere, che é tutto cattolico, va sempre in chiesa, che dio ci ha dato gli animali per ucciderli e mangiarli. Ebbene io non sono daccordo con questo coglione ignorante, che mi dice pure che i cani sono nati per stare in catene. Sono contrario alla caccia, in primis perché gli animali uccisi a scopo commerciale bastano e avanzano e poi perché fanno quelllo che cazzo gli pare, dove e quando vogliono. Ora io mangio la carne, pur considerando che la vita di un vitello ha il mio stesso valore, mi piace e me la gusto. È così da sempre e se un giorno verró mangiato pazienza.

    8 Dicembre, 2018
    Rispondi
  15. Paola Re ha scritto:

    Pazienza ne ha Veganzetta a pubblicare i tuoi agghiaccianti commenti e ne abbiamo noi a leggerli.
    Non impari proprio nulla da Veganzetta.

    8 Dicembre, 2018
    Rispondi
  16. Veganzetta ha scritto:

    Cristian, per affrontare un qualsiasi discorso in modo corretto, onesto e positivo, è necessario seguire una logica. La tua posizione non ne ha. Tu affermi che “noi mangiamo la carne, é così e basta”, salvo poi asserire che salvi Animali in difficoltà, addirittura facendo attenzione a quelli più bistrattati di tutti: gli Insetti. Logica vuole che se la carne la mangiano ed “è così e basta”, allora il tuo discorso non regge, perché da sempre spariamo agli Animali per divertimento, li torturiamo, li sfruttiamo, schiavizziamo. Da sempre schiacciamo le Zanzare che ci infastidiscono, o gli Insetti che troviamo per strada: è così e basta. Pertanto se fossi sul serio coerente con la tua visione fatalista del nostro rapporto con gli altri Animali (come traspare dalla tua posizione sulla carne) non dovresti perdere tempo a salvare altri Animali perché da sempre li abbiamo cacciati, rifiutati e uccisi.
    Se sei alla ricerca di giustificazioni per il tuo comportamento a riguardo del cibo che consumi, hai sicuramente sbagliato luogo.

    9 Dicembre, 2018
    Rispondi
  17. Cristian ha scritto:

    Paola Re non obbligo veganzetta e ne te

    12 Dicembre, 2018
    Rispondi
    • Paola Re ha scritto:

      Non ho mai scritto di obbligo.
      Leggere Veganzetta non è un obbligo ma un piacere.
      Leggendo, si può inciampare in commenti grotteschi come quelli che scrivi tu.
      Potresti fare qualche cosa per te stesso, oltre che per gli animali. Per esempio, studiare un po’.
      Lo studio è indispensabile nell’evoluzione del pensiero. Tu parti da un livello imbarazzante ma non è mai troppo tardi per migliorare.
      Coraggio!

      13 Dicembre, 2018
      Rispondi
  18. Cristian ha scritto:

    Veganzetta gli esempi da te riportati, che sono veri, sono tutto un’altro discorso. Nessuno afferma che siano azioni corrette. Per me un’animale va ucciso al giorno d’oggi solo per esser mangiato, infatti non faccio spreco finché posso di nessuna minima parte, posso riciclare quel che resta ai gatti, alle formiche ecc… Detto questo, l’uomo primitivo dal vostro punto di vista era giustificato sul consumo della carne? Perché l’uomo non lo é affatto a diferenza degli animali? Siete daccordo o no sull’utilizzo delle bestie per cercare cure e novità in ambito medico? E poi perché non consumare uova o derivati dal latte, che sofferenza c’é in questo?
    Le mie non voglion essere domande provocatorie ma solo provare minimamente a capire il vostro punto di vista, che non si puó biasimare ma che reputo estremo ed utopistico. Quanti di voi non hanno mai fatto uso di sprai insetticida o ucciso ragni e mosche? Se cosi fosse, ha un senso la vostra logica?

    12 Dicembre, 2018
    Rispondi
  19. Cristian ha scritto:

    Quanti di voi non hanno distrutto una ragnatela in casa? In questo c’é rispetto? Annullando il lavoro di un essere vivento, sua anche fonte di sostentamento.

    12 Dicembre, 2018
    Rispondi
  20. Veganzetta ha scritto:

    Cristian è evidente che non sai nulla o quasi di veganismo e di antispecismo. In questo sito web ci sono molti articoli che possono essere utili a chiarire l’etica vegana e quella antispecista (sul web puoi inoltre trovare molto altro). Leggendoli scoprirai che siamo contro ogni tipo di sperimentazione su Animali, contro ogni usi di Animali e che per quanto possibile non uccidiamo nessuno. Nella storia della nostra specie ci sono stati periodi (specialmente durante le glaciazioni) in cui gli Animali onnivori come noi hanno dovuto cibarsi di altri Animali, ora è del tutto chiaro che questa esigenza è venuta meno, pertanto possiamo vivere senza mangiare Animali, un numero sempre crescente di persone umane vegane lo dimostra. Con questo reputo il confronto chiuso. Grazie e saluti antispecisti.

    12 Dicembre, 2018
    Rispondi
  21. Cristian ha scritto:

    Ma io non metto il dubbio “il giusto” seppur utopico e “ipocrita” e lo metto tra virgolette, vostro stile di vita o pensiero. Ma lo reputo non fattibile. Ora io non ci vedo nulla di male a usare latte e uova e questo é il più stupido e banale esempio. Questo é come un dono, un qualcosa a cui si debba dire grazie e non porta nessuna sofferenza a nessuno. Anche io ero contro l’uso di animali per test e in fondo lo sono ancora ma mi rendo conto che moglie ubbriaca e botte piena non si puó, il mondo é scorretto e o lo prendi così o lo prendi così. Ho avuto molti animali malati e a quel punto, quando li curavo con tanti sacrifici in termini di costi, tempo ed energie, ad un certo punto mi sono chiesto (anche perché ho varie volte usato farnaci specifici per cani o animali) ma se non ci fossero stati quei poveri animali su cui fare ricerche e test, come potrei adesso curare le mie bestie? E allora ho proprio sviluppato questa mia teoria. Allora cos’é che é giusto in questo mondo? Non c’é niente di giusto, va cosi tutto sbagliato e giusto a seconda dei casi, dei punti di vista o non so cosa ma son sicuro che vada così e non posso farci niente. Oltretutto per me l’assunzione di carne la trovo indispensabile in un’essere che usa a dovere il suo fisico. Quando mangio un pesce o un mammifero cerco di non sprecare nulla e di riciclare quello che io non utilizzo a cani e gatti, cercando di non rendere una morte fine a se stessa e basta. Detto questo posso solo cercare di rendere migliore questa cosa comportandomi così. Voi vedo che siete inflessibili nonostante i se i ma e i peró, non affermo, ripeto, che sia un’idea sbagliata la vostra, ma non fattibile e contronatura. Forse in un mondo migliore. Buone feste.

    16 Dicembre, 2018
    Rispondi
    • azza ha scritto:

      se la nostra idea non è fattibile, mi spieghi come mai la mettiamo in pratica tutti i giorni?

      sarà una magia…

      17 Dicembre, 2018
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  22. Paola Re ha scritto:

    Prova a dire “Buone feste” agli animali in questo periodo più mortifero del solito.
    Se credi alle feste imminenti e fai regali di Natale, comincia a farne a te stesso. Regalati qualche libro.

    16 Dicembre, 2018
    Rispondi
  23. Loredana ha scritto:

    Sono vegana e assolutamente antispecista (da anni non uccido neppure le zanzare) ma credo che per ogni cambiamento ci voglia tempo e, in questo tempo, anche un piccolo passo sia meglio di niente. Campagne come queste mostrano a tutti come vivono quelle creature e creano un po’ di consapevolezza in chi non ce l’ha. Personalmente ho smesso di mangiare carne e ho iniziato il mio cambiamento verso una vita di rispetto, dopo aver visto le immagini di sofferenza di alcuni maiali, se non avessi visto quelle immagini forse sarei ancora onnivora. Quindi concordo che petizioni come queste non siano l’obiettivo finale ma possono essere un obiettivo intermedio e aiutare a raggiungere il nostro scopo.

    25 Febbraio, 2019
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    • Louise ha scritto:

      Cara Loredana,
      stavo scorrendo i commenti perché volevo scrivere più o meno quello che hai scritto tu. Sono contenta di non essere sola. Anch’io non mangio carne e vorrei che si smettesse di uccidere animali e di farli soffrire, ma (oltre a credere che in fondo, come dice Cristian, pur così “maltrattato”, l’idea di un’umanità tutta vegana o vegetariana non è facilmente perseguibile semplicemente perché in democrazia – purtroppo e per fortuna – anche le idee contrarie al veganesimo devono poter contare) penso che il processo di cambiamento culturale che lo potrebbe permettere sia molto lungo e difficile. Rifiutare nel frattempo qualsiasi iniziativa che permetta agli animali che attualmente soffrono di vivere una vita migliore mi pare egoista (ci sentiamo meglio a essere “duri e puri”?) e ipocrita. E’ come dire, di fronte ai bambini che muoiono di fame in Africa e che potremmo aiutare a stare meglio, “no, grazie – l’aiuto a questi bambini supporta e giustifica lo sfruttamento dei paesi poveri da parte dei paesi più ricchi invece di sovvertirlo”. Quanto importano le questioni di principio e le prospettive di un traguardo più importante futuro ai bambini che ora stanno morendo, e cosa importa il traguardo dell’abolizione degli allevamenti agli animali che oggi soffrono terribili maltrattamenti? Loro non ci saranno più se mai un giorno questo traguardo venisse raggiunto. Perché rifiutarsi di dare una mano ora, con gli strumenti pur parziali che abbiamo e che potrebbero essere efficaci in breve (anche solo per un piccolo miglioramento), in nome dell’idealismo? Le due vie non dovrebbero essere in opposizione ma complementari. Iniziare a sensibilizzare i consumatori senza demonizzarli è la strada migliore per la vittoria – non farlo pur potendolo fare mi pare un comportamento poco responsabile oltre che poco efficace.

      3 Agosto, 2019
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      • Veganzetta ha scritto:

        Cara Louise,

        Vediamo per sommi capi di analizzare il tuo ragionamento e di fornire delle risposte adeguate.

        1) Tu scrivi “l’idea di un’umanità tutta vegana o vegetariana non è facilmente perseguibile semplicemente perché in democrazia – purtroppo e per fortuna – anche le idee contrarie al veganesimo devono poter contare”.

        La tua posizione che ti fa dire che anche le idee contrarie devono poter contare, ciò sarebbe del tutto legittimo e condivisibile, se tali idee non fossero nella realtà delle idee assassine, come invece sono le posizioni speciste di sfruttamento degli Animali. Se stessimo parlando in linea generale, e se dovessimo per forza rispettare tutte le idee contrarie alle impostazioni culturali e morali veicolate dalla società in cui viviamo, allora anche le idee dei suprematisti bianchi, dei razzisti, degli fanatici religiosi, dei nazisti e via discorrendo dovrebbero essere rispettate, se ciò non accade, è perché NON è assolutamente vero che TUTTE le idee altrui hanno lo stesso diritto di esigere rispetto, a partire proprio da quelle che non contemplano il rispetto degli altri.
        L’idea vegana non danneggia nessuno, non istiga alla violenza, alla diseguaglianza, alla sopraffazione e alla discriminazione di nessuno. Se tale idea va a contrastare l’impostazione di chi invece reputa giusto sfruttare, discriminare e uccidere gli altri solo perché non appartenenti alla nostra specie, ce ne faremo una ragione e agiremo allo stesso modo di come faremmo nei confronti a un’idea discriminatoria che riguarda soggetti, minoranze, etnie ecc… della nostra specie.

        2) Tu scrivi:
        “ci sentiamo meglio a essere “duri e puri”?”

        Non dovremmo certo sentirci né meglio né peggio, dovremmo solo essere coerenti rispetto alle nostre idee. La questione dei “duri e puri” troppo spesso è solo un modo spicciolo per evitare di trarre delle conclusioni che risultano scomode: è preferibile rimanere in un “mondo di mezzo” che non ci obblighi a dover modificare troppo la nostra esistenza, piuttosto che compiere dei cambiamenti radicali e realmente risolutivi.
        Definire “duri e puri” coloro che cercano di vivere e veicolare (con grande fatica) un messaggio di radicalità in una società umana dominata dall’ingiustizia è offensivo, tanto quanto lo potrebbe essere definire coloro che si oppongono alle posizioni radicali di cui sopra con epiteti come “molli e impuri”.

        3) Tu scrivi:

        “E’ come dire, di fronte ai bambini che muoiono di fame in Africa e che potremmo aiutare a stare meglio, “no, grazie – l’aiuto a questi bambini supporta e giustifica lo sfruttamento dei paesi poveri da parte dei paesi più ricchi invece di sovvertirlo””

        Aiutare i bambini di cui parli ad avere una vita dignitosa e a ricevere un nutrimento adeguato è certamente un dovere morale che tutti noi dovremmo sentire, la verità invece è un’altra. Proprio perché esiste chi si prodiga quotidianamente per questi piccoli Umani sfortunati e “tappa” come può le vergognose falle di questo sistema sociale iniquo, soprattutto noi che viviamo nell’agio, nella migliore delle ipotesi ci laviamo la coscienza al massimo elargendo qualche piccola somma per sentirci sollevati da ogni responsabilità.Ciò perché c’è chi si sta occupando del problema al posto nostro.
        Non so quanti anni tu abbia, ma è molto probabile che sin dalla nascita avrai sentito parlare della piaga della “fame nel mondo” e dei bimbi africani che muoiono per la mancanza di cibo: ti pare che il problema si stia risolvendo? E’ forse avvenuto un cambiamento considerevole e tangibile rispetto a 10 o 20 anni fa? Se alcune situazioni tragiche si sono risolte, altre nuove se ne sono aperte in altri luoghi disgraziati del mondo. Ci sarà sempre chi accorrerà per aiutare queste persone umane in pericolo di vita, e ci sarà sempre una enorme massa (noi), pronta a lavarsi la coscienza con qualche piccola donazione o con qualche buona parola, o che semplicemente se ne fregherà.
        Chi lotta contro questa vergognosa situazione, continuerà a impiegare le proprie energie per far fronte alle emergenze e alle contingenze alleviando il dolore altrui, ma in questo modo non si risolverà mai il problema perché così facendo non andremo mai a colpire le vere cause della fame nel mondo.
        Dunque tornando a noi: cosa ti va pensare che utilizzare le nostre poche forze per batterci per il miglioramento delle condizioni di schiavitù degli Animali (facendole diventare più accettabili secondo i canoni dell’opinione pubblica specista) conduca infine alla loro liberazione?
        Con questo non si intende dire che non si debbano aiutare i piccoli Umani denutriti e gli Animali schiavi: ci sono moltissime associazioni che lo fanno. Si intende dire solo che l’antispecismo e il veganismo dovrebbero concentrare gli sforzi nella lotta per eliminare le cause della mancanza di cibo per alcune fette della popolazione umana e della schiavitù degli Animali.

        4) Tu scrivi:

        “Perché rifiutarsi di dare una mano ora, con gli strumenti pur parziali che abbiamo e che potrebbero essere efficaci in breve (anche solo per un piccolo miglioramento), in nome dell’idealismo? Le due vie non dovrebbero essere in opposizione ma complementari.”

        E’ necessario farti notare comei testi riportati nell’articolo evidenzino che le associazioni che hanno promosso l’iniziativa “End the Cage Age”, esprimono posizioni diametralmente opposte al concetto di “fine dell’era delle gabbie” e che quindi già dal titolo dell’iniziativa si tratta di un enorme inganno, dato che parlano di allevamento “rispettoso” e di “benessere degli Animali” negli allevamenti e mai di fine di queste pratiche orribili. Ciò (traslando il discorso sull’esempio che tu hai fornito nel tuo commento riguardante la “fame nel mondo”) equivarrebbe ad affermare che le popolazioni umane africane che soffrono la fame, potrebbero essere aiutate a stare un po’ meglio, ma che non c’è alcuna intenzione di risolvere le cause della loro situazione che rimarrebbe sempre la medesima.
        Quindi non si tratta di “rifiutarsi di dare una mano”, ma di evidenziare le differenze abissali che ci sono tra coloro che si battono realmente per la fine della schiavitù animale, e coloro che invece ne vorrebbero una semplicemente più blanda o “a bassa intensità” e per questo conferiscono anche premi e onorificenze agli schiavisti.

        7 Settembre, 2019
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