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23 anni fa moriva in carcere Barry Horne (17 marzo 1952 – 5 novembre 2001).
Anarchico. Attivista vegano, animalista e militante dell’A.L.F.
Deceduto nel 2001 per complicazioni epatiche causate dall’ennesimo sciopero della fame nel tentativo di obbligare il governo britannico ad avviare un’indagine pubblica sulla sperimentazione animale.
Horne è una delle figure simbolo della lotta per la liberazione animale, per ciò che è stato e ha fatto Veganzetta continuerà a ricordarlo.
Il capitalismo e lo sfruttamento animale vanno di pari passo: per entrambi non c’è profitto nella vita ma solo nella morte; […] È troppo facile dire semplicemente che la colpa di tutte le uccisioni e di tutta la sofferenza è loro […] e che quindi pagheranno tutto, un giorno. Ancora più facile è voltarsi dall’altra parte […] e non fare assolutamente niente per fermarli. La vita non è mai così semplice, soprattutto per chi si preoccupa della sorte degli animali […]. Ogni giorno di ogni mese di ogni anno ci sono persone che abbandonano la loro vita tranquilla e sicura e decidono di intraprendere l’arduo cammino che porta alla liberazione di tutti gli animali […] Il lungo cammino verso la vittoria che è il solo traguardo per porre fine alla sofferenza e fermare questo massacro. E grazie ai sacrifici e all’impegno di tutte queste persone il cammino si fa sempre più breve, la vittoria si avvicina e il Movimento per la Liberazione degli animali diventa sempre più forte e determinato, mentre chi abusa degli animali è intimorito dalla sua risoluta e cocciuta fede nella vittoria.
Barry Horne
(da Support Animai Rights Prisoners newsletter, febbraio 1993)
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Il 5 Novembre suona puntuale il campanello di Barry Horne a ricordarci che cosa significa lottare.
Certi “campanelli” sono assolutamente necessari per risvegliare coscienze troppo spesso assopite.