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Il 6, 7 e 8 settembre presso il presidio NO TAV di Venaus in Val di Susa si terrà il IX Incontro di Liberazione Animale, un incontro per molti aspetti pieno di anomalie: sopra tutte l’assenza della quasi totalità dei maggiori gruppi, delle associazioni e dei coordinamenti che si occupano di liberazione animale in Italia. La domanda che ci si può legittimamente porre quindi sarebbe “a cosa serve un incontro del genere dove chi si occupa di liberazione animale e antispecismo non partecipa?”. Ovviamente non serve a nulla, ma il vero problema che ha causato tale situazione assurda, è la profonda spaccatura esistente nel nostro paese tra le realtà antispeciste e liberazioniste operanti sul territorio.
Le divergenze palesate nell’incontro dello scorso anno non sono state discusse e affrontate in seguito, e hanno dato vita a solchi ormai molto marcati e difficili da colmare. Non ci sono vittime e carnefici in tutto ciò, ma solo una disperante mancanza di comunicazione e volontà di confronto; il risultato è un’edizione del tutto superflua di un incontro che altrimenti sarebbe potuto essere un momento di confronto e di condivisione tra chi impiega quotidianamente le proprie energie in favore della liberazione degli animali non umani.
A perderci sono tutti, per primi gli Animali, ma anche le stesse persone umane attiviste e l’immagine del progetto antispecista italiano.
Di cosa si parlerà il 6, 7 e 8 settembre in quel di Venaus? E a chi si parlerà? Chi e cosa potranno trovare tutte quelle persone umane – neofite, simpatizzanti, attiviste – che parteciperanno all’incontro, se coloro che da anni lottano per la liberazione animale non saranno presenti?
Con questo non si vuole condannare chi ha organizzato l’edizione 2013 dell’evento, ma solo porre in evidenza il fatto – logico, ma evidentemente non per tutte/i – che se tra le realtà liberazioniste non c’è attualmente accordo, sarebbe stato molto meglio non organizzare alcun incontro prima di un chiarimento definitivo e magari “a porte chiuse”.
Continuando con l’analisi delle molte anomalie dell’incontro non si può non sottolineare il fatto che nessuno dei maggiori rifugi/santuari per Animali liberati presenti in Italia parteciperà ufficialmente all’incontro; un fatto grave, questo, che si commenta da solo. Per concludere è d’obbligo accennare anche alla questione riguardante la località dell’evento, ossia il presidio NO TAV di Venaus: un presidio di una realtà molto importante e sicuramente da appoggiare con convinzione, ma dalla quale più di una volta sono emerse voci di profonda critica se non di totale rifiuto delle istante vegane e antispeciste.
In linea di principio la scelta è motivata dal fatto che l’antispecismo è teoria e pratica di liberazione di ogni essere senziente, e quindi affine alle lotte di resistenza come quella NO TAV, il punto è che anche in questo caso prima di avventurarsi in organizzazioni del genere che sanno di forzatura, sarebbe stato utile un confronto con tutte quelle realtà NO TAV che di sicuro affini a noi (e forse a ragione, perché ci sarebbe molto da discutere) non si sentono.
In conclusione si spera che da tutto ciò possa scaturire una lezione utile a tutte/i (partecipanti e non), e che si possa in futuro organizzare una manifestazione davvero unitaria e utile alla causa.
Per il momento ci si limiterà a non partecipare: meglio non consumare carburante, tempo ed energie.
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Ciao
trovo invece questa edizione particolarmente interessante, proprio per il suo approccio ad una liberazione umana e non, proprio perché in una terra in cui spesso non è facile far passare il messaggio di liberazione animale, proprio perchè negli stessi movimenti non è facile l’approccio. Proprio perché credo che la lotta di liberazione dalla concezione antropocentrica sia la madre di tutte le lotte.
Trovo questa edizione particolarmente coraggiosa, mi spiace negli anni non aver potuto, per varie ragioni, partecipare e spero veramente di non perdermi questa.
è vero un incontro così è come una partita di calcio senza giocatori
non capisco davvero l’intento di questo articolo: in primo luogo, come daniela, apprezzo il tentativo di far convergere le diverse lotte di liberazione e mi piacerebbe che chi scrive esponesse meglio i propri dubbi in merito perché da ciò che leggo sembra che il problema sia che siccome non tutti i no tav si interessano alle tematiche antispeciste (alcuni addirittura le criticano apertamente!) allora gli antispecisti non dovrebbero occuparsi del no tav…
non potrebbe essere questa l’occasione per un incontro e un eventuale dialogo?
no, perché le associazioni antispeciste più importanti non parteciperanno. questo concetto viene ribadito insistentemente ma a questo punto mi piacerebbe sapere quale sarebbe, secondo chi scrive, il criterio secondo il quale un’associazione può fregiarsi di tale titolo. mi risulta che all’incontro parteciperanno persone che si occupano di liberazione animale da anni, ma pare che le loro voci valgano meno di zero e ci si arriva addirittura a chiedere di cosa potranno mai parlare, definendo l’incontro “del tutto superfluo”. il tentativo di smussare i toni dichiarando di non voler condannare gli organizzatori, dopo aver detto in tutti i modi che quest’incontro non servirà a nulla mi sembra piuttosto goffo, né riesco a conciliare le condanne per la mancanza di volontà di confronto da parte di chi, per parte sua, conclude l’articolo boicottando apertamente l’incontro.
Ciao Elena,
Nessuna/o ha mai detto che l’antispecismo non dovrebbe occuparsi di NO TAV, infatti è esplicito nel testo che lo dovrebbe fare, un altro conto è organizzare un incontro ufficiale di liberazione animale a Venaus, decisione che ha un chiaro significato. E questo senza prima avviare un confronto tra le varie anime dell’antispecismo sulla questione. Questa è una forzatura bella e buona. Se si voleva fare un confronto tra mondo antispecista e NO TAV si poteva orga nizzare un altro evento apposito. Se vuoi trovare dei criteri prenditi la briga di fare una piccola ricerca sul web su chi si occupa di liberazione animale sul territorio italiano, e controlla se sarà presente all’incontro. Non esiste alcuna patente da antispecista, basta vedere chi pensa e agisce l’antispecismo in Italia.
“mi risulta che all’incontro parteciperanno persone che si occupano di liberazione animale da anni”
E questo in base a quale criterio? Se per te non vale ciò che viene scritto nel testo, non deve valere nemmeno questo come criterio per valutare se si è antispecisti o meno, come vedi è facile giocare con le parole.
Se questa questione non riesce a farti sorgere qualche dubbio sull’utilità o l’opportunità di un incontro del genere nato monco perché le realtà antispeciste italiane non si parlano (e sul perché non si parlano), allora c’è ben poco altro da aggiungere.
Grazie per il tuo contributo.
Non vedo forzature nell’organizzare a Venaus.
Non riuscirò mai a dimenticare gli occhi pieni di terrore di un piccolo capriolo sotto il lancio dei lacrimogeni tra i boschi di Ramat di quel fatidico 3 luglio.
anche le grigliate di carne e l’ostruzionismo al cibo vegano da parte di alcuni (non dei locali) forse sarebbero da tenere a mente…
“# Veganzetta il 04 set 2013 alle 15:39
anche le grigliate di carne e l’ostruzionismo al cibo vegano da parte di alcuni (non dei locali) forse sarebbero da tenere a mente…”
tenere a mente per arrivare a quale conclusione?
sarebbe la prima volta che un incontro relativo alla liberazione animale, all’antispecismo o ai diritti animali viene tenuto in uno spazio sociale che di solito non se ne occupa, che di solito serve cene a base di carne e derivati, che di solito magari anche ridacchia sotto i baffi pensando a noi scemi che mangiamo le carote?
non è palese che tutta la realtà intorno a noi è impregnata del paradigma specista e antropocentrico?
non è nostro compito , tra gli altri, mettere in luce queste contraddizioni all’interno di movimenti di liberazione umana e cercare un dialogo che porti a una maggiore comprensione da parte di tutt* delle logiche di dominio e appropriazione?
mi sfugge qualcosa.
Sì giona, forse ti sfuggono alcune cose.
Come ad esempio il fatto che molti gruppi antispecisti in passato hanno aderito a manifestazioni, eventi e incontri pubblici che non riguardavano squisitamente l’ambito animalista proprio perché l’antispecismo è per la liberazione totale: umana e non. Basti pensare ai gruppi antispecisti che presenziano alle manifestazioni del 25 aprile, alle manifestazioni antifasciste (Veganzetta lo ha fatto moltissime volte), o alle manifestazioni sui diritti civili umani, anche alla NO TAV. Il contrario però non è mai avvenuto, proprio perché si continua a ridacchiare sotto i baffi.
Si sarebbe potuto fare semplicemente un incontro per la liberazione animale in un luogo neutro, come si è sempre fatto, e invitare rappresentanze NO TAV a discutere per un confronto pubblico, come si è fatto per l’ecofemminismo e per molte altre realtà. In questo modo si sarebbero potuti gettare un ponte per una reciproca comprensione e accettazione, per una condivisione. Fare un incontro di liberazione animale presso il presidio NO TAV è un messaggio pubblico ben preciso che non vuole dire che ci si confronta, ma che si aderisce, e questo, se permetti, è tutto un altro paio di maniche.
Non si tratta quindi di un confronto tra due realtà di lotta sociale di pari dignità, ma dell’adesione di una all’altra. Questo è il messaggio che ne esce, e non possono secondo logica essercene altri. Ciò perché un incontro di liberazione animale nazionale dovrebbe essere la massima espressione ufficiale della lotta liberazionista di un paese, e non dovrebbe essere ospitata da nessuno. L’antispecismo non ha bisogno di stampelle o di legittimazioni da parte di nessuno, non è una variante di alcun movimento sociale contro il potere costituito: ha una sua indipendenza e dignità. L’antispecismo è anche liberazione della Terra e nessun antispecista che si rispetti ha mai schernito chi lotta contro l’alta velocità.
Ecco, questa potrebbe essere per esempio una conclusione a cui arrivare.
“Se per te non vale ciò che viene scritto nel testo, non deve valere nemmeno questo come criterio per valutare se si è antispecisti o meno, come vedi è facile giocare con le parole.”
veramente io non stavo cercando affatto di stabilire chi fosse antispecista o meno: mi sono limitata a chiedere quale sia il criterio secondo il quale per te è possibile dire che nessuna delle associazioni che contano parteciperà, ma tu non mi hai mica risposto. è una questione anagrafica? di dimensioni? notorietà? nel testo non lo spieghi e adesso sei stato solo buono a dirmi di fare una ricerca sul web, ma sul web trovo anche i nomi di chi parteciperà il prossimo fine settimana e comunque non ti avevo chiesto dei nomi, cercavo solo di capire quale fosse la tua opinione, ma mi sembra che tu insinui molto e dici poco.
evidentemente il fatto che ci siano spaccature all’interno del movimento è un limite, ma non per questo direi che un incontro tra piccole realtà è completamente inutile e questo tuo snobismo mi sembra molto più controproducente di eventuali incontri “monchi”.
Elena è evidente che tu sei dell’ambiente e conosci le situazioni.
Il criterio non esiste come già detto, e l’invito a fare una ricerca sul web non è una semplice provocazione, ma in invito reale. Ti basterà vedere chi ha per esempio organizzato negli ultimi anni le maggiori manifestazioni, proteste, campagne e azioni antispeciste nel paese. Non è né una questione anagrafica, di dimensioni o di prestigio. Logica vuole che un incontro nazionale sulla liberazione animale raccolga il maggior numero di realtà che di questo si occupano, se ciò non accade, e se anzi l’incontro è disertato dalla maggior parte delle realtà di cui sopra, è del tutto appropriato domandarsi il perché, e anche se è opportuno fare lo stesso un incontro: da questo il titolo del testo.
Questo è quello che c’è da dire, senza calunniare, offendere, infamare nessuna o nessuno. Senza colpevolizzare chi partecipa o chi non partecipa: le colpe sono di tutte/i (senza esclusioni).
Non si tratta di insinuare, si tratta di analizzare uno stato di fatto, per entrare nel merito sarebbe stato opportuno un incontro chiarificatore tra tutte/i, cosa che non c’è mai stata.
Il tuo punto di vista è utile, e come tale deve essere accettato, non si capisce perché allora un punto di vista diverso non debba essere accettato o quantomeno rispettato.
“quindi ancora una volta è chi è antispecista che che si muove, non gli altri. Nessuno si arrocca, magari ci si limita a dire un po’ di verità che spesso altre persone fanno finta di non vedere.”
la mia personale, ma a quanto pare e fortunatamente, non solo, concezione di antispecismo e lotta alla concezione antropocentrica, porta inequivocabilmente ad abbracciare più lotte, spesso quindi ti ritrovi con una lotta intrinseca in più di altre/i e così deve essere per come la vedo.
Dovresti saperlo anche tu che non è assolutamente vero che alle iniziative o azioni antispeciste non partecipano individui notav e che funzioni solo nel senso inverso.
Io guardo gli individui e il prossimo w/e sono felice sia composto più da individui che associazioni o gruppi di sorta e non credo ci sia chi faccia finta di non vedere, anzi ci sia chi ha voglia di fare e discutere.
Molto bene, questo è quello che credi tu ed è giusto così, ci sono altri che hanno posizioni diverse, speriamo sia sempre possibile esprimere un dissenso. In futuro si vedrà. Buona continuazione.
“Fare un incontro di liberazione animale presso il presidio NO TAV è un messaggio pubblico ben preciso che non vuole dire che ci si confronta, ma che si aderisce, e questo, se permetti, è tutto un altro paio di maniche.”
Ovvio che si aderisce, è una lotta che è per molti espressione di tante lotte. Che senso ha essere antispecista e non esser complice con una lotta in difesa del territorio e conseguentemente del suo habitat ?
Anche a me sfugge qualcosa….
Vedilo alla rovescia, che senso ha essere notav con una concezione antropocentrica della lotta? vero, questa concezione persiste in molti, valligiani e non, ma è essendo complice che riesci a far passare un messaggio e a dialogare, non arroccandoti su presunzioni e snobbando una lotta.
Personalmente ho visto mettere in discussione molti atteggiamenti; c’è chi teme sia una lotta nella lotta e che crei fratture all’interno del movimento, ma così non è stato, anzi. Restano ancora spesso irriducibili i mangiatori di tome, ma in tanti qualche barlume si accende, specie quando si parla di carne.
Ci sono gli irremovibili, come ovunque, mica per convinzione particolare ma solo perchè è una rinuncia che non riescono a fare, che non vogliono fare perchè spesso ricorrono all’alibi della tradizione montana. Ma il tarlo li rode. Adoro i tarli.
Ancor peggio, ci son pescatori e cacciatori nel movimento. Ma ancor meglio alle ultime manifestazioni di richiamo nazionale in ogni angolo spuntavano panini vegetali preparati da solidali arrivati da ogni dove, il cui ricavato era destinato alle spese legali.
No, non è facile essere antispecisti all’interno dei movimenti (umano)libertari perchè la posta in gioco è alta, perchè combatti su più fronti e vorresti più empatia, ma lotti e non ti arrocchi nella saccenza e presunzione. Lotti sul campo, come individuo, a porte aperte.
Ciò che tu dici è giusto e condivisibile, infatti – come già scritto – si poteva benissimo avviare un confronto e spiegare la posizione antispecista, un incontro nazionale avrebbe però dovuto essere indipendente e non accostarsi ad alcuna bandiera, questo soprattutto per quanto riguarda il presunto movimento antispecista italiano che non ha ancora una ben definita identità.
Che senso ha essere NO TAV con una concezione antropocentrica della lotta? La lotta NO TAV non nasce con un concetto ecocentrico, o perlomeno non dichiaratamente tale, ma come protesta contro una infrastruttura che causerebbe un alto impatto sul territorio. Ciascuno può interpretare come vuole, ma chi dice che la protesta NO TAV non ha nulla a che fare con la liberazione animale non sbaglia se la considera una lotta di resistenza della vallata, se invece si pensa in prospettiva e dal punto di vista esperienziale e sperimentale, allora non c’è alcun motivo perché essa non debba essere una lotta non antropocentrica e di liberazione totale.
Il confronto è d’obbligo e non è assolutamente scontato il risultato, questo non significa che non si debba supportare la protesta NO TAV, ma di certo senza organizzare sul posto addirittura l’unico incontro nazionale di liberazione animale che esiste in Italia.
I panini vegetali di cui parli spuntano da ogni dove grazie a molte persone vegane e animaliste che vengono da fuori. Questo dovresti saperlo anche tu, quindi ancora una volta è chi è antispecista che che si muove, non gli altri. Nessuno si arrocca, magari ci si limita a dire un po’ di verità che spesso altre persone fanno finta di non vedere.
La totale empatia non credo sia positiva, certo aiuterebbe.
Buona continuazione anche a te.
Mi risulta che qualche anno fa sia stato organizzato, proprio a Venaus, addirittura l’incontro internazionale di liberazione animale. Nessuno ha avuto nulla da ridire sul luogo dell’incontro e su questa connessione ideale tra le due lotte. Perchè in quell’occasione la cosa andava bene? Forse perchè lo avevano organizzato i gruppi che non partecipano quest’anno? Così, giusto per capire perché alcune cose vanno bene e altre no…:-)
E’ vero. L’incontro internazionale di liberazione animale del 2010 si tenne in Italia a Venaus. Ci sono tre cose da dire:
1) L’incontro internazionale viene organizzato da gruppi e sigle per l’appunto internazionali e quindi la questione ha un respiro molto più ampio e anche connotazioni diverse rispetto all’incontro nazionale.
2) tutti i problemi che si riscontrano oggi in ambito antispecista e liberazionista non c’erano, o erano molto ridotti, all’epoca.
3) Come Veganzetta non partecipammo per i motivi già spiegati, limitandoci solo a dare la notizia senza aderire.
Può sembrare una questione superflua, ma un movimento che sta nascendo deve strutturarsi prima al suo interno e costruirsi un’identità forte e quanto più condivisa, solo dopo può relazionarsi con pari dignità con altri movimenti affini, questa è sempre stata la linea portata avanti da Veganzetta e spiegata varie volte in molti testi. Per il resto abbiamo sempre tentato di unire e non dividere organizzando incontri e occasioni di confronto, e questo lo sanno tutti (pure OLS :=)). Evidentemente non è bastato.
Sempre per favorire il dibattito si pubblica di seguito un testo inviato da un membro dell’organizzazione dell’incontro 2013.
Il testo specifica alcune questioni relative a delle voci che stanno circolando da tempo. Per quanto ci riguarda, è stato già specificato che tali voci non sono la causa del comunicato pubblicato e della posizione presa, ad ogni modo è giusto che anche questo aspetto (insieme agli altri) venga chiarito.
Per chiarire – Breve scritto personale da qualcuno che c’è: Mancano pochi giorni all’incontro per la liberazione animale 2013. Da qualche mese sono iniziate a circolare voci false sul fatto che alcune realtà e associazioni non fossero accettate.
Ora mi ritrovo con la voglia di scrivere queste poche righe per precisare alcune cose: non è nello spirito di questo evento tagliare fuori delle realtà antispeciste. L’incontro non è un momento che appartiene a qualcuno, ma che può diventare di chiunque contribuisca ad arricchirlo. Chi affermo queste falsità forse non ci conosce o non sa come siano andate le cose.
Il percorso di costruzione di questa 3 giorni è iniziato mesi fa quando è stata proposta a livello nazionale un’assemblea aperta per
discutere di proposte e prospettive nell’ambito delle lotte antispeciste. A questo primo momento ne è seguito un altro, sempre pubblicizzato e reso pubblico cercando di coinvolgere chiunque ne avesse la voglia, per iniziare a strutturare l’incontro. Da queste riunioni ci si è trovati dalle 30 alle 10 persone che si sono incontrate e insieme hanno lavorato per organizzare l’iniziativa che si svolgerà a Venaus. Individualità differenti unite dalla volontà di approfondire e ragionare su tematiche che ci stanno a cuore: gli animali non umani e umani, la terra, la libertà di ciascuno e quindi la lotta di liberazione dallo sfruttamento e dal dolore che lo specismo, che il dominio, impone.
Una 3 giorni pensata per allargare le riflessioni e portare più in profondità i contenuti di una lotta radicale. Una 3 giorni pensata come momento di INCONTRO appunto, dove oltre ai contenuti si vuole valorizzare i metodi: le assemblee e il confronto.
Ora mancano solo pochi giorni, e l’energia la vorrei dedicare a far si che l’incontro sia un momento interessante e ricco, e invece il dispiacere e queste malelingue tolgono tempo e, se ci penso troppo anche entusiasmo.
Forse queste piccole briciole di chiarezza possono servire a far rinascere a chi aveva dubbi la voglia di esserci a Venaus, perché anche le critiche possono trovare spazio nell’unico luogo in cui può esistere il confronto, e non è il mondo virtuale ma quello in cui ci si guarda negli occhi.
Ritengo che definire a priori che un evento sia inutile e soprattutto invitare la gente a non andarci risparmiando “carburante, tempo ed energie” sia qualcosa da riservarsi per quelle iniziative che si ritengono dannose per il movimento.
il fatto di scegliere di non partecipare perchè non ci si sente rappresentati dalle linee guida o per qualsivoglia motivo personale è una scelta legittima ma credo che molto più grave sia determinare in modo assoluto che l’assenza di alcuni gruppi legittima il boicottaggio. (oltretutto nessuno di questi gruppi si è espresso in questo senso!)
Anzitutto ci tengo a smentire alcune cose che sono state dette e che non corrispondono a verità. Non è vero che l’incontro è sempre stato organizzato in posti “neutri” (due anni fa è stato fatto in una casa inprovincia di ravenna, abitata da persone solidali ma nessuno antispecista o vegetariano); Come diceva Alessandra, l’incontro internazionale del 2010 è stato fatto nello stesso posto in cui viene organizzato quest’anno e per due anni mi pare il 2007 e 2008 è stato in un rifugio si vegetariano ma di persone che non hanno nulla a che vedere con il movimento animalista. quindi qual’è il criterio? se il posto viene deciso dalle associazioni e dai gruppi più attivi è legittimo e se lo decide un’assemblea di singoli no?
Riguardo alla non partecipazione dei gruppi che hanno “organizzato la maggior parte delle manifestazioni degli ultimi anni” c’è da dire una cosa. Tutte queste realtà sono state individualmente contattate nella fase preliminare in quanto erano anche le stesse persone con le quali si è sempre organizzato l’incontro negli ultimi 9 anni. Dall’organizzazione dell’anno scorso era sembrato che molti di loro non avessero interesse nell proseguire il percorso dell’incontro ma avessero progetti di tipo diverso. Per questo gli è stato chiesto se volessero partecipare all’organizzazione ed è stato risposto di no.
Se alcuni gruppi non si rispecchiano più in un incontro che si chiama di LIberazione Animale perchè hanno tendenze più abolizioniste dobbiamo per forza abbandonare tutti questo progetto che si protrae da quasi un decennio?
Questa impostazione mi pare che tenda a non voler lasciare che il singolo prenda decisioni indipendenti ma solo mutuate dalle varie associaizoni ed è esattamente l’intento opposto dell’incontro che vuole essere appunto un momento di discussione tra individui oltre che di confronto tra gruppi.
non mi interessa fomentare la polemica su internet, ho del tempo da perdere perchè sono al lavoro e volevo chiarire alcune cose che mi sembravano decisamente fuorvianti.
stefano
Ciao Stefano,
La questione della definizione dell’utilità dell’evento è già stata chiarita e visto che l’hai citata potresti prenderti del tempo a leggere cosa è stato scritto nei commenti.
Non si è parlato mai di linee guida, né nel testo del comunicato né dopo. Non è questo il problema e non facciamo finta di non capirlo.
Non si è nemmeno parlato di boicottaggio: se la Veganzetta non c’è non sarà certo un gran danno, il problema è che anche molti altri non ci sono e le spaccature si allargano, questo è quello che è stato evidenziato.
La casa in provincia di Ravenna, un rifugio vegano, un agriturismo e via discorrendo non sono certo un presidio di un movimento che è conosciuto e seguito a livello nazionale e internazionale, se permetti le cose non sono assolutamente equiparabili. Il messaggio è chiaro e netto e ha una valenza politica. Chi non sa nulla di liberazione animale e legge che l’incontro è a Venaus trarrà le logiche conclusioni, non che questo sia un male, assolutamente, ma prima se ne sarebbe dovuto parlare in modo organico e compiuto e non in riunioni organizzative. Questa posizione sarebbe potuta essere anche la tua se non fossi stato nell’organizzazione. Come vedi è brutto organizzare e ricevere critiche…
L’incontro internazionale di Liberazione animale ha delle caratteristiche ben diverse, e ha un respiro europeo, non può essere equiparato ad un incontro nazionale e avanzare delle critiche non sarebbe servito a nulla. Ma il punto non è Venaus, ma i conflitti interni al “movimento” in Italia.
Tu scrivi “Dall’organizzazione dell’anno scorso era sembrato che molti di loro non avessero interesse nel proseguire il percorso dell’incontro ma avessero progetti di tipo diverso. Per questo gli è stato chiesto se volessero partecipare all’organizzazione ed è stato risposto di no.”. Ti sei per caso soffermato a pensare come mai queste persone, questi gruppi dopo tanti anni hanno preso le distanze da un incontro così importante?
Hanno tutte/i battuto la testa contro un muro e perso la ragione? O è accaduto qualcosa? Questa è la domanda che forse sarebbe stato opportuno porsi.
“Se alcuni gruppi non si rispecchiano più in un incontro che si chiama di LIberazione Animale perché hanno tendenze più abolizioniste dobbiamo per forza abbandonare tutti questo progetto che si protrae da quasi un decennio?”
Con che criterio dici questo? Non è per nulla corretto e intelligente etichettare tutte/i in questo modo, che diritto hai di farlo? Se qualcuno non partecipa a un incontro di liberazione animale non è più liberazionista, questo è il sunto? Che sarebbe un rinnegato? Non potrebbe essere invece che ci sono altri problemi alla base mai discussi e mai risolti che si sono incancreniti? E in ogni caso se per assurdo fosse vero quanto tu dici, ti risulta che se ne sia mai discusso pubblicamente per farlo capire a tutte/i?
Più che un incontro di liberazione animale, a volte pare di parlare di un incontro di lobbies: una volta prevale una, la seguente l’altra… Tutto ciò è infinitamente triste.
Il tuo discorso sui singoli e sulle associazioni è molto bello, peccato che non corrisponda alla realtà, perché – e lo si sa – ci sono sempre gruppi, collettivi o associazioni che influenzano pesantemente le situazioni di volta in volta. Se fosse veramente come tu dici non ci sarebbero problemi.
Le cose non sono state fatte correttamente o con un volontà di confronto, ciò si ripercuoterà inevitabilmente sulle future collaborazioni. Il grande problema sarà che ancor più di oggi si formeranno fazioni in lotta tra di loro che danneggeranno alla fine la lotta per la liberazione animale.
Il comunicato parla chiaro: servivano dei momenti di incontro e di chiarimento, dei momenti di discussione e anche di scontro, ma sempre al fine di affrontare le varie questioni e tentare di risolverle, solo dopo si sarebbe potuto fare l’incontro organizzato da chi voleva farlo. Se a te quest’analisi non sta bene pazienza, non sei l’unico che lavora sfortunatamente e il tempo è tiranno con tutte/i.
Veganzetta scrive:”se tra le realtà liberazioniste non c’è attualmente accordo, sarebbe stato molto meglio non organizzare alcun incontro prima di un chiarimento definitivo e magari “a porte chiuse”.” e poi “servivano dei momenti di incontro e di chiarimento, dei momenti di discussione e anche di scontro, ma sempre al fine di affrontare le varie questioni e tentare di risolverle, solo dopo si sarebbe potuto fare l’incontro”.
Forse non mi è chiara la natura di questi incontri. Perché chiarimenti e discussioni devono essere fatti prima e “a porte chiuse”? Non dovrebbero invece proprio svolgersi durante gli incontri, per presentare le questioni in discussione e le diverse posizioni? Se non si discute apertamente e portando alla conoscenza dei problemi un più vasto pubblico che ragion d’essere hanno gli incontri? Perché se vi sono problemi irrisolti, questioni importanti che meritano tale nome non bisogna sviscerarle in un dibattito aperto e accessibile a tutti?
Ciao Brunella,
Ti rispondiamo con un esempio: se tu hai problemi in famiglia, delle incomprensioni, delle tensioni o altro, cerchi di risolverli in casa o vai a discuterne nella piazza del paese?
Se ci sono fratture tra gruppi che in passato hanno collaborato fattivamente, è chiaro che sarebbe meglio incontrarsi e appianare le divergenze evitando di scontrarsi in pubblico. Un incontro di liberazione animale è un appuntamento ufficiale, non è quindi il luogo più adatto per queste cose.
Una volta chiarito tutto si possono benissimo esporre le diverse posizioni al pubblico, poi ciascuno si farà la propria idea. Ma se prima non c’è un accordo e la volontà di collaborare tutto ciò non è possibile.
Sono amareggiata da questo articolo… dopo aver partecipato per anni a vari incontri, dibattiti, ecc. organizzati da varie associazioni a sfondo sociale, ho voluto allontanarmi da questo tipo di ambiente perchè disgustata da chi avrebbe dovuto avere una sensibilità diversa o comunque superiore a certe “cadute” di stile che dimostrano quanto l’uomo sia pronto ad attaccare chiunque non faccia parte del proprio “branco”.
Diventata vegana ho incontrato delle belle persone che mi hanno stimolata a partecipare ad incontri antispecisti ed animalisti ma di nuovo trovo fazioni e futili guerre intestine quando l’unico vero obiettivo dovrebbe accumunare tutti senza giudizi e pregiudizi.
Elena esprime molto nitidamente il mio pensiero con questa frase “…mi piacerebbe sapere quale sarebbe, secondo chi scrive, il criterio secondo il quale un’associazione può fregiarsi di tale titolo.”
Già… Il solo fatto che diverse persone di diverse associazioni organizzino eventi come questo dovrebbe inorgoglirci e stimolarci. Non farci scandalizzare perchè “…coloro che da anni lottano per la liberazione animale non saranno presenti…”
Quindi…dato che ho aperto gli occhi da poco su questi argomenti, meglio che me ne stia da parte a guardare ed ascoltare I Sapienti che agiscono e parlano?
Perchè se mi venisse indegnosamente voglia di organizzare un evento (seguendo questa logica) , probabilmente anzichè coinvolgere nuove persone e fare del bene alla “causa”, farei sprecare loro del tempo.
Scusate… ma che tristezza.
Cara Erika,
Il tuo disgusto è anche il nostro. E non si capisce perché tu hai potuto allontanarti liberamente e fare le tue scelte, e chi invece esprime una legittima critica su uno stato delle cose assurdo e confusionario non possa farlo. Un incontro di liberazione animale è per l’appunto un momento di incontro, confronto e sintesi, se non c’è la voglia di fare tutto ciò ci si dovrebbe fermare un attimo e pensare al motivo per cui si è arrivati a questo punto. Questo è quello che è stato evidenziato.
Non ci sono criteri per essere definiti antispecisti, è già stata fornita una risposta al commento di Elena, per favore leggila.
Non ci sono “sapienti” da ascoltare, se vuoi seguire questo sito sei liberissima di farlo, altrimenti ce ne sono moltissimi altri: massima libertà. Nessuno qui pretende di avere la soluzione a tutto.
Se si vuol fare bene a una causa è necessario essere uniti e condividerla, se non è così si fa solo il bene della propria causa.
Veganzetta : “se tu hai problemi in famiglia, delle incomprensioni, delle tensioni o altro, cerchi di risolverli in casa o vai a discuterne nella piazza del paese?”
Se è così, allora le divisioni non sono divergenze serie, ma “panni sporchi”, cose un pò meschine che è meglio tener nascoste.
ci sono tanti commenti a questo articolo! a volte serve andare giù duro per svegliare un po’ la gente
Il minimo interesse e rispetto che avevo per la comunità vegan è scemato dopo l’assalto alla sagra dell’arrosticino e l’assalto all’università di milano. Avere degli ideali non significa essere incivili.
E’ evidente che il tuo interesse e rispetto erano proprio minimi.
Caro Veganzetta mi sa che lei in Valsusa non ci sia mai stato. Io si ci vado dal 2000, epoca in cui ero già vegana da un bel pò.
La Val di Susa No Tav è probabilmente l’unico posto dove, persone “comuni” e non “di centri sociali” o “animalisti” (parlo ad etichette, ignobili, solo per farmi capire) pensano sempre ai vegani, anzi, spesso e volentieri le tavolate sono quasi interamente vegane con qualche formaggio locale. Ed a cucinare non sono “i vegani” ma spesso e volentieri signore 60-70enni che non potendo stare sulle barricate si prodigano in questo modo…. Certo, le signore così come volti valsusini, non sono affatto vegani e nemmeno vegetariani ma 1) pensano a tutti ed hanno ben capito che per accontentare tutti il vegan è la miglior scelta 2) hanno capito, ad età mature e venendo da paesi dove la cacciagione “è mangiare bene”, che si può essere vegan 3) hanno capito che ai vegan da fastidio che persone vicine mangino carne.
Inoltre questo è il secondo incontro animale che si svolge a Venaus… stessa polemica anche la scorsa volta? Non mi pare.
Non sono andata all’incontro perchè pensavo che voi di Oltre La Specie ci sareste stati e non volevo mischiarmi con un’associazione che oltre che infamare i rifugi (ed il bello è che tirate in ballo proprio quelli!) fa iniziative con un personaggio, che benchè sia il Consigliere Delegato ai Diritti Animali della Provincia di Milano, è pure uno che saluta romanamente.
Avessi avuto prima notizia di questa polemica, probabilmente sarei andata.
Inoltre vorrei far giusto notare che se non ci siete voi, non è che la cosa non interessi a nessuno ed infatti mi risulta che ci fossero molte persone.
Forse sarebbe il caso che spiegaste “la vostra assenza” con le vere motivazioni e non tirando in mezzo argomenti che non sono quelli veri e che sono anche appositamente falsati…
Cara Mari,
Mi sa che lei non ha ben compreso la situazione e fa molta confusione.
Situazione: Se è stata molte volte in Val di Susa avrà anche partecipato ad assemblee e riunioni, allora avrà anche sentito cosa pensano le persone di Askatasuna dei vegani e degli antispecisti, non serve dire altro visto che lei sbandiera una militanza in Val di Susa così ampia.
E’ vero che le persone della valle sono molto tolleranti, infatti il problema non deriva da loro.
In ogni caso il testo che si sta commentando non vuole aprire un contenzioso con la questione NO TAV, ma evidenziare un problema (anzi molti) all’interno dell’antispecismo italiano.
Sul primo incontro svoltosi a Venaus (che era internazionale) si è già risposto: inutile fare polemiche in quella sede dato che gli altri gruppi internazionali (non italiani) non le avrebbero comprese essendo estranei alle dinamiche nostrane. Sarebbe stato solo controproducente, e siccome la Veganzetta se solleva dei problemi lo fa solo per risolverli, e non per amor di polemica, non si è detto nulla e non si è partecipato.
Confusione: Veganzetta NON fa parte di Oltre la specie, è la rivista di Campagne per gli animali che è un’associazione del tutto indipendente, la redazione di Veganzetta, inoltre, ha totale libertà di movimento e non rende conto a nessuno. Quindi se non vuole mischiarsi con Veganzetta è libera di fare ciò che vuole, se non vuole mischiarsi con Oltre la specie lo vada a dire a loro, e sempre a loro vada a chiedere spiegazioni di quanto lei scrive, e non a noi che non abbiamo nulla a che fare con alcun consigliere delegato. Non so da dove abbia preso le sue informazioni, ma sono del tutto errate.
Essenze: infatti la presenza o l’assenza della Veganzetta non deve assolutamente influire, questa è la posizione della rivista, che ci sia stato o no all’incontro non è importante. quello che a lei risulta è ancora una volta sbagliato, si informi meglio. C’era meno gente dello scorso anno, e lo scorso anno era già stato un incontro ampiamente sotto tono.
Ma questo non grazie (o a causa) di quanto scritto su questo sito, ma perché ci sono conflitti continui tra gruppi.
I motivi dell’assenza sono stati ampiamente spiegati, si prenda del tempo e rilegga quanto scritto e commentato, per il resto non sarebbe certo utile rispiegare tutto a lei che evidentemente non ha nessuna voglia di capire.
Un po’ meno astio e più comprensione gioverebbe a lei e pure agli altri: tutti questi anni di veganismo non le hanno insegnato nulla?
Dimostra ancora che non conosce nulla del Movimento No Tav, e che nonostante questo ne parli.
L’Askatasuna sia come collettivo che come singoli partecipa da sempre alla lotta no tav, in effetti molti dei suoi appartenenti sono valsusini ed abitano in quelle terre… ma il movimento No Tav non è l’Askatasuna e l’Askatasuna non è il movimento No Tav.
La lotta in Valle è così interessante per come vengono prese le decisioni e per come si svolgono le assemblee… se lei fosse stato anche solo una volta ad una delle decine e decine di assemblee (sia quelle dei singoli comitati di zona, che quelle del coordinamento dei comitati, che quelle plenarie, che quelle ai vari campeggi… e questi persino ai campeggi organizzati da Aska fino a qualche anno fa), in tempi morti o in tempi caldi, lei saprebbe che l’Aska come collettivo ed i singoli componenti, non valgono nè più nè meno di tutti gli altri partecipanti (anche occasionali).
L’Askatusa non è anti-vegan… pensi un pò che la famosa Credenza di Bussoleno è legata in modo molto forte ad alcuni leader di esso… e… già (almeno) dal 2005 offre SEMPRE numerosi piatti vegan.
Quando l’Aska cucina alle iniziative No TAV , vale quanto detto nel messaggio sopra..
Questo per fare chiarezza sulla vostra inutile polemica sul movimento No Tav e per dimostrare che essa non ha alcun reale motivo di esistere.
Fra l’altro alcune volte l’Incontro è stato ospitato da una realtà sicuramente antispecista, ma in alcune occasioni sono stati affittati luoghi che di vegano hanno molto poco.
Per quanto riguarda il collegamento Veganzetta-OLS … mi sarò sbagliata.. del resto mi risulta che in redazione ci siano persone appartenenti ad entrambe le associazioni, ma effettivamente non è molto importante.
Magari mi potrà segnalare l’articolo di condanna da voi scritto nei confronti di chi organizza eventi insieme ai fascisti… sarebbe coerente no? dal momento che vi mettete a scrivere un articolo come questo, a maggior ragione, ve ne dovrebbe essere uno su quell’argomento, che mi sembra molto più interessante visti i tempi.
E per concludere, vorrei ancora ribadire che ognuno è libero di organizzare gli incontri che vuole.. che la liberazione animale non ha “proprietari”… che nel nucleo organizzatore dell’incontro di quest’anno ci sono persone che da sempre lo hanno organizzato (a partire dal primo).. e che se qualcuno non ha voluto essere presente (come me per esempio) ed ha qindi voluto evitare di discutere con qualcuno/a in particolare è una sua scelta che non è per forza politica, del resto se io sò già, e da anni, che con certe persone non c’è accordo nè sulla teoria nè nella pratica è inutile (e fastidioso) continuare a parlarne, ma è altrettanto fastidioso continuare con certe polemiche.
E’ molto evidente che alcuni gruppi abbiano scelto (da tempo o da sempre) una strada ed altri gruppi un’altra strada, nessuno può dire quale sia la migliore per raggiungere l’obiettivo finale (ammesso, fra l’altro, che esso sia veramente lo stesso… perchè io non credo proprio che lo sia).. perciò è anche normale che alcuni organizzino il veganchio, altri il Miveg, altri fanno la campagna elettorale per la Brambilla, altri organizzano l’Incontro di Liberazione Animale…
Insomma le rispedisco al mittente la “nessuna voglia di capire”, mi sa che chi vuole confondere le acque non sia io e nemmeno gli organizzatori dell’ultimo incontro.
Molto brevemente:
1) Di tutto il testo che è stato pubblicato, lei si sofferma (è davvero brutto darsi del lei, ma se così le piace… così si continuerà) solo sulla question NO TAV peraltro appena accennata. Non è questo il nocciolo della questione, e non è questo il luogo per discuterne peraltro con chi non ci conosce nemmeno.
2) Quanto lei dice su Askatasuna non è quello che mi risulta, sono punti di vista, come entrambi da rispettare.
3) La polemica sul movimento NO TAV la sta facendo solo lei. Vedasi punto 1
4) Relazioni Veganzetta-OLS: ciò che le risulta è sbagliato e non corrispondente a verità. Ma – infatti – non ha alcuna importanza.
5) Un articolo di condanna? Detto fatto: http://www.veganzetta.org/?p=698 è un dossier corposo, si faccia una cultura. Veganzetta è stata la prima realtà antispecista in assoluto in Italia a denunciare infiltrazioni fasciste in ambito animalista e antispecista.
Altri piccoli esempi: http://www.veganzetta.org/?p=3597
http://www.veganzetta.org/?p=3373
http://www.veganzetta.org/?p=1396
Se non le basta ci sono molti altri articoli sul sito, basta cercare e volerli trovare…
6) Ciò che per lei è evidente sulle strade intraprese, magari per altri non lo è, e un confronto schietto e diretto sarebbe utile, ed è quello che si chiede nel testo. Poi ciascuno per la propria strada.
7) Veganzetta non ha mai voluto confondere le acque, ma anzi è una rivista scomoda per molte/i, perché se c’è una verità da dire si è sempre preferito dirla e non tacerla. Questo prova ancora una volta che lei sta parlando di cose che ignora nella maniera più assoluta, se vuole continuare questo confronto, si informi prima.
Allora… la scelta di polemizzare sul luogo scelto l’avete fatta voi, ed è inutile dire ora che è accennata quando prima sostiene che “è d’obbligo parlarne”. Quello che lei dice, poi, è falso. Quando per giustificare una qualsiasi opinione si parte da un dato falso, tutto il resto diventa spazzatura.
Vorrei capire quante volte lei, o chi ha scritto con lei questo articolo, siate stati in Valle e quanto invece le vostre informazioni vengano dalla stampa mainstream che è, per forza di cose, contro il movimento notav.
Di certo dire che dai Notav sono arrivate “voci di profonda critica se non di totale rifiuto delle istante vegane e antispeciste” cozza abbastanza con “un presidio di una realtà molto importante e sicuramente da appoggiare con convinzione”… visto che siete tanto corretti, potete circostanziare queste gravi accuse? Oppure da testata giornalistica registrata avete pensato bene di seguire le orme di La Stampa di Torino o de La Repubblica?
Mi piacerebbe poi sapere se quando andate in luoghi come il Baraonda dite cose del genere… immagino di no… rischiereste di essere gentilmente invitati ad uscire, visto che anche in luoghi come quelli si nascondono antiveganinotav.
Mi linka poi articoli sulle infiltrazioni di destra… però io le ho chiesto se, visto che voi non fate polemiche ma critiche costruttive, avete trovato opportuno scrivere qualcosa su iniziative svolte con assessori e consiglieri marcatamente fascisti.. oppure il fatto che questi ricoprano compiti istituzionali “a favore degli animali” cambia qualcosa? Non trova importante far notare a realtà che dovrebbero esserle affini, che fare un convegno antispecista con un fascista è quantomeno destabilizzante?
Lei sostiene che l’incontro è stato sotto tono, a me non risulta questo. Inoltre, forse non si rende nemmeno conto, che dire “sopra tutte l’assenza all’incontro della quasi totalità dei maggiori gruppi, delle associazioni e dei coordinamenti che si occupano di liberazione animale in Italia”, è piuttosto offensivo… oltre che falso. Fra gli organizzatori figurano persone che hanno portato la questione liberazione animale in Italia, oltre che persone con le quali, mi pare di capire dai suoi link, anche voi avete collaborato. Forse non c’è stata l’adesione del gotha del gruppo X o Y? Può darsi.. e, francamente, questo è sempre stato lo spirito dell’incontro di liberazione animale (forse non lo ha mai capito bene)…spirito, questo è vero, spesso tradito… ma spirito riconquistato che si sposa benissimo con lo spirito della lotta notav… non si partecipa alle discussioni come “gruppo”, “entità”, “struttura con leader e comparse”… si partecipa come individui, si parla in prima persona e non come “appartenenti alla valorosa compagine XY che ha fatto quello e quell’altro” (magari accettando 1000 compromessi).
Se le interessava tanto discutere, mi sembra che il programma delle discussioni fosse piuttosto corposo (molto più di altri anni, nei quali la maggior parte del tempo era occupata da alcuni che facevano pubblicità a se stessi ed al loro ego), ricco di spunti e di possibilità di discutere su quali siano per ognuno i veri obiettivi della lotta aldilà del presidio del giorno dopo.
Purtroppo, in questi anni son stata troppo impegnata con quei dispotici antivegan dei notav.. ed avevo malinterpretato alcune questioni pensando che certi personaggi avrebbero monopolizzato, come altre volte, la questione… rendendo l’incontro un’occasione da mal di fegato.
Gentile Mari,
Ma lei le risposte degli altri le legge o fa finta di nulla?
Se reputa quello che si dice falso perché continua a tempestarci di commenti? Non può dedicarsi ad altro?
Quello che per lei cozza evidentemente per altri non cozza. Ci accusa di seguire le orme de La Stampa e di Repubblica, ma sta scherzando?
Se è interessata a sapere quello che si dice in incontri come quello del Baraonda, la prossima volta vi partecipi invece di sparare a zero su tutto e su tutti.
I link postati evidentemente non li ha manco letti (e questa pare essere una sua abitudine), altrimenti questioni come quella degli assessori e consiglieri fascisti di Milano non l’avrebbe nemmeno tirata fuori, noi non abbiamo contatti con questa gente e manco vogliamo averne. Le è chiaro o bisogna essere ancora più espliciti?
Gotha? Ma di cosa sta parlando?
Lei scrive “Se le interessava tanto discutere, mi sembra che il programma delle discussioni fosse piuttosto corposo” affermando che dovevamo partecipare a un incontro al quale lei stessa – per sua ammissione – non ha partecipato perché c’era un gruppo o un’associazione che non le piaceva, sarebbe troppo chiedere un minimo di coerenza?
Non si capisce che idea si è fatta lei della Veganzetta, ma sbaglia clamorosamente. Il testo proposto serve come stimolo al confronto e non per fare da parafulmine per chi lancia accuse a casaccio. Grazie per il suo “contributo”: può bastare così.
ah.. ho riguardato i link ma non vedo un riferimento a questa iniziativa:
http://www.geapress.org/altre-news/milano-gli-animali-non-sono-macchine-a-palazzo-isimbardi-la-conferenza-mente-animale/44521
nella quale figura un attivista di Oltre la Specie.
I primi numeri di Veganzetta mi venivano spediti da una persona che era (è) nella redazione e che faceva parte anche di OLS… di qui la mia “associazione di idee”.. poi, si, magari son passati un pò di anni e quella persona non fa più parte di OLS.
Rimane comunque il fatto che partecipare, come relatori, ad un’iniziativa insieme ad un personaggio come Turci (per esempio http://milano.repubblica.it/cronaca/2013/05/04/news/milano_il_consigliere_provinciale_d_gli_ordini_al_corteo_neofascista-58011275/) è un fatto piuttosto grave che avrebbe meritato un “confronto costruttivo”.. o sicuramente lo avrebbe meritato più della polemica di questo articolo.
Nel link che ha riguardato ci ha trovato scritto da qualche parte Vaganzetta?
Ha scambiato questo sito per un’agenzia di stampa che deve fare lanci di notizie su tutto ciò che accade in ambito animalista e antispecista in Italia? O che deve occuparsi di ogni iniziativa prendendo posizione? Non le pare di pretendere un po’ troppo? Lei per caso ha partecipato a tutte le manifestazioni che riteneva giuste e criticato tutte quelle che riteneva sbagliate che si sono svolte in questo Paese?
Per quanto riguarda Oltre la specie: in redazione vi sono – e vi sono state – persone umane che ne hanno fatto parte, e non c’è assolutamente nulla di male perché le persone umane, le associazioni, i gruppi cambiano nel tempo e non tutto ciò che è stato fatto in passato è sbagliato ed è da rinnegare. Oltre la specie esiste da molto tempo, ben prima che in Italia si formassero gli altri gruppi antispecisti che sono attualmente attivi, o che lo sono stati in un recente passato. E’ un’associazione che in principio ha fatto molto per diffondere l’idea antispecista in Italia, nessuna/o potrebbe dire il contrario. Se l’attuale OLS fa scelte che non sono condivisibili, non è certo colpa di chi ne ha fatto parte in passato, perché giudicare le persone umane con questo metro è un atto qualunquista e dimostra anche malafede.
Sulla partecipazione ad eventi con Turci ha assolutamente ragione (e la rimando alla prima domanda posta in apertura di questo commento), ma queste sue rimostranze le dovrebbe fare a Oltre la specie e non a noi che siamo e rimaniamo coerenti con le nostre idee, non le pare?
L’articolo proposto è una critica e un campanello di allarme per l’intero “movimento” antispecista italiano, ossia una realtà ben più importante e ampia di una singola associazione, del resto molte altre associazioni e gruppi hanno compiuto degli errori, anche gravi (tutte/i sbagliamo), ma come si scriveva all’inizio Veganzetta non si può occupare di tutto lo scibile umano.
E’ contenta così, o ha qualche altro dubbio amletico da sottoporre?
Vorrei che gentilmente rispondesse alla mia domanda, se riesce, ovvero:
“Di certo dire che dai Notav sono arrivate “voci di profonda critica se non di totale rifiuto delle istante vegane e antispeciste” cozza abbastanza con “un presidio di una realtà molto importante e sicuramente da appoggiare con convinzione”… visto che siete tanto corretti, potete circostanziare queste gravi accuse? ”
Lo considero il nodo centrale della questione e d’altra parte lo dovrebbe essere anche per lei visto che ci tiene a ribadire la vostra coerenza, la ricerca del confronto ecc ecc… ed anche per differenziarsi dalla stampa mainstream che spara menzogne come fossero realtà sicuri che nessuno gli potrà obbligare a fare rettifiche.
Mari,
lei è mai stata a un presidio o a una manifestazione che condivide e che ritiene giusta per poi rendersi conto che le sue istanze o non sono considerate, o sono sgradite? A noi è capitato molte volte.
Quindi dire che vi sono delle persone, gruppi o altro in ambiente NO TAV che sono contrari al veganismo e disinteressati all’antispecismo, e al contempo dire che la protesta contro l’alta velocità è una protesta giusta e da appoggiare, non è nulla di eccezionale. Del resto la Veganzetta (e molte altre realtà antispeciste) partecipa da anni ad esempio alle manifestazioni del 25 aprile per ribadire che la libertà è di tutti – anche degli Animali – e spesso ci si è trovati davanti ad atteggiamenti di indifferenze se non di aperta ostilità. Idem come sopra per molti altri ambienti contrari a questo sistema vigente per i quali l’antispecismo e il veganismo etico sono solo perdite di tempo, o argomenti per chi ha la pancia e portafogli pieni.
Per quanto riguarda le accuse potrà ben capire che non è opportuno entrare in particolari in questa sede, non è abitudine di questo sito parlare in pubblico di situazioni private o particolari. Del resto visto che lei è da tanto che si occupa del problema dell’alta velocità ed è vegana, di sicuro saprà bene che non esistono rose senza spine, e se le spine non le vuole vedere è un problema esclusivamente suo. Non scambi mai il legittimo e meditato esercizio di critica per incoerenza.
Saluti antispecisti.
ciao. Ho letto qualche e-mail relativa a questo dibattito. Io ho trascorsi di collaborazione con quante/i hanno organizzato l’incontro. Certo, il mio è un punto di vista soggettivo, ma inevitabilmente riporta una verità parziale. Ebbene, io ritengo che l’evento che si è svolto e a cui ho partecipato parzialmente, abbia messo in luce una serie di elementi critici che non ho intenzione di approfondire in questa sede, visto che molte/i mi hanno preceduta. Il motivo per cui non ho espresso un adesione piena all’evento, non è una mancanza di condivisione di contenuti, ma per una modalità estremamente autoritaria e verticista con cui vengono vissute le relazioni all’interno del suddetto gruppo organizzatore.
Per l’ostentazione di una retorica pluralista e di apertura che alla prima occasione di incontro con la diversità e\o novità, si rivela falsa e ridicola, perchè si trasforma in contrapposizione ed espulsione.
Per il lirismo (peraltro utilizzato con uno stile caricaturale) con cui sono infarcite le loro “linee guida” (ma non si è libertarie/libertari???? ), peraltro prontamente disattese da “chi conta”. Non c’è bisogno di fare l’apologia di un gesto rivoluzionario o di liberazione, occorre solo praticarlo.
Per l’incapacità di relativizzare la propria esperienza e metterla in relazione con quella di altri, al fine di superare i problemi attuali che attanagliano il movimento animalista.
Con quanto scritto restituisco una chiave di lettura sicuramente personale del dissenso verso alcune realtà animaliste. Tuttavia il riproporsi di vissuti spiacevoli mi hanno maggiormente sensibilizzata ad alcuni episodi che distorcono le dichiarazioni di intenti di coloro che si fanno promotori di tali eventi.
A tempi migliori!
Ciao Michi,
tu scrivi “una modalità estremamente autoritaria e verticista con cui vengono vissute le relazioni all’interno del suddetto gruppo organizzatore.”
E anche: “Per l’incapacità di relativizzare la propria esperienza e metterla in relazione con quella di altri, al fine di superare i problemi attuali che attanagliano il movimento animalista”.
Potresti chiarire meglio queste tue affermazioni in modo che tutte/i possano capire?
Unico appunto: le linee guida di cui tu parli non hanno nulla a che fare con il fatto di essere libertarie/i, esserlo non significa fare qualsiasi cosa ti passi per la mente, questo significa essere irresponsabili, o immature/i, non libertarie/i. Inoltre c’è sempre da tener presente che un incontro è pubblico, e che molta gente vi partecipa per imparare, capire, conoscere, e spiegarsi e specificare è sempre meglio che non dire nulla e dare sempre tutto per sottinteso, causando fraintendimenti che spesso poi sfociano in conflitti del tutto sterili e dannosi.
Se si vuole essere davvero libertarie/i e liberazioniste/i è importante assumersi delle responsabilità precise e inderogabili.
Grazie per il tuo contributo alla discussione.
Grazie per la puntualizzazione rispetto alla responsabilità che sottende l’esser libertarie/i. Era ovviamente implicita alla mia considerazione. Ciò che volevo enfatizzare è lo scarto tra ciò che si veicola attraverso le parole e ciò che si esprime con i propri gesti, una tendenza piuttosto comune, che rappresenta uno dei problemi nodali del movimento animalista. Ho riportato la mia esperienza di collaborazione con la suddetta realtà e le mie impressioni sono quelle che ho restituito. Che ciascuno si faccia la propria. Dopotutto per approfondire certi argomenti è opportuno incontrarsi (sempre che si abbia l’intelligenza e l’umiltà per farlo). Grazie a voi.
Ciao Michi,
la puntualizzazione era più che altro per chi legge dato che il tuo commenti è pubblico e la risposta pure.
Quello che tu enfatizzi: lo scarto di cui tu parli, è importante e grave, ed è in effetti un problemi nodale da affrontare.
Hai fatto molto bene a scrivere la tua esperienza. Sulla questione degli incontri non si può che essere d’accordo.
ma allora? non ci sono state riunioni x chiarire qualcosa??