Tu non sei dalla mia parte. Dell’ “alimentazione a base vegetale”


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Fonte: Laboratorio antispecista


Tu non sei dalla mia parte. Dell’ “alimentazione a base vegetale”

Sempre di più assistiamo oggi al proliferare di riferimenti più o meno espliciti al veganismo inteso come “stile di vita” o “dieta” mirata al miglioramento della salute personale.
Quasi sempre mancano, in questi casi sempre più frequenti, riferimenti ai motivi etici che conducono ad una presa di posizione che è etica e politica e il messaggio che viene divulgato è meramente alimentare.
Sempre più assistiamo alla nascita di portali, blog personali, siti di informazione nutrizionale (più o meno fondata e veritiera) e alla conseguente nascita di figure professionali ad hoc.
E’ facile oggi trovare sedicenti nutrizionisti e l’offerta legata alla formazioni di figure quali “chef vegan” o simili è senza dubbio ampia.
Parliamoci chiaro: il veganismo è diventato un business.
Districarsi fra le maglie del “veg business” non è semplice per chi magari si avvicina all’argomento in cerca di informazioni ed è interessato ad approfondire, e ovviamente nascono spesso dei fraintendimenti che, se non fossero gravissimi, sarebbero addirittura divertenti.
Dal “Sarò vegan fino alle 18” al “Dieci giorni da vegano” passando per le più svariate e deliranti combinazioni alimentari condite da yoga e tai chi, è sempre più difficile oggi leggere e sentir parlare di attivismo, etica, autoproduzione, antiautoritarismo e ci si imbatte spesso in deliranti scritti di personalità che rasentano il razzismo e propugnano contemporaneamente un’alimentazione a base vegetale. Per dirne una fra le varie ed evidenti contraddizioni.
Ecco.
La questione è senza dubbio anche terminologica.
Se chi decide per motivi che nulla hanno a che fare con l’antispecismo, con l’etica, con la politica e con l’economia di “mangiare vegetale” si limitasse ad usare l’espressione “alimentazione a base vegetale”, sicuramente la confusione sarebbe minore e riusciremmo ancora a fare in modo che la linea di demarcazione netta che sussiste indiscutibilmente fra “veganismo etico” e “veganismo alimentare” sia precisa e chiara.
Ad oggi purtroppo così non è e chi come noi cerca di fare informazione, divulgazione e attivismo sul territorio e vede il veganismo come espressione pratica di una teoria antiautoritaria, si trova spesso ad affrontare discussioni che rischiano di costituire solo una enorme perdita di tempo con chi spesso cade dalle nuvole quando si cerca di spiegare che no, la perdita di peso e il calare del colesterolo cattivo non c’entrano nulla con quello che facciamo.
Quel che è peggio è che – come è logico che sia quando in gioco ci sono soldi – anche dei “colossi” che tanta disponibilità di mezzi economici hanno a disposizione, li investono in informazione (o presunta tale) che altro non fa se non creare confusione.
Chiamiamo le cose col loro nome: si tratta di pubblicità.
I prodotti vegani sono entrati nei supermercati e vengono comprati.
Per questo motivo, visto che il loro costo nella grande distribuzione e nei negozi specializzati è nettamente superiore rispetto a quello dei prodotti “ordinari”, questi costituiscono un enorme introito e il sostegno dei distributori e dei produttori è massimo nella divulgazione delle loro “linee verdi”. Nella maggior parte dei casi, chiaramente, questi produttori si dedicano ormai tanto alla produzione “ordinaria” tanto a quella “vegetale”. (Vedi caso Granarolo) ma se anche si dirigessero verso una produzione vegetale industrializzata, niente cambierebbe nell’ambito di meccanismi che il capitale ha già rodato nell’ambito dell’economia “ordinaria”.
Ora.
In tanti esultano perché attribuiscono a tutto questo un’accezione positiva e scattano foto ai banconi dei supermercati carichi di latte vegetale e affettato di soia, molti altri però si battono ancora perché non vengano persi di vista contenuti, significati, basi e obiettivi del veganismo etico che non è per niente uguale all’ “alimentazione a base vegetale”.
Non è una lotta facile, però ci teniamo a che intanto venga definita tale, una lotta – riveduta e corretta perché con interlocutori che parlano una lingua diversa – contro il capitale e la grande distribuzione.

“Vegan” non è un marchio.
“Vegan” non è un bollino da appiccicare su prodotti dalla dubbia etica per farli rientrare in un redditizio network.
“Vegan” non è una parola breve e dal suono piacevole che è tanto figa sugli accessori e sull’abbigliamento sportivo.
“Vegan” non è un’opzione su un menu.
“Vegan” non è una settimana di pausa per smaltire i chili di troppo.
“Vegan” non è una dieta da prescrivere dopo aver provato la Dukan.
“Vegan” non è un “momento” o un “periodo” per smaltire il cenone di Natale.

“Vegan” è una conseguenza pratica di una critica del sistema produttivo che sfrutta le risorse della terra e gli animali umani e non umani e consegue nel pratico a una teoria antiautoritaria che spazia in ambiti anche molto diversi da quello alimentare.

Se anche i “prodotti a base vegetale” rientrano – come oggi è – all’interno del sistema produttivo industriale e muovono tanto quanto quelli a base animale soldi, business, pubblicità, figure professionali e saltimbanchi di ogni genere, dobbiamo avere le palle di dire che qualcosa non è andato e che è tempo di correre ai ripari prima che sia troppo tardi.
Se non riusciamo a fermarci un attimo davanti a quel bel panino con il tofu proposto come “alternativa” dal pub sotto casa e a pensare che non siamo davanti a un progresso ma che quel tofu rappresenta un adattamento del sistema economico alle esigenze dei nuovi consumatori “verdi”, la strada è molto più che impervia e condurrà inesorabilmente a una sconfitta del “veganismo etico”.
La strada è senza dubbio quella di ricominciare a parlare di contenuti.

Quella del “Perché” prima del “Come”, quella del contatto con chi magari avrebbe tutti i mezzi per capire che un motivo sensato dietro alla parola “Vegan” c’è veramente e che con tutti stì esaltati salutisti e mercanti vari un vegano etico non ha niente a che fare.
Sono tanti gli ambiti in cui questa operazione può essere condotta, a partire dai nostri contatti immediati.
E’ certamente un’operazione sfiancante e che crea non poca angoscia in chi continuamente si sente rivolgere domande del tipo “Ma tu che acqua bevi, quella alcalina?”, ma deve essere portata avanti se vogliamo non essere scambiati per questi zombie/fashion/modaioli che di etico non hanno veramente niente e con i quali è una vergogna anche solo pensare che la gente possa credere che abbiamo a che fare; che non hanno idea di quello che stanno facendo e figuriamoci se sanno dove stanno andando perché al prossimo “prodotto miracoloso” abboccheranno come hanno fatto con i prodotti “VeganOhYeah!” che oggi trovano facilmente nel banco frigo come prima facevano con la spalla di suino.

E’ duro da ammettere, è chiaro.
E prevede un forte senso di autocritica perché senza dubbio qualcosa abbiamo sbagliato.
Presumibilmente l’errore è stato “moderare i termini” e limare i contenuti politici affinché la “grande massa” si avvicinasse al tema e non avesse paura di avere a che fare con “questi vegani brutti sporchi e cattivi”.

E’ stato puntare alla quantità e non alla qualità e credere che col tempo avremmo potuto costruire un mondo diverso a partire da questo dimenticando che l’interlocutore è troppo furbo e smaliziato per permettere un mutamento così grande senza assorbirlo e tramutarlo in denaro.

Il capitale questo fa, da sempre. E l’errore fondamentale è credere di potergli stringere la mano a una riunione “di lavoro” prendendo accordi sul futuro con in mano un nonnulla come potere contrattuale.

La situazione non è irrecuperabile, ma prevede un forte impegno.

Ada Carcione


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23 Commenti
  1. Allegra ha scritto:

    Si chi si proclama vegan per moda o salute non c’entra nulla con l’antispecismo. E si un certo “mondo vegan” è anche business, perfettamente inserito nel sistema capitalistico. Quindi ci stracciamo le vesti? Dividiamo i duri e i puri da quelli “che non sono dalla nostra parte”? Ma neanche per sogno! La lotta al carnismo è una fase necessaria e iniziale di una battaglia più ampia con obiettivi rivoluzionari. In questa fase giudico positivo ogni apporto, anche i più frivoli. Le battaglie si vincono se sono di popolo e un popolo si sta accorgendo di istanze che per decenni sono state marginalissime. O qualcuno pensa davvero di poter incidere significativamente in una realtà dove mangiare prodotti animali sia considerato normale e naturale? Chi oggi sceglie un’alimentazione a base vegetale può diventare permeabile alle argomentazioni etico-politiche che vi stanno dietro se solo si favorissero gli avanzamenti di consapevolezza anziché certi taglienti giudizi. Quanto alla lotta al capitalismo, in Italia ci sono decine di partiti e movimenti che si proclamano tali ma dove sono gli antispecisti? Perché non vi aderiscono massicciamente? La militanza in quei gruppi sarebbe il terreno ideale per unire lotte della stessa matrice ma siamo sempre la minoranza della minoranza. Il settarismo non ha mai condotto da nessuna parte se non alla sconfitta: magari facciamola tutti un po’ di autocritica. Saluti . Allegra

    8 Agosto, 2016
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  2. Eddy ha scritto:

    “Roma non fu costruita in un giorno”.
    I progressi collettivi di natura culturale non possono che avvenire per gradi, che piaccia o meno, è una legge dell’esistenza e bisogna accettarla. Il massimalismo ed il “tutto e subito” sono strategie tecnicamente fallimentari. Meglio abbandonarle e smettere di rincorrere pericolose chimere.
    Servono piuttosto messaggi che non generino attriti e si radichino nella visone collettiva in modo fluido e profondo. Piccoli passi, magari lontani dalla perfezione se visti singolarmente, che aprano però dei varchi nella mente delle persone in vista di passi successivi e così via fino all’obiettivo finale.

    La proposta antispecista è troppo lontana dalla mentalità comune per poter passare subito così com’è nella testa della maggior parte delle persone. Occorre preparare il terreno. Con un pizzico di astuzia magari. Le persone che diventano vegane per motivi salutistici non sono ovviamente fin da subito allineate con il pensiero etico, ma ci si avvicinano di molto, involontariamente, in quanto una parte consistente delle loro resistenze interiori viene spazzata via, come conseguenza dell’assunzione di abitudini alimentari vegane. Inoltre queste persone finiscono, volente o nolente, per frequentare ambienti dove trovano presente anche la visione etica, e a quel punto molti di loro sono pronti per prenderla in considerazione. Si tratta di cose che ho visto di persona accadere numerose volte, non semplici fantasie. Ovvio non accadrà così a tutti ma occorre pazienza, le cose purtroppo accadono con i loro tempi e non con quelli di chi le desidera.

    Perciò va bene così, credetemi. Meglio finirla subito con gli atteggiamenti bellicosi e sprezzanti: il veganismo salutista va visto come un’importante tappa preliminare, non come un nemico. Guai a fare gli antagonisti, si finisce per essere odiati invece che risultare attraenti. E, si badi, non è vanità, ma legge essenziale delle umane relazioni, se si vuole far passare un messaggio positivo è assolutamente necessario prima di tutto risultare attraenti.

    E poi, andiamo, con il cuore pieno di risentimento come si può pretendere di creare qualcosa di sensato…

    Un abbraccio

    14 Agosto, 2016
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  3. Roberto Contestabile ha scritto:

    E’ accaduto, ed era prevedibile…soprattutto vivendo in un sistema che mercifica tutto, esseri viventi compresi. Non c’è da meravigliarsi se le aziende hanno preso la palla al balzo e se la stanno tenendo stretta per accaparrarsi nuovi clienti. Basta guardare il nome dei brand, e molti dei quali sono esponenti di spicco della produzione di carne ed affini. E’ anche vero però che esistono tanti altri marchi, pur presenti in un mercato altamente competitivo e quindi devastante, ma altrettanto coraggiosi nel creare un alternativa (mi riferisco naturalmente a chi persegue un etica sincera). Del resto per sopravvivere dobbiamo pur nutrirci in qualche modo e, non essento nati vegani in un mondo vegano, siamo obbligati a scendere a compromessi pur cercando di tutelare nel miglior modo possibile la vita altrui. Le difficoltà sono enormi e i cambiamenti doverosi si ottengono nel tempo tramite una conversione produttiva efficace e responsabile. Il mondo come lo viviamo oggi non diventerà mai totalmente vegan (anche se è quello che si spera, ma prendere coscienza del proprio operato è già un grande passo in avanti. Solo il tempo potrà darci ragione o torto, per ora ognuno faccia il proprio per liberare gli Animali e donargli una vita dignitosa.

    14 Agosto, 2016
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  4. azza ha scritto:

    Ada Carcione, grazie mille per questa tua riflessione che condivido in toto! Guarda ti abbraccerei, anzi, ti abbraccio a distanza!

    31 Agosto, 2016
    Rispondi
  5. andrea ha scritto:

    Ma i vegani (abitanti del pianeta vega) sono sempre stati sconfitti da geeg robot d’acciaio! Viva geeg

    4 Settembre, 2016
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  6. andrea ha scritto:

    Leggendo tutto ciò mi viene da chiedervi : ma tutta questa passione vegana che tanto decantate è veramente fondata?? Io conosco personalmente due vegani che dicono di esserlo per entrambi i sopracitati motivi (antispecismo e tutela della salute), quando si discute (le rare volte che non vengo aggredito a male parole in quanto “carnista”) non riesco mai a capire come fanno appunto a coesistere antispecismo e salutismo, due cose che si possono forzatamente mettere insieme ma che comunque hanno delle motivazioni di fondo molto distanti tra loro…come dite anche voi forse bisognerebbe un po chiarirsi le idee, quando fai delle domande o vieni aggredito violentemente o hai delle risposte imparate a memoria tipo filastrocca basate su “letto e/o sentito dire” da medici e scienziati della domenica, risposte che di scientifico hanno poco e niente sia dal lato salutistico sia dal lato evoluzionistico/antispecista. Detto tutto ciò vi chiedo quali sono le basi su cui fondate la vostra lotta. Preciso che io sono animalista da sempre, da molto prima di sta moda veg, ma quello che fate voi mi pare tutt’altro, mi pare semplicemente un modo per sentirsi parte di un qualcosa, di dimostrare a se stessi e agli altri. Uno dei sopracitati vegani lo conoscete anche voi tramite qualche trasmissione tv dove ha partecipato e dove ha dato il meglio di sè aggredendo e insultando gli altri (sapete benissimo di chi e cosa parlo) e basando le sue teorie su cose insulse, il bello è che è a capo dei vegani della mia zona. Finchè non capirete che con tutte queste cose non fate altro che inimicarvi i “carnisti” farete molta poca strada nella vostra battaglia

    5 Settembre, 2016
    Rispondi
    • Eddy ha scritto:

      Antispecismo e salutismo non hanno nulla in comune, è vero, ma perchè devono per forza essere in conflitto? Sono entrambe buone motivazioni. Altrimenti sarebbe come dire che se ti piacciono i Pink Floyd allora non puoi ascoltare i Led Zeppelin perchè suonano generi diversi. Ma chi l’ha detto??? Anzi, è proprio questo continuo contrapporre le due cose che mi sembra demenziale. Dove starebbe la contrapposizione fra l’occuparsi del proprio benessere e l’optare per uno stile di vita più consono con un’idea etica, se non nella testa di qualche oltranzista?!?

      Si ritiene che non vi sia fondamento scientifico nel veganismo salutista? Nessun problema. Ognuno è libero di tirare le proprie conclusioni. La scienza attuale non è nè esatta nè esaustiva, se lo fosse non sarebbe necessaria alcuna ulteriore analisi o ricerca, avremmo già capito e scoperto tutto, ma è palese che non è così. Perciò definire una cosa come “scientificamente corretta” è tuttora una questione alquanto soggettiva, al di là delle suggestioni di perfezione che questa definizione genera nelle menti più ingenue.

      Per concludere: persino i tifosi di squadre di calcio si insultano e si aggrediscono in continuazione per motivazioni alquanto più futili di queste. Creare conflitti insensati è sgradevole e svantaggioso per tutti ma, a quanto pare, si tratta di un difetto incorreggibile della natura umana… non guaribile neppure con un’alimentazione totalmente depurata da ogni scoria e tossina ;)

      5 Settembre, 2016
      Rispondi
      • Roberto Contestabile ha scritto:

        La scienza attuale non è certa, corretta ed esaustiva…pienamente daccordo. Il problema grave però è che viviamo in un sistema produttivo basato sulla ricerca infinita di profitto, ed ogni settore esistente è pienamente inglobato in esso. Quindi in questa realtà è perfettamente possibile assistere a delle deviazioni motivate da speculazioni.

        5 Settembre, 2016
        Rispondi
        • Eddy ha scritto:

          Indubbiamente. Il mercato ingloba tutto senza pietà.
          Per questo uno stile di vita totalmente etico è praticamente impossibile. Ogni prodotto presente sul mercato incorpora una dose variabile di “quantità di crudeltà”, se non altro perché prodotto condannando i lavoratori a condizioni miserevoli, ormai non solo più nel terzo mondo o in Asia – basta guardare ad esempio al caporalato agrario nel nostro meridione; e ritengo che questo non sia eticamente meno grave dello sfruttamento animale.

          Risoluzione?
          Non consumare più nulla? Significherebbe condannarsi a morte e quindi essere crudeli con sé stessi, è una via priva di senso.
          L’autoproduzione? Proviamo ad autoprodurre un computer o una bicicletta. E i computer li usano anche i vegani, come testimonia questo forum.
          Abbattere il capitalismo? Lenin, Mao e Pol-Pot ci erano riusciti, ma non aveva certo creato un sistema tanto più compassionevole – per usare un eufemismo.

          Conclusioni? Non ne ho. Tutti vorremmo un mondo migliore, ma il mondo è quello che è. Occorre una certa dose di realismo e di accettazione. Lottare contro tutto e contro tutti si può trasformare in una forma di ossessione. Quello che sta accadendo ultimamente è che i vegani sono diventati agli occhi della pubblica opinione una sorta di setta, e non solo perché l’informazione è manipolata, ma anche a causa di certi comportamenti degli stessi vegani che rasentano l’isteria. Penso sia quanto stia cerdando di affermare Andrea.
          Forse mitigando i toni – i vegani dovrebbero farlo per primi – le cose potrebbero migliorare.
          Forse.

          6 Settembre, 2016
          Rispondi
          • Roberto Contestabile ha scritto:

            Caro Eddy, qui non si tratta di mitigare i toni (non esiste pazienza e decenza contro un sistema che uccide sistematicamente miliardi di esseri viventi), o di uscire dall’isterismo (anche le femministe lo erano). Tutti ci posizioniamo in un grande difficile compromesso dove ognuno ha una sua impronta, un impatto che difficilmente riusciamo a controllare. Nessuno vuole tornare a vivere nelle caverne (non è coerente con l’evoluzione), ma neanche giustificare la fame di profitto che persiste senza sosta. Tu affermi che anche i vegani usano il pc, l’auto e quant’altro di consumista…è vero! Ma questo non significa che non si possa usare un mezzo alternativo, più pulito, più economico, evitare lo shopping frenetico, magari riparando un vecchio oggetto senza ricorrere al nuovo modello, oppure collaborare ad una causa comune, non denigrare il diverso, agire con tolleranza e solidarietà evitando pregiudizi negativi quali sessismo o razzismo o omofobia. Questo non significa ripudiare il capitalismo…significa combatterlo, ostacolarlo e spingerlo verso uno sviluppo più etico, più cooperativo, sviluppando maggiore empatia, moralità e senso civico. Non è un utopia! Creare un sistema produttivo alternativo, più parsimonioso, sostenibile, rigenerante, che tuteli la vita e le risorse naturali…non significa frenare il progresso, significa creare un alternativa plausibile e logica alla salvaguardia del pianeta. Certamente ognuno nel proprio vivere quotidiano ha delle pesanti responsabilità, nell’agire e nel confrontarsi con gli altri. Nessuno ci ha donato il diritto di presunzione questo è ovvio, come lo è altrettanto ostentare troppo il proprio senso di giustizia, pur dettato da reali necessità d’intervento in difesa dei più deboli, ma spesso controproducente in un contesto prettamente specista, una realtà che troppo spesso non lascia spazio ad altre considerazioni. Vivere in una società votata al potere e al successo, alla competizione più sfrenata e micidiale…serve a giustificare l’istinto di sopravvivenza? Quello che il genere Umano applica a discapito degli altri non è minimamente paragonabile a ciò che avviene liberamente in natura, in ogni singolo avvenimento di predazione. Sinceramente nessuno conosce il segreto per abbattere questo sistema mercificante, e anche i personaggi che hai menzionato non furono magnanimi in termini di benessere e libertà, tutt’altro. Il capitalismo moderno è solo una conseguenza di ciò che l’essere Umano ha applicato in secoli di assoluto predominio, un inevitabile esaltazione che non si contraddistingue da altri periodi passati. Dobbiamo comunque ricordarci che capitalizzare significa anche commercio internazionale di armi e stupefacenti, farmaci e sostanze chimiche di ogni genere, speculazioni finanziarie, ma soprattutto traffico di vite Umane. Quindi la questione è molto complessa e riguarda, non per meno importanza, anche gli Umani. Del resto come dice Annamaria Manzoni: la violenza sugli Umani e quella sugli Animali è strettamente intrinseca, ovvero Animali ed Umani non sono due universi paralleli bensì un unica grande realtà. Ecco perchè ironizzare su un tema che riguarda tutti non solo è da stupidi ma, peggio ancora, è da ignoranti. Certe individui così banali e superficiali non meriterebbero alcuna considerazione, solo il silenzio e la noncuranza.
            Ogni lotta civile parte dal presupposto di essere nel giusto e nella coerenza più pura. E’ così per tante battaglie sociali, odierne e passate, e sarà così anche per gli Animali…gli unici che non hanno voce per potersi difendere. Animali come noi, esseri senzienti come noi…con eguali diritti e bisogni.
            Il mondo come lo viviamo oggi difficilmente diventerà totalmente vegan (anche se è ciò che si spera) ma almeno essere consapevoli delle proprie azioni, e delle inevitabili conseguenze, è già un passo avanti.

            7 Settembre, 2016
            Rispondi
            • Eddy ha scritto:

              Sugli obiettivi etici nessun commento, come si potrebbe non essere d’accordo?

              Però, giusto x ragionare insieme, vorrei fare qualche considerazione. Sono pensieri in cui mi sono soffermato a lungo. A me piace pensare.
              Abbiate la pazienza di leggere, anche se è un intervento lungo.

              1) L’impatto che un singolo individuo ha sul sistema con le sue scelte di vita è infinitesimo. Perciò non illudiamoci. Soltanto se una quantità maggioritaria di popolazione facesse determinate scelte il sistema potrebbe cambiare. Perciò chi persegue obiettivi etici si trova di fronte ad un dilemma senza soluzione: ma che senso ha che io faccia tanti sacrifici se poi gli altri se ne sbattono bellamente e continuano nella loro indifferenza e nel loro egoismo? Quindi, chi vuole provare a realizzare nel mondo i propri principi etici si vede costretto a cercare di costringere anche gli altri a fare le sue stesse scelte (dato che l’egoista non si fa convincere a cambiare le proprie abitudini soltanto con delle parole, anzi in genere diventa ancor più sprezzante ed arrogante). Altrimenti l’efficacia dei suoi comportamenti diventa risibile, ma questo costringere, a sua volta, non produce affatto risultati etici: gli esempi di Mao e Pol Pot non sono stati scelti a caso, è proprio su questo che il comunismo è caduto in preda ai suoi demoni più oscuri e crudeli.

              2) E’ il sistema a formare le persone o le persone a formare il sistema? Chi opera secondo principi politici reputa che sia il sistema a formare le persone, perciò cambiando il sistema si potrebbero cambiare anche le persone.
              A mio avviso questo è vero solo in piccola parte, ma ben più vero è il contrario: sono le persone che formano il sistema, il resto è feedback. Il sistema è emanazione delle persone, ed i suoi vizi sono i vizi innati nelle persone.

              C’è chi ritiene che l’ essere umano sia di natura buona e solo a causa di traumi o di una sbagliata educazione possa diventare cattivo, ma si tratta evidentemente di una visione ingenua. L’egoismo e la crudeltà sono innate nell’essere vivente; e non sto parlando solo dell’essere umano. Anche gli animali sono egoisti e crudeli. D’altro canto l’essere umano altro non è che un animale, stupirebbe perciò se fosse altrimenti.

              La natura intera nel suo insieme è aggressiva e la legge di base dell’esistenza è la competizione, cioè la spietatezza. Amore e compassione sono risultati interiori rari ed evoluti, si potrebbe dire “un lusso”, che solo vivendo in condizioni esteriori adeguatamente “addomesticate”, cioè private della loro innata aggressività selvaggia, si possono sviluppare. Altrimenti l’unico comportamento possibile è lottare x sopravvivere. Così esige la natura.

              La maggior parte degli esseri viventi è immersa prevalentemente nel puro e semplice istinto di sopravvivenza e non ha particolari sentimenti empatici, se non verso qualche privilegiato membro del proprio branco. L’idea della natura vista come una grande madre spirituale è una semplice illusione poetica.

              Il problema principale della vita è l’entropia, cioè il continuo decadimento energetico, e questo è già un fatto crudele di suo. Il resto è solo un correre ai ripari. Si tratta di una questione molto ampia ma non voglio dilungarmici oltre. Provate a ragionarci sopra un pò da soli.

              3) L’uomo è in grado di fare disastri che altri animali non fanno, è vero. Ma questo non perché gli altri animali siano più buoni, pensiero ingenuo, semplicemente non sono dotati di risorse sufficienti a dominare il sistema-natura nel suo insieme, e quindi restano sottoposti alle sue leggi ferree. L’essere umano, invece, ha sviluppato la ragione e la tecnica e perciò, pur continuando a possedere il medesimo istinto egoista ed aggressivo di ogni altra creatura, ha superato tutti gli altri esseri nelle proprie capacità pratiche. La ragione lo ha posto al di sopra del sistema e questo lo rende particolarmente pericoloso. Tutto qui. L’essere umano cerca di massimizzare il proprio tornaconto come ogni altro essere. Se invece di una scimmia fosse stato un felino a sviluppare la ragione, si sarebbe comportato esattamente allo stesso modo. Credetemi. Avete mai visto il vostro amorevole micio di casa come diventa crudele quando gioca con gli animaletti che cattura in giardino?
              Orwell aveva ragione, i maiali sono diventati come gli umani che avevano sconfitto.

              Conclusione? Il male è intrinseco all’uomo. Inutile lottare contro il sistema. L’unico possibile tentativo di rivoluzione è quella dell’animo umano. Non sono certo l’unico ad affermare questo principio. E si badi non si tratta di spargere nuove ideologie; queste sono solo stati di ipnosi collettiva e fanno sempre più male che bene. Si tratta di cercare con pazienza e gentilezza un risveglio di coscienza che può essere solo individuale. E va da se che questo risveglio di coscienza vada prima di tutto cercato in se stessi e mai imposto agli altri, poiché nessun risveglio può essere ottenuto con l’imposizione.

              Il massimo che può fare chi ha risvegliato in sé un senso morale evoluto, come un antispecista ad esempio, sta ne dare l’esempio in modo fluido e tranquillo, senza farne una crociata o un motivo di lotta, perché altrimenti finisce per produrre principalmente effetti avversi.
              Se anche così i risultati collettivi tardano a venire significa che, purtroppo, bisogna armarsi di pazienza. Bisogna in ogni caso puntare a cambiare le coscienze degli uomini, non il sistema. E si tratta di un lavoro lungo e delicato, che va fatto con amore e non con aggressività. Perciò; se non riuscite a guardare uno che mangia una bistecca senza sentire dentro di voi odio e rabbia allora dovete ancora lavorare molto su voi stessi. Solo se superate questo potrete pensare di muovervi in ambito collettivo ottenendo risultati solidi e positivi.

              Spero di essere stato almeno un pò d’aiuto.

              Un abbraccio

              12 Settembre, 2016
              Rispondi
  7. andrea ha scritto:

    Chissà se avrò una risposta…

    5 Settembre, 2016
    Rispondi
  8. andrea ha scritto:

    Infatti la contrapposizione la create voi (o almeno una buona parte di voi) vegani adducendo ragioni senza un minimo di base scentifica spacciandole per verità indiscutibili vi ponete come “illuminati” additando i “carnisti” come assassini ignoranti. Vedi il problema sta proprio lì, nel fatto che voi create conflitti insensati e sgradevoli cercando di indottrinare al vostro credo tutti gli altri e se non ci riuscite partono gli insulti. Ribadisco non tutti ma una buona parte di vegani fa così! Io da carnista non vado certo a rompere ai vegani, come si dice vivi e lascia vivere! Vuoi essere vegano? Bene una fiorentina in piu per me!ma non cercare di convincere gli altri ad esserlo perchè tu lo sei! La tua è una mezza risposta al mio quesito e che non affronta comunque il nocciolo del mio ripeto quesito! Tra l’altro che etica e salutismo vadano forzatamente di paripasso lo dite anche voi come si evince dai commenti precedenti! Apparite appunto come una setta così facendo e come tali venite trattati. Tornando al discorso “scientifico” quando sento dire (per esempio) che iene e avvoltoi in fondo sono erbivori e che mangiano gli altri erbivori per mangiare i vegetali che hanno nello stomaco (scritto da un sedicente veterinario) e un vegano mi dice che se l’ha scritto lui sarà cosi…beh la cosa mi lascia alquanto basito e mi da la misura della credibilità che possono avere le vostre convinzioni! Qui non si tratta di scienza perfetta o simili qui si tratta di usare il cervello! A voi le conclusioni

    5 Settembre, 2016
    Rispondi
    • Roberto Contestabile ha scritto:

      Scusami…quale sarebbe il tuo sommo quesito? E poi per cortesia non portare esempi stupidi ed inefficaci su sedicenti testimoni del nulla. I personaggi atipici esistono dappertutto, e se dovessimo seguire le loro orme allora dovrei elencarti migliaia di aneddoti dei difensori della bistecca. Quindi…per favore dirottiamo la discussione su ben altro che non sia polemica inutile…perchè a me sembra che tu stia facendo questo. Forse è il tuo intento?

      5 Settembre, 2016
      Rispondi
  9. Roberto Contestabile ha scritto:

    Caro andrea, qui si parla e si discute di una realtà che sta a cuore a milioni di persone…ovvero la liberazione Animale. Parlare di animalismo con così tanta semplicità non significa che si dispone con chiarezza di tale concetto. Chiunque può definirsi animalista aiutando poveri randagi o ingenti colonie feline ma, pur essendo un impegno nobile e valoroso, non riguarda pienamente quello che si sta cercando di diffondere in questo luogo. Lo sfruttamento Animale non riguarda solamente determinate specie che, pur sofferenti e bisognose, costituiscono una minoranza rispetto a miliardi di Animali inseriti in un intero sistema produttivo. L’attuale capitalismo utilizza metodi altamente sofisticati per mercificare le vite. Un macabro esempio viene dagli allevamenti intensivi o dalla vivisezione: strumenti nati appositamente per giustificare la fame di profitto, un profitto travestito da progresso e ricerca scientifica, un progresso evolutivo mascherato da bisogno di proteine. Si parla sempre di crescita economica, aumento dei consumi, sviluppo del prodotto interno lordo…ma come poter giustificare e perseguire un sistema produttivo che mercifica le vite, devasta l’ambiente ed uccide miliardi di Animali?
    Tu vuoi una risposta? Quale vorresti che fosse se ironizzi su una questione che riguarda tutti?
    Ada ha specificato bene cos’è il veganismo rispetto a quello che tu chiami moda. E non ci sarebbe neanche bisogno di aggiungere altro, o solo per puntualizzare che in ogni comunità o movimento o gruppo che sia esistono persone che erroneamente interpretano la presa di coscienza, la consapevolezza o qualsiasi cosa sia necessaria per concepire determinate situazioni. Certamente è importante diffondere il più possibile e meglio le giuste direttive, e quello che questo articolo vuole rappresentare è una prova tangibile.

    5 Settembre, 2016
    Rispondi
  10. andrea ha scritto:

    Un esempio tra tutti sono gli animali necrofagi come le iene o gli avvoltoi, che si nutrono del contenuto intestinale di erbivori morti, il quale contiene praticamente solo vegetali in via di digestione. Quindi si può affermare con sicurezza che le cosiddette specie “carnivore strette” in realtà tendano, per la maggior parte della loro alimentazione in natura, ad andare in cerca di alimenti vegetali.
    Vegolosi.it – Leggi su: http://www.vegolosi.it/?p=38080

    5 Settembre, 2016
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  11. andrea ha scritto:

    Qui sopra riporto il delirio del sedicente veterinario veg, vi prego non rispondete anche voi “se lo ha detto un veterinario…” a uno così manco le mie piattole gli affiderei. Vorrei farvi capire che con tutte queste cose non potete che raccogliere antipatie e derisioni

    5 Settembre, 2016
    Rispondi
  12. Veganzetta ha scritto:

    Ciao andrea,

    Di seguito una serie di considerazioni sui tuoi commenti:

    1) Tu sei lo stesso che ha scritto – vedasi sopra – “Ma i vegani (abitanti del pianeta vega) sono sempre stati sconfitti da geeg robot d’acciaio! Viva geeg”.
    Pretenderesti quindi di venir preso sul serio? Credi che di fronte a un atteggiamento del genere chi si definisce vegano etico non abbia il diritto di reagire come meglio crede?
    Se pretendi rispetto devi averne a tua volta per gli altri.
    2) Prenditi la briga di passare un po’ del tuo tempo per visitare i contenuti di Veganzetta, ti renderai conto che non si è MAI parlato di salute e salutismo. Questo è un sito virtuale che si occupa di antispecismo, veganismo etico e liberazione animale. Se il salutismo si possa coniugare con l’etica antispecista o meno, non è un argomento che ci riguarda. Il nostro è un approccio squisitamente etico e morale.
    3) Ti definisci “animalista” e al contempo ammetti di mangiare carne – quindi corpi di Animali morti – le cose sono due: o hai un concetto estremamente bizzarro di animalismo, oppure sei del tutto incoerente, decidi tu.
    4) Nella quasi totalità dei casi chi va in TV a difendere il veganismo fa solo enormi danni, del resto i media mainstream sono specializzati nello scovare le persone umane giuste nel momento giusto per meglio pilotare un argomento o una trasmissione. Non sappiamo chi è la persona umana di cui tu parli, sappiamo solo che non ci rappresenta minimamente.
    5) In uno dei tuoi commenti scrivi: “Io da carnista non vado certo a rompere ai vegani, come si dice vivi e lascia vivere! Vuoi essere vegano? Bene una fiorentina in piu per me!ma non cercare di convincere gli altri ad esserlo perchè tu lo sei! ”
    Renditi conto dell’assoluta idiozia della tua posizione.
    Tra l’altro una frase del tipo “vivi e lascia vivere” pronunciata da chi si rende consapevolmente responsabile della morte di qualcuno per consumarne le carni, sarebbe ridicola se non fosse purtroppo tragica.
    6) Questo è il sito virtuale di Veganzetta, quello che scrivono gli altri non è di nostra competenza e non ne siamo responsabili, se hai letto posizioni che non ti garbano, rivolgiti direttamente chi ha scritto di tali argomenti su altri siti web e non a noi: noi rispondiamo – ovviamente – solo delle nostre posizioni.

    5 Settembre, 2016
    Rispondi
  13. andrea ha scritto:

    Se va be salverete il mondo

    5 Settembre, 2016
    Rispondi
  14. andrea ha scritto:

    Ahahah ok bellissima risposta! Visto che non volete avere contradditori e visto che continuate a non dare risposte esaustive perche non ne avete fate una bella cosa scrivete sulla pagina che è riservata solo ai vegani (etici naturalmente) almeno vi cuocete nel vostro brodo (senza gluttamato per carità) e trasferitevi pure sul pianeta vega che siamo tutti più felici…e poi chissà magari ci trovate pure un buon psichiatra etico (visto che vegano lo sarà per forza) buon seitan a tutti

    5 Settembre, 2016
    Rispondi
  15. andrea ha scritto:

    Grazie Eddy hai spiegato benissimo quello che io non sono riuscito a far capire! Senza livore e senza additare gli altri come “diversi e sbagliati” ci si può capire anche se si è appunto diversi e concettualmente distanti

    6 Settembre, 2016
    Rispondi
  16. Veganzetta ha scritto:

    andrea,
    Una sola domanda (retorica): ci sei o ci fai?
    Rileggi i tuoi ultimi due commenti, nel primo scrivi:

    “… trasferitevi pure sul pianeta vega che siamo tutti più felici…e poi chissà magari ci trovate pure un buon psichiatra etico (visto che vegano lo sarà per forza) buon seitan a tutti”

    Nel secondo ringrazi Eddy scrivendo “… Senza livore e senza additare gli altri come “diversi e sbagliati” ci si può capire anche se si è appunto diversi e concettualmente distanti”.

    Non siamo noi ad additare nessuno come diverso o sbagliato e non siamo noi che ti diciamo che vieni da un altro pianeta e che hai bisogno di uno psichiatra.

    In conclusione: chiarisciti le idee, fai un corso accelerato di buone maniere e poi magari torna a farci visita se ne avrai ancora voglia. Per ora la questione con te è conclusa. Non farci perdere altro tempo inutilmente.

    7 Settembre, 2016
    Rispondi
  17. Roberto Contestabile ha scritto:

    Ciò che abbiamo esposto fin qui sono tutte considerazioni assolutamente ovvie ed ispirate da un resoconto a livello mondiale. Peccato che non siano intervenuti altri interlocutori, sarebbe stato utile e confrontarsi su una tematica così attuale. Questo silenzio dimostra anche (non solo qui) come i conflitti d’interesse siano tali ed importanti da non farsi coinvolgere in un dibattito scomodo e scottante.
    Per fortuna esistono tante realtà locali in cui ognuno cerca ogni giorno di vivere in modo più sostenibile. Per esempio non tutti fanno la spesa al supermercato, non tutti cambiano il proprio smartphone una volta all’anno (o anche meno), non tutti vivono nello spreco più irresponsabile, non tutti fingono di contribuire ipocritamente. Solo i folli possono pensare che tutto questo consumare sfrenato e psicotico ci possa portare verso un reale e concreto benessere. Certamente i risultati negativi fino ad oggi conseguiti sono abbastanza evidenti per ribadire che un esagerato capitalismo ci stia trascinando verso la follia. Ovviamente ogni esaltazione produttiva è negativa se utilizzata come usurpazione e speculazione delle risorse, ed anche il veganismo (o vegetarismo che dir si voglia) se rapportato a livello globale tramite lo stesso identico sistema distruttivo può fare altrettanti danni. Ma l’etica di questo cambiamento doveroso non si rivolge ad un consumismo di massa così graffiante, l’etica di pensiero rigetta ogni concetto di capitalizzazione, e non vuole per nessuna ragione essere inglobato in un meccanismo salutista o modaiolo. La presa di coscienza, pur ritenuta utopica, ha una visione troppo progredita per definirsi attuale. Tanto è vero che rifiutare ogni sfruttamento Animale è alla base di una convivenza pacifica e tollerante con l’intera collettività. Può sembrare poco attuabile in una realtà come quella odierna in cui il singolo agisce per convenienza personale piuttosto che per empatia. Ma come già detto poc’anzi: ogni lotta sovversiva parte dal presupposto di essere nel giusto, e nella coerenza più pura.

    9 Settembre, 2016
    Rispondi

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