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L’Europarlamento ha salvato il veggie burger. Nessuno degli emendamenti che intendevano limitare l’uso delle denominazioni di carne ai soli prodotti di origine animale è stato approvato. Resta lo status quo, con la possibilità di utilizzare termini come mortadella, salsiccia o hamburger per prodotti con ingredienti integralmente vegetali.
Sì all’hamburger vegano, dunque: può essere definito un hamburger. Sono stati bocciati gli emendamenti alla Politica Agricola Comune (PAC) che avrebbero proposto di vietare la definizione «carne» per i prodotti alimentari di origine vegetale, mettendo fine ad una battaglia furiosa tra le parti interessate nelle ultime settimane.

Così viene riportato in uno dei numerossissimi articoli pubblicati in questi giorni dalle testate giornalistiche a proposito della conclusione della diatriba sul nome di alcuni prodotti alimentari a base vegetale. La contesa sul cosiddetto “veggie burger” era arrivata fino all’Europarlamento a causa di quattro emendamenti presentati da Copa-Cogeca1 (un’enorme e potente lobby che tutela gli interessi dell’agrobusiness, ma soprattutto della zootecnia europea) con i quali si chiedeva che fosse impedito l’uso di termini riconducibili a prodotti alimentari a base di carne, in prodotti che invece sono a base vegetale. In soldoni: gli allevatori europei si ribellavano contro gli hamburger vegetali.

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Buongiorno a tutti, sono un vostro assiduo lettore, vegano, volevo chiedere il vostro parere su quanto scritto sull’ultimo numero della pubblicazione online “Il Fatto Alimentare” riguardo alla situazione caotica sui requisiti richiesti per la certificazione di un prodotto veg; da quel che ho potuto capire soprattutto nella sezione “Commenti”, sembra che tra le problematiche ci sia l’assenza di un interlocutore “ufficiale” del mondo veg che possa chiarire quali parametri deve avere un prodotto vegano (se ad esempio il fatto che sia dichiarato che ci siano tracce di latte e uova possa essere accettabile oppure no, oppure se si debba chiarire, per arrivare alle estreme conseguenze, se la coltivazione di un prodotto come ad esempio la soia, abbia evitato l’uccisione, nel corso delle pratiche colturali di animali, roditori, insetti ecc, oppure che non sia stato causa di sfruttamento e vessazioni sulle popolazioni umane del luogo di coltivazione).

Spero possiate aiutarmi!
Segue il link in oggetto.
Un caro saluto e ancora tanti complimenti per la vostra pubblicazione!

Fabio Bodrero

https://ilfattoalimentare.it/vegani-vegetariano-certificato.html

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Fonte: Laboratorio antispecista


Tu non sei dalla mia parte. Dell’ “alimentazione a base vegetale”

Sempre di più assistiamo oggi al proliferare di riferimenti più o meno espliciti al veganismo inteso come “stile di vita” o “dieta” mirata al miglioramento della salute personale.
Quasi sempre mancano, in questi casi sempre più frequenti, riferimenti ai motivi etici che conducono ad una presa di posizione che è etica e politica e il messaggio che viene divulgato è meramente alimentare.

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Articolo interessante e assolutamente condivisibile di grande attualità. Fa piacere constatare che sono sempre più numerose le voci che si sollevano contro il consumismo vegano.


Fonte: www.collectivelyfree.org/plant-based-is-in-and-so-is-veganwashing

A base vegetale è “in” e quindi è veganwashing

di Lili Trenkova

Nota: Questo articolo è del giugno 2014 (si parla di gelato a base di cocco). La Ben & Jerry’s ha deciso ora di produrre il proprio gelato a base di mandorla. 

La B.J. annuncia che dall’aprile 2016 introdurrà gelati vegetali. La notizia è stata celebrata nella communità vegan da molti gruppi e singoli e promossa come “vittoria” dal movimento animalista.

NON parliamo di vittoria.

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