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Gentilissime/i,

il prossimo 27 Gennaio, per il quattordicesimo anno si celebra il Giorno della Memoria, una ricorrenza ancora troppo giovane per dirsi consolidata, soprattutto a fronte delle frequenti dimostrazioni di odio razziale, talvolta accompagnate dalla nascita di partiti e movimenti ispirati al nazifascismo.

Chiunque di noi, almeno negli anni della scuola, ha studiato o letto qualcosa sulla Shoa ma niente è più istruttivo delle testimonianze dirette delle vittime e dei sopravvissuti che ci offrono un quadro incredibilmente drammatico del dolore che la storia ha loro riservato, a ognuno il suo, da accomunare in un dolore universale.

Ogni vittima merita un rispettoso ricordo e ogni sopravvissuto dovrebbe essere assunto ancora oggi come fonte preziosa di testimonianza, soprattutto nelle scuole dove si trova sempre meno tempo per insegnare la storia recente.

Da antispecista, oltre che antirazzista, sono rimasta particolarmente colpita dalle testimonianze di alcuni perseguitati che, sopravvissuti alla non vita dei lager, hanno trovato una forza ammirevole per dedicarsi alla causa di liberazione animale. Chi dedica la propria vita ai senza voce viene spesso accusato di superficialità: con tutti i problemi che ci sono, pare che dedicarsi agli animali sia una sorta di passatempo per distrarsi da tutto il resto, cioè i cosiddetti problemi “più importanti”. Spesso non si riflette che la radice della violenza (uno dei problemi “più importanti”) è una sola: il diritto del più forte sul più debole. Gli animali ne sono testimoni emblematici, come lo sono i sopravvissuti dei lager che hanno subìto ciò che da secoli moltissimi animali subiscono, regolarmente sfruttati, percossi, affamati, sperimentati, schiavizzati, privati sistematicamente della loro dignità. 

Antispecismo Lettere a Veganzetta Notizie


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«Si sono convinti che l’uomo, il peggior trasgressore di tutte le specie, sia il vertice della creazione: tutti gli altri esseri viventi sono stati creati unicamente per procurargli cibo e pellame, per essere torturati e sterminati. Nei loro confronti tutti sono nazisti; per gli animali Treblinka dura in eterno».
Isaac Bashevis Singer

Traduzione di una lettera (lettera prima) scritta da Edgar Kupfer-Koberwitz durante la sua prigionia nel campo di concentramento di Dachau.

(Traduzione aggiornata il 23 ottobre 2023)


Lettera prima

Caro amico mio,

Come dovrei cominciare a dirti quello che vorrei? È difficile, e quasi non so come iniziare.
Però voglio sforzarmi, voglio cercare di condividere con te, in maniera esaustiva, i miei pensieri, prima di raccontarteli a uno a uno:
Io credo che finché si uccideranno e tortureranno gli animali, si uccideranno e tortureranno anche gli esseri umani e ci saranno guerre – poiché per uccidere occorre imparare ed esercitarsi sul piccolo, sia dentro di sé che al di fuori.
Finché ci saranno ancora animali nelle gabbie, ci saranno ancora prigioni – poiché per recludere si deve imparare ed esercitarsi sul piccolo, sia dentro di sé che al di fuori.

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