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Torno dopo tempo a trattare nuovamente il tema della carne “sintetica” o “coltivata”1, che attualmente è divenuto argomento di grande discussione e dibattito, per proporre una narrazione alternativa di tale fenomeno rispetto a quella mainstream, attraverso alcuni possibili scenari che potrebbero verificarsi in un futuro prossimo una volta che questo prodotto sarà lanciato sul mercato mondiale.
In particolar modo desidero rivolgermi a coloro che entusiasticamente appoggiano la diffusione di questa nuova fonte di cibo per motivi etici ed ecologici: un gruppo di persone umane fermamente convinte che la carne “sintetica” o “coltivata” condurrà finalmente alla fine degli allevamenti di Animali per scopi alimentari, che potrebbero però non aver valutato appieno l’impatto che essa potrebbe generare e cosa realmente significhi per la società umana specista.

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«La felicità non è trovare prodotti vegani nei supermercati, bensì non trovare supermercati»
Adriano Fragano

Antonio Capone presenta un proprio scritto e alcune opere per la sezione ArteVeganzetta, affrontando un argomento al contempo estremamente affascinante e terribilmente pericoloso: l’intelligenza artificiale, questa volta utilizzata per produzioni artistiche di stampo antispecista.


La prima volta che ho sentito parlare di Artificial Intelligence (AI da ora in poi) applicata all’arte risale a circa sette anni fa, durante la lettura di Homo Deus, scritto dal filosofo nonché attivista vegan Yuval Noah Harari. Si tratta di un saggio illuminante sull’ascesa dell’umanità i cui ultimi capitoli possono invece risultare indigesti o terrificanti – a seconda di come si percepisce e si immagina il futuro – in cui dati e algoritmi divengono sempre più naturalizzati nella società umana. Il professor Harari racconta in modo avvincente l’introduzione delle AI nel campo all’arte, nello specifico in quello musicale, e di come esperti e critici si dicevano riluttanti all’idea di composizioni generate dagli algoritmi – a causa del loro approccio freddo e non viscerale alla musica – salvo poi non riuscire a distinguere quale brano fosse stato eseguito da un umano e quale dalla macchina “asettica”.

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Stop eating animals

Dopo una pausa di quasi tre anni tornano le “Questioni vegane” con il primo appuntamento del 2023!

Contrariamente a ciò che l’opinione pubblica specista pensa, le maggiori difficoltà che incontrano coloro che decidono di diventare delle persone umane vegane, sono le relazioni con chi non lo è.

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Veganuary? No grazie!

Con il nuovo anno riparte l’iniziativa Veganuary, il progetto nato nel 2014 da un’idea (malsana e vedremo poi perché)  di Jane Land e Matthew Glover, per poi diventare una vera e propria associazione internazionale con base in Inghilterra. L’idea – che ricalca l’assurdo veganismo consumista e superficiale di Gary Yourofsky – è quella di proporre per il mese di gennaio un’alimentazione a base vegetale quindi adatta alle persone umane vegane (da ciò Veganuary ossia vegan+january, vegan+ gennaio), iscrivendosi al sito web per ricevere informazioni, gli immancabili consigli per gli acquisti e ricette.

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