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Fonte: ilmanifesto.it/tra-anima-e-animale-una-questione-di-soglie
Tra anima e animale: una questione di soglie
Sempre più vedo il confine messo a dividere uomo e animale come intimamente connesso a una domanda cruciale, ineludibile per chi abbia avuto in sorte di vivere dopo la Shoah: come si è arrivati a programmare e attuare l’eliminazione industriale di milioni di esseri umani, destituendoli della propria umanità?
Se la modernità ci ha reso ciechi al dolore, alla soppressione, al consumo e allo smaltimento di esseri viventi prodotti e processati industrialmente come cose, se non siamo capaci di riconoscere e lasciarci interpellare dal dolore del vivente, come possiamo rispettare gli esseri umani? Non si tratta solo di un pensiero animalista, ma di un ragionamento pienamente politico che — in bilico tra filosofia e scienza, nella definizione di ciò che è “uomo” e ciò che non lo è, di ciò che attiene all’umano e di ciò che se ne discosta — ci porta a un nodo essenziale che si può riassumere nell’invettiva di Schopenhauer contro l’esclusione degli animali dall’etica kantiana: «Sia dannata ogni morale che non vede l’essenziale legame fra tutti gli occhi che guardano il sole».
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