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Fonti: Ética Animal, Mirada Animal, Diario ABC e sito ufficiale della Unión de Criadores de Toros de Lidia


La Unión de Criadores de Toros de Lidia (t.l. “Unione degli Allevatori dei Toros de Lidia”, UCTL), congiuntamente a impresari, toreri e altri professionisti della tauromachia, ha dato vita alla Fundación Toro de Lidia (t.l. “Fondazione Toro de Lidia”, con statuto pubblicato sul “Boletín Oficial del Estado” ECD/2312/2015 del 19 ottobre 2015) la cui prima azione è stata l’assicurarsi i servizi dello studio legale Cremades & Calvo-Sotelo Abogados, con l’obiettivo di portare a compimento una campagna di criminalizzazione di chi difende gli animali, del movimento di liberazione degli animali, dei gruppi animalisti e della “lobby” anti-corrida, così come dei mezzi di comunicazione che si impegnino nella diffusione e divulgazione di informazioni, azioni e opinioni riguardanti le campagne per l’abolizione della tauromachia.

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Alvaro Múnera ex torero divenuto attivista animalista: dalla sua storia costellata di dolore inflitto agli Animali, si evince l’importanza che hanno nella formazione dell’individuo l’ambiente e i legami familiari. Múnera costretto in sedia a rotelle proprio da uno di quei Tori che massacrava, cambia la sua esistenza, ma non abbandona del tutto la visione gerarchica dell’esistenza che lo accompagna da sempre: è stato Dio secondo lui a mostrargli una nuova via, e non la disperazione e l’estremo tentativo di salvarsi la vita di un povero Toro. In ogni caso la sua è una storia interessante.


Intervista a D. Alvaro Múnera. Da torero a paladino contro la tortura

12 aprile 2013
Autore: Julio Ortega Fraile
Fonte: OtroMadrid
Tradotto da Angela Seggio per PeaceLink

Ho avuto la grande soddisfazione di intervistare D. Alvaro Múnera, un tempo torero e da molti anni difensore attivo per terminare la tortura sugli animali, riguardo la tauromachia. Quest’uomo che un tempo è stato matador di tori e oggi, dal suo incarico di Consigliere per la Città di Medellin (Colombia) e come parte della Fondazione F.A.U.N.A., che riunisce varie Associazioni contro il maltrattamento Animale, lotta senza sosta per far finire tanta crudeltà, costituisce un esempio non solo di superamento fisico, – un’incornata lo ha lascito sulla sedia a rotelle – ma anche di compromesso e di uno sforzo per sradicare la tortura come forma di commercio e di divertimento.

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Spagna: corride ancora in piedi grazie ai fondi Ue, la denuncia degli europarlamentari

Ogni anno, 130 milioni di fondi europei vengono utilizzati per finanziare le corride in Spagna. Risorse che dovrebbero andare al sostegno diretto dell’agricoltura e che invece finiscono per alimentare la tauromachia e il business che si muove intorno a questa pratica.

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Amposta, Tarragona 2010

Fotografie di Liam Ray concesse dall’autore

La tauromachia nella Catalogna attuale

Testo originale a cura di Sonia España
Traduzione dallo spagnolo a cura di Maria Paz Garcia

Da Barcellona,

La tauromachia ebbe inizio nel Medioevo e consisteva semplicemente nell’infilzare i Tori con delle lance. Nel secolo XIX si diffuse maggiormente  nelle terre catalane dando luogo alle prime Plazas de Toros dove si celebrarono le prime corridas.

Essa viene inquadrata nell’ambito dell’intrattenimento, del divertimento e consiste nel torturare un Animale, in questo caso un Toro, Mucca o Giovenca, in una piazza o nelle strade (correbous) facendolo soffrire gratuitamente e provocandogli in alcuni casi la morte, il tutto adducendo come giustificazione il fatto che tale pratica è considerata un’arte, una tradizione e che “sempre si è fatto in questo modo”.

Concentriamoci sulla sostanza dei fatti e tentiamo di analizzarli.

“Si è sempre fatto in questo modo”. In base a questa premessa possiamo considerare che anche  sessismo o razzismo hanno una ragione di esistere:  è stato sempre così purtroppo, e sempre ci sono state donne maltrattate e da sempre è esistito lo schiavismo e tuttavia, nonostante ciò, oggi non lo approviamo e lo denunciamo. Che la tauromachia sia presente sin dal Medioevo, non giustifica in fatto che sia corretto continuare a praticarla.

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