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L’Iarc, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro – parte integrante dell’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità  – ha pubblicato in questi giorni un rapporto sulla relazione tra consumo di carne rossa e lavorata e l’insorgenza di tumori nell’essere umano.
Secondo tale rapporto le carni rosse e quelle lavorate aumentano la probabilità per chi le consuma di ammalarsi di tumore, le carni lavorate in quanto a pericolosità vengono affiancate al fumo e all’amianto.
Associazioni, gruppi, singole persone attiviste animaliste, vegan e vegetariane gioiscono per la notizia. I giornali e i programmi televisivi danno gran risalto alla questione e si scatena il dibattito – penoso e ipocrita – che vede come protagonisti oncologi, dietisti, nutrizionisti, esponenti del mondo zootecnico, guru del salutismo e allevatori: tutti a prodigarsi in assicurazioni, distinguo e precisazioni per convincere il pubblico che la carne derivante da Animali schiavizzati in Italia sia migliore delle altre. Il colpo per la filiera del massacro potrebbe essere pesantissimo, ci sono in ballo migliaia di posti di lavoro e miliardi di euro: sfruttare e ammazzare gli Animali è sempre stato un grande affare per l’Umano, oggi più che mai si vive – e bene – grazie alla sofferenza e morte degli altri.

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