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Non ricordi da quanto tempo sei chiuso là dentro, potresti anche esserci nato e non saperlo più.
La tua vita era con la tua famiglia, con gli altri membri del tuo gruppo che, come te, cercavano la migliore delle esistenze possibili. Poi, non si sa come, le sbarre, l’angoscia.
Ora ti senti solo, anche se sei circondato da tanti tuoi compagni che vorrebbero andare via di lì, ammassati come pagliuzze di fieno in una balla.
Sogni la libertà, la dignità, uno spazio e un tempo che nemmeno il peggiore dei tiranni dovrebbe togliere ad alcuno.
E invece sei ancora lì, notte e giorno.

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