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primo piano del viso di un Maiale

C.O. ha poco più di vent’anni, e spende i suoi giorni dietro le sbarre; come un Animale giovane le cui energie vengono oppresse, non può fare una corsa sull’erba, non può sentirsi addosso il vento d’aprile, non può stendersi alla luce d’un plenilunio. C.O. ha gli occhi infossati, la pelle pallida e le labbra che non sorridono più. C.O. è malato. Un problema cardiaco. “Devono sostituire una valvola – mi dice – ma prima mi toglieranno tutti i denti, sono infetti e possono dare problemi dopo l’operazione a cuore aperto”. Il ragazzo detenuto non ha scelta, non può sentire altri pareri.

Lettere a Veganzetta


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Primo piano Cane in gabbia

Con questo testo si inaugura la collaborazione di Costanza Troini con Veganzetta. Buona lettura.


Gabbie per Animali e gabbie per Umani: una storia parallela

Ci sono posti che non devono essere visti. Posti fatti di inferriate, sbarre, grate, spazi ridotti e rigidamente gestiti. Sono posti fatti di urla, di noia, di disperazione, spesso di sopruso e violenza extra. Posti che non molte persone notano da fuori e ancora meno conoscono da dentro. Pochi luoghi hanno tante analogie, strutturali e concettuali, come gli allevamenti (con l’appendice finale dei macelli) e i penitenziari. E condividono senza dubbio la parola “reclusione”.

Antispecismo