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[…] per me la vita di un agnello non è meno preziosa di quella di un essere umano. Sarei restio ad ammazzare un agnello per sostenere il corpo umano. Trovo che più una creatura è indifesa, più ha il diritto ad essere protetta dall’uomo dalla crudeltà degli altri uomini.

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L’ufficio stampa degli allevatori di Animali in Italia (meglio conosciuto come Coldiretti) in questi giorni ha pubblicato un articolo nel quale lancia un appello ad acquistare, nel periodo pasquale, la carne degli agnelli allevati e macellati in Italia. Il motivo addotto da Coldiretti è semplice: «rispettare le tradizioni della Pasqua e portare in tavola carne d’agnello non è solo benaugurante per il ritorno alla normalità ma aiuta anche la sopravvivenza di 60mila pastori duramente colpiti dalla crisi provocata dall’emergenza coronavirus».

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Le citazioni riportate di seguito sono liberamente tratte da una lettera inviata da Paola Re (che ringraziamo pubblicamente) in occasione della strage di agnelli a causa delle feste pasquali.
Buona lettura.


Il premio Nobel Salvatore Quasimodo, che nelle sue poesie racconta l’orrore della guerra, sa che la sofferenza che essa comporta non si limita agli esseri umani. Ne è prova la sua poesia: “O miei dolci animali”, facente parte della raccolta “Giorno dopo giorno”. Ogni anno, nel periodo antecedente la Pasqua, mi torna in mente un’altra sua poesia della stessa raccolta: “Alle fronde dei salici”. Per indicare il pianto dei bambini nel clima di terrore e di oppressione, Quasimodo scrive “il lamento d’agnello dei fanciulli” e ha ragione perché bambini e agnelli hanno un pianto simile e sono entrambi simbolo di innocenza e sacrificio. Sono cuccioli: gli uni umani, gli altri non umani.

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L'orrore che non vogliamo vedere - Cristina Beretta
Il progresso etico non si genera dal nulla, ma può fondarsi solo su ciò che già esiste. Questa nozione socratica del “ricordo” di ciò che deve essere portato alla coscienza in modo coerente, può rispecchiarsi in questa descrizione: noi tendiamo a considerare la nostra esistenza come iscritta nell’ordine naturale delle cose. Siamo nati con dei diritti, in genere rispettati, non abbiamo sofferto la fame, non siamo stati schiavizzati, abbiamo passato un’infanzia in cui siamo stati accuditi, curati se ammalati, abbiamo giocato, studiato, fantasticato, pensato al nostro futuro. Qualcuno si è occupato di noi, genitori, parenti, insegnanti,ecc.. Siamo cresciuti in un contesto sociale in cui i rapporti con una cerchia sempre più allargata di persone ci hanno fatto sentire parte integrante di una comunità. Occupiamo un posto ben definito e difficilmente qualcuno potrà non considerare i nostri interessi o abusare di noi.

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