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Questa fotografia, scattata dal fotoreporter Alain Schroeder fa parte della serie vincitrice della sezione Nature al Word Press Photo 2020.
Schroeder ha documentato, per il National Geographic, gli enormi sforzi dei volontari per salvare l’Orango di Sumatra. Gli Oranghi indonesiani sono ormai minacciati praticamente da tutto. In primis, la cosa è nota, dal disboscamento per ottenere l’olio di palma. D’altra parte questi Animali sono quasi esclusivamente arborei: le femmine praticamente non scendono mai a terra e i maschi adulti lo fanno raramente.

Storie


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unilever

Più volte abbiamo parlato della capacità del sistema consumistico di adattarsi alle esigenze dei nuovi consumatori vegani chiarendo che, al crescere del loro numero in Italia e nel mondo, esso ha creato un indotto di offerte, servizi e prodotti studiati ad hoc per le loro esigenze.
Più volte abbiamo chiarito che al crescere numerico di chi non consuma prodotti di origine animale non sempre corrisponde una crescita della coscienza connessa alle ragioni etiche del veganismo e dell’antispecismo e ci siamo trovati davanti a numerose e sintomatiche manifestazioni del boom economico connesso al “fenomeno vegan” che ha investito gli ambiti più svariati.

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Sempre più l’opinione pubblica si sta orientando verso il boicottaggio dell’olio di palma la cui produzione è la responsabile di devastazioni ambientali, inquinamento, massacri di Animali e distruzione di habitat fondamentali per l’ecosistema. Molte marche di prodotti – soprattutto alimentari – specificano in etichetta che tale olio non viene utilizzato, vi sono industrie che stanno adottando un olio di palma “sostenibile”.
Ma esiste per davvero un olio di palma “sostenibile”? O meglio ancora: è davvero l’olio di palma il problema ed esiste una produzione “sostenibile”?

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millionaire-settembre-rivoluzione-vegana

La copertina del numero di settembre 2014 della rivista mensile di business Millionarie propone una ragazza bionda, sorridente e nuda, con il corpo completamente dipinto a mo’ di globo terracqueo, e con un cartello che le copre il bacino. Si potrebbe pensare alla solita trovata pubblicitaria sessista che usa il corpo delle donne per attirare l’attenzione (e lo è infatti), ma questa volta c’è anche un elemento in più che vale la pena analizzare: il cartello riposta in inglese la scritta “salva la Terra: diventa vegan“.
Che succede? Uno dei più famosi mensili italiani di business che si occupa di idee e risorse per lanciare nuove attività produttive, commerciali e speculative, si è trasformato in un opuscolo informativo sul veganismo? Nulla di tutto ciò. 

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