Tag: <span>mito della carne</span>


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Il Collettivo Tana Liberi Tutti torna dopo tempo (vedere qui e qui) ad intervistare Adriano Fragano.
Marce degli agricoltori, Food for Profit, carne artificiale, guerre tra Umani, crisi climatica, guerra alla fauna selvatica, sono le tematiche affrontate.
Buona lettura


Domanda 1: Caro Adriano, non molto tempo fa abbiamo assistito, piuttosto perplessi e perplesse, alle ‘marce’ dei trattori in vari Paesi europei, in reazione ad alcune politiche UE anch’esse discutibili. Qual è la tua valutazione della protesta degli agricoltori (che, ricordiamo, ha prodotto come risultato un allentamento delle restrizioni previste sui pesticidi in UE)?

Risposta: La mia valutazione su questa triste vicenda è ovviamente totalmente negativa e non potrebbe essere altrimenti. Prima di tutto vorrei far notare che le modalità e i metodi della protesta hanno una volta di più dimostrato – se ce ne fosse ancora bisogno – che il mondo dell’allevamento e dell’agricoltura fonda la sua identità e ogni sua attività sulla violenza, sul controllo e sulla sopraffazione. Entrando nel merito delle rivendicazioni, allevatori e agricoltori hanno voluto affermare con forza che:

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Un interessante e utile articolo di Rita Ciatti per Veganzetta, sempre sulla questione recentemente affrontata della “carne artificiale” o “coltivata“. Buona lettura.


La libertà non sta nello scegliere tra bianco e nero, ma nel sottrarsi a questa scelta prescritta
Theodor W. Adorno

Nel dibattito sulla carne coltivata sembrano esserci solo due possibili risposte: favorevoli o contrari. Ogni narrazione alternativa, come quella proposta da Adriano Fragano in questo articolo viene presa come atto di lesa maestà, accompagnato dal ricatto morale: non ci pensi a tutte le vite che potresti salvare?
Eppure trattandosi di un’innovazione importante il discorso merita di essere approfondito sotto tantissimi aspetti, in particolare quello antispecista perché in quanto persone umane attiviste per la liberazione animale dovremmo innanzitutto avere non solo sempre presente l’obiettivo che ci prefiggiamo, ma anche essere in grado analizzare ogni campagna, progetto o invenzione alla luce di quest’ultimo.

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Torno dopo tempo a trattare nuovamente il tema della carne “sintetica” o “coltivata”1, che attualmente è divenuto argomento di grande discussione e dibattito, per proporre una narrazione alternativa di tale fenomeno rispetto a quella mainstream, attraverso alcuni possibili scenari che potrebbero verificarsi in un futuro prossimo una volta che questo prodotto sarà lanciato sul mercato mondiale.
In particolar modo desidero rivolgermi a coloro che entusiasticamente appoggiano la diffusione di questa nuova fonte di cibo per motivi etici ed ecologici: un gruppo di persone umane fermamente convinte che la carne “sintetica” o “coltivata” condurrà finalmente alla fine degli allevamenti di Animali per scopi alimentari, che potrebbero però non aver valutato appieno l’impatto che essa potrebbe generare e cosa realmente significhi per la società umana specista.

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L’Iarc, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro – parte integrante dell’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità  – ha pubblicato in questi giorni un rapporto sulla relazione tra consumo di carne rossa e lavorata e l’insorgenza di tumori nell’essere umano.
Secondo tale rapporto le carni rosse e quelle lavorate aumentano la probabilità per chi le consuma di ammalarsi di tumore, le carni lavorate in quanto a pericolosità vengono affiancate al fumo e all’amianto.
Associazioni, gruppi, singole persone attiviste animaliste, vegan e vegetariane gioiscono per la notizia. I giornali e i programmi televisivi danno gran risalto alla questione e si scatena il dibattito – penoso e ipocrita – che vede come protagonisti oncologi, dietisti, nutrizionisti, esponenti del mondo zootecnico, guru del salutismo e allevatori: tutti a prodigarsi in assicurazioni, distinguo e precisazioni per convincere il pubblico che la carne derivante da Animali schiavizzati in Italia sia migliore delle altre. Il colpo per la filiera del massacro potrebbe essere pesantissimo, ci sono in ballo migliaia di posti di lavoro e miliardi di euro: sfruttare e ammazzare gli Animali è sempre stato un grande affare per l’Umano, oggi più che mai si vive – e bene – grazie alla sofferenza e morte degli altri.

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