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Si ricevono e si pubblicano alcune riflessioni di Adriana Vicario Chávez sulla situazione politica messicana e la trasversalità delle lotte liberazioniste.


Prima di quel giorno credevo di sapere cosa fosse la paura. Siamo tutti convinti di averla provata da bambini, guardando un film horror o in quelle serate in casa di amici quando ci si metteva a raccontare storie di streghe e fantasmi. Quella sensazione, però, assomiglia solo parzialmente alla paura che ho provato, che abbiamo provato, il 31 luglio 2015, quando abbiamo saputo che Nadia Vera e Rubén Espinosa erano stati uccisi. La notizia della morte di Rubén – fotoreporter di Città del Messico arrivato qualche anno prima nello stato del Veracruz, nel sudest messicano – per lavorare nei giornali locali, era già stata pubblicata da tutti i media; di Nadia, però, non si sapeva ancora niente.

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Una nuova associazione antispecista è nata da poco e ha cominciato i lavori tra Spagna e Messico: Mirada animal. Con piacere ne diamo notizia, sottolineando che tra i primi articoli pubblicati sul sito web dell’associazione c’è la traduzione in spagnolo del testo di Rita Ciatti pubblicato tempo fa su Veganzetta: “Il sistema reagisce. E noi gli diamo una mano“.
Di seguito una breve presentazione inviataci da Mirada animal (qui la pagina su facebook) – alla quale facciamo i nostri migliori auguri antispecisti – e il link alla traduzione a cura di Adriana Vicario Chávez che ringraziamo.

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miren-leyzaola
Miren Leyzaola nasce in Messico e all’età di tre anni si trasferisce in Spagna. Studia arti dello spettacolo e recitazione disegnando solo come hobby fino a quando, dopo aver studiato illustrazione e disegno, quest’ultimi diventano la sua professione.
Sceglie di rappresentarsi in un logo che esprime la sua unione spirituale con la figura del Lupo: due impronte sovrapposte, una umana e una di Lupo, che diventano il simbolo della sua anima e del rispetto che prova per gli Animali.

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Alvaro Múnera ex torero divenuto attivista animalista: dalla sua storia costellata di dolore inflitto agli Animali, si evince l’importanza che hanno nella formazione dell’individuo l’ambiente e i legami familiari. Múnera costretto in sedia a rotelle proprio da uno di quei Tori che massacrava, cambia la sua esistenza, ma non abbandona del tutto la visione gerarchica dell’esistenza che lo accompagna da sempre: è stato Dio secondo lui a mostrargli una nuova via, e non la disperazione e l’estremo tentativo di salvarsi la vita di un povero Toro. In ogni caso la sua è una storia interessante.


Intervista a D. Alvaro Múnera. Da torero a paladino contro la tortura

12 aprile 2013
Autore: Julio Ortega Fraile
Fonte: OtroMadrid
Tradotto da Angela Seggio per PeaceLink

Ho avuto la grande soddisfazione di intervistare D. Alvaro Múnera, un tempo torero e da molti anni difensore attivo per terminare la tortura sugli animali, riguardo la tauromachia. Quest’uomo che un tempo è stato matador di tori e oggi, dal suo incarico di Consigliere per la Città di Medellin (Colombia) e come parte della Fondazione F.A.U.N.A., che riunisce varie Associazioni contro il maltrattamento Animale, lotta senza sosta per far finire tanta crudeltà, costituisce un esempio non solo di superamento fisico, – un’incornata lo ha lascito sulla sedia a rotelle – ma anche di compromesso e di uno sforzo per sradicare la tortura come forma di commercio e di divertimento.

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