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Da più parti ci è stato riferito che sul sito web antispecismo.net era stato pubblicato un commento critico al dossier della Veganzetta “Antispecisti di destra?”.
In quanto coautore del dossier fornisco la mia risposta al commento  che è possibile leggere a questo indirizzo.

Prima di entrare nel merito vorrei fare alcune considerazioni sul metodo adottato.
Il dossier “Antispecisti di destra?” è stato scritto da persone umane che hanno esposto le loro idee e se ne sono assunte la responsabilità firmandosi con nome e cognome, è eccessivo chiedere a chi replica con un commento critico di firmarsi in modo da rendersi riconoscibili? Che serietà può avere un commento firmato da Cip &  Ciop (o da Cippa & Cioppa)? Per avviare un confronto costruttivo non ritengo opportuno celarsi dietro pseudonimi di comodo, la critica a volto scoperto, la verità anche urlata in faccia è la migliore medicina contro molti comportamenti ipocriti e falsi che tanto vanno di moda nella rete specchio della nostra società.
A ben pensarci se ci fossimo firmati come Gianni e Pinotto forse saremmo stati letti con maggior benevolenza dai due Scoiattoli.
Come seconda considerazione sul metodo con cui è stato reso pubblico tale testo di commento, desidero sottolineare che ritengo singolare il fatto che per criticare uno scritto prodotto da redattori di un giornale cartaceo che ha anche un suo sito web pubblico, si debba ricorrere ad uno spazio su un altro sito web. Ciò causa molto dispiacere perché la Veganzetta ha lasciato sempre lo spazio necessario e sufficiente per ogni considerazione.

Antispecismo Lettere a Veganzetta


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In un mio precedente articolo avevo fatto riferimento brevemente ai limiti di cui soffre un’impostazione dell’antispecismo in termini di filosofia morale. Su questo passo la redazione aveva espresso il suo dissenso. Proverò ora a sviluppare questo tema e motivare meglio quella affermazione.
Il centro del discorso è costituito dalla grossa differenza fra ciò che Marco Maurizi in un suo scritto di qualche anno fa chiamava antispecismo metafisico e l’antispecismo storico. L’antispecismo morale-metafisico, nel credere che l’evoluzione del pensiero determini i fatti della Storia, presuppone che l’Umano sia un Animale morale. Ma non è così: l’Umano al più è, come tutti gli Animali sociali, un Animale culturale, dove il suo essere tale si concretizza nel formulare modelli di cultura. Visioni del mondo che hanno lo scopo di giustificare a posteriori il suo agire. Lo specismo è il più evidente e attualmente generalizzato di questi modelli. Questa è la visione in cui si colloca l’antispecismo storico.

Antispecismo Articoli Veganzetta cartacea


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Copertina del libro: Fenomenologia della compassione

Fenomenologia della compassione di Ralph Acampora (Edizioni Sonda, 2008) è un libro che apre nuovi orizzonti nella comprensione dei rapporti che costituzionalmente ci legano agli Animali e, conseguentemente, indica nuovi indirizzi per il perseguimento della Liberazione Animale. In primo luogo, questo volume, ribaltando completamente la prospettiva con cui guardarci e con cui guardare al resto del vivente, contribuisce a far chiarezza su alcuni annosi problemi della teoria e della pratica antispecista. In secondo luogo, propone una sorta di “teoria unificante del vivente” che, in prospettiva, sembra rendere possibile quella convergenza tra antispecismo ed ecologia da tempo auspicata. Infine, pur trattandosi di un testo di teoria antispecista, denso di riferimenti filosofici e scientifici, Fenomenologia della compassione propone alcuni esempi di come la prospettiva delineata dall’autore dovrebbe essere considerata in contesti pratici e fornire nuovi argomenti a chi è impegnato nella lotta di Liberazione Animale.

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