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Hvaldimir primo piano

Torniamo ad aggiornarvi sulla storia di Hvaldimir perché ci sono interessanti novità.
Come vi abbiamo raccontato, anche recentemente, il futuro di questo Beluga è ancora incerto. In Norvegia esistono infatti due correnti di pensiero, entrambe con argomenti convincenti che vorrebbero l’una Hvaldimir completamente libero di vivere la sua vita dove vuole, anche a costo di qualche inevitabile rischio dovuto alla sua confidenza con l’Umano e l’altra che invece ritiene che sarebbe necessario costruire un Santuario per Cetacei, delimitato e privo di pericoli dove potrebbe vivere tranquillo e in sicurezza, magari insieme ad altri Beluga liberati dai delfinari.

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Hvaldimir sta bene

Torno dopo un po’ di tempo, ad aggiornarvi sulla storia di Hvaldimir.
Per chi non lo ricordasse o non avesse mai sentito parlato di questa vicenda, Hvaldimir è il Beluga che due anni fa, nell’aprile del 2019, fu trovato in un tratto di mare, tra le isole Rolvsøya e Ingøya nel nord della Norvegia, con indosso una strana imbragatura da “spia” (una bretella di cuoio con tanto di custodia per telecamera subacquea e una scritta che dichiarava “attrezzatura di San Pietroburgo”) che sembrava chiedere di essere liberato. Una volta tolta l’imbragatura, il Beluga, soprannominato appunto, Hvaldimir in virtù della sua presumibile “appartenenza” a una base militare russa, decise di rimanere nelle acque norvegesi, dove vive ancora oggi.

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Sicuramente molti di voi riconosceranno questo fotogramma. È tratto dal video che nei giorni scorsi ha fatto il giro della Rete. Giovedì 26 aprile, nel mare tra le isole Rolvsøya e Ingøya nel nord della Norvegia, tre pescatori hanno individuato e filmato un giovane Beluga che indossava una strana imbracatura: dopo aver avvisato le autorità e aver ricevuto l’aiuto di un biologo marino, l’Animale è stato liberato e si è infine allontanato. L’operazione, al contrario di quanto alcuni giornali hanno lasciato intendere, semplificando, non è stata immediata. I pescatori infatti hanno prima inviato il i video del Beluga al biologo marino e docente dell’Università di Tromsø, Audun Rikardsen. A sua volta Rikardesn le ha dovute mandate al Fiskeridirektoratet, l’agenzia governativa norvegese che si occupa delle attività che riguardano la pesca e della liberazione dei Mammiferi marini che restano impigliati nelle reti: l’agenzia solo il giorno dopo è riuscita ha mandare il biologo Jørgen Wiig ad aiutare i pescatori. Nel frattempo il Beluga era rimasto ancora vicino al peschereccio.

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