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Progetto X

Con l’amico e attivista antispecista Alfredo Meschi abbiamo parlato molto a proposito di un suo particolare progetto che ora verrà proposto al pubblico: un lavoro sicuramente complesso e di ampio respiro che prende il nome di “X” e che viene definito, dal suo stesso ideatore, come una serie di “laboratori ed esperienze sulle strade della Liberazione“.
Una delle caratteristiche peculiari di “X” è l’aspetto temporaneo, errante – nomade se vogliamo – dei contenuti proposti: la creazione di una sorta di Zona Temporaneamente Liberata per divulgare – per brevi periodi e in realtà territoriali, sociali e culturali diverse – un messaggio antispecista veicolato attraverso linguaggi e strumenti tra loro diversi ma sempre creativi, frutto della storia personale e professionale dei protagonisti del progetto stesso che – oltre ad Alfredo – sono la sua compagna Ilaria Farulli, il loro figlio Elia e l’inseparabile Cagnolina Trudy.
Insomma una vera e propria famiglia antispecista in movimento (grazie ad un furgone appositamente attrezzato) per proporre a chi lo desidera una serie di suggestioni, d’idee, di esperienze e di messaggi in favore della lotta antispecista: “perché l’antispecismo possa diffondersi a macchia d’olio…“.

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Ilaria e Alfredo inviano questa entusiastica lettera a Veganzetta che ci parla di un possibile connubio tra economia del dono e antispecismo, un punto di vista inedito, stimolante e molto interessante.


E’ di poche settimane fa la nostra partecipazione al primo Giftival italiano, a Roma. Un gruppo di lavoro sulla cultura e l’economia del dono, composto da una cinquantina di esperte/i provenienti dai cinque continenti. Dopo tanto parlare, studiare, confrontarci (e dopo averci scritto un libro pubblicato dalle Edizioni Terra Nuova) facciamo ancora fatica a definirla, questa “gift economy”. E ancor più arduo è cercare di capire se può esistere un positivo incontro fra economia del dono e antispecismo.
Non siamo le persone giuste per avviare questa indagine su un piano teorico, mentre forse possiamo contribuire ad introdurre la questione su un piano più emotivo ed esperenziale. Siamo infatti raccontastorie, o storytellers come si usa oggi e quindi quello che adesso vi proponiamo è un viaggio “come se” nel mondo dell’economia del dono, raccontandovi esperienze già esistenti ma “come se” fossero dipinte con i colori dell’antispecismo.

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