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Quarta e ultima parte dell’articolo “a puntate” La lontananza uccide? Diritti animali e compassione di Filippo Trasatti. Buona lettura (leggi parte 1, parte 2, parte 3).


Emozioni e compassione

Proviamo a vedere in che modo le emozioni e in particolare la compassione possano convergere con l’elaborazione di un diritto interspecifico e quindi rafforzarne la possibile attuazione.
Innanzitutto bisogna forse partire dal superamento di una distinzione netta tra emozione e ragione, una distinzione che in qualche modo è parallela a quella tra umanità e animalità (razionalità/irrazionalità). Fino a un certo punto si è disposti a riconoscere che molti animali hanno certamente emozioni e le manifestano chiaramente.
Ora ci sono tutti gli strumenti teorici per pensare in modo diverso le emozioni e tra queste la compassione

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Terza parte dell’articolo “a puntate” La lontananza uccide? Diritti animali e compassione di Filippo Trasatti. Buona lettura (leggi parte 1 e parte 2).


Il dispositivo del diritto

Quel che avviene è che il diritto, sulla base di spinte sociali, di mutamenti di paradigma, di ripartizione di interessi e rapporti di potere, attraverso alcune operazioni soggettivizza e oggettivizza alcuni enti del mondo.
Il diritto, nel senso moderno, si fonda sul potere sotto un duplice aspetto:

1) il potere dell’individuo su se stesso (libertà) e sul suo ambiente (il diritto soggettivo) jus
2) il potere (divino o umano che sia ) di produrre regole che vincolano, che sono dei comandi (diritto
oggettivo) lex

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Continuiamo la trattazione dell’articolo “a puntate” La lontananza uccide? Diritti animali e compassione di Filippo Trasatti inaugurato lo scorso numero. Buona lettura.


La lontananza uccide? Diritti animali e compassione (seconda parte)

Le operazioni del diritto

Il diritto, come creazione culturale umana, è necessariamente antropomorfico e antropomorfizzante nella misura in cui è il risultato di un punto di vista umano sul resto del mondo. Una parentesi breve a proposito di antropomorfismo. Vinciane Despret lo ha definito ironicamente il peccato capitale per lo scienziato, il più grave peccato dopo la mela di Adamo. Forse bisogna ammettere che ci sono gradi diversi e sensi diversi in un approccio antropomorfico*.

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