Tag: <span>Dissonanza cognitiva</span>


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opera di Roberto Manzotti

Si pubblica di seguito un testo tratto dal libro “Noi abbiamo un sogno” della psicologa, psicoterapeuta e attivista animalista Annamaria Manzoni che si ringrazia per la disponibilità.
Buona lettura.


Benessere animale che nuoce agli animali

The Times They Are a-Changin’: finiva il 1963 quando Bob Dylan la cantò per la prima volta dando voce all’urgenza e alla fascinazione di un cambiamento che sembrava destinato a travolgere il mondo; ideali di rinnovamento, giustizia, pace, sollecitati dalla forza esplosiva di un’intera generazione di giovani, pronti a rivoltare il mondo, che così come era fatto non si poteva proprio sopportare. Da allora è risuonata in mille contesti dove la rivolta contro l’ingiustizia faceva sventolare la bandiera di ogni speranza; nella rimozione autoprotettiva che quei versi erano risuonati per la prima volta giusto quando John Kennedy veniva assassinato: dettaglio non trascurabile mentre il sogno veniva spacciato per previsione.

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Di seguito la traduzione dall’inglese di un interessante testo sulla dissociazione psicologica di chi mangia carne. Buona lettura.


Fonte: faunalytics.org/feature-article/meat-eaters-dissociation

La dissociazione psicologica dei mangiatori di carne

La maggior parte delle persone non desiderano causare dolore agli animali, ma molti acquistano e consumano carne, un processo che causa immense sofferenze e infine la morte agli animali. Per superare questa contraddizione, spesso chiamata “paradosso della carne”, la gente utilizza il meccanismo della dissociazione psicologica, ignorando o sopprimendo la consapevolezza che la carne sul loro piatto provenga da una creatura vivente. Questo documento, pubblicato in “Appetite”, riporta il primo test empirico completo sulla dissociazione psicologica relativo al consumo di carne.

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Melinda Hegedus è un’illustratrice di origini ungheresi, che ora vive in Norvegia.
Il suo lavoro si caratterizza soprattutto per la forza espressiva e comunicativa.
La scelta dei soggetti e la loro rappresentazione danno vita ad un immaginario fatto di Animali antropomorfi, situazioni in cui le parti tra l’Umano e gli altri Animali si invertono o nelle quali questi si rivolgono direttamente allo spettatore, ponendo domande scomode e provocatorie.
Lo stile è fresco e accattivante, capace di attirare l’attenzione, rivelando la dissonanza cognitiva che permea profondamente la società umana e gli assunti specisti sui quali poggiano le convinzioni di molti.

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suicide-foodVisitando il sito web Suicide Food, la prima cosa che attira l’attenzione è una curiosa legenda che categorizza gli articoli a seconda del grado di perversione che li caratterizza. Un cappio indica che l’articolo è “leggermente inquietante”, mentre cinque cappi, il punteggio massimo, connotano gli articoli dopo la lettura dei quali sarà necessario “andare a lavarsi gli occhi”.

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