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Da quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato il nuovo Coronavirus (Covid-19 o SARS-CoV-2) una pandemia, in pratica non esiste un continente che non sia stato interessato dalla sua presenza. Con il crescere del contagio, sono cresciute le emergenze sanitarie e diminuite le libertà individuali e collettive, fino a giungere a situazioni giustamente paragonate agli scenari immaginati nei romanzi distopici di Orwell, Huxley o Bradbury. I media fanno a gara nello snocciolare dati, tendenze, curve ascendenti e discendenti di contagi, raggiungimento di picchi ed elenchi di decessi; scienziati e esperti nelle più svariate discipline si affannano a fornire pareri su come uscire (più o meno indenni) dalla pandemia, su come dovremmo condurre gli interventi necessari a contrastarla e le modalità per convivere con il virus. Tutti si concentrano sul come arginare il dilagare di Covid-19, nessuno o quasi si interroga sul perché questo virus abbia colpito così duramente la nostra specie: ora non c’è tempo, dopo non ci sarà più la voglia di farlo.

Antispecismo Notizie dal mondo Veganismo


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Vitadacani
Normalmente su Veganzetta non si pubblicano appelli come quello che potrete leggere di seguito, ma nel periodo che stiamo vivendo di normale pare non esserci più nulla. Il Coronavirus e soprattutto la reazione di panico che si è venuta a generare, hanno contribuito a bloccare quasi ogni attività economica, culturale, politica e sociale (nel bene e nel male) non solo nel nostro Paese. Se da un lato si è verificato il blocco di alcune attività sanguinarie come ad esempio le corride in Spagna (notizia che non può che farci un enorme piacere), dall’altro anche le indispensabili attività in favore degli Animali, sono inevitabilmente paralizzate. Ciò provoca a chi si deve occupare di Animali salvati o recuperati da situazioni difficili dei danni considerevoli, prima di tutto economici. Nel suo appello l’associazione Vitadacani ci spiega la situazione di emergenza in cui sue le strutture si sono venute purtroppo a trovare. Se potete dare una mano, in ogni senso, ma soprattutto economicamente, questo è il momento per farlo.

Animalismo Notizie sull'attivismo


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Survivors

Con l’avanzata mondiale di COVID-19 tornano in auge film e serie TV che tracciano scenari distopici post-apocalittici, causati da pandemie, che colpiscono la nostra specie. Una di queste serie è molto famosa, risale addirittura agli anni ’70 del secolo scorso e ce ne parla Tamara Sandrin in un suo articolo. La serie in Italia è conosciuta come “I sopravvissuti” e propone un’ipotesi inquietante su ciò che potrebbe diventare una società umana scampata a un virus letale. Nella serie in questione, in estrema sintesi, si sostiene che non solo la nostra specie potrebbe non imparare nulla da un evento come una pandemia provocata dalla distruzione della Natura, ma addirittura potrebbe cercare di riorganizzare una società secondo modalità anche peggiori rispetto a quelle già conosciute.


Survivors

fonte: cavegan.wordpress.com/2020/03/18/survivors

Ovvio e scontato, oggi, parlare di Survivors1 (serie inglese degli anni ’70 creata da Terry Nation), ma vorrei proporre delle riflessioni, amare, che la serie ha da sempre suscitato in me e che ora sento vive e pressanti, oltreché attuali.

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