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Sin dalla sua nascita Veganzetta, essendo liberazionista e non abolizionista, ha tenuto debitamente le distanze con tutto ciò che riguarda leggi, norme e regolamenti sul rapporto tra gli Umani e gli altri Animali. E’ anche vero però che per affrontare e risolvere un problema è necessario conoscerne ogni aspetto, dunque – purtroppo – anche quello legale. Per tale motivo si pubblica una lettera ricevuta da Piero Liberati, storico attivista anticaccia e fondatore di Vallevegan, nella quale si fa il punto sullo stato attuale della fauna selvatica in Italia e sulla giungla di leggi che la riguardano. Buona lettura.


L’altra notte ho incontrato di nuovo un lupo e non è stato come le tre volte precedenti.
L’altra notte era della settimana scorsa o forse di mesi fa oppure ancora prima, perché quando incontri un lupo non puoi ricordare tutto, devi ripassare i tempi ed i dettagli, come con una poesia. Non è stata come la prima volta, allora l’avevo scambiato per un cane che stava attaccando una capra: corsi, urlai e provai a tirare via questo strano cane grosso, scuro, agilissimo che, appena si accorse di me, fece un balzo sovruman… sovracanino, e mi fissò con stranissimi occhi gialli che riflettevano troppo la luce della mia torcia. Lui fuggì da una parte e io dall’altra; fu la prima volta in vita mia che bestemmiai contro qualcosa che non esiste.

Lettere a Veganzetta


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Quando Brent Stirton realizzò il suo reportage tra Cina e Africa sul Pangolino, aveva in mente solo parzialmente l’idea di parlare anche di una possibile zoonosi di Coronavirus. Principalmente era infatti interessato a mostrare il terribile declino di questa specie animale a causa del consumo alimentare e della crescente richiesta per la medicina tradizionale. Ora che il World Press Photo 2020 ha premiato Stirton con il secondo premio della sezione Nature, questa fotografia è diventata un simbolo non solo della strage dei Pangolini, ma anche della pandemia che ci ha travolto.

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Copertina DVD Emptying the skies

Piero Liberati attivista anticaccia, fondatore di Vallevegan, storico rifugio per Animali salvati dallo sfruttamento umano, nonché amico di vecchia data di Veganzetta, ha preso parte per molti anni a campi antibracconaggio in alcune aree critiche del Mediterraneo: prima con la LAC (Lega Abolizione Caccia)  e successivamente con l’associazione tedesca CABS (Committee Against Bird Slaughter) ed altri gruppi minori auto organizzati. Proprio tali attività lo hanno portato a partecipare in prima persona e come co-protagonista ad un docufilm dal titolo “Emptying the skies” uscito nel 2015. Il film ha avuto una distribuzione quasi nulla in Italia (essendo tra l’altro originariamente solo in lingua inglese), ma rappresenta un ottimo documento sul terribile fenomeno degli Uccelli canori migratori fatti oggetto di continue e crudeli persecuzioni da parte dei bracconieri nel bacino del Mediterraneo, in particolar modo in Italia, Francia e nell’isola di Cipro.
Piero ha raccontato a voce a Veganzetta la genesi del docufilm, un sunto di quanto discusso è riportato di seguito. Buona lettura.


Nell’aprile 2011 il CABS viene contattato da Jonathan Franzen il famoso scrittore statunitense, che è anche un appassionato ornitologo. Franzen è interessato a documentare le attività di bracconaggio a danno degli Uccelli in Europa e mediante il CABS prende parte ad alcuni campi antibracconaggio, in particolare a Brescia, in Sicilia e a Cipro.

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A prima vista questa fotografia, scattata dal fotoreporter Neil Aldridge e vincitrice del primo premio al World Press Photo 2018 nella sezione ambiente, ci mette a disagio e ci inquieta. Un Rinoceronte bianco del Sud Africa è a terra, dentro quello che sembra essere un container. È bendato. Con un drappo rosso.
In qualche modo questa immagine ci fa venire in mente una delle tante immagini di rapimenti che purtroppo la guerra al terrorismo ci ha abituati a vedere. Quasi fosse in attesa della condanna a morte ci appare come rassegnato. Invece, per fortuna, questo Rinoceronte è in attesa di essere liberato.

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