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Il Coordinamento Fermare Greenhill ha indetto, per il 28 aprile 2017, un presidio di solidarietà per le cinque persone umane attiviste sotto processo per l’occupazione dello stabulario della facoltà di Farmacologia dell’Università Statale di Milano avvenuta il 20 aprile 2013.
Il presidio di solidarietà in questo specifico caso non solo è opportuno per dimostrare vicinanza e sostegno nei confronti di chi subirà il processo, ma è da ritenersi necessario per ristabilire un minimo di chiarezza all’interno del variegato e frastornato mondo animalista e antispecista nostrano. I fatti del 20 aprile 2013 hanno rappresentato probabilmente l’azione più eclatante e importante dal punto di vista politico di tutta la recente storia del liberazionismo italiano, le ricadute in ambito animalista e antispecista – ma non solo – sarebbero dovute essere enormi, in realtà purtroppo non è accaduto assolutamente nulla. Il problema è che ben poche/i ne hanno compresa l’effettiva portata, mentre molte/i hanno volutamente ignorato o minimizzato l’accaduto per motivi che esulano la lotta antispecista. Lo scalpore causato dalla liberazione dei Cani prigionieri nel lager di Green Hill è stato, infatti, enormemente maggiore rispetto a quello sollevato dall’occupazione dello stabulario di Farmacologia e questo per numerosi motivi tra i quali è opportuno sottolineare:

1) La ormai arcinota, cronica e insanabile propensione dei gruppi – animalisti in generale e liberazionisti in particolare, nessuno escluso – a non organizzare e non gestire correttamente comunicazione e coordinamento in occasione di campagne o azioni, come quella avvenuta a Milano nel 2013;

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Si riceve il seguente importante comunicato del Coordinamento Fermare Green Hill e si pubblica.


Questo lager deve chiudere!” è scritto sullo striscione che dall’alba di oggi, venerdì 14 ottobre, campeggia sul tetto di uno dei capannoni dell’allevamento Green Hill a Montichiari (BS)!

Alle ore 6.00 è scattata l’azione a sorpresa del Coordinamento Fermare Green Hill. Cinque attivisti sono riusciti a salire sul tetto con una scala, eludendo la guardia dell’allevamento. Arrivata troppo tardi per fermarli. Nel frattempo altri attivisti stanno ancora stazionando vicino al capannone e al cancello d’ingresso, dando supporto a chi è sul tetto e monitorando l’attività  lavorativa che sembra bloccata per la giornata.
L’intenzione dei cinque attivisti è di rimanere ad oltranza sul tetto e impedire che partano carichi di cuccioli verso i laboratori. Hanno con sé tutto l’occorrente per restarci a lungo, per fare in modo di non essere sgomberati e poter comunicare con noi.

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