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Troppo spesso parlando di veganismo si pensa solo a un determinato regime alimentare. Il veganismo come pratica coinvolge invece ogni sfera del quotidiano mediante una reinterpretazione critica dei nostri bisogni e delle nostre attività, permettendoci di eliminare (per quanto possibile) ogni pratica crudele. Un caso classico è quello della lana. Spesso chi non è vegano si chiede come mai le persone umane vegane si rifiutano di indossare la lana, di seguito si propone un’interessante e dettagliata indagine su cosa significa nella realtà la produzione della lana per gli Animali.


Fonte: www.vegactu.com/actualite/la-face-cachee-de-la-laine-26894

Un’indagine di Jérôme Henriques

Quando parliamo di sofferenza animale, pochi immaginano di poter includere in questo largo insieme l’attività della produzione di lana. Molti sono i luoghi comuni sull’argomento. Tosare le pecore, è un’attività svolta fin dall’alba dei tempi, ad esempio. E poi, gli animali non soffrono, togliamo loro solo il loro vello, cosa anche vantaggiosa per loro, che gli impedisce di avvertire troppo il caldo in estate.

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you-are-what-you-eat-2

Matteo Preabianca ci scrive dall’Australia per parlarci di un interessante incontro che si è tenuto nell’ambito dell’Animal Activists Forum svoltosi a Melbourne.


Il 10 e 11 ottobre scorso, si è tenuto l’Animal Activists Forum in Australia, quest’anno a Melbourne. Il programma, come si può vedere qui, era fitto: quattro aule – nella bellissima e interessante Town Hall della città – ospitavano differenti interventi riguardanti la questione animale.

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jofrederiks

Jo Frederiks, artista australiana, pittrice ed attivista per i diritti degli Animali, è una delle esponenti più interessanti nel panorama ancora poco conosciuto dell’arte vegan.

Dopo una carriera come modella e cover girl, decise di dedicarsi all’arte, studiando e laureandosi con lode all’Accademia d’arte di Brisbane.

La sua vita prese una strada diversa, volgendo i propri sforzi artistici agli Animali, alla rappresentazione della loro bellezza e libertà in un contesto naturale, ma anche nella profonda ingiustizia inflitta loro dall’Umano.

Se da una parte Jo racconta ogni Animale fedelmente, attraverso la matita o la pittura ad olio, descrivendone in minuziosi dettagli gli aspetti, dando forza al carattere e all’unicità in quanto individuo di ogni singolo esemplare rappresentato, dall’altra denuncia duramente la situazione in cui versano miliardi di Animali d’allevamento e da intrattenimento e come i poteri politici, economici e religiosi sostengano e perpetuino l’ Olocausto Animale, grazie all’appoggio silenzioso dei consumatori. 

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