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Nir Vana è un giovane artista vegano ed attivista, che vive e lavora in Armenia.

Le sue opere grafiche vengono utilizzate da molti gruppi ed associazioni che si adoperano in favore della liberazione animale, mescolando grafica, foto ritocco e illustrazione. Attivo da quattro anni, attraverso i suoi lavori tocca tutti gli aspetti del dominio dell’Umano sugli altri Animali, dal cibo alle pellicce, passando per la sperimentazione animale, l’intrattenimento, la caccia e la deforestazione.

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Mostri, visioni e deformazioni” 23-25 gennaio 2015
A cura dell’associazione culturale Il Citofono, con la collaborazione del Comune di Spresiano (TV)


Quando il tema proposto per una collettiva d’arte è quello della mostruosità in tutte le sue manifestazioni ed interpretazioni, questo diventa ottimo veicolo per un messaggio forte, destabilizzante, che legga il mostro nelle scelte quotidiane di ognuno, che possa rendere visibile a chi ancora non conosce o non vuole vedere la devastazione, lo sterminio e l’ingiustizia perpetrata dall’essere umano.

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Illustrazione di Noemi Callea

Noemi Callea. Singolarità transitoria in movimento tra spigolosità immobili. Dal 2001, quando inizia a comprendere l’immane orrore dello sfruttamento degli Animali, si dedica alla causa della loro liberazione.   

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Testo e opere di Dóra Zambó per Veganzetta


Adoro i Maiali.

Si è sviluppata in me un’attrazione inconscia verso questi Animali intelligentissimi, che agli occhi della gente appaiono opulenti, sporchi, pigri o come pezzi di carne su un piatto o bistecche sulla griglia.
Digitando il sostantivo “maiale” in un motore di ricerca, le associazioni visive e testuali riportano caratteristiche, e luoghi comuni pieni di pregiudizi riflettendo l’immagine che la nostra cultura si è fatta di scrofe e verri. Questo essere senziente subisce l’aberrazione umana sin dall’antichità, e la cosiddetta civilizzazione occidentale anziché dargli tregua, peggiora le sue sorti. Non lo risparmia nessuna disciplina: medicina, alimentazione, linguistica, arte e religione, insieme ne sfruttano corpo e anima.
Avendo trascorso da adolescente molte estati nella fattoria dei miei nonni, imparai a comprenderla da un unico punto di vista, cioè dal loro. Il rapporto tra contadino e Animale s’intese in un’unica direzione rigida e inconfondibile senza mai un pizzico di coinvolgimento sentimentale: l’Umano equivale al proprietario profittatore, e l’Animale alla bestia e al guadagno. Tale formula valeva nelle piccole fattorie come nella crescente industria zootecnica, e a tutt’oggi rimane incontestabile dalla maggioranza delle persone.  

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