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Lavorando in incognito in un macello
Un’intervista con Timothy Pachirat
Fonte: Boingboing.net
Intervista di: Avi Solomon
Traduzione: Il neurone proteso
“In inverno, alcuni maiali arrivano congelati per aver viaggiato vicino alle pareti del camion. Gli legano una catena addosso e li tirano fuori di forza, talvolta strappandogli la pelle che resta attaccata al metallo. Può essere che siano ancora vivi, ma i lavoranti li gettano sulla pila dei morti. Tanto moriranno, prima o poi”.
Fonte e traduzione: Laboratorio Antispecista
Fonte originale: Legorafi.fr
Difronte alle critiche provenienti dai sostenitori dei diritti degli animali contro i metodi utilizzati all’interno dei macelli Francesi e di tutto il mondo, il più grande sindacato francese dei macellai ha deciso di passare a una nuova misura.
La proposta ha dell’incredibile, ai nostri occhi, ma è una risposta effettivamente consona alla domanda di chi anziché criticare radicalmente il sistema dello sfruttamento animale, si limita a contestarne i metodi.
L’entrata del continente europeo nella modernità industriale ha causato, tra le altre cose, un mutamento di scala per molti fenomeni: le vittime umane (ed in primis i civili inermi) delle guerre sono aumentate dalle decine di migliaia ai milioni di individui e le vittime animali della schiavitù e della uccisione per sfruttamento dalle centinaia di migliaia ai miliardi. Questo processo di espansione non sarebbe potuto avvenire senza l’aumento delle capacità industriali e meccaniche e della volontà alla base di tale “progresso”, volontà che trova il suo presupposto nel cambio di paradigma che ha consentito di non pensare più all'”altro” su scala individuale ma su scala massificata; l’individuo che diventa numero, cosa, ingranaggio (lo spirito del tempo si incarnò in opere quali il film Metropolis).
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