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Meat Is Murder è il secondo album in studio della band inglese The Smiths. Pubblicato l’11 Febbraio 1985 dalla Rough Trade Records, raggiunge la vetta della classifica inglese, rimanendoci per 13 settimane consecutive: un record per una band che ha sempre pensato e agito fuori dagli schemi restando lontana dal panorama pop commerciale degli anni Ottanta.
Rispetto all’album precedente, quest’opera introduce posizioni politiche più nette e impegnate, scatenando un’invettiva contro l’amministrazione di Margareth Thatcher e la monarchia inglese.

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Tra noi componenti del sempre più vasto e variegato arcipelago animalista, vegano ed antispecista, è ormai noto, ci sono spesso divergenze di vedute sostanziali su molteplici argomenti. Divergenze dovute a interpretazioni personali, parziali o errate della questione animale o più semplicemente dei fondamenti stessi degli ideali che si vorrebbero propagandare. Divergenze di vedute che – a volte – conducono a prese di posizione e strategie davvero poco comprensibili se non paradossali. E’ questo il caso di chi ha individuato delle persone umane che considera meritevoli di solidarietà, perché vittime del sistema specista di smontaggio dei corpi animali (che contribuiscono, armi in pugni, a mantenere): i lavoratori (e le lavoratrici) dei macelli.

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god-is-goodGOD IS GOOD
recita la lamiera del contenitore di vittime sacrificali.
In un flusso interminabile percorre la traccia d’asfalto retta al punto di fuga.
Punto di NON-fuga. Ironia dei termini. Punto di NON-fuga, di NON-esistenza,
banale dirlo, ridotta a parti utilizzabili e (minimo) scarto.
GOD IS GOOD

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capretto-macellato

Mi è capitato di rileggere l’articolo pubblicato da Veganzetta il 9 gennaio 2015 con testimonianze dei lavoratori nei macelli inglesi. Sono un medico veterinario, non ho lavorato in un macello, ma nel mio percorso di studi, ho dovuto frequentare questi luoghi e assistere alla macellazione bovina ed equina in Italia: in Piemonte per la precisione. Mi piacerebbe esprimere la mia opinione a proposito. Una sola premessa: gli operatori che ho potuto osservare con gli Animali vivi non hanno attuato comportamenti simili a quelli descritti nelle testimonianze, può darsi solo a causa della mia presenza.. Ciò che tengo a sottolineare con forza è che il macello rappresenta per l’Animale il termine di una sofferenza, ne rappresenta la fine, in un certo senso l’affrancamento. Finalmente non si dovranno più sopportare condizioni di vita ignobili, trattamenti medici invasivi e rudi, macchinosi e senza alcun tipo di rispetto.

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