Ciclo continuo meccanizzato – elaborazione sperimentale audio a cura di Andrea Furlan
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Sotto il velo delle acque dei mari, delle vasche di allevamento, si consuma costantemente il più diffuso animalicidio ad opera degli Umani, le vittime sono quegli Animali comunemente definiti come “pesce”, ovvero individui appartenenti alle classi zoologiche dei Pesci (Tonni, Trote, ecc.) appunto, dei Molluschi come le Cozze, dei Cetacei (quindi Mammiferi) come le Balene e dei Crostacei come le Aragoste ed altri.
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Noi esseri umani spesso esitiamo a definirci “Umani”, il che denota quantomeno che come specie siamo culturalmente molto confusi rispetto a ciò che siamo e ciò che vorremo essere. Utilizziamo spesso l’aggettivo “disumano” per definire il comportamento di nostri simili che commettono atti di sopruso o violenza. Dimenticandoci evidentemente che costoro sono in tutto e per tutto Umani come noi. In casi estremi poi sosteniamo quasi con naturalezza che certe persone umane sono degli “animali”, delle “bestie”, sempre a causa di loro comportamenti inaccettabili.
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I progressi tecnologici e tecnici della medicina nel campo dei trapianti e le possibilità di salvezza per molte persone malate si scontrano con un problema pratico molto concreto e carnale, ossia la cronica mancanza di organi sani da trapiantare, dovuta ad una carenza di donatori: «La lista d’attesa negli Stati Uniti, aggiornata al gennaio 2004, consiste in un elenco di circa 84.000 pazienti; di questi, 57.000 sono in attesa di un rene.
I dati, comunque, indicano che 16 persone muoiono ogni giorno negli Stati Uniti in attesa di un organo».1
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