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Volentieri si diffonde il seguente appello.
Per il terzo anno consecutivo, il 17 ottobre 2020 torniamo a solcare silenziosamente la Valchiavenna portando le voci dei polli rinchiusi negli allevamenti.
Volentieri si diffonde il seguente appello.
Per il terzo anno consecutivo, il 17 ottobre 2020 torniamo a solcare silenziosamente la Valchiavenna portando le voci dei polli rinchiusi negli allevamenti.
Dopo “Il Capriolo” un nuovo racconto breve di Francesco Cortonesi.
Molti di noi, ancora oggi, hanno nei confronti della carne idee che sembrano basarsi in un certo qual modo sulla fede. Nonostante l’evidenza, nonostante i video, nonostante le innumerevoli prove molti sembrano infatti rifiutare la realtà e, forse a livello inconscio, si autoconvincono che tutte le violenze che gli Animali subiscono, non possono essere vere. Hanno fede. La realtà del resto non può essere tanto tremenda. Da queste considerazioni nasce il breve racconto di seguito.
Non mangiare carne è un’etica assoluta: per chi sia cosciente di quel che significa allevare-macellare-trafficare carni,
e non è disposto ad approvare tutto, e tuttavia non si astenga, non ci sarà perdono.
Guido Ceronetti
La pazienza dell’arrostito
Questa storia è triste, non potrebbe essere altrimenti perché parla di un Animale sfruttato dagli Umani, ma è al contempo una storia che potrebbe avere una chiave di lettura anche positiva.
Questa è la storia di un pollo che la società umana specista definisce “da carne” caduto da un camion della morte, che lo stava conducendo insieme a centinaia di suoi simili al macello. Il camion entrando in una rotatoria si sbilancia verso l’esterno e una delle gabbie che detengono i condannati a morte si apre: Pollo (così lo chiamerò con ben poca fantasia) cade al suolo e rimane fermo, impietrito sul bordo della strada. Il camion si allontana e nessuno si cura di lui; è notte, perché i lager per Uccelli destinati al macello si svuotano solo di notte, in fretta e di nascosto, ammassando questi cuccioli di pochi mesi uno sull’altro in gabbie di plastica caricate, poi, su di un camion.
È difficile immaginare l’orrore di un allevamento ed è ancora più difficile viverlo. Dopo innumerevoli video sulla sofferenza degli Animali non umani mi credevo preparata all’impatto provocato dalla vista di migliaia di esseri senzienti ammassati in un luogo del tutto estraneo al loro habitat naturale, ma mi sbagliavo. Gli odori, la putrefazione, l’asfissia mischiati con il terrore negli occhi di molte giovani anime torturate minuto dopo minuto, non appartengono a ciò a cui ci si possa abituare guardando dei video sullo schermo: sono delle esperienze difficili da descrivere, ciò nonostante cercherò di raccontarle.
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