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Verso la fine del febbraio 2013 Associazione D’Idee Onlus fa affiggere un cartellone di sei metri per tre in una zona di ampio passaggio a Grosseto. Il cartellone è la gigantografia della pubblicità antispecista “CHI mangi oggi?” realizzata da Campagne per gli animali. Dopo i primi lanci di agenzia di stampa si scatena una reazione mediatica sui giornali di tutta Italia che non ha precedenti nella storia della comunicazione animalista e antispecista nel nostro paese: centinaia di articoli su tutte le maggiori testate giornalistiche italiane, alcuni anche tradotti in inglese e francese.

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Marius era il nome di un cucciolo di Giraffa di diciotto mesi nato in lager per Animali che viene chiamato zoo a Copenaghen. Marius è stato un Animale particolarmente sfortunato: perché nato in un carcere, e perché considerato “in eccesso” da chi gestiva il carcere, e quindi neppure degno di vivere una vita – seppur triste e indegna – da ergastolano.
Per tale motivo Marius è stato ucciso da un chiodo sparatogli in testa all’aperto e davanti  a un gruppo di cuccioli di Umano, di pochi anni più vecchi di lui. Una volta ucciso è stato fatto a pezzi, sempre sotto gli occhi di bambini in età scolare, e poi dato in pasto a dei Leoni.*
Le proteste prima della sua esecuzione sono state numerose e vibranti, ma inutili visto l’epilogo. Inutili anche le numerose offerte di adozione da parte di strutture adeguate: il direttore del carcere per Animali non ha voluto sentire ragioni, Marius era semplicemente superfluo, ma poteva ancora divenire un ottimo spettacolo con la sua morte, e così è stato. 

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Due esseri senzienti con la stessa voglia di vivere, riposano insieme.
Due esseri senzienti con la stessa voglia di vivere, riposano insieme.


La fine del gennaio 2013 è stata caratterizzata da una forte polemica nata dalla notizia che sui social network, presunti animalisti hanno augurato la morte a una ragazza affetta da rare patologie, che pubblicamente si è espressa a favore della sperimentazione sugli Animali per fini medici. A prescindere da come finirà questa triste storia, Veganzetta ha voluto intervenire per fornire una chiave di lettura dell’accaduto in condivisione anche con altre realtà antispeciste. Di seguito il testo del comunicato con il quale si sono prese le distanze da metodi intimidatori e vergognosi, e da posizioni inaccettabili e strumentali a favore dello sfruttamento animale, anche se espresse da chi soffre, ma che non per questo può permettersi di dimenticare la sofferenza altrui.

Adriano Fragano

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Fringuello - Emy Guerra

Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, allora tu ed io abbiamo sempre una mela ciascuno.
Ma se tu hai un’idea, ed io ho un’idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee.

George Bernard Shaw

 

All’ultimo Incontro per la liberazione animale1 tenutosi quest’anno a Stupinigi nei pressi di Torino, ci è capitato di ascoltare le posizioni di molte persone relativamente al veganismo, alcune delle quali, chiaramente sempre in nome della liberazione animale, hanno sottolineato – in estrema e non esaustiva sintesi – l’importanza dell’azione diretta a prescindere dalla questione vegana.

Ascoltare frasi del tipo “un attivista che mangia carne e che libera tre Galline, ha liberato più Animali di una persona che è vegan da tutta la vita” fa male al cuore, come pure al fegato e soprattutto alla causa antispecista.

Non vorremmo mai sentire frasi del genere, tantomeno se pronunciate nel bel mezzo di un workshop in un incontro per la liberazione animale, perché se dalla legittima critica teorica si passa a mettere in dubbio uno dei fondamenti dell’animalismo radicale e dell’antispecismo, c’è sicuramente qualcosa che non va.

Ultimamente si leggono i più svariati articoli (addirittura pubblicati su riviste telematiche antispeciste) che tendono a prefigurare una presa di distanza dal concetto di veganismo, dai presunti “dogmi” della purezza vegan. “Essere vegan non basta.” Sicuramente è vero, sicuramente non basta. Ma bisogna per prima cosa essere davvero vegan per poi avviare una seria e costruttiva critica sul veganismo. A noi pare però che ci siano molte persone che pontificano sul veganismo conoscendolo solo superficialmente, o non conoscendolo affatto. Molte di queste posizioni espresse conducano direttamente al concetto già circolato anni fa che essere vegan in fin dei conti non sia così necessario, e questo è semplicemente assurdo, nonché pericoloso. 

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